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don Antonello Iapicca – Vangelo del giorno – 3 Settembre 2024

Commento al brano del Vangelo di: Lc 4,31-37

SOLO LA PAROLA DELLA CROCE CHE CI ANNUNCIA LA CHIESA CI SALVA “SENZA FARCI ALCUN MALE”

Abbiamo bisogno dell’ “autoritร ” di Gesรน. Senza di essa i demoni e i loro inganni non vengono smascherati; cosรฌ continuiamo a vivere profondamente insoddisfatti e frustrati, infelici e pieni di giudizi e mormorazioni, e senza sapere il perchรฉ. Certo, di cause esterne a noi ve ne sono a bizzeffe: l’ingiustizia che non ci lascia neanche un giorno, le malattie, la precarietร  economica, il fallimento dei progetti.

Soprattutto la mancanza di amore: il non sentirsi amati, accolti per quello che siamo, rispettati e ascoltati, considerati e apprezzati. Ma, nonostante lottiamo e ci sforziamo di eliminare le cause della sofferenza, restiamo “impuri”, e non sappiamo da dove ci venga tanta sporcizia.

In Israele la puritร  era compresa in senso rituale e cultuale; la purezza era la condizione per celebrare il culto. Per questo bisognava tenersi lontani da cose, animali, persone o luoghi che si ritenevano capaci di contagiare e di separare dalla santitร  di Dio. In modo particolare era impuro quanto legato alla nascita, alla morte, allโ€™alimentazione, alla sessualitร , al sangue.

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Ma la purezza non era fine a se stessa; piuttosto era uno strumento per vivere la vita secondo la volontร  di Dio creatore ad immagine del quale ogni uomo รจ creato. Per vivere ogni istante e ogni aspetto come una liturgia di santitร . Al centro della vita quotidiana di un ebreo vi era, infatti, il Libro del Levitico; esso era il primo che i bambini cominciavano a leggere. Per gli ebrei รจ fondamentale quello che un bambino impara da piccolo, da suo padre e da sua madre. Cosรฌ, fin dall’inizio, la trasmissione della fede avveniva attraverso l’insegnamento della Legge di Santitร  contenuta nel Levitico: “Tu sarai santo perchรฉ Io, il Signore tuo Dio sono Santo”.

Imparando attraverso una serie di regole e precetti da compiere cosa concretamente significhi essere santo, un bambino ebreo acquisisce una retta e autentica antropologia, e scopre la propria identitร . Un ebreo sa di essere nato per vivere santamente, semplicemente perchรฉ Dio lo ha creato santo a sua immagine e somiglianza. Per questo, ad esempio, in ebraico “matrimonio” si dice “santificazione”.

Un ebreo sa che la felicitร  piena sulla terra รจ l’anticipo della vita santa del Cielo. Dio, infatti, ha creato l’uomo per essere felice, contemplando e sperimentando il suo amore in ogni cosa. Ma il peccato รจ entrato nel mondo per invidia del demonio, che, misteriosamente, non si รจ “accontentato” di essere il piรน bell’angelo al servizio di Dio. Con una menzogna, ha trascinato l’uomo nella sua invidia, facendolo partecipe della sua “impuritร ”.

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A causa della menzogna primordiale, infatti, l’uomo ha sperimentato i frutti amari dell’orgoglio, ritrovandosi solo e nudo, ben lontano dalla liturgia di lode e santitร  del Paradiso. La vita รจ divenuta fonte di preoccupazione, fatica e mormorazione. L’occhio si รจ appesantito nella concupiscenza scatenata dalla fame, e gli altri si sono trasformati in prede da afferrare e di cui nutrirsi. In un mondo schiavo del demonio, Israele รจ stato scelto, “santificato”, cioรจ separato dall’impuritร , come una primizia e una profezia della salvezza che sarebbe giunta con il Messia.

Attraverso la Torah e la Tradizione, il Popolo ha avuto e ha la missione di testimoniare al mondo che Dio esiste e non ha dimenticato l’uomo. Proprio attraverso la “purezza” di una vita santa ogni ebreo รจ chiamato a mostrare le tracce e i frammenti di quello che l’umanitร  ha perduto con il peccato. E cosรฌ, camminando nella Legge, egli impara a vedere Dio nel fratello e nella storia.

I Rabbini insegnavano, infatti, che per vedere Dio occorre accostarsi alla scala che, nel sogno, ha permesso a Giacobbe di vedere il Cielo aperto. Essa era una profezia della scala del Sinai, sulla cui sommitร  Dio ha consegnato la Torah a Mosรจ e al Popolo. Ma non solo: al Tempio, accanto all’altare dove si bruciavano i sacrifici, vi era una piccola scala. I sacerdoti che vi salivano e scendevano erano immagine degli angeli che Giacobbe aveva visto nel sogno salire e scendere dalla scala.

Per avere un occhio puro capace di vedere Dio รจ dunque necessario accostarsi alla scala di Giacobbe, attraverso l’ascolto della Legge e l’obbedienza ad essa, accanto all’offerta dei sacrifici all’altare del Tempio. Queste due vie sono come riassunte nell’episodio dell’incontro tra Giacobbe ed Esaรน; dopo la notte passata al guado dello Jabbok, dove Giacobbe ha lottato con Dio sperimentando la sua debolezza e la forza di Dio, claudicante e a Lui appoggiato incontra il fratello, di cui aveva una terribile paura.

E invece si compie la riconciliazione tra i due, cosรฌ che per Giacobbe “vedere il volto di Esaรน รจ come vedere il volto di Dio” (cfr. Gen 33,10). La purezza sgorga dunque da un cuore riconciliato che riconosce nel fratello il volto di Dio: l’amore e il perdono sono la sintesi della Torah ricevuta dal Cielo, di cui sono segno e annuncio sulla Terra, il sacrificio autentico e “purificatore”. Gesรน si รจ fatto carne proprio per compiere tutto questo.

Non a caso Egli si trova, di “sabato” in una “sinagoga”. E’ proprio lรฌ, nel luogo che rinnova il Sinai e sostituisce il tempio per le liturgie settimanali, che si nasconde “un uomo posseduto da uno spirito impuro”. Satana, infatti, ci attira nella sua impuritร  proprio attraverso le cose sante. Occorre fare bene attenzione: egli sa chi รจ Gesรน, e non lo nasconde: “Io so chi tu sei: il santo di Dio!”. Non lo nega, anzi. Ed รจ quello che fa con tutti noi, chiamati ed eletti come Israele ad essere santi come il nostro Creatore.

L’autoritร  del demonio รจ quella della menzogna che la superbia desidera ascoltare e della quale si nutre: “fatti dio, non umiliarti, perchรฉ Dio non รจ amore e vuole solo limitarti. Guarda la tua vita, il tuo matrimonio, i figli, il lavoro e i colleghi, il governo e le tasse, la malattia e la sofferenza degli innocenti; guarda le ingiustizie che ti hanno ferito: ha senso tutto questo?”. E allora ci presenta Gesรน come il “santo di Dio”, ma secondo il pensiero del mondo, un taumaturgo che deve risolvere i problemi, cambiare la storia e fare felice il nostro uomo vecchio, corrotto dietro le passioni.

Esattamente come lo aveva compreso la carne di Pietro: un secondo dopo averlo confessato come “il Figlio del Dio vivente” grazie all’ispirazione del Padre, di fronte all’annuncio della Croce, “attualizza” carnalmente la professione di fede: “questo non ti accadrร  mai”. Ecco come il demonio conosce Gesรน: come un Messia a cui non accadrร  mai di andare a Gerusalemme ad essere rifiutato e crocifisso per risorgere.

In fondo si tratta delle stesse menzogna sussurrata a Gesรน nel deserto. Identica a quella che ascoltiamo e alla quale crediamo “nella sinagoga in giorno di sabato”, celebrando il culto: magari nella preghiera, a messa, nelle varie attivitร  della parrocchia, nella propria comunitร . Nonostante tutto questo siamo “impuri”, incapaci di lodare e benedire Dio per la vita, la storia e i suoi eventi, le persone che ci sono donate cosรฌ come sono.

Non sappiamo piรน chi siamo, per questo non sappiamo come essere felici. Accogliendo la falsa immagine di Gesรน che ci presenta il demonio, e rifiutando quella autentica perchรฉ crediamo che “venga a rovinarci”, perdiamo inesorabilmente il senso della vita indossando una falsa immagine di noi stessi. Come afferma Padre Cantalamessa, citando un pensiero da lui ascoltato, da persona scadiamo a personaggio: “Il personaggio non รจ altro che la corruzione della persona. La persona รจ un volto, il personaggio una maschera. La persona รจ nuditร  radicale, il personaggio รจ tutto abbigliamento. La persona ama lโ€™autenticitร  e lโ€™essenzialitร , il personaggio vive di finzione e di artifici. La persona ubbidisce alle proprie convinzioni, il personaggio ubbidisce a un copione. La persona รจ, umile e leggera, il personaggio รจ pesante ed ingombrante”.

Il personaggio non puรฒ che ripetere “basta!” alla veritร . Quante volte in famiglia ripetiamo questo stesso “basta!”. Quando la moglie si avvicina e ci rimprovera di essere stati troppo severi con i figli; o di essere stati avari e non aver accolto un suo bisogno; quando un figlio immaturo continua i capricci e non sopportiamo di essere molestati e scomodati; quando il Signore ci invita ad aprirci alla vita unendoci al coniuge, e “basta!”, sette figli sono piรน che sufficienti; quando il collega ci calunnia per l’ennesima volta, e “basta!”, รจ giunto il momento di denunciarlo al dirigente; quando il Vescovo cambia ancora il nostro incarico, e “basta!”, non faccio in tempo a conoscere le persone; quando una malattia incurabile afferra il corpo, e “basta!”, perchรฉ soffrire e far soffrire? “Basta!”, diciamo a Gesรน con il demonio.

Il cristiano, invece, non pensa tra sรฉ, prega. Non specula con il suo uomo vecchio, ma si umilia e, inginocchiato, consegna se stesso al Signore, peccati compresi. Invece ci illudiamo di essere quello che non siamo chiedendo a un “simulacro” e a una caricatura di Gesรน quello che non ci darร  mai. Per questo siamo in guerra permanente con Dio e con il mondo. Indignati e irosi, con il cuore rancido di insoddisfazione. “Impuri”….

E proprio lรฌ, tra gli impuri, depone la sua purezza, la misericordia infinita che ci annuncia e testimonia la veritร : non รจ vero che Dio non ci ama, e ci vuole limitare. E’ vero il contrario! Ci vuole santi come Lui, ci fa santi come Lui: liberi e consegnati all’amore in ogni istante della nostra vita. Lui รจ qui ora, dove nessuno si รจ mai avvicinato, con misericordia; non una parola di disprezzo, di giudizio, di rifiuto. Anzi.

La sua voce scova il demonio e a lui si dirige: รจ lui infatti il padre che ci ha generati all’impuritร , sarebbe inutile parlare con noi. Cosรฌ accade in ogni esorcismo. Cosรฌ รจ chiamato a fare un genitore con i propri figli. Dialogare con loro รจ pericolosissimo, si rischia di restare invischiati tutti nella stessa menzogna e divenire “impuri”, lontani da Dio e dal suo amore. Occorre invece parlare al demonio, smascherare le sue menzogne e intimargli di “tacere”, come ha fatto e fa Gesรน con noi.

“Taci!” con tutte le tue menzogne. Taci, perchรฉ ad ogni inganno con il quale oggi il demonio ci tiene per la collottola, la Croce di Gesรน oppone la veritร  dell’amore senza condizioni, della misericordia e della pazienza. Solo la Parola della Croce ha l’ “autoritร ” capace di demistificare e distruggere quella falsa del demonio: la luce di bene che da essa promana, la gloria della risurrezione che accoglie e purifica anche il peccato e la morte, apre il cammino a una vita nuova per tutti noi.

La sua Parola nel silenzio: abbiamo bisogno di silenzio, l’utero di ogni esorcismo. Ecco perchรฉ l’iniziazione cristiana รจ anche un deserto, un tempo nel quale, a poco a poco, le nostre parole macchiate dalla menzogna fanno posto al silenzio dove Gesรน puรฒ mettere a tacere il demonio.

Silenzio che significa anche e soprattutto umiliazioni, situazioni di fronte alle quali restiamo senza parole, proprio come Giacobbe al Guado di Jabbok. Proprio in queste Gesรน sta dicendo “taci” al demonio. Non aver paura, siedi solitario e silenzioso, lรฌ dove il Signore ti ha portato, perchรฉ tacciano le nostre opere piene di orgoglio, l’ipocrisia che ci sta uccidendo.

L’amore di Dio, al contrario della menzogna del demonio, ci libera e “non ci fa alcun male”. Solo ci consegna “in mezzo a tutti”, come un segno dell’amore e della misericordia di Dio. “In mezzo a tutti” perchรฉ in tutti possiamo, con occhio “puro”, vedere Dio e indicare e annunciare il suo amore a ogni uomo.”.

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