LโINVERNO CHE SEMBRA CHIUDERE LA PORTA ALLA SPERANZA Eโ INVECE IL SENO FECONDO DOVE Eโ DEPOSTO E GESTATO LโAMORE CHE NON MUORE
Eโ inverno e fa freddo. Personalmente non mi piace per nulla, ho sempre odiato il freddo e mal sopportato questa stagione. Perchรฉ non piace al mio uomo vecchio che ancora cerca nella carne e negli affetti il tepore del caminetto accanto al quale raggomitolarsi, stretto in una coperta e disteso su un comodo divano. Basta una notizia che spariglia i piani a spingerci fuori dalla stanzetta calda e comoda, in mezzo al freddo per sperimentare lโattacco del demonio, il principe delle parole inutili, il maestro dei sofismi, il padre delle menzogne che intrappolano cuore e mente nella tristezza generata dal non capire che cosa accade. Ecco perchรฉ non mi รจ mai piaciuto lโinverno: perchรฉ รจ segnato dal freddo che ingoia i pensieri, i criteri, i desideri e le parole dellโuomo vecchio. Perchรฉ seppellisce sotto terra e neve le passioni ingannatrici dellโuomo della carne.
Perchรฉ frantuma il seme, ovvero il progetto di vita che Dio ha disegnato per me, e per questo mi sembra che tutto sia inospitale e inavvicinabile. Lโinverno รจ segno del rifiuto, e sembra contestare la vita, lโallegria e il riposo, i frutti e la sazietร che invece dipingono lโestate con i loro colori accesi. Insomma, non mi piace lโinverno perchรฉ non mi garba morire, e infilarmi nel vento e nella pioggia, nel grigio acuminato di giornate come questa che mi ha accolto proprio oggi. Non mi piace perdere la vita, perchรฉ il demonio รจ lesto e astuto per ingannarmi facendomi credere che tutto รจ destinato a passare e perdersi per sempre, fagocitato dal freddo della tomba. E per questo devo difendermi dai rigori dellโinverno, non lasciare cioรจ che la mia vita passi per scendere nella morte. Il freddo mi inchioda alla paura e allโincapacitร di fare qualsiasi cosa, come lโinganno del demonio mi incatena allโimpossibilitร di amare e donarmi. Invece Dio, attraverso la Chiesa, come il contadino con i suoi semi, depone la fede proprio quando e dove non ci aspetteremmo e vorremmo, perchรฉ la nostra vita possa crescere nella precarietร come un albero radicato nella certezza del suo amore.
In ogni istante infatti, รจ nascosto il Mistero Pasquale del Signore, il suo passaggio dalla morte alla vita. Per questo la Pasqua รจ proprio il cammino di un seme che, dal sepolcro della terra, si fa strada attraverso lโoscuritร per spuntare, vivo e forte, alla luce, e lanciarsi giorno dopo giorno verso il Cielo. โIl cielo e la terra passeranno, ma le Parole del Signore non passerannoโ proprio perchรฉ sono le uniche capaci di passare attraverso la morte e resistere intatte, autentiche nel loro compiersi, una dopo lโaltra. Mentre tutte le altre parole segnano il passo rivelandosi effimere e transitorie, la sua Parola dโamore, capace di ri-crearci nella misericordia, รจ lโunica eterna perchรฉ attraversa la morte senza esserne assorbita. Cosรฌ, nella nostra vita ogni cosa รจ destinata a passare per lasciar posto alla Parola fatta carne, al potere della predicazione, a Cristo vivo nellโannuncio del Vangelo. Il passare di tutto riverbera infatti il passaggio pasquale del Signore nella storia: questa รจ lโunica veritร che non passerร mai, perchรฉ รจ il segno che Lui ci ama cosรฌ come siamo, sempre.
Per questo, le sofferenze, i problemi, le angosce, il fallire dei progetti, sono i germogli che spuntano sui rami della nostra croce, preannunciano lโestate, non la morte! Nelle parole del Signore si ode lโeco del Cantico dei Cantici; dure e crude, sono parole dโamore. Eโ lo Sposo che incede, e vuole destare la sposa, accendere in lei il desiderio di Lui, e schiudere i suoi occhi in un discernimento capace di intercettare i segni del suo avvento imminente. Gli eventi descritti dal Signore nei brani precedenti ci aiutano a riconoscere in essi i germogli che preannunciano la dolcezza dellโincontro con Lui, il premio sperato e atteso. Questo significa avere discernimento e vivere nellโattesa del compimento, perchรฉ il passato semina nel presente la profezia dellโavvenire, non la malinconia per quello che รจ passato e perduto. La vita perduta per amore รจ il segno profetico che illumina il presente e lo orienta verso la pienezza di vita che solo il dono dellโamore รจ capace di generare.
Cosรฌ una sposa e madre che, unita a Cristo, passa il suo tempo stirando camice per le quali nessuno le dirร mai grazie, o pulendo tazze del gabinetto che tutti useranno senza accorgersi della loro brillantezza, ama perdendo pezzi di se stessa che ritrova ogni giorno moltiplicati in gioia, pace e pienezza di senso che la accompagnano nei giorni e la spingono a donarsi ancora, e di piรน. Altro che frustrazione, chi ama e si consegna al proprio marito e ai frutti di questa amore sottomesso che sono i figli, non ha bisogno di cercare gratificazione fuori di casa. La storia non genera in lei rimpianti, ma gioia, pienezza e desiderio di donarsi ancora, e di piรน. Cosรฌ un marito che esce ogni giorno per un lavoro routinario dove il capo non ha altro da fare che umiliarlo. Mentre perde la sua vita per amore di sua moglie e dei suoi figli, la ritrova proprio nelle ore spese per loro, perchรฉ lโamore dร senso e gratificazione a quel suo stare lรฌ, a prendere insulti e senza la minima gratificazione. Tutti questi sono i germogli della vita nuova che ha cominciato a scorrere ben prima del loro apparire. Per questo abbiamo bisogno dellโinverno, per distenderci e imparare a dissolverci sotto terra, perchรฉ chi non muore nella terra resta solo.
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Ma chi invece, nella Chiesa, si lascia allevare come Gesรน durante trenta anni a Nazaret, paesino di pochissime anime lontanissimo da Gerusalemme, darร frutto a suo tempo, come Lui e in Lui. Da Nazaret non poteva venire nulla di buono dicevano gli intelligenti e i religiosi del tempo, come anche oggi la cultura ci dice che oggi, da una casalinga seppellita a casa non puรฒ uscire altro che frustrazione, Cosรฌ come non puรฒ uscire nulla di buono dalla nostra storia, dallโinverno di solitudine e sofferenza che ha accolto il seme della vita nuova deposto in noi dalla Chiesa. E invece proprio lโinverno di Nazaret, ripeto, trenta anni, รจ stato il grembo benedetto che ha gestato il Gesรน lโUomo capace di offrire se stesso alla morte piรน dura e dolorosa. Come la tua Nazaret ha sino ad oggi gestato lโuomo o la donna capace di offrire la propria vita allโaltro, anche a l nemico. Senza inverno non cโรจ primavera di primizie e neanche lโestate dei frutti! In questo Avvento, entriamo con Cristo nellโinverno preparato per noi, per essere, in Lui, i germogli di speranza che annunciano al mondo la sua vittoria sul sepolcro di peccato e morte.
Se chi ti รจ accanto vedrร spuntare i germogli di una vita che la sua cultura e i suoi criteri ritegno impossibile, potrร iniziare a sperare che davvero esista lโestate, che anche la sua vita potrร dare frutti, proprio entrando nellโinverno preparato per lui. Ogni evento รจ un germoglio che ci ricorda lโelezione che ci ha presi dal mondo, perchรฉ il fico รจ anche immagine di Israele: โguardai ai vostri padri come ai primi frutti di un ficoโ (Os 9,10). La storia concreta, le persone che ci sono date, tutto di noi e in noi segna la primo-genitura, il senso stesso della nostra vita, che รจ essere i primi frutti dellโumanitร . Dietro a tutto si cela lo Sposo, innamorato e appassionato, che ci chiama ad alzarci; ci guarda con tenerezza, e ci annuncia oggi che รจ passato lโinverno, che la morte รจ vinta, che possiamo entrare negli eventi dai quali siamo sempre scappati terrorizzati. Bruciato il passato di morte nel fuoco del suo amore, possiamo correre verso lโestate che ci attende, liberi, e attirare con noi questa generazione.
Commento a cura di don Antonello Iapicca
Qui lโintervista Rai a don Antonello
Busshozan shi ko 31-1
Takamatsu, Kagawa 761-8078
Japan
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI
Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio รจ vicino.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 21, 29-33
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli una parabola:
ยซOsservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando giร germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai lโestate รจ vicina. Cosรฌ anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio รจ vicino.
In veritร io vi dico: non passerร questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passerannoยป.
Parola del Signore