don Antonello Iapicca โ€“ Commento al Vangelo del 24 Novembre 2019

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PER SALVARE IL SUO POPOLO IL RE SI Eโ€™ FATTO CARNE DELLA CARNE DEI SUOI SUDDITI

Solennitaฬ€ di Gesuฬ€ Cristo Re dell'Universo. Anno C
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Cโ€™รจ un Regno nel quale il Re, per amore dei suoi sudditi, si fa condannare, ingiustamente, alla loro stessa pena. La salvezza e la felicitร  dei sudditi allora dipende da una sola cosa: accettare dโ€™aver peccato e meritare la pena, e non sbraitare e inveire cercando una impossibile giustizia, quella tutta umana di vedere i chiodi della pena sfilati da mani e piedi grazie a un buon avvocato capace di nascondere le responsabilitร . Impossibile e ingiusta giustizia, perchรฉ non centra il vero problema. Che senso e che bene sarebbe vedere accordato un perdono peloso e buonista che liberi dalla pena e dalle conseguenze dei peccati senza cambiare davvero il cuore? Che giustizia รจ quella che chiude un occhio sulle responsabilitร  impedendo cosรฌ lโ€™accesso al Paradiso, alla libertร  autentica e definitiva? Non si puรฒ essere giustificati se non si ha nulla da farsi perdonare! Puรฒ desiderare e assaporare e difendere la libertร  solo chi riconosce dโ€™essere stato schiavo! Il ladrone pentito lo aveva compreso bene, e tu? Desideri il Paradiso o un condono che, come una sbianchettata, ti tiri fuori di prigione per un paio dโ€™ore, lasciando il cuore schiavo degli stessi peccati. Il Regno assolutamente nuovo, il Paradiso che profuma di libertร , brilla tutto nel suo Re che, come i suoi sudditi, รจ in questo mondo ma non รจ di questo mondo.

รˆ il nostro Re, Colui che accetta di essere trapassato dalla stessa nostra pena. Il nostro Re prende e porta i nostri peccati, sino a fare della nostra pena la sua pena, della nostra croce la sua Croce, di sangue e di Gloria, di morte e di Vita. Lui, dirร  San Paolo, si รจ fatto maledizione per noi perchรฉ noi potessimo divenire la sua Giustizia. Tutto รจ pronto, basta solo accettare di essere giustamente condannati alla stessa pena alla quale Lui รจ ingiustamente condannato. Sulla Croce pendeva la scritta โ€œQuesti รจ il Re dei Giudeiโ€ a indicare il trono di misericordia del suo Regno, da cui รจ sgorgato il preziosissimo sangue che ha lavato ogni peccato. รˆ il giudizio crocifisso che, proprio perchรฉ condanna il Signore alla โ€œnostra stessa penaโ€ รจ sempre un giudizio di perdono. Gesรน รจ esattamente dove siamo noi, โ€œoggiโ€. Ci attende nelle conseguenze dei nostri peccati. Ciรฒ significa che anche la situazione piรน difficile, anche la morte che si schiude al di lร  del peccato, proprio perchรฉ raggiunta dalla presenza del Signore, puรฒ divenire il Paradiso! Che cosa aspettava il ladrone dopo la morte? Lโ€™inferno, giusta conseguenza per i suoi peccati. E invece lo attende il Paradiso, perchรฉ vi entra โ€œcon Luiโ€. Da soli รจ impossibile, occorre poter alzare lo sguardo sul Re crocifisso che allarga i confini del suo Regno eterno sino al patibolo di ogni uomo. Cosรฌ accadrร  โ€œoggiโ€ per noi. Nei momenti piรน dolorosi alziamo lo sguardo e vedremo il Signore accanto a noi, per accompagnarci in Paradiso.

La sua Croce รจ la porta che ci fa entrare nella morte conseguente ad ogni peccato giร  da vittoriosi, da perdonati, come uomini nuovi. Il miracolo รจ restare con Cristo crocifissi alla storia, territorio infinito del suo Regno, senza scappare; i suoi chiodi, infatti, sono il sigillo che ci fa figli di Dio con Lui. Figli laddove tutto e tutti, sommi sacerdoti religiosi scandalizzati e soldati secolarizzati e sarcastici, hanno sempre da dubitare e da schernire. Figli nel Figlio dove il Figlio รจ Figlio. Crocifissi con Lui. A noi compete solo il santo timore, un abbandono totale e fiducioso al suo cuore, che non delude, mai. Neanche nel momento peggiore. Neanche tra le grida assordanti dโ€™un mondo che ci incita a scendere dalla Croce avvinti dal dubbio del โ€œse davvero sei figlioโ€ฆ.โ€: allora perchรฉ il tuo matrimonio si รจ incagliato in quella crisi e non se ne esce? Perchรฉ hai un carattere cosรฌ difficile che ti umilia ovunque? Perchรฉ tua figlia si รจ intestardita ad uscire con quellโ€™uomo sposato? Perchรฉ hai perso il lavoro? Perchรฉ questa malattia?

Ma proprio lรฌ sulla Croce, come Isacco e Abramo sul Moria, siamo chiamati a consumare lโ€™intimitร  celeste di chi, in completa fiducia, si guarda diritto e profondo negli occhi: โ€œOggi, ora sarai con me nel Paradiso, nel Regno eterno, nellโ€™amore infinitoโ€. Sulla Croce il nostro cuore รจ cambiato dalla sua misericordia. Un cuore di carne eppure celeste, crocifissi eppure risorti, morenti eppure vivi e regnanti con Cristo. E cosรฌ siamo tutti re nel Re, inviati anche oggi nellโ€™oggi di chi ci รจ accanto, perchรฉ divenga per tutti lโ€™oggi del Paradiso. Accanto alla moglie e al marito in crisi, senza piรน desideri, apatici e depressi: crocifissi con il coniuge, scontando la stessa pena. E cosรฌ con i figli, i colleghi, gli amici e i fidanzati, soprattutto con chi ci รจ ostile. Hanno diritto ad averci accanto a loro, perchรฉ solo in noi potranno incontrare lo sguardo misericordioso di Gesรน che si fa di nuovo peccato per loro nella nostra vita. Ecco la meravigliosa e fondamentale vocazione della Chiesa e di ciascuno dei suoi figli: essere re crocifissi in ogni spicchio di terra e frammento di storia, perchรฉ ovunque si estenda il Regno celeste e ogni uomo possa โ€œentrareโ€ con Cristo nel Paradiso preparato per lui.

Commento a cura di don Antonello Iapicca

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Qui lโ€™intervista Rai a don Antonello
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Takamatsu, Kagawa 761-8078
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