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don Antonello Iapicca – Vangelo del giorno – 13 Settembre 2024

Commento al brano del Vangelo di: Lc 6,39-42

SULLA TRAVE DELLA CROCE GESU’ HA GUARDATO E PERDONATO I NOSTRI PECCATI COME FOSSERO PAGLIUZZE

“Nessun cieco puรฒ guidare un altro ciecoโ€. Eppure anche oggi ci accingeremo a prendere per mano moglie e figli per accompagnarli a โ€œcadere nella bucaโ€; essa รจ immagine delle trappole del demonio che non si vedono a occhio nudo, quello cioรจ di chi crede di vedere perfettamente e invece รจ cieco, incapace di riconoscere โ€œla traveโ€ infilata nella sua pupilla.

Siamo ciechi perchรฉ i nostri occhi, sedotti dal demonio, hanno smesso di guardare il Creatore per fissarsi sul frutto che ci รจ stato proibito. Mostrandocelo “bello, buono da mangiare, e desiderabile”, ci ha indotto a prenderlo per crederci “da piรน del Maestro”, cioรจ piรน intelligenti di Gesรน che ci ammaestra nella Veritร , per essere liberi di decidere noi cosa sia bene o male, e cosรฌ poter giudicare tutto e tutti, occupandoci a togliere le “pagliuzze” dagli occhi dei fratelli.

Ci รจ accaduto quello che successe a Sansone che cedette alle lusinghe di Dalila (il demonio), quando “i Filistei (i peccati) lo presero e gli cavarono gli occhi; lo fecero scendere a Gaza e lo legarono con catene di rame. Egli dovette girare la macina nella prigione”. Il demonio ci ha cavato gli occhi donati dal Padre per contemplare il volto di Cristo e in esso il suo amore a cui consegnare la nostra vita. Senza gli occhi della fede non vediamo piรน lโ€™amore di Dio nella nostra vita e per questo non possiamo guardare con amore il prossimo.

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Come un uomo a cui รจ stato tolto lo stomaco, abbiamo cominciato a sentire una fame atroce, per saziare la quale abbiamo posato lo sguardo su immagini seducenti e avvelenate. In prigione, infatti, sognando la libertร , si immagina il mondo di fuori come un paradiso. Ma รจ irreale! Cosรฌ, prigionieri e obbligati a girare intorno a noi stessi per soddisfare il nostro ego senza riuscirci, guardiamo tutto privi del discernimento, e nulla piรน ci appare per quello che รจ: la moglie e il marito, i figli e i parenti, gli amici e i colleghi, il lavoro, la scuola, i fatti di ogni giorno, che nella realtร  sono pagliuzze che non avrebbero il potere di farci del male, diventano travi che pesano sugli occhi, togliendoci gioia e pace.

Per questo sogniamo felicitร  artificiali nella pornografia, negli acquisti a rate di televisori sempre piรน grandi, macchine e gadget elettronici, sublimando negli oggetti e nei progetti, ciรฒ che la fantasia avvelenata vorrebbe fosse la nostra vita. L’ipocrisia nasce qui, come un anestetico per non sentire dolore. Mentre il demonio ci ripete il fatidico “stai sereno” che cela il colpo finale con cui uccidere la nostra anima, ci autoconvinciamo e cerchiamo di convincere gli altri che va tutto bene, che stiamo da Dio perchรฉ siamo Dio…

Il demonio รจ riuscito nel suo vero obbiettivo, che non รจ solo farci cadere nella buca. Questo รจ solo il primo passo; occultandoci i peccati, vuole convincerci che non siamo ciechi per impedirci di vedere la โ€œtraveโ€ della Croce sulla quale abbiamo crocifisso il Signore. Guardate la societร , che prima di accogliere il perdono pretende di mettere le condizioni a Dio, confondendo la misericordia con il suo contrario, cioรจ un certificato di buona condotta. Di peccati e di dolore e compunzione per essi neanche l’ombra.

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Ed รจ ciรฒ che accade per molti divorziati che vorrebbero accostarsi alla comunione. Ditemi, c’entra qualcosa la misericordia? Essa รจ come un’ambulanza che appare con le sirene spiegate facendo slalom nel traffico quando uno sta male ed รจ moribondo. Gli autisti fanno i salti mortali pur di salvarlo. Avete mai visto un’ambulanza correre verso uno che pensa di essere sanissimo? L’avete vista nell’urgenza di portargli un defibrillatore mentre mangia a quattro palmenti?

Perchรฉ questa รจ la misericordia per chi, non sentendosi peccatore, non pensa di aver bisogno di pentirsi. Inculcandoci subdolamente di non averne bisogno, il demonio svela il suo autentico obiettivo che รจ proprio farci disperare della salvezza. Sembra un paradosso, invece fa proprio cosรฌ: ti induce a pensare che in fondo, non avendo peccato cosรฌ gravemente, non hai bisogno di cosรฌ tanta misericordia da dover scomodare la Croce e il sangue di Cristo che vi รจ colato sopra.

Se accetti questo pensiero sei fritto, perchรฉ, quando ti troverai un peccato grosso tra le mani, quando cioรจ ti accorgerai di essere in prigione come Sansone e di non poter uscire, il prossimo pensiero che il demonio ti presenterร  sarร  l’opposto: sei uno schifo, il piรน grande peccatore, non cโ€™รจ salvezza per te. Ma siccome avevi creduto di non aver bisogno del perdono di Dio, non ne hai fatto l’esperienza o lโ€™hai dimenticata, e quindi non puoi credere al suo amore che perdona senza giudicare.

E cosรฌ precipiti nella disperazione, ti convinci che per te non c’รจ piรน speranza, che non cambierai. Ma se ti guardi cosรฌ, se non guardi cioรจ la “trave” della Croce di Gesรน che ha dato se stesso per strapparti dal peccato, allora ti accanirai contro gli altri che guarderai con la stessa disperazione con la quale guardi te stesso. E ti soffermerai sulle loro pagliuzze, perchรฉ ti appariranno come travi.

Chi infatti ha dimenticato o non ha mai fatto l’esperienza del perdono di Dio, capace di trasformare nelle sue viscere di misericordia che sono i sacramenti le proprie travi in pagliuzze, vedrร  travi in ogni pagliuzza del fratello. E divorzierร , e poi esigerร  che Dio benedica e sigilli quel suo guardare stolto, mettendo la firma sulla sua cecitร .

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