don Antonello Iapicca – Commento al Vangelo del 27 Luglio 2022

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SIAMO LE PERLE PREZIOSE DEL TESORO NASCOSTO NELLA TOMBA TROVATO E RISUSCITATO DAL SIGNORE

Il Regno dei Cieli è un tesoro prezioso, una perla di inestimabile valore. Per questo è gioia, e un cristiano che non irradia gioia, quella vera per essere amati anche nella prova, non ha conosciuto il Regno. Cristo lo ha scoperto, sepolto tra le macerie dei peccati, in noi, creati a immagine e somiglianza del Padre come un tabernacolo per custodire e offrire carne e sangue al suo amore fecondo. Cristo ha dato tutto se stesso per acquistarci a prezzo del suo sangue, esultando di gioia divina nella risurrezione che ha sigillato il nostro perdono e riscatto. Ritrovati e ricreati in questo amore gratuito e sorprendente che sperimentiamo nella Chiesa anche noi scopriamo e riconosciamo l’unico tesoro che dà valore al campo della nostra storia, della vita passata, presente e futura; la perla preziosa che fa belli ogni parola e ogni gesto. La gioia infinita che sgorga dall’incontro con Cristo, tesoro, perla e Regno celeste che abbraccia e sazia di amore ogni istante, cellula, centimetro rimette al suo posto il mondo. Tutto passa, nulla ci appartiene, ma tutto, in Cristo, diviene tempio della nostra intimità d’amore con Lui. Per questo, pieni di gioia, viviamo liberi nei legami umani con persone, cose, ricordi e progetti. Nulla ci sazia, a tutto possiamo lietamente rinunciare, perché chi ha Cristo è già figlio del Regno eterno, e per questo ha già tutto per essere felice.

Le parabole di oggi ci parlano della gioia di chi ha incontrato l’Amato che aspettava da sempre, che per primo ha ritrovato il suo tesoro e la sua perla che siamo ciascuno di noi. Solo Lui infatti ha saputo vedere il valore inestimabile in noi seppelliti nella terra, sperduti forse nel negozio di un rigattiere di chissà quale paesello, in mezzo a roba vecchia e arrugginita.

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E per comprare il campo della nostra storia con tutti i peccati e gli errori dove è la tomba delle nostre speranze, ha dato tutto se stesso. Per comprare la perla ha versato il suo sangue. Per strapparci al mare della morte e della menzogna ha gettato dalla Croce la rete della sua carne sulla quale ha pescato i detriti dei nostri fallimenti. L’averci trovato come il Buon Pastore che ha trovato e salvato la pecora perduta, è la sua gioia, quella provata nel rivedere i suoi apostoli la sera di Pasqua.

Questa stessa gioia è diventata la loro nel rivedere, vittorioso e splendente, il volto del Maestro; le sue piaghe gloriose erano il segno del Pastore che li aveva ritrovati e perdonati dopo il tradimento. Per questa gioia che sperimentiamo nella Chiesa, possiamo discernere tutto ciò che, nella nostra vita, cerca di strapparcela. Per chi l’ha sperimentata non c’è paragone tra Cristo e gli idoli del mondo.

Con Lui torniamo ad essere il tesoro creato da Dio, dal quale risplende la vita eterna che dà valore al campo che è la nostra storia, passata, presente e futura. Allora, mossi dalla gioia, possiamo vendere tutta la zavorra che appesantisce il nostro cammino e ci impedisce di entrare già oggi nel Regno, e sperimentare così che esso è davvero dentro di noi, nella beatitudine dei poveri spogliati di ogni vanagloria umana, ai quali il Regno appartiene.

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Perché sulla Croce piantata nel campo della nostra vita di ogni giorno risplende la Gloria di Cristo risorto che dà valore infinito a ogni suo frammento.

Il sito di don Antonello.