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don Antonello Iapicca – Vangelo del giorno – 17 Settembre 2024

Commento al brano del Vangelo di: Lc 7,11-17

RISUSCITATI DALLA COMPASSIONE DEL FIGLIO PER INTERCESSIONE DELLA MADRE CHIESA

Nell’episodio si percepisce un’assenza decisiva. Manca il “padre”. Se la “madre” รจ “vedova” significa che il figlio รจ orfano di padre. Ed รจ proprio questa la malattia che lo aveva ucciso! Egli รจ immagine di Adamo, scacciato nella โ€œmorteโ€ – che รจ il salario del peccato – per aver accettato l’inganno con cui il demonio lo ha indotto a ribellarsi del Padre. Come il figlio prodigo, รจ “morto” per aver scelto lโ€™autonomia tagliando con il โ€œpadreโ€. Sarebbe “tornato in vita” solo tornando a casa. Sรฌ, chi non ha Padre รจ morto.

In questo ragazzo possiamo specchiarci tutti, inguaribilmente schiavi di un narcisismo che cerca l’identitร  lontano da Dio. Perduto il Padre, siamo diventati orfani che generano orfani, morti che generano morti, riducendo la vita a un tragico ossimoro. Dalla bara dove l’abbiamo deposta, pur sposandoci, pur essendo preti o catechisti, dirigenti o professori, siamo incapaci dโ€™essere padri, di dare cioรจ una testimonianza credibile da seminare nel cuore per generarvi il desiderio di viverla.

Poi i figli e le persone che ci sono accanto, vorranno avere la loro esperienza e la loro fede, รจ normale, tentando di adeguare alla propria personalitร  quanto gli abbiamo testimoniato e annunciato. E questo si chiama crescita, maturazione; cosรฌ si diventa adulti. Ma se abbiamo tagliato con il Padre del Cielo e i padri della terra, in noi questa crescita umana e cristiana รจ stata abortita; e se non abbiamo avuto una seria iniziazione cristiana non siamo diventati adulti nella fede.

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Per questo non abbiamo nulla di autentico e decisivo da trasmettere, la fede; stiamo fallendo la nostra vita, accompagnando le persone al sepolcro, a quello che anche noi stiamo vivendo: mondo, carne e inganni del demonio. Mentre siamo nati e chiamati alla Chiesa per innescare in tutti il desiderio di essere e vivere come noi; che non significa imitazione, ma ispirazione a camminare seguendo le stesse orme, e apertura a Cristo perchรฉ operi in ciascuno come in noi.

Era ciรฒ che accadeva alla Chiesa primitiva, che compiva cosรฌ la sua missione: “Vogliamo vivere come voi” dicevano i pagani ai cristiani. Per questo, la โ€œmadre vedovaโ€ รจ immagine delle comunitร  nelle quali, per i peccati e lโ€™indurimento dei fratelli o la negligenza dei pastori, si era spento lo zelo per il Vangelo, raffreddato lโ€™amore tra i fratelli, indebolita la capacitร  di restare crocifisse sul candelabro della storia. Avevano perduto lo Sposo e i loro โ€œfigliโ€ stavano morendo. Accadeva allora, accade oggi…

Comunitร  che non hanno nulla da annunciare, autoreferenziali come ripete Papa Francesco, dove non si danno i segni della fede che ha vinto la morte; mondanizzate, possono solo accompagnare il mondo alla sua tomba. Ma proprio quando tutto sembra perduto, giunge Gesรน. Lo ha promesso e lo mantiene: Ecco, Io sarรฒ con voi tutti i giorni. Con te, con me, con la Chiesa. Anche il giorno, questo, del nostro funerale conseguenza della superbia che ci ha separato dal Padre della Vita; anche oggi che il sale della comunitร  ha perduto il sapore e sta per essere gettato via e calpestato.

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Lui รจ il Figlio prediletto e scelto perchรฉ, con la sua morte e resurrezione, riconducesse ogni figlio al Padre perduto. Non per caso si trovava lรฌ, in quel momento preciso: era profezia del suo cammino verso la Croce e la tomba, fuori dalle โ€œporteโ€ di Gerusalemme. Avvocato di ogni uomo, doveva incontrare quell’orfano ormai morto proprio โ€œalla porta della cittร โ€, dove a quel tempo si svolgevano i processi. Doveva farlo assolvere annunciando che avrebbe preso su di sรฉ la sua condanna, andando Lui, innocente, nella tomba preparata per ogni peccatore.

Esattamente come si trova ora alle โ€œporteโ€ della nostra vita, al limite estremo che ci separa dalla polvere impura di solitudine e silenzio dei terreni fuori cittร , dove sorgevano i cimiteri. Ma, per ridonarci il Padre, Gesรน ha bisogno di guardare e avere compassione di nostra Madre. E chi รจ nostra Madre? Non solo colei che ci ha generato nella carne. E’ Maria, la Madre che ha dato alla luce il Figlio del Padre di ogni uomo. Anche di Lei รจ immagine la vedova del Vangelo.

Oggi di nuovo Maria piange per noi perchรฉ ci ama; per salvarci, deve essere lรฌ, accanto ai peccatori, dove incontrare la โ€œcompassioneโ€ di Gesรน e ascoltare lโ€™annuncio capace di consolare e schiudere la tomba: “Non piangere!”. Noi siamo morti, e, schiacciati dallโ€™orgoglio, da soli non avremmo la forza di ascoltare. Solo abbandonati alle lacrime di compassione della Chiesa, appoggiati alla sua fede e insieme alla comunitร , potremo dischiudere il cuore per accogliere le parole di Gesรน.

“Non piangere!”, le stesse parole che hanno fatto fremere il cuore di Maria Maddalena piangente aprendolo alla sua vittoria, sino a conoscere, in Lui, il Padre suo e Padre nostro; come oggi risvegliano in noi la Veritร  che la Chiesa ci ha annunciato mille volte: non piangere, la morte รจ vinta, ogni peccato รจ perdonato, Cristo รจ risorto dal sepolcro!

La “compassione” di Gesรน รจ quella di suo Padre che lo ha โ€œtoccatoโ€ con il suo Spirito quando giaceva esanime nella tomba, riscattandolo dalla morte. E’ la stessa con cui Gesรน โ€œtoccaโ€ oggi la nostra bara, contaminandosi con la nostra morte per purificarci e โ€œrialzarciโ€ a una nuova vita. “Dico a te!”: a me, a te, proprio a noi, e non sono parole dette cosรฌ, alla massa. Sono una chiamata personale ad alzarci dalla tomba, forse a confessare quel peccato che abbiamo sempre occultato o minimizzato, perchรฉ Gesรน vuole โ€œriconsegnarci a nostra Madreโ€.

รˆ il potere della sua Parola che ci libera dal peccato e ci fa tornare vivi a casa, nella comunitร  cristiana, dove ascoltare la Parola di Dio e accostarci al banchetto che il Padre ha preparato per donarci il suo Figlio. Solo cosรฌ potremo โ€œsederci e ricominciare a parlare”, come facevano i rabbini, cioรจ come qualcuno che ha qualcosa di autentico da trasmettere.

Il Signore ha il potere di fare di noi, anche se โ€œgiovinettiโ€, ancora deboli, fragili e inesperti, dei padri e maestri per questa generazione. Liberi dal narcisismo perchรฉ figli di Dio, potremo amare e perdere la vita perchรฉ tutti ascoltino lโ€™annuncio che ha salvato noi.

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