don Antonello Iapicca โ€“ Commento al Vangelo del 7 Novembre 2020

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IN CIELO SI ENTRA PER AMICIZIA. E CRISTO CON IL SUO SANGUE CI HA FATTO DIVENTARE I SUOI AMICI PIUโ€™ INTIMI

Sabato della XXXI settimana del Tempo Ordinario
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In Cielo si entra per amicizia. Dalle parole di Gesรน, a prima vista, sembra trattarsi di unโ€™amicizia interessata, conquistata a prezzo di bustarelle e corruzione. Unโ€™amicizia โ€œcomprataโ€. Ebbene, lo scandalo del Vangelo emerge in questo passo in tutta la sua โ€œvirulenzaโ€. Le parole di Gesรน, come un virus capace di attraversare i sistemi di difesa di un organismo, attaccano il perbenismo e il moralismo dei farisei che si fanno giusti davanti agli uomini, mentre hanno il cuore attaccato al denaro. Sono esaltati tra gli uomini ma detestabili davanti a Dio perchรฉ appaiono per quello che non sono: sembrano pii mentre sono idolatri. 
 
Esattamente come ciascuno di noi, ipocriti e illusi nel crederci giusti perchรฉ, come il giovane ricco, non rubiamo, non uccidiamo, non adulteriamo, non corrompiamo, paghiamo le tasse e il condominio, esigiamo le fatture e gestiamo il denaro con oculatezza. Ma siamo tristi, sempre in lotta con il mondo e le sue ingiustizie, torvi e sulla difensiva, e guai a chi viene a chiederci qualcosa che non gli sia dovuto; guai a chi mette in crisi la nostra giustizia di farisei. E ci beffiamo di Gesรน. Magari con il rosario in mano, o lasciando cadere un euro nella mano dello zingaro seduto alla porta della Chiesa o adottando un bambino a distanza. E ci beffiamo di Gesรน, proprio mentre ci indigniamo e condanniamo i peccatori, i ladri, i corruttori, e li bolliamo come il cancro della societร , la causa delle nostre sciagure. 
 
Ma Gesรน conosce il nostro cuore, ci provoca e ci spiazza: prima loda un amministratore fraudolento, poi ci invita a โ€œcomprarciโ€ gli amici, a formarci una โ€œlobbyโ€ che ci sostenga e faccia pressione perchรฉ possiamo salvarci, essere accolti nelle dimore eterne. Eโ€™ interessante notare al proposito quanto il termine lobby sia appropriato: รจ una parola che deriva dal latino medievale, lobia, loggia, portico. Secondo lโ€™Oxford Dictionaries, lobby รจ โ€œun locale che offre uno spazio o un anche un corridoio allโ€™esterno vicino allโ€™ingresso di un edificio pubblicoโ€. Il termine lobby designava la zona del Parlamento inglese dove i rappresentanti dei gruppi di pressione cercavano di contattare i parlamentari. La lobby sarebbe, in senso traslato, una fase antecedente al mercato o alla politica dove imprenditori e uomini di affari cercano di forgiare e modificare le regole del gioco a loro vantaggio. Dunque Gesรน ci invita oggi a crearci una lobby che, nellโ€™anticamera del Paradiso, โ€œfaccia pressioneโ€ per aggiustare il giustizio, cambiare o indirizzare le regole per farci accogliere nelle dimore eterne. Una cosa che, oggi, รจ oggetto di indignazione, come quella sorta nel cuore dei farisei alle parole di Gesรน: letteralmente essi โ€œarricciano il nasoโ€, disprezzano e dissentono.
 
Ma le parole scandalose di Gesรน smascherano lโ€™ipocrisia e svelano il nostro cuore e quello dei farisei: un cuore amico al denaro, che si scandalizza e ride della libertร  che Gesรน mostra proprio nei confronti dei soldi. Egli provoca lโ€™indignazione per mostrare la giustizia autentica, che supera quella mondana e farisaica. Come quando spiazza il giovane ricco che si illude di compiere la Legge mentre ha il cuore saldamente ancorato ai propri beni, non lasciando a Dio che piccole briciole; come Caino, invidioso, etimologicamente con gli occhi incapaci di vedere o che vedono al contrario, e che per questo offre parzialmente a Dio, mentre Abele, secondo la tradizione rabbinica, offre se stesso insieme alle primizie. Caino, immagine dei farisei, giusti solo in apparenza, ma โ€œirritati e con il volto abbattutoโ€, con il peccato ormai accovacciato alla porta. Lโ€™indignazione li porterร  ad uccidere, esattamente come Caino. Eโ€™ lโ€™invidia della bontร  di Gesรน che dร  a tutti gli operai lo stesso stipendio, senza apparente giustizia. Cosรฌ Gesรน svela il cuore malato di chi non ha mai dato davvero a nessuno, perchรฉ chi non offre se stesso non ha mai dato nulla. 
 
Gesรน, al contrario, ci ha dato tutto se stesso. E cosรฌ ha fatto di noi i suoi amici acquistati a prezzo del suo sangue, gli amici che lo hanno accolto nelle dimore eterne. Siamo diventati i testimoni del suo amore presso il Padre, la sua lobby che gli ha spalancato le porte del regno del Padre: โ€œInfatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelliโ€ฆ dicendo: Eccomi, io e i figli che Dio mi ha datoโ€ (Eb. 2, 11). Allo stesso modo anche noi, donandoci, amando oltre la giustizia dei farisei, acquistiamo amici che saranno i testimoni a nostro favore e ci accoglieranno nelle dimore eterne. Cosรฌ, il dono quotidiano di noi stessi, lโ€™offerta dei nostri beni e delle nostre sofferenze, delle malattie, dei fallimenti, delle angosce, schiuderร  le porte del Cielo ai nostri nuovi amici, liberandoli, in Cristo, dalla schiavitรน della paura, perchรจ, una volta entrati nel Paradiso, ci accolgano con loro.
 
I pagani saranno accolti e benedetti dal Padre proprio per aver accolto i discepoli, ed in loro Gesรน stesso, anche senza rendersene conto. Perchรฉ la vita dellโ€™apostolo, il suo essere allโ€™ultimo posto, completamente consegnato al Vangelo e agli uomini, tutto a tutti, in carcere, malati, piccoli e poveri, costituisce lโ€™offerta dellโ€™unico necessario, Cristo vivo in loro. Offrire Cristo dunque รจ lโ€™unico modo di farsi amici, una lobby che accolga in Cielo, perchรฉ si rallegrino insieme chi semina e chi miete. Il Vangelo di oggi รจ unโ€™istantanea sulla missione della Chiesa, sulla figura degli apostoli, e, soprattutto, di Colui che li invia.
 
In questa cornice si comprende lโ€™insistenza di Gesรน sulla fedeltร . Un apostolo รจ colui che si fa amici per il regno dei Cieli, che dona se stesso ad ogni uomo nellโ€™amore di Cristo; la vita nella carne, i beni, gli affetti sono strumenti affidai per compiere la missione. Essere fedeli nella cosa piรน piccola, secondo lโ€™originale greco tradotto con nel poco, genera la fedeltร  nella cosa vera, originale greco tradotto con nel moltoMa la cosa piรน piccola รจ sempre contenuta in quella piรน grande, piรน vera. Mammona, termine aramaico che evocava il โ€œpatrimonioโ€ di una persona, รจ contenuto nel bene vero, in Cristo! Cosรฌ le cose piรน piccole, affetti, denaro, tutto ciรฒ che si riferisce alla carne, quando non sono vissute dentro la Veritร  che รจ Cristo divengono inique; ogni relazione, nel matrimonio come nel fidanzamento, nellโ€™amicizia, nel lavoro, nella comunitร , sono autentiche, giuste e sante solo se vissute in Cristo. Mammona infatti designava anche un idolo cananeo cui andava lโ€™adorazione dei pagani. La moglie, il marito, i figli, il lavoro, il denaro possono divenire idoli muti cui chiedere la vita. Nel cuore incominciano le piccole infedeltร  per assicurare la nostra vita, che si trasformano a poco a poco in grandi infedeltร , adulteri generati dallโ€™idolatria. Nel cuore decidiamo a chi prostrarci e chi servire. 
 
La ricchezza iniqua che rende schiavi esige una continua purificazione, una sua conversione, una trasfigurazione: occorre salire ogni giorno al Tabor per vedere la nostra carne risplendere di una luce che non รจ di questo mondo, cosรฌ che essa ritorni al suo posto, quale veicolo dellโ€™amore celeste. Il Tabor della Trasfigurazione si fa presente nelle occasioni che Dio ci dona per farci amici con la ricchezza piรน piccola, con quella iniqua che reca la ferita della corruzione: donare tutto attraverso la carne; essere fedeli, affidabili nelle relazioni, nel lavoro, negli affetti, nei beni. 
 
E la fedeltร  ha una sola coniugazione: donare, sempre e senza riserve. Il dono รจ la trasfigurazione della carne, rende celesti i beni deponendoli nella Veritร , fa tesori e amici per il Cielo amando in Cristo. Eโ€™ questa la missione alla quale la Chiesa e ciascuno di noi รจ chiamato: sovvertire lโ€™ordine della carne, il criterio che si fa beffe di Dio, la schiavitรน di mammona; e annunciare e rendere credibile il Cielo, relazioni nuove nel dono totale di se stessi, una lobby di amici che donano e ricevono la Veritร , lโ€™amore infinito di Dio. Sรฌ, qui sulla terra, la Chiesa รจ unโ€™anticipo del Cielo dove ci si fa amici attraverso la vita nella carne donata senza riserve, amici che si accolgono mutuamente nelle dimore eterne, in un amore che supera ogni pretesa giustizia carnale. 
 
Chi รจ amico del denaro non puรฒ essere amico di Dio. Per questo Gesรน dice di farsi amici con il denaro e tutto il patrimonio, usando lo stesso termine con il quale denuncia il cuore dei farisei. Non si puรฒ essere schiavi di due padroni: โ€œo odierร  lโ€™uno e amerร  lโ€™altro oppure si affezionerร  allโ€™uno e disprezzerร  lโ€™altroโ€. Non ci sono alternative. Odiare o amare. Guarda il portafoglio, saresti  capace di tirare fuori tutto il denaro e darlo al primo povero che incontri per strada? In questo stesso momento? Eโ€™ pura pazzia, qualcosa di irrazionale non รจ vero? Sicuro che lo รจ, agli occhi del mondo e per la sapienza della carne. Ma agli occhi di Dio รจ quanto di piรน semplice e naturale vi sia, perchรฉ Lui ha donato tutto, e nulla ha anteposto alla nostra vita e salvezza; per amore nostro ha perso tutto. Questo รจ il criterio di Dio, cosรฌ Egli stima il denaro ed i beni. Cristo ha amato il Padre e ha odiato il denaro, il potere, la sua stessa divinitร , e tutto per amore nostro amore. Ha odiato la sua stessa vita perchรจ ha amato la nostra. Per questo motivo amare il denaro รจ odiare a Dio, il suo amore, la sua tenerezza, la sua misericordia.
 
Lโ€™apostolo รจ stato eletto e chiamato ad essere schiavo di Dio, e proprio per questo, suo amico. Gesรน infatti non chiama piรน servi i suoi discepoli, ma amici, perchรฉ confida loro tutto, sino al dono estremo della sua vita. Non vi รจ amore piรน grande di questo. La radicalitร  dellโ€™amore genera altrettanta radicalitร . La primogenitura di questa amicizia, la vocazione ad essere astri nel mondo corrotto, รจ la cosa vera che contiene quella piรน piccola, il granello di senapa destinato a divenire un albero sui cui rami riposeranno le Nazioni. La nostra vita, come e unita a quella di Cristo, ci รจ data per essere seminata. Essa non ci appartiene, รจ ricchezza altrui; la nostra ricchezza invece รจ Cristo, la Veritร  che dร  senso e sapore a tutto. 
 
Per questo il Signore dice che, se saremo fedeli nel dono, ci sarร  data la ricchezza che รจ giร  nostra: il Destino celeste ci appartiene giร , e questa รจ la chiave del Vangelo di oggi. Possiamo essere fedeli, possiamo compiere la missione facendoci amici per il Cielo, possiamo affezionarci a Cristo, perchรฉ Lui รจ giร  oggi in noi, siamo suoi, ed Egli ci appartiene. โ€œยซIl mio amato รจ mio e io sono sua. Io sono del mio amato e il mio amato รจ mioยป (Ct. 2,16; 6,3). Come lโ€™amministratore disonesto possiamo allora disporre dei suoi beni, della vita che ci รจ affidata, per donarla e ritrovarla per lโ€™eternitร . Le sue viscere ci rinnovano e ci fanno figli fedeli in ogni istante, in ogni pensiero e parola; Egli ci fa fedeli fino al martirio di una consegna totale, amore a Dio ed odio, sincero, al mondo.
 
Gesรน, lo so bene, lโ€™amore si paga soltanto con lโ€™amore, perciรฒ ho cercato, ho trovato sollievo rendendoti amore per amore. ยซUsate le ricchezze che rendono ingiusti, per farvi degli amici i quali vi ricevano nei tabernacoli eterniยป. Ecco, Signore, il consiglio che tu dai ai tuoi discepoli dopo aver detto loro che ยซi figli delle tenebre sono piรน abili nelle loro faccende che i figli della luceยป. Figlia della luce, ho capito che i miei desideri di esser tutto, di far mie tutte le vocazioni, sono ricchezze che potrebbero rendermi ingiusta, allora le ho usate per farmi degli amici.
 
Santa Teresina di Lisieux, Storia di unโ€™anima.

AUTORE: don Antonello Iapicca FONTE: Newsletter SITO WEB CANALE YOUTUBE

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