PRIMIZIE DELLA NUOVA CREAZIONE INVIATI A LASCIARSI TOCCARE DA TUTTI PERCHEโ SIANO RAGGIUNTI DALLA FORZA SANANTE DI CRISTO
Apoftegma
Francesco rappresenta un alter Christus,
era veramente unโicona viva di Cristo.
Egli fu chiamato anche โil fratello di Gesรนโ.
In effetti, questo era il suo ideale: essere come Gesรน;
contemplare il Cristo del Vangelo,
amarlo intensamente, imitarne le virtรน.
Davvero, cari amici, i santi sono i migliori interpreti della Bibbia;
essi, incarnando nella loro vita la Parola di Dio,
la rendono piรน che mai attraente,
cosรฌ che parla realmente con noi.
Benedetto XVI

โE fu sera e fu mattinaโ: cosรฌ รจ scandito il racconto della Creazione. Allo stesso modo รจ scandita la nuova creazione: โGesรน se ne andรฒ sulla montagna a pregare e passรฒ la notte in orazione. Quando fu giorno, chiamรฒ a sรฉ i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoliโ. Gesรน sale sulla montagna, immagine del Cielo dellโintimitร con suo Padre, e come al tempo della creazione, รจ accanto a Lui per creare la cosa nuova profetizzata dai profeti, il resto santo che annuncerร e testimonierร al mondo la vita nuova, il Paradiso finalmente dischiuso dinanzi a ogni uomo. โTutto รจ stato creato per mezzo di Luiโ, e tutto รจ ricreato grazie al suo mistero pasquale; dal cuore della sua preghiera, infatti, nascono i dodici apostoli. Gesรน si รจ immerso nella notte, profezia della notte del Getsemani, del buio calato sulla Croce e dellโoscuritร del sepolcro, il grembo muto di morte dove รจ germinata la vita che non muore.
Non sappiamo come Gesรน abbia pregato, non conosciamo che lotta abbia sostenuto, ma abbiamo perรฒ il frutto di quella notte: โSimone, che chiamรฒ anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo dโAlfeo, Simone soprannominato Zelota, Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditoreโ, tu ed io. La Chiesa รจ il frutto primaticcio della Pasqua, dato al mondo perchรฉ ne gusti il sapore dโeternitร . Notte e preghiera per chiamarci, apostoli scelti tra i suoi discepoli. Gesรน ha pronunciato il nostro nome per farci suoi discepoli, ovvero coloro che sono dentro il suo โsรฉโ, nellโintimo del suo cuore. Eโ questa la missione alla quale siamo chiamati. Essere una cosa con Lui, la vita consumata nella sua preghiera. Eโ lโunica cosa necessaria e buona, che non ci verrร tolta. Per questo Gesรน sceglie gli apostoli sul โmonteโ dove sono sbocciate le beatitudini ed era discesa la Torah, gioia eterna del Popolo di Israele. Sul monte, come un anticipo della Trasfigurazione, essi sono raggiunti e โchiamati a sรฉ dal Signoreโ.
Eโ lโintimitร cosรฌ simile a quella di una madre che porta in grembo suo figlio: senza questo essere โchiamatiโ e questo โandareโ al piรน intimo โsรฉ stessoโ di Gesรน non esiste vocazione. Si puรฒ diventare preti, si possono fare molte cose, ma la vita non sarร mai una sovrabbondanza di gioia e di amore; tutto sarร esigenza e sforzo, moralismo e giudizio, e mai un sorriso a illuminare il viso. La gente, infatti, accorre da ogni dove per ascoltare Lui, non noi; neanche il piรน brillante dei predicatori. Eโ Lui che i malati e i peccatori schiavi del demonio vogliono toccare, non noi; hanno fame del suo corpo e del suo sangue, hanno bisogno dei sacramenti, non dei nostri gesti.
Per questo la nostra vita รจ restare crocifissi con Lui, perchรฉ parli in noi e agisca attraverso di noi. Questo รจ il servizio di un apostolo, che significa โambasciatoreโ; se non รจ strettamente legato a colui che lo invia rischia di annunciare le sue idee, e trasmettere i suoi criteri. Invece Gesรน ci ha scelti dal mondo come primizie, ci sta formando nella Chiesa, per essere i suoi โalter christusโ per ogni uomo. Come San Francesco, raggiunto e trafitto dallโamore di Gesรน, inchiodato alla sua stessa Croce. Quale piรน autentica e credibile immagine del Signore?
Sulla โmontagnaโ del Calvarioโ Gesรน moriva e discendeva nel buio di ogni anima, anche in quella di Francesco. A Perugia prima, a Spoleto poi, sino a quella della Verna, le notti hanno avvolto la sua vita, ed erano gli abbracci innamorati del suo Signore. In quelle notti Dio ha dipinto Francesco, unโicona fedele e somigliante del suo Figlio: carne, ossa, parole e stigmate per dargli vita in quella generazione. Allo stesso modo, in ogni notte che ci ha rapiti, come questa che ci avvolge in questo tempo, รจ stata ed รจ la mano del Padre a tracciare sicuri i tratti di Gesรน in noi.
Ogni vocazione, infatti, nasce nella notte della Pasqua. Essa appare oscura, e lo รจ, eccome se lo รจ: quando ci scappa il presente dalle mani, senza capire nulla di quello che ci sta accadendo, e nessun futuro ci รจ dato di pensare; quando una malattia spezza i sogni e le speranze; o le altri notti che hanno inghiottito lโinfanzia e la giovinezza, il divorzio dei genitori, la morte del padre, lโamico che ha tradito, la solitudine a scuola, il fidanzato che รจ sparito allโimprovviso, la povertร e le umiliazioni. O quando il buio ci ha nascosto agli altri, per via di un fisico al di sotto degli standard, o di un pessimo carattere, o perchรฉ stranieri, goffi e balbettanti.
Era il Signore che imprimeva in noi le sue stigmate. In ogni notte contro la quale abbiamo lottato, che non abbiamo accettato, e per la quale abbiamo sofferto; in ogni notte che abbiamo vissuto sommersi nella solitudine, vi era Gesรน, accanto a noi, e pregava per noi. Lรฌ dove tutto moriva Lui raccoglieva ogni frammento per farne un quadro meraviglioso. Dalla notte che il demonio ci ha fatto credere come il capolinea di ogni speranza, una galassia lontana dove ci aveva espulso la storia, nasce il โgiornoโ della nostra chiamata. Sรฌ, perchรฉ ogni chiamata รจ il compimento del Mistero Pasquale di Gesรน, della notte delle notti che si รจ fatta giorno senza tramonto. Il Signore ci chiama ogni giorno sulla โmontagnaโ per essere con Lui lโagnello scelto per essere immolato.
E di qui, ancora con Lui, โscendereโ per scioglierci come sale nel mondo, perchรฉ ogni uomo possa risuscitare. Salire sulla Croce e scendere nellโumiltร , non cโรจ altro cammino per un apostolo. La nostra vocazione nasce in questo mistero di morte e risurrezione, per annunciare e testimoniare che ogni vita ha senso solo in esso: la notte nella quale sono stati amati e scelti gli apostoli รจ la notte di Cristo che ama sino alla fine. Non si tratta di sentire qualcosa, o di scegliere noi il Signore, ma di lasciarsi scegliere, raggiungere e accogliere dal โgiornoโ di Gesรน. Non esiste chiamata autentica se non ha origine e non รจ ancorata nel perdono, nellโesperienza indubitabile di un amore cosรฌ forte da vincere le tenebre della disperazione e del dubbio. Per questo ogni vocazione รจ la carne che veste la gratitudine, la storia che si fa didascalia della gioia. Niente di piรน lontano dal volontarismo pelagiano e narcisistico che si trasforma in clericalismo.
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Lโessere chiamato ogni giorno per nome e inviato in missione nel matrimonio, nel sacerdozio o nella vita consacrata, รจ purissima Grazia; e la gioia in ogni situazione, quella autentica che trasuda anche dalle lacrime di dolore, รจ la prova che non si sta seguendo unโideologia o un sogno, ma una chiamata cruda e santa. Gesรน ci chiama anche oggi, sapendo che portiamo nel cuore il veleno di Giuda e quello di Pietro. Lui ci conosce e ci ama, e ci chiama deboli e fragili per una missione speciale: essere la sua gioia in mezzo al dolore, il suo โgiornoโ in mezzo alla notte del mondo. Per questo, anche oggi, e domani, e per tutta la nostra vita, โscenderร con noiโ verso i โluoghi pianeggiantiโ dove giacciono le โmoltitudiniโ di frustrati e falliti che non possono salire sul monte della Croce perchรฉ incapaci di soffrire e amare.
โTutta la follaโ, ma proprio tutti, anche i peggiori, hanno bisogno di โtoccareโ Gesรน; nessuno tra i falsi profeti ha la sua โforzaโ per liberarli; non hanno trovato nel mondo chi li possa โguarireโ. Ma Gesรน e la sua Chiesa, tu ed io nella nostra famiglia, con i colleghi e i parenti, abbiamo una โforzaโ che โguarisce tuttiโ, anche il piรน corrotto. Lo ha fatto quel giorno in quella pianura, lo farร oggi, e guarirร โanche quelli che sono tormentati da spiriti immondiโ e lo rifiutano.