don Antonello Iapicca – Commento al Vangelo del 21 Ottobre 2022

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“SOLVENTI” DI UN DEBITO CHE NON AVREMMO MAI POTUTO PAGARE ANNUNCIAMO AL MONDO LA MISERICORDIA DEL PADRE

Ce lo “assicura” il Signore, la vita รจ un cammino accanto al ยซnostro avversarioยป, per giungere infine “davanti al Giudice”, perchรฉ c’รจ un giudizio che ci aspetta. Oggi, il giorno della nostra morte, e l’ultimo giorno. Purtroppo non รจ proprio cosรฌ che siamo abituati a “giudicare questo tempo” e le relazioni con chi cammina accanto a noi. Nel testo odierno Luca utilizza due volte il termine “discernimento”, “dokimazo” (valutare in vista di un giudizio), che traduce il verbo ebraico “bchn” (verificare, mettere alla prova, provare, saggiare anche i metalli); e una volta giudicare, “krino” che, traduce il verbo ebraico “bรฎn” (= vedere la differenza, connesso con la preposizione bรชn โ€˜traโ€™, quindi vuol dire anche distinguere).

“Verifichiamo” cioรจ sino all’ultimo particolare per comprendere – letteralmente – il “volto della terra e del cielo”, ma “da noi stessi” non sappiamo riconoscere “ciรฒ che รจ giusto”. Viviamo come dei pescatori che, vedendo le nuvole salire da ponente, invece di dire “verrร  la pioggia”, decidono “da se stessi” che sarรฒ bel tempo. E cosรฌ escono in mare e sono sorpresi dalla tempesta e affondano senza scampo. E’ l’ipocrisia di chi si illude di poter diventare come Dio e governare a piacimento la natura, perchรฉ risponda agli appetiti della propria carne. Ma sono solo parole, fumo che non ha nessun potere, perchรฉ solo la Parola di Dio รจ creatrice. A noi รจ dato il compito di “discernere” e “giudicare” quello che Dio, attraverso le persone e i fatti della nostra vita, vuole compiere.

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Ma siccome “il peccato abita in noi”, ci illudiamo di stabilire noi cosa sia bene e cosa sia male, e finiamo con il non sapere “giudicare in noi stessi” ciรฒ che รจ “giusto”, cioรจ secondo la volontร  di Dio. E cosรฌ entriamo nei fatti e nelle relazioni equipaggiati male, con giacca a vento, guanti e passamontagna in una splendida giornata di sole, con 40 gradi all’ombra. Non sappiamo cioรจ riconoscere in chi cammina con noi l’avversario con cui metterci d’accordo perdonando e prendendo su di noi i suoi peccati.

Perchรฉ l’amore ha sempre la meglio nel “giudizio”: cioรจ giudica sempre bene solo chi ama, senza condizioni, come il Giudice che ci attende ogni giorno al suo tribunale: il suo nome รจ Amore, e con amore ci giudica, sempre. Ma c’รจ un problema: “avversari” di Dio e della sua immagine e somiglianza in noi stessi e nei fratelli, siamo nudi, come Adamo ed Eva, e non abbiamo nulla da offrire per proporre un “accordo” a chi ci รจ accanto. Come potremmo restituire a Dio quello che, ingannati, crediamo ci abbia tolto?

Per questo, Dio ha rivolto contro di sรฉ” (Benedetto XVI) la condanna che ci spettava, inviando il suo Figlio sul nostro cammino per “accordarsi” con noi e “liberarci dal debito”. Coraggio allora, Gesรน ha il potere di trasformare in suoi amici noi che siamo stati suoi โ€œavversariโ€! Ciรฒ accade nella comunitร  cristiana, passo dopo passo sul cammino di conversione fatto “accanto” a Cristo. Sperimentando concretamente che Lui ha pagato per te “sino allโ€™ultimo spicciolo” con lโ€™ultima goccia del suo sangue, scoprirai che tua moglie, pur essendo tante volte un nemico, non ha piรน nessun debito con te!

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Come tuo marito e i tuoi figli, i tuoi genitori e nessun uomo. Nemmeno il datore di lavoro che ti ha ingannato rubandoti ciรฒ che รจ tuo. Non reclamare alcun prestito che hai fatto, lasciatelo rubare, perchรฉ Cristo ha fatto cosรฌ con te: eri un debitore “insolvente”, ma grazie alla follia dell’amore di Dio rivelato in Cristo sei diventato “solvente”. Il creditore ha pagato il debito del debitore lasciandosi rubare tutto, compresa la vita! Infatti, sapendo che non avremmo potuto restituire neanche uno spicciolo, si รจ addirittura fatto rubare ancora, sino a morire per il debitore. Per non farci morire in galera, vi รจ entrato Lui, facendosi colpevole al posto nostro. Non c’era altro cammino per riconciliarci con Dio.

Come non ce ne sono altri per “metterci d’accordo” tra fratelli mentre camminiamo nella storia. Altro che “dialogo”, tentazione subdola e suadente che scambia la dilazione del debito per la sua estinzione. Non illudetevi, quando appaiono i peccati – che รจ come dire quasi sempre – โ€œaccordarsi” con i fratelli non significa mediare e fare compromessi: due coniugi che dialogano stanno solo prendendo tempo per non perdonarsi; non possono e non vogliono pagare l’uno per l’altro i debiti che contraggono mutuamente. Solo chi ha sperimentato l’amore folle di Dio che lo ha riconciliato a sรฉ gratuitamente puรฒ “giudicare da se stesso cosa รจ giusto”. Al posto del peccato infatti, “in se stesso” รจ vivo Cristo che lo ha “sdebitato” per unirlo indissolubilmente a Lui nel cammino verso il Cielo.

Saprร  allora discernere nei fratelli divenuti “avversari” non piรน i nemici da combattere, ma la carne di Cristo che, proprio per aver estinto ogni debito in tutti gli uomini, si fa presente nel fratello per mendicare la nostra accoglienza, l’unico modo attraverso il quale puรฒ giungere la giustizia di Dio. Come Davide che, quando Simei lo insultava mentre scappava sull’erta del Monte degli Ulivi, lo “giudicรฒ da se stesso” come una possibilitร  che Dio gli concedeva per convertirsi ed essere perdonato; e per questo ha accettato di camminare accanto a lui, impedendo che fosse ucciso. Chi ha conosciuto se stesso scoprendosi un “avversario” del Signore identico a Giuda, puรฒ accettare senza stupirsi che lโ€™”avversario” si nasconda anche nella persona piรน cara.

Come Gesรน ha amato Giuda chiamandolo amico mentre con un bacio lo tradiva, un cristiano sa riconoscere, come la pioggia che viene dopo le nuvole che salgono da ponente, “favorevole” per amare proprio “questo tempo” nel quale l'”avversario” cammina accanto a lui. “Discerne” che รจ “giusto” “accordarsi” con lui perchรฉ entrambi sono โ€œper viaโ€, camminano cioรจ insieme nella stessa comunitร  verso lo stesso Destino: attraverso la Parola e i sacramenti, puรฒ “procurare” di โ€œrestituirgliโ€ quanto gli ha sottratto, il perdono e l’amore che attinge da Cristo che ha pagato per entrambi.

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