don Antonello Iapicca โ€“ Commento al Vangelo del 22 Maggio 2021

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CAMMINANDO CON CRISTO NELLA VOLONTAโ€™ DEL PADRE ATTENDIAMO IL COMPIMENTO DELLA BEATA SPERANZA

Sabato della VII settimana del Tempo di Pasqua


AUTORE: don Antonello Iapicca FONTE: Newsletter SITO WEB CANALE YOUTUBE

Nel brano evangelico di oggi, quello che chiude e sintetizza tutto il messaggio del IV Vangelo, appare lโ€™immagine della Chiesa, cosรฌ come lโ€™ha pensata e voluta il Signore. Essa vive nella perenne tensione del compimento che si manifesta giร  nella storia attraverso il martirio che รจ la fedele testimonianza della fede, ma che ancora non si รจ realizzato in pienezza. Pietro รจ chiamato a seguire il Signore sulla via della Croce, la sua cattedra come รจ stata quella di Gesรน. Inchiodato su di essa conferma nella fede la Chiesa intera e la guida nella fedeltร  alla sua vocazione, perchรฉ la sua essenza รจ la testimonianza, il martirio dei cristiani che fa presente nel mondo la veritร  e certifica la veridicitร  della salvezza.

Giovanni รจ immagine della comunitร  che vive protesa nellโ€™attesa del ritorno del Signore, il grido inesausto della Chiesa, il Maranathร  (vieni Signore Gesรน) che risuona in tutte le eucarestie celebrate in ogni angolo della terra. Pietro e Giovanni sono anche dentro ciascuno di noi, perchรฉ sono i due aspetti complementari che definiscono la vita e la vocazione di ogni cristiano, che offre la sua vita per il mondo nellโ€™attesa che Cristo torni per portarlo con sรฉ. Ma a volte i due aspetti confliggono, e ne soffriamo: anche noi, mentre seguiamo il Signore sulla via della Croce, ci voltiamo e guardiamo Giovanni come Pietro, perchรฉ vorremmo che anche Giovanni fosse con noi, che cioรจ lโ€™attesa di cui egli รจ segno fosse giร  compiuta. Quante volte ciรฒ accade mentre le difficoltร  aumentano e le sofferenze non ci danno tregua: non vorremmo che questa relazione problematica sia risolta giร ? Che la precarietร  economica ci lasciasse almeno per un poโ€™?

Che la malattia si fermasse per qualche anno, giusto per vedere crescere i miei figli? E confondiamo i tempi, come se Giovanni fosse Pietro. E invece no, i tempi sono di Dio, perchรฉ Lui sa quando e per quanto siamo chiamati ad offrirci. Non possiamo trascinare Giovanni con noi, accelerare cioรจ la storia, anche se ci sembra di non farcela piรน. Perchรฉ รจ proprio lโ€™attesa di Giovanni unita al martirio di Pietro che fa presente nel mondo il Mistero Pasquale del Signore. In te le persone devono poter vedere il Cielo! In te che, come Pietro sali sulla Croce entrando nella morte che tutti sfuggono, e come Giovanni โ€œrimani in attesa della venuta del Signoreโ€ come un segno di pace e speranza mentre il mondo dispera e si indigna. Pietro, infatti, รจ la Chiesa Crocifissa che offre il suo sangue, Giovanni รจ la Chiesa che non muore e attraversa i secoli stretta alla speranza.

Pietro รจ la testa che guida, Giovanni รจ il popolo che, nellโ€™amore, vive ogni giorno la fede che spera il Cielo. Per questo il Signore oggi ci chiama a conversione invitandoci a non fuggire dalla tensione nella quale siamo posti, il crogiuolo che purifica la fede della sua Chiesa, perchรฉ ogni uomo possa accertarsi della fondatezza e della veridicitร  dei fatti e delle parole che fondano la nostra speranza.Comprendiamo allora lโ€™urgenza quotidiana dello Spirito Santo che testimonia al nostro spirito che siamo figli di Dio e coeredi di Cristo e sigilla in noi la fedeltร  di Dio. Lo Spirito che ci conduce nelle vie del martirio attraverso la pazienza che ci apre gli occhi della fede e ci mostra come un meraviglioso piano dโ€™amore di Dio quello che alla carne sembra solo confusione, paura, incompiutezza.

Lo Spirito Santo che riunisce in noi la sequela di Pietro e la paziente speranza di Giovanni: โ€œQuante volte noi desidereremmo che Dio si mostrasse piรน forte. Che Egli colpisse duramente, sconfiggesse il male e creasse un mondo migliore. Tutte le ideologie del potere si giustificano cosรฌ, giustificano la distruzione di ciรฒ che si opporrebbe al progresso e alla liberazione dellโ€™umanitร . Noi soffriamo per la pazienza di Dio. E nondimeno abbiamo tutti bisogno della sua pazienza. Il Dio, che รจ divenuto agnello, ci dice che il mondo viene salvato dal Crocifisso e non dai crocifissori. Il mondo รจ redento dalla pazienza di Dio e distrutto dallโ€™impazienza degli uominiโ€. Fratelli, anche oggi, come ogni giorno, il compimento terreno della nostra missione รจ la pazienza nel martirio del Pastore che รจ si รจ fatto Agnello. Accostiamoci allora alla Pentecoste con il desiderio ardente dello Spirito Santo che ci faccia agnelli in Lui, pazienti nelle persecuzioni perchรฉ chi ci รจ accanto possa sbirciare attraverso la nostra vita un angolo del Paradiso.