don Antonello Iapicca โ€“ Commento al Vangelo del 9 Ottobre 2019

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DA GESUโ€™ IMPARIAMO A PREGARE PER ENTARE CON LUI NELLโ€™OBBEDIENZA ALLA VOLONTAโ€™ DI DIO

Mercolediฬ€ della XXVII settimana del Tempo Ordinario
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Il Padre Nostro รจ la preghiera del โ€œdiscepoloโ€, di chi segue il Signore e sperimenta la necessitร  impellente di pregare, e sa di non saperlo fare. La prima petizione del Padre Nostro infatti รจ โ€œSignore, insegnaci a pregareโ€, perchรฉ noi la mettiamo immediatamente sul sentimentalismo, sugli umori e gli ormoni del momento, e ci fabbrichiamo preghiere che sono dei nevrotici soliloqui, assolutizzando e drammatizzando spicchi effimeri della nostra vita. Abbiamo bisogno di imparare a pregare, che significa imparare a vivere da figli di Dio entrando umilmente nella storia di tutti i giorni. Per questo, essendo la porta al sano realismo che segue le orme dellโ€™incarnazione, la preghiera รจ quanto di piรน lontano vi sia dal sentimento e dallโ€™emozione del momento.

Essa, infatti, educa allโ€™autentica sofferenza, come alla gioia vera. Normalmente viviamo sentimenti periferici, momentanei, che il demonio prende a pretesto per deprimerci o esaltarci, comunque per sviarci dal cammino autentico del discepolo che segue il Signore nel compimento della volontร  di Dio. E ciรฒ accade perchรฉ non abbiamo ancora imparato a pregare, sfuggendo accuratamente la โ€œfaticaโ€ quotidiana che essa suppone. La preghiera, infatti, รจ un โ€œufficioโ€, un compito e una vocazione, come quella di uno sposo con sua moglie, o di un figlio verso suo padre. E sappiamo bene che ogni relazione รจ un cammino da percorrere, piuttosto che emozioni da sentire. Ogni giorno, ogni ora, ogni istante, in un tessuto di gioie e dolori, bonacce e tempeste, comprensioni e incomprensioni. Comunque, una dura fatica, perchรฉ siamo sulla terra e non nel Paradiso, e cโ€™รจ da confrontarsi con il peccato e le sue conseguenze, le ferite che ci indeboliscono e sporcano ogni rapporto. Anche quello con Dio, nostro Padre. Per questo, per insegnare ai suoi discepoli a pregare, Gesรน insegna ad essere figlio: ammaestra offrendo se stesso come โ€œmateriaโ€ da studiare, Maestro e piรน che Rabbรฌ, che ha lottato ogni istante per vivere da Figlio: โ€œYose ben Yoโ€™ezer ha detto: Sia la tua casa un luogo di convegno per i dotti; impolverati della polvere dei loro piedi e sii sempre assetato delle loro paroleโ€ (Avot 1:4).

Per imparare a pregare i discepoli di Gesรน devono fare della propria casa, della propria vita, un โ€œluogoโ€ di convegno. Per imparare a pregare devono impolverarsi della polvere dei piedi di Gesรน, condividere il suo cammino, la sua storia, sino alla Croce. Proprio le parole del Padre Nostro sono la polvere dei suoi piedi; le sue lacrime e le sue grida, le orme che lo hanno condotto al Getsemani e alla Croce, per entrare nella morte e risorgere vittorioso. Gesรน si รจ messo alla scuola del Padre, come un discepolo, e ha imparato, nellโ€™intimitร  dellโ€™amore, che cosa sia davvero essere figlio. Per Lui, come per ciascuno di noi, era preparato un cammino: esso ha, per cosรฌ dire, โ€œun luogoโ€ โ€“ quel โ€œluogoโ€ dove Gesรน โ€œsi trovava a pregareโ€ โ€“ ed รจ la prossimitร , lโ€™intimitร , la frequentazione di padre e figlio. In questa relazione intima, la libertร  trova il suo compimento nellโ€™obbedienza, che รจ sempre la coniugazione dellโ€™amore. Gesรน offre la sua vita liberamente rispondendo cosรฌ al comando del Padre; Egli riconosce nella volontร  paterna unโ€™opera cosรฌ grande e urgente โ€“ quella per la quale รจ venuto al mondo โ€“ da assorbire in sรฉ stessa la propria volontร , sino al punto di identificarla con quella di suo Padre.

La libertร  รจ stata come il veicolo attraverso il quale la volontร  del Figlio si รจ disciolta in quella del Padre, rivelando cosรฌ la somiglianza perfetta tra i due. La libertร  legata profetizzata da Isacco nel celebre episodio della aqedร , il Targum del capitolo 22 del Libro della Genesi: โ€œAbramo prese la legna dellโ€™olocausto e la caricรฒ sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutti e due insieme con cuore integro. Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: ยซPadre mio!ยป. Rispose: ยซEccomi, figlio mioยป. Riprese: ยซEcco qui il fuoco e la legna, ma dovโ€™รจ lโ€™agnello per lโ€™olocausto?ยป. E rispose Abramo: davanti al Signore, Lui ha preparato per se lโ€™agnello per lโ€™olocausto e se non, tu sarai lโ€™agnello che รจ per lโ€™olocausto, figlio mio!ยป. Proseguirono tuttโ€™e due insieme con cuore integro; cosรฌ arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruรฌ lโ€™altare collocรฒ la legna, legรฒ il figlio Isacco e lo depose sullโ€™altare, sopra la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare Isacco suo figlio. Rispose Isacco e disse al Abramo suo padre: Padre mio, legami bene, affinchรฉ non ti colpisca con calci e la tua offerta non diventi inadatta da parte tua e poniamo fiducia nella fossa della distruzione che sta arrivando al mondo.. Gli occhi di Abramo erano sugli occhi di Isacco e gli occhi di Isacco si muovevano verso gli angeli dallโ€™alto. E Abramo non li vide. In questo momento uscรฌ la voce divina dai cieli e disse: Venite! Guardate due esseri unici che sono nel mio mondo. Uno sta per immolare e uno sta per essere immolato.

Quello che sta per immolare non esita e quello che sta per essere immolato ha steso il suo colloโ€ (Targum Neophiti). La completa identitร  tra Abramo ed Isacco รจ profezia e immagine di quella rivelata da Gesรน nel Getsemani: Tutti e due insieme con cuore integro, due esseri unici, lโ€™uno legato allโ€™altro in una medesima volontร . Eโ€™ dunque la volontร  il tratto somatico che rivela la somiglianza tra Padre e Figlio: โ€œSiate perfetti come รจ perfetto il Padre mio che รจ nei Cieliโ€. La perfetta libertร  รจ rivelata nel legame indissolubile della perfetta obbedienza: Padre e Figlio sono entrambi legati nel medesimo volere, lโ€™amore perfetto, sino alla fine. Gesรน aveva imparato lโ€™obbedienza nel patimento piรน grande, era libero, era perfetto come il Padre; lo stesso cuore, la stessa compassione, era Figlio: nato dal Padre Nostro pregato mille volte durante mille notti, nella solitudine che abbracciava ogni uomo della storia. La preghiera insegnata da Gesรน, infatti, รจ una profezia della sua Passione: inizia con Abbร , Padre, ed รจ il Getsemani. Prosegue poi con le diverse petizioni, e sono lo svolgersi concreto della Passione: il Nome santificato dinanzi al Sommo Sacerdote, il Regno che giunge con la corona di spine, il pane della Croce, la protezione dal maligno nel suo estremo tentativo di far scendere Gesรน dalla Croce, e il perdono dei peccati, le ultime sue parole prima di spirare. Per questo, quando un discepolo chiede a Gesรน di insegnargli a pregare, in realtร  chiede che gli insegni lโ€™obbedienza, perchรฉ solo in essa si puรฒ vivere sino in fondo.

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Pregare, dunque, รจ lโ€™atteggiamento piรน esistenziale che ci sia, altro che sentimentalismi: รจ la chiave con la quale entrare giorno dopo giorno nella storia di dolore e precarietร  che ci attende. E lรฌ dentro imparare lโ€™Abbร  con il quale Gesรน si รจ consegnato al Padre e a ogni uomo. Per essere discepoli occorre essere figli, perchรฉ ogni vocazione nasce dal battesimo: prima si รจ cristiani e poi preti, suore o genitori. E per essere figli di Dio, ovvero cristiani, non possiamo restare un istante senza pregare. Ma abbiamo sperimentato nella nostra vita la paternitร  di Dio? Il suo Nome che ha fatto santo il nostro, la sua presenza che ha dato senso e dignitร  alla nostra vita? Il suo amore provvidente che ci ha sfamato ogni giorno con il Pane della Parola e dei sacramenti, insieme a quello che ha nutrito il nostro fisico? Il perdono dei peccati, il trionfo del suo Regno su quello del demonio che ci teneva schiavi, e la sua protezione potente dalle tentazioni? Se non cโ€™รจ questa esperienza, il Padre Nostro resterร  una pia preghiera che non avrร  nulla a che fare con la nostra vita. In essa, invece, possiamo imparare a vivere โ€œmisticamenteโ€ ogni evento, con uno sguardo di fede e innamorato, capace di riconoscere in ogni โ€œluogoโ€ lโ€™opera di Dio. Ed รจ proprio questa la missione alla quale siamo chiamati, aprire il Cielo a un mondo sul quale invece esso pesa come una lapide. Predicare il Vangelo al mondo รจ un frutto della preghiera, come qualunque altra attivitร : non una parola, non un gesto  che non sgorghi dalla profonda intimitร  con il Padre.

Non si puรฒ essere pastori senza vivere nel respiro del Padre Nostro, come non si puรฒ compiere la missione di padri e madri, mariti e mogli, usciere e medico. Se non si ha lo Spirito di Gesรน Cristo si cercherร  di piegare la realtร  ai propri criteri carnali e mondani, attraverso una preghiera con la quale chiedere a Dio appoggio e aiuto su quanto giร  deciso e intrapreso. Il Padre Nostro, invece, รจ la preghiera che, umilmente, prima di tutto, chiede a Dio โ€œche cosa vuoi da me, che cosa mi dici di fare perchรฉ si compia ciรฒ che รจ tuoโ€?

Commento a  cura di don Antonello Iapicca

Busshozan shi ko 31-1
Takamatsu, Kagawa 761-8078
Japan

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Signore, insegnaci a pregare.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11, 1-4

Gesรน si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: ยซSignore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoliยป.

Ed egli disse loro: ยซQuando pregate, dite:
Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazioneยป.

Parola del Signore

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