VIVERE SAPIENTEMENTE E’ AMMINISTRARE OGNI GRAZIA RICEVUTA CONFIDANDO NELLA MISERICORDIA DI DIO CONSAPEVOLI DELLA PROPRIA DEBOLEZZA
Il cuore di Dio รจ un abisso di misericordia che sconvolge ogni schema. Il suo amore รจ infinito. Chi ha posto la propria tenda – la vita tutta intera – nel fondo di questo abisso, ascolta questo Vangelo ed esulta. Poveri amministratori disonesti, abbiamo una sola possibilitร :ย approfittare audacemente dell’amore di Dio. Fare nostri i suoi tesori di misericordia e dispensarli. Appropriarci delleย sue sostanzeย per riscattare i nostri peccati, le nostre infedeltร d’ogni giorno. E farci amici per il Regno dei Cieli: amare, perdonare, cancellare ogni debito. Come quotidianamente Dio fa con ciascuno di noi.
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Chi conosce per esperienza il cuore di Dio, sa che puรฒย approfittareย di lui,ย subentrareย nel ย lavoro di suo Figlio, e ricevere, paradossalmente, quanto non ha seminato. Il Signore haย gettatoย la propria vita come un seme, senza riserve: ha offertoย misericordia, il frutto della Croce, la linfa, laย sostanzaย della sua esistenza; cosรฌ possiamo accostarci con fiducia e raccoglierne a piene mani per esserne ricolmi al punto di beneficare chiunque si avvicini a noi. Sรฌ, possiamo oggi distribuire le sostanze dell’ “uomo ricco”, il nostro Signore Gesรน, cheย le fa nostre senza alcun nostro merito. E’ la nostra unica possibilitร . Possiamo oggi rendere conto delle nostre ingiustizie: ci siamo impossessati dei beni che ci sono stati dati, gratuitamente, in amministrazione; possiamoย renderliย addirittura moltiplicati, ย convertendoci, ripensando il nostro operare e riconducendo la vita alla Grazia, lasciandociย giustificare.ย
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La disonestร infatti รจ dimenticare la Grazia, amministrare credendo d’essere i padroni e rubando i beni per noi stessi. Ecco la fonte dei giudizi, dei rancori, delle invidie, delle frodi. Ecco il mondo attaccato alla carne, incapace di vedere il Cielo. Ecco le voci della moglie, del marito, dei figli, dei compagni di lavoro, dei fratelli che, frodati dell’amore, della pazienza, del rispetto di cui avevano diritto, dicono al Signore della nostra ingiusta e cattiva amministrazione. Ma Egli giunge anche oggi alla nostra vita, con amore ci chiama, ci scruta, ci interroga. Scriveva sant’Agostino: “torna in te stesso; nellโuomo interiore abita la veritร ; e se troverai che la tua natura รจ mutabile, trascendi te stesso. Ma ricordati, quando trascendi te stesso, che tu trascendi unโanima che ragiona. Tendi dunque lร dove si accende la luce della ragioneโ (De vera religione, 39, 72).
ยซChe cos’รจ questo che sento dire di te?ยป. Le voci dei fratelli ci ยซaccusanoยป di aver ยซsperperatoยป e sottratto loro gli ยซaveriยป del Signore. Ad essi, infatti, spettava lโamore che Dio ci ha dato in ยซamministrazioneยป. Invece di gestire con generositร i frutti del suo ยซgiardinoยป, abbiamo allungato la mano avidamente cercando di diventare ricchi come il padrone. Per questo ยซnon possiamo piรน essere amministratoriยป, ยซallontanatiยป da Lui e dai suoi averi: รจ il capolinea di una vita di menzogna, di compromessi e di frodi. E’ la veritร che ci scuote e ci apre gli occhi. Abbiamo amministrato male, ma abbiamo una speranza invincibile, che il mondo non conosce; in Dio non vi sono crisi finanziarie, crolli di borse, pericoli di default… Le sostanze del nostro Signore non sono come quelle dei ricchi di questo mondo: esse sono infinite, al punto di poter osare di tutto per salvarci, attingendo anche alla scaltrezza umana.ย
Imprevedibilmente, proprio quando dovremmo ยซrendere contoยป, si schiude per noi la porta della conversione. Quando il mondo condanna, Dio ci grazia. Ci tende la sua mano mentre ci accorgiamo che senza le ยซsostanzeยป di Dio da amministrare siamo nulla, ยซnon abbiamo forzeยป per ยซzappareยป un terreno che non darร mai il raccolto dโamore che solo Lui puรฒ concedere. Sรฌ, รจ da questa veritร che nasce la vita nuova, come dalla fine del catecumenato, nel quale i cristiani della Chiesa primitiva imparavano a conoscersi deboli per appoggiarsi in Dio.ย
Quando la storia spoglia della sua identitร l’uomo vecchio che ha amministrato con l’orgoglio la natura divina, e ormai ci ยซvergogniamo di mendicareยป nel mondo la dignitร che solo Dio puรฒ donarci, allora si schiude per noi l’unica possibilitร di salvezza, quella che non delude: ย ripartire da dove abbiamo fallito, dagli ยซaveriยป del Signore.ย
Essendone stati amministratori ne abbiamo intuito lโimmensa entitร ; nessuno ci ยซaccuserร ยป se stavolta sapremo sottrarne qualcosa con la ยซscaltrezzaยป del mondo. I ยซfigli della luceยป si illudono di poter amministrare con giustizia, ma non tengono conto delle insidie della carne che possono trasformarli in ยซamministratori di ingiustiziaยป. Accanto alla ยซsemplicitร delle colombeยป occorre ยซlโastuzia dei serpentiยป, la ยซscaltrezzaยป ยซlodataยป sorprendentemente da Dio. Perchรฉ i denari non cadano nelle nostre avide tasche ma siano fecondi per tutti, essa ci insegna a fare come i ยซfigli di questo mondoยป usi ai favori illegali e interessati perchรฉ ยซi loro pariยป contraccambino nel bisogno: ad essere generosi con i denari altrui, a disporre con magnanimitร dei tesori di misericordia di Dio per riscattare noi stessi salvando anche gli altri.ย
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Possiamo capovolgere la situazione che ci vede debitori e incapaci di fare alcunchรฉ per rifondere quanto rubato. Non abbiamo forze perchรฉ troppa terra dovremmo zappare per raccogliere e rendere i frutti di cui ci siamo appropriati: quanta fatica per ricomporre con le nostre forze i dissidi con il coniuge, con i figli o con chi sia… Ci vergogniamo di mendicare perchรฉ nessuno sarebbe disposto a donare a un ladro avido e avaro: come pensare di essere perdonati laddove abbiamo sparso rancore, giudizi, e abbiamo ritratto la mano mentre ci venivano chieste un po’ di pazienza e misericordia…ย
Eppure possiamo ancora amministrare bene mettendo la scaltrezza mondana al servizio della Sapienza divina: รจ il paradosso del Vangelo di oggi. Le membra messe al servizio dell’ingiustizia, immerse nel battesimo di misericordia che Lui ci offre, possono essere messe a servizio della giustizia e della veritร . Il comportamento che fa la cresta rubando per rifondere quanto rubato, nel mondo sarebbe disonesto, un espediente che assicuri la gratitudine dei beneficiari ormai legati all’amministratore con una truffa molto consistente (cento barili dโolio equivalgono a circa 3.500 litri, e cento misure di grano corrispondono a circa 600 quintali); nell’economia divina invece proprio questo atteggiamento diviene invece oggetto di lode.ย
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E’ la chance che il Signore ci offre:ย sei stato furbo nel rubare? usa la stessa furbizia per restituire; hai accumulato disonestamente? dona onestamente, perchรฉ prendere le sostanze del Signore per distribuirle ai poveri suoi debitori รจ l’onestร secondo il cuore di Dio.ย Ti sei fatto padrone essendo un semplice amministratore? Ebbene comportati davvero, e sino in fondo, come il tuo Padrone:ย ama gratuitamente. Lasciati amare e ama. Lui, essendo Dio, ha pagato al posto nostro,ย ha cancellato ogni debito segnato sulla ricevuta della nostra vita e di quella di ogni uomo. Ci ha chiamato, ci ha fatto sedere alla sua mensa, e si รจ accollato i debiti di tutti, nessuno escluso.
Dall’esperienza del suo perdono scaturisce la libertร di approfittarne senza paura, per osare di perdonare l’imperdonabile vergato sulle ricevute dei debitori. E’ la nostra vita nella quale, misteriosamente, si fondano la stessa nostra elezione e missione; siamo amministratori disonestiย graziatiย dal suo amore e,ย per questo, chiamati ad annunciare a tutti la stessa Grazia. Chi ci รจ intorno, in famiglia, al lavoro, ovunque, non รจ unย nostroย debitore:ย รจ debitore nei riguardi di Dio. In questa luce che scaturisce dalla profonda conoscenza di noi stessi, ogni relazione cambia radicalmente.ย
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Siamo inviati ogni giorno a nostra moglie, al marito, ai figli, ai fedeli della parrocchia, ai colleghi di lavoro, ai fratelli della comunitร , al fidanzato, alla fidanzata, agli amici, per invitarli a sedere alla mensa della misericordia: in Cristo, ogni nostra parola, ogni sguardo, ogni atto divieneย un cancellare la cifra del debito che il prossimo ha con Dio. E’ la libertร che non abbiamo mai sperimentato, schiavi come siamo della menzogna secondo la quale ci sentiamo sempre in credito con gli altri. La consapevolezza del nostro debito e della nostra cattiva amministrazione ci fanno scendere sino alla realtร di chi ci รจ vicino, ciย fa sperimentare di essere debitori come loro dell’unico Signore, per accompagnare tutti all’incontro con la sua misericordia. Scompaiono allora i giudizi, si schiude il cuore alla compassione e cosรฌ poter ย perdonare del perdono di Dio, perย essere accolti nelle case dei fratelli.
Il Paradiso infatti, di cui possiamo gustare le primizie su questa terra, รจย comunione, accoglierci gli uni gli altri nella propria intimitร dove abita Cristo: leย caseย dei debitori sono infatti il posto che Gesรน ci รจ andato a preparare attraverso il suo mistero pasquale: Lui ha pagato il nostro debito eย ci ha fatti suoi amici, perย accoglierciย proprio quando, per i peccati e l’infedeltร , siamo allontanati dall’amministrazione. E’ questo l’incomprensibile attuare di Dio: proprio quando meritiamo di essere “licenziati” per frode, quando sperimentiamoย l’allontanamentoย dalla familiaritร con il Signore e dall’amministrazione dei suoi beni, Lui ha pronto per noi un posto, la sua stessa casa.ย
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Non solo il fondo oscuro della lontananza da Dio diviene il luogo dove sperimentare il perdono; รจ molto di piรน: Egli stesso ha sperimentato sulla Croceย l’abbandonoย e nel sepolcro l’estrema lontananza dal Padre; ma proprio lรฌ ha sperimentato anche la sua intimitร piรน prossima che lo ha risuscitato e introdotto alla sua destra per l’eternitร : “Per questo gioisce il mio cuoreย ed esulta la mia anima;ย anche il mio corpo riposa al sicuro,ย perchรฉ non abbandonerai la mia vita negli inferi,ย nรฉ lascerai che il tuo fedele veda la fossa” (Sal. 16). Cosรฌ anche noi, nell’allontanamento possiamo sperimentare la follia dell’amore di Dio che, in cambio dei peccati, ci dona molto piรน di un reintegro nell’amministrazione: ci accoglie addirittura nella sua casa, divenuta nostra per il sacrificio di Cristo. Ci scopriamo amministratori disonesti e ci troviamo, per pura Grazia, figli nel Figlio, coeredi con Lui delle sostanze del Padre. Per questo ogni atto d’amore gratuito che si compie in noi, ogni perdono offerto, รจ unย atto escatologico: annuncia, compie e anticipa il Cielo.
Se qui nel nostro pellegrinaggio restiamo intimamente uniti a Lui, le sue sostanze divengono le nostre, per essere donate. La sua vitaย รจย la nostra vita, per essere consegnata a chiunque, a sua volta, รจ suo debitore. Solo donando riconsegniamo a Dio, fruttificato, quanto ci ha dato in amministrazione.ย La vita ci รจ donata per essere donata. Ovunque, e a chiunque.ย Perdere la vita รจ averla per l’eternitร . La sapienza carnale issata sulla Croce diviene la Sapienza celeste di chi ha conosciuto la propria debolezza e il proprio egoismo e sa che il tempo di vita che gli รจ donato costituisce ilย kairosย offerto per amare senza misura.ย
Non ne abbiamo molto, solo i giorni che ci saranno concessi. La nostra missione coincide con la nostra conversione: confidare nella ยซricchezzaยป del Signore e con le parole e i gesti aprire audacemente i suoi forzieri perchรฉ giunga ad ogni uomo il condono del proprio debito. Vivere nel miracolo della misericordia, possibile solo perchรฉ il Figlio ha coperto ogni ammanco: ci ha fatti suoi ยซamiciยป ยซchiamandoci a sedereยป alla mensa del suo corpo e del suo sangue con i quali ha cancellato il nostro debito; risorgendo, ha preparato per noi una ยซcasaยป dove accoglierci tutti per lโeternitร .
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E’ l’esperienza che possiamo contemplare nella vita di San Francesco: ha scoperto un solo Padre che lo ha amato e perdonato; in Lui la sua vita รจ divenuta un’offerta d’amore e di pace per chiunque: povero tra i poveri,ย debitore tra i debitoriย รจ divenuto immagine fedele di Colui che “da ricco che era si รจ fatto povero per farci ricchi della sua povertร ”. Cosรฌ anche noi in Cristo, possiamo essere trasformati in autentici amministratori che hanno a cuore le sostanze del Signore divenuto Padre, per distribuirle ai suoi figli dispersi;ย signori nel Signore, ricchi della sua ricchezza, la povertร di Colui che ha donato tutto perchรฉ il suo tutto non si esaurisce mai: e cosรฌ raggiungere ogni debitore, sino ai confini della terra, per offrire gratuitamente il ritorno alla casa di Colui che lo ha reso suo amico per sempre, libero da ogni fardello: “Questa parola รจ sicura e degna di essere da tutti accolta: Cristo Gesรน รจ venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi il primo sono io. Maย appunto per questoย ho ottenuto misericordia, perchรฉ Gesรน Cristo ha voluto dimostrare in me, per primo, tutta la sua magnanimitร , a esempio di quanti avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna” (1 Tim. 1, 15-16).
AUTORE: don Antonello Iapicca
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