LA GRANDEZZA DEI PICCOLI, IL CIELO SULLA TERRA
Vi รจ una piccolezza che รจ lโunica e autentica grandezza. Un mistero, un arcano che rimane velato ai discepoli perchรฉ non si tratta di un insegnamento da recepire intellettualmente, di una legge morale, di una meta da raggiungere, di un impegno da prendere. Eโ la piccolezza rivelata sulla Croce. Eโ lรฌ che Gesรน sarร apostolo perfetto del Padre; sulla Croce tutto sarร compiuto. Allโudire lโannuncio di questo compimento โ il passaggio doloroso del Messia nel rifiuto, nellโumiliazione e nella morte di croce โ i discepoli restano come indifferenti, rimuovono la questione in modo del tutto naturale, secondo la carne, e, in tutta risposta, cominciano a discutere su chi, tra loro, fosse il piรน grande. Letteralmente, entra in loro un pensiero, ovvero, secondo il significato originale del termine โdialogismosโ, una riflessione interiore e non di una vera e propria discussione tra i discepoli. Ciascuno dialoga con se stesso, ed รจ la trappola piรน subdola: lโorizzonte celeste รจ chiuso, si guarda solo a se stessi, non si riconosce un Altro cui sottoporre i propri pensieri; non si ascolta, รจ pura solitudine e soliloquio, profezia di una morte incipiente.
Dialogando con se stessi ci si consola, ci si vizia, ci si compatisce; o, al contrario, ci si disprezza, ci si giudica senza misericordia. Su tutto campeggia un idolo che si fa sempre piรน grande, il proprio ego, inizio e fine di ogni pensiero, desiderio, progetto. Sono evidenti le tracce del diavolo, di colui che, attraverso il dialogo, ha diviso il cuore dellโuomo, spezzando il filo di abbandono, dipendenza e obbedienza fiduciosa che lo legava al suo Creatore. Dialogando con se stessi su chi fosse il piรน grande, i discepoli, senza rendersene conto, dialogavano con il demonio, nemico della Croce. Come ci accade di fronte alla via crucis che ci attende allo schiudersi di un nuovo giorno, e ci troviamo a dialogare con noi stessi, cercando di scoprire la nostra grandezza, il peso nella famiglia, tra gli amici, nel matrimonio, con il fidanzato, a scuola e al lavoro. Cerchiamo una grandezza che ci rassicuri, che scacci timori e precarietร , che ci strappi allโinsignificanza, che dia sostanza al nostro stare al mondo. Per questo Gesรน, conoscendo la nostra debolezza, prende anche oggi un bambino e lo pone accanto a sรฉ. Che significa? I bambini, nella societร di duemila anni fa, erano nulla, erano non persone, miserabili, pitocchi, secondo la traduzione dellโoriginale termine greco del Vangelo. Al bambino era negato anche il diritto alla vita. Nel caso suo padre non lo avesse accolto in famiglia, il bambino poteva essere gettato fuori, buttato giรน da una rupe, lasciato per strada a morire, o essere ceduto come schiavo. Cosรฌ oggi Gesรน, prendendo vicino a sรฉ un fanciullo, ci presenta a noi stessi! Ci svela veritร che il demonio vuole occultarci.
Siamo bambini che dipendono in tutto da Dio! Viviamo per pura Grazia, e questa รจ la nostra unica e autentica grandezza: nella misura in cui ci lasciamo amare, la grandezza di Dio colma la nostra vita; presi e posti accanto a Cristo siamo grandi, come il ladrone crocifisso al suo lato. Era lรฌ, ed รจ entrato in Paradiso con il Signore, il primo di tuttiโฆ Coraggio allora, facciamoci prendere da Gesรน e lasciamoci crocifiggere con Lui, perchรฉ i fatti che oggi ci umilieranno ci purificheranno conducendoci alla veritร , allโoriginalitร di ciascuno, che รจ quella di Adamo prima del peccato, obbediente e abbandonato al Padre. La Croce, infatti, spogliandoci della menzogna, ci unisce a Cristo che, per salvarci, si รจ fatto il piรน piccolo di tutti. Non saremo soli nelle difficoltร ! Cโรจ Lui che ci prende e ci accoglie nella sua intimitร per ridonarci la dignitร perduta. Allora, รจ allโultimo posto che nasce la vera comunione con i fratelli, segreto di un matrimonio santo, di un fidanzamento autentico e di unโamicizia inossidabile, perchรฉ la propria realtร accettata umilmente รจ il grembo che accoglie lโamore di Dio. Nella Veritร , infatti, cessano le invidie, le gelosie e gli antagonismi; nella debolezza e nellโindigenza comune a marito e moglie, prete e parrocchiani, genitori e figli, fratello e fratello, opera la stessa potenza di Dio che scaccia il demonio.
Nella comunitร cristiana รจ impossibile impedire a Cristo di compiere il bene! Lโimperfetto usato nellโoriginale greco, infatti, indica proprio il tentativo ripetuto e fallito di impedire al tale di scacciare il demonio. Ciรฒ significa che chi cammina nella Chiesa e scende ogni giorno i gradini dellโumiltร , impara ad accogliere se stesso (piccolo e debole) e gli altri (cosรฌ come sono) โnel nome di Gesรนโ, ovvero nel suo potere che opera miracoli quando, dove e in chi proprio non ce lo aspetteremmo. In te e in me, come in tuo figlio e in quel fratello che stai giudicando perchรฉ non ti segue nei tuoi schemi. Quante difficoltร hanno incontrato e continuano a incontrare i carismi donati da Dio alla Chiesa, scontrandosi, nella loro effervescenza e nel loro zelo, con la durezza di chi, spesso affetto da clericalismo cronico, ritiene di essere lโunico depositario del Nome di Gesรนโฆ. Ma รจ proprio quel Nome che si fa dono (carisma) anche nei tempi e luoghi e alle persone piรน imprevedibili, perchรฉ ovunque sia annunciato e conduca alla salvezza le generazioni. Gesรน stesso in fondo รจ stato un carisma incompreso, uno che, secondo il Sinedrio e i potenti di Israele, aveva usato in modo improprio del Nome di Dio, sino a morire per aver bestemmiato ed essersi fatto Dio, ovvero apostolo del Padre. Ma Gesรน impedisce che sia impedito lโannuncio, educando cosรฌ i suoi discepoli a quello che, di lรฌ a poco, anche loro sperimenteranno: il rifiuto da parte della comunitร ebraica, la proibizione esplicita di parlare nel Nome di Gesรน, sino al martirio. Gesรน spezza il laccio della gelosia svelando la veritร , che nessuno รจ contro chi annuncia il Vangelo, non vi puรฒ essere rivalitร tra chi รจ stato raggiunto dalla stessa Grazia, dallo stesso amore gratuito
AUTORE: don Antonello Iapicca
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