VERA E FALSA SAPIENZA
Nicodemo è religioso, ha studiato, ma non riconosce il soffio dello Spirito. Ne sente la voce, ma è avvolto nella notte, e così non comprende da dove venga e dove vada. Lo Spirito infatti soffia dove vuole, non lo si può catalogare, per quanto si voglia e si cerchi, libri e cultura alla mano. Sfugge come il vento, i suoi cammini non sono quelli degli uomini. Carne e sangue non hanno in sé la capacità per decifrarne le traiettorie, esse seguono ritmi e tempi che trascendono limiti e criteri incatenati alla terra.
Così, la Croce di ogni giorno contro la quale lottiamo credendo di fare la cosa giusta, saggia e ragionevole, è invece il sigillo evidente dell’irruzione dello Spirito. La Croce stravolge il piatto e incolore incedere del mondo incatenato alla carne. La Croce strappa dalle consuetudini radicate, impermeabili alla novità sconvolgente di Dio, perché “seguire, accompagnare Cristo, rimanere con Lui esige un “uscire”, uscire. Uscire da se stessi, da un modo di vivere la fede stanco e abitudinario, dalla tentazione di chiudersi nei propri schemi che finiscono per chiudere l’orizzonte dell’azione creativa di Dio. Dio è uscito da se stesso per venire in mezzo a noi, ha posto la sua tenda tra noi per portarci la sua misericordia che salva e dona speranza” (Papa Francesco, Udienza Generale, 27 marzo 2013). La Croce innalza sino al cuore di Dio, al suo amore. La Croce è l’abitacolo dello Spirito, che la sospinge ai quattro angoli del mondo come l’annuncio di salvezza che attende ogni uomo, che scende nelle profondità occulte delle angosce e dell’inferno del peccato per deporvi la speranza di un amore più forte d’ogni peccato. E’ lei che si estende oltre ogni barriera a est e a ovest, a nord e a sud, abbracciando nella misericordia chiunque incontri, amici e nemici. E’ la Croce che catapulta le nostre esistenze alla destra di Dio. Crocifissi con Cristo ora e qui, siamo misteriosamente avvinti dal suo stesso Spirito, ne riconosciamo le orme che spingono all’amore più ardito e audace; liberati perché crocifissi nel cuore di Dio, pensiamo il pensiero di Cristo, siamo mossi dai sentimenti di Gesù e possiamo vivere la vita su questa terra come un anticipo del Cielo, dove tutto ci appare nella luce della Verità, il Destino incorruttibile che ci attende, che risplende della luce della risurrezione, come il cero acceso nella veglia pasquale. In questa luce si dirada la notte dell’incredulità che ci rende idolatri e inginocchiati innanzi alle creature, e possiamo alzare lo sguardo nella contemplazione del Creatore, della sua volontà d’amore che pervade ogni istante, ogni persona, ogni evento. Rinati da acqua e Spirito siamo attratti “sempre più nella logica di Dio, nella logica della Croce, che non è prima di tutto quella del dolore e della morte, ma quella dell’amore e del dono di sé che porta vita” (Papa Francesco, Udienza Generale, 27 marzo 2013). Crocifissi con Cristo gustiamo la sua stessa libertà, come pecore miti e docili riconosciamo la voce del Pastore buono e possiamo porci alla sua sequela, nella meravigliosa avventura della vita immersa nel compimento della sua volontà, che va in cerca di volti e storie da amare, e, per amore anche di una sola persona, di un figlio come di un collega che ci è diventato nemico, ritenere tutto quello che ci è di più caro come spazzatura da gettare via, sino a farsi tutto a tutti per conquistare a Cristo ogni uomo.
Come i nuotatori osano guardare faccia al cielo e l’acqua li sopporta,come i falchi rimangono sull’aria e l’aria li sostiene,così io imparo a raggiungere l’abbandonoe sto a galla nell’abbraccio profondo dello Spirito del Creatore,sapendo che nessuno sforzo guadagna la grazia che ci abbraccia tutto intorno.Denise Levertov
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Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 3, 7-15
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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