don Antonello Iapicca โ€“ Commento al Vangelo del 3 Marzo 2021

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NON TEMIAMO DI PRENDERE IL CALICE COLMO DI VIRUS, PAURA E DOLORE CHE CRISTO HA GIAโ€™ BEVUTO: LO HA TRASFORMATO PER NOI NEL CALICE DELLA VITTORIA SULLA MORTE E IL PECCATO

Mercolediฬ€ della II settimana del Tempo di Quaresima (2021)
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AUTORE: don Antonello Iapicca FONTE: Newsletter SITO WEB CANALE YOUTUBE

Ogni giorno, come una risacca, riemerge in noi il medesimo desiderio, la solita concupiscenza: โ€œalla destra e alla sinistraโ€ del potere, per dirigere la vita e sfuggire alla morte. E ancor piรน mentre la paura da una parte e lโ€™insopportabile privazione dellโ€™autonomia ci strattonano gettandoci nella precarietร . Come Giacomo e Giovanni siamo figli della carne: nostra madre, come ogni madre, aspira ai primi posti, illudendosi di sfuggire cosรฌ al dolore e al fallimento. Concepiti nel peccato โ€œnon sappiamo cosa chiedereโ€ a Dio e alla vita, sempre in cerca di fatti ed emozioni nuove, di qualcosa che ci colmi che neanche conosciamo.

Facciamo i capricci e basta, come i bambini. E, ciechi sulla nostra debolezza, ci โ€œsdegniamoโ€ delle pretese altrui. Ma la vita ogni giorno ci porta โ€œa Gerusalemmeโ€, e la Quaresima ce lo ricorda. La storia ci presenta un โ€œcaliceโ€ attraverso le difficoltร , i problemi e i fallimenti. E questโ€™anno attraverso il coronavirus e tutto ciรฒ che esso significa nella nostra vita quotidiana. In questo tempo la Chiesa ci invita di nuovo a prendere il calice che Cristo ci porge. Eโ€™ il suo, perchรฉ tutti siamo stati riscattati e comprati al caro prezzo del sangue di Cristo. Non potremo sperimentare la Pasqua senza accostarci al calice del Signore, senza berne sino in fondo per gustare il suo amore. Eโ€™ vero, cโ€™รจ del veleno, il demonio non ha mentito; cโ€™รจ il peccato, e la morte che ne consegue, di cui anche il virus, come segmento impazzito della natura, รจ segno doloroso. Ma satana tenta di nasconderci lโ€™altra parte della realtร , la veritร  piรน importante.

Proprio il vino che vi รจ dentro รจ il sangue di Cristo, spremuto e pigiato nel tino della sua Croce. Eโ€™ piรน forte del peccato e della morte, ha assorbito e reso innocuo il veleno. Bere oggi al calice di Cristo significa, infatti, partecipare della Nuova Alleanza, attingere alla Coppa che chiude, come un sigillo, il Seder della notte di Pasqua, per uscire con Lui nella notte dove si รจ infilato Giuda per offrirsi proprio a lui. In quel giardino Gesรน ci ha mostrato la libertร ; nessuno piรน libero di Lui, libero di donarsi spontaneamente a chi lo tradiva perchรฉ certo dellโ€™amore del Padre. Convertirci significa quindi bere al calice di Cristo per gustare, misteriosamente, proprio al culmine del dolore, la libertร  che si fa pienezza e anticipo della terra promessa. Non temere allora per qualche brivido, il coronavirus e la precarietร , neanche per il dolore che ti ha procurato lโ€™altro. Esci con Cristo da te stesso e consegnati a Giuda, al fratello che mentre ti baciava ti ha tradito.

Proprio lรฌ sperimenterai la Pasqua del tuo matrimonio e di ogni relazione, la resurrezione dellโ€™amore autentico che si incarna nel โ€œservizioโ€ gratuito e disinteressato. Solo entrando nella storia concreta di ogni giorno si puรฒ sperimentare la libertร  conquistata da Cristo quando ha superato la barriera della morte. E lรฌ, allโ€™ultimo posto, dietro a tutti lโ€™orizzonte si allarga e diveniamo โ€œi primiโ€, ovvero le โ€œprimizieโ€ di coloro che hanno vinto la morte. Lโ€™ultimo posto, infatti, รจ lโ€™unico che compie il naturale desiderio di essere i primi: primi come Gesรน, il Primogenito, guardando tutto dal basso verso lโ€™alto, capovolgendo criteri e gerarchie, nella follia di un conteggio che fa saltare la matematica dellโ€™orgoglio.

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Il Padre โ€œcelesteโ€ guarda tutto dallโ€™alto abbracciando il senso pieno di ogni esistenza, dal concepimento alla morte, dove ogni particolare รจ incastonato nel suo progetto totale, proprio perchรฉ, nel suo Figlio, ha deposto lo sguardo sullโ€™ultimo posto della terra, il piรน distante dal Cielo. In esso, infatti, si comincia a contare dallโ€™ultimo posto, quello del suo Re e Signore: cosรฌ โ€œtra di voiโ€ nella Chiesa, nelle famiglie cristiane, ovunque vi sia un fratello del Primo tra i risorti dalla morte. Coraggio allora, il Signore โ€œci chiama a sรฉโ€ e ci annuncia che โ€œberremo al suo caliceโ€. Non importa se non sappiamo โ€œil postoโ€ che ci sarร  assegnato nel Regno dei Cieli: lรฌ la carne non saprร  distinguere un posto da un altro, perchรฉ โ€œCristo sarร  tutto in tuttiโ€. Sulla terra, lโ€™ultimo posto che ha preso il Signore, ci ammaestra e prepara a quello che occuperemo in Cielo: dove siamo con Cristo รจ giร  il Paradiso; piccoli con il piรน piccolo per essere i piรน grandi con il piรน grande nellโ€™amore.

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