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HomeVangelo del Giornodon Antonello Iapicca - Vangelo del giorno - 10 Marzo 2025

don Antonello Iapicca – Vangelo del giorno – 10 Marzo 2025

Commento al brano del Vangelo di: Mt 25,31-46

CROCIFISSI CON CRISTO PERCHร‰ IL MONDO LO ACCOLGA E SI SALVI

Il Vangelo annuncia oggi il giudizio delle Nazioni che, alla fine dei tempi, non saranno entrate nella Chiesa. Anche per esse รจ โ€œpreparato dal Padre un Regno fin dalla fondazione del mondoโ€, la stessa โ€œbenedizioneโ€ promessa ai cristiani, stare alla โ€œdestraโ€ di Gesรน, saziandosi per sempre del suo amore.

Per ogni uomo “la salvezza di Cristo รจ accessibile in virtรน di una Grazia che, pur avendo una misteriosa relazione con la Chiesa, non li introduce formalmente in essa, ma li illumina in modo adeguato alla loro situazione interiore e ambientale. Questa Grazia proviene da Cristo, รจ frutto del suo sacrificio ed รจ comunicata dallo Spirito Santoยป (Dei Verbum, n. 82).

รˆ la Grazia che conduce ogni uomo all’incontro con Cristo attraverso la presenza della Chiesa, stirpe santa eletta da Dio tra le Nazioni per testimoniare a tutti la sua esistenza misericordiosa. รˆ la comunitร  dei โ€œfratelli piรน piccoliโ€ di Gesรน, il Primogenito della nuova creazione.

Per questo, la patria dei cristiani รจ nei Cieli e sono ovunque โ€œforestieriโ€; senza borsa e denaro seguono Gesรน, โ€œaffamati e assetatiโ€; amano senza difendersi, โ€œnudiโ€ come Adamo ed Eva prima della caduta, perchรฉ la misericordia di Dio li ha liberati dal peccato. Prendono su di sรฉ i peccati degli altri, sino ad โ€œammalarsiโ€ e soffrirne le stesse conseguenze. Annunciano il Vangelo con zelo, nei momenti opportuni e in quelli non opportuni, quando per esso sono perseguitati e gettati โ€œin prigioneโ€.

รˆ la nostra chiamata, che la Quaresima ci ricorda e rinnova. Attraverso il digiuno, la preghiera e lโ€™elemosina, la Chiesa ci invita a combattere per esserle fedeli. Ciรฒ significa entrare nella volontร  di Dio e non disprezzare nulla di ciรฒ che ci crocifigge con Cristo e ci fa โ€œpiccoliโ€, perchรฉ a chi รจ โ€œmisteriosamente legatoโ€ alla nostra vita sia offerto il โ€œquandoโ€ nel quale โ€œvedereโ€ Cristo.

A farci, insomma, un selfie con Cristo crocifisso nelle nostre ore e spedirlo a tutti perchรฉ qualcuno ne resti commosso. Ma oggi, ora, dove siamo, e come ci stiamo? Quando l’amore ci umilia dinanzi al mondo, siamo il volto, la voce, le mani di Cristo per chi non lo conosce, o lo abbiamo dimenticato?

Ogni evento รจ un lembo degli estremi confini della terra dove il Signore risorto ci invia: siamo in missione o stiamo scappando? Siamo โ€œaffamati, assetati, nudi, ammalati, in prigioneโ€ per il marito, la moglie, la suocera, il nipote, il fidanzato, lโ€™amica, il collega e quella persona che incontriamo per la prima volta al supermercato?

Siamo piccoli dinanzi a loro, autentici e umili, indifesi e senza arroganza, per essere “visti” e suscitare nel cuore un balbettio di misericordia? Sei ammalato? Vivi con Cristo la tua malattia, vedrai meraviglie nelle persone che ti sono vicino e attorno. Stai subendo un’ingiustizia al lavoro, un’incomprensione in famiglia? Vivi tutto unito a Cristo e proprio queste situazioni diverranno la soglia del Cielo dischiusa per tante persone che di Dio neanche vogliono saperne.

Cioรจ, la nostra vita รจ preziosa quando per il mondo non lo รจ, vale ed รจ feconda quando la societร  civile, la cultura dominante e la nostra carne la butterebbe. Perchรฉ รจ allora che per qualcuno, il piรน piccolo gesto di accoglienza nei nostri confronti sarร  la chiave per entrare nella Vita Eterna.

Forse non andrร  mai in Chiesa, perchรฉ la Chiesa lo avrร  visitato e, pur non avendolo riconosciuto, Cristo lo avrร  amato e amato nella nostra carne crocifissa. Per qualcun altro, invece, sarร  il primo passo per convertirsi e non abortire, perdonare e non divorziare.

A noi รจ chiesto di essere lรฌ, uniti a Cristo, nulla di piรน, perchรฉ Dio ha pensato a ogni istante della nostra vita come il “Cortile dei Gentili dove gli uomini possano in qualche modo agganciarsi a Dio” (Benedetto XVI).

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