don Antonello Iapicca โ€“ Commento al Vangelo del 20 Ottobre 2022

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IL FUOCO DELLO SPIRITO SANTO CHE ILLUMINA OGNI CONFLITTO PER SANARLO ALLA RADICE CON IL POTERE DELLA RISURREZIONE

Edith Stein e sua madre

Nel cuore della Chiesa brucia il fuoco dellโ€™amore che Gesรน ha ยซgettatoยป sulla terra perchรฉ anche su di essa si possa compiere la volontร  del Cielo. In ogni apostolo ยซcโ€™รจ una passione che deve crescere nella fede e che deve trasformarsi in caritร  che accenda come fuoco anche lโ€™altroยป (Benedetto XVI). La stessa โ€œangosciaโ€ sofferta da Gesรน fino al โ€œcompimento del battesimoโ€ che lo avrebbe inabissato negli inferi a liberare Adamo e ogni uomo, spinge da duemila anni gli apostoli sul ยซcarro di fuocoยป della visione del profeta Ezechiele, per annunciare il Vangelo sino ai confini della terra.

Quando perรฒ una sua interpretazione sentimentale e orgogliosa induce ad adattarlo alle culture e alle mode, si spegne la profezia, si ยซdiscredita il cristianesimoยป e si inganna il mondo, offrendogli solo una triste edizione rivisitata di ciรฒ che รจ giร  suo e non ha potuto salvarlo: โ€œI vostri volti non sono volti di salvati, per questo io non crederรฒ mai al vostro Signoreโ€ (J. P. Sartre). Sono i volti di un genitore, un educatore, un prete, una fidanzata, un amico quando accettano un compromesso.

Tradiscono lโ€™amore consegnando lโ€™altro alla menzogna e al peccato. Se un padre, laddove appare โ€“ magari nascosta da sofismi sottili โ€“ una divisione con il figlio circa la volontร  di Dio e lโ€™adesione a Cristo, si lascia ingannare e inizia un dialogo teso a smussare e a frammentare la veritร , avrร  consegnato suo figlio al demonio. Se un parroco si illude che la divisione nella parrocchia sia causata da una mancanza di dialogo e di comprensione, e cercherร  un compromesso non individuando i demoni che si nascondono in certe posizioni che vogliono limitare il soffio dello Spirito, spegnerร  lo Spirito e lascerร  che lโ€™inganno si radichi.

Cosรฌ in moltissimi altri casi, perchรฉ la divisione portata da Cristo ci spaventa, stentiamo a crederla possibile; lโ€™immagine buonista e sentimentale secondo la quale il Signore debba ricucire sempre tutto e a qualunque prezzo, ci rende tiepidi e lascia campo aperto ad eresie striscianti, scismi incipienti, divisioni autentiche e laceranti: esse restano come germi infetti coperti da compromessi travestiti di pace e benessere. Ma รจ necessario che avvengano gli scandali, รจ necessario che appaiono, tristi e violente, le divisioni: chi ha detto che esse sono sempre un male e che debbano essere prontamente risanate?

Ma รจ il Signore che provoca la divisione, come accade con le novitร  ispirate dallo Spirito Santo: i carismi, i movimenti, gli ordini religiosi, lo zelo rinnovato nelle parrocchie. E il Papa, oggi Francesco come ieri i suoi predecessori, rivelando che lo stesso Spirito che rinnova la Tradizione soffia nellโ€™Istituzione e nei carismi. Eโ€™, infatti, la novitร  di un amore assoluto e radicale, che reclama per sรฉ tutto, perchรฉ tutto di sรฉ ha donato; la novitร  che, abbiamo visto, raggiunge ogni ambito della vita: sessualitร , lavoro, affetti, amicizieโ€ฆ Laddove si fa presente la divisione di fronte al Vangelo appare evidente dove sia la novitร  e chi la accoglie: โ€œChi รจ vicino a me, รจ vicino al fuoco; chi รจ lontano da me, รจ lontano dal Regno! (Vangelo sec. Tommaso, in: Origene, In Jerem. lat., 1 [3], v. 104)

Il grigio non รจ colore cristianoโ€ฆ Per questo, spesso proprio la โ€œdivisioneโ€ svela il Regno di Dio, e smaschera la sua contraffazione. Eโ€™ buona solo quella โ€œportataโ€ da Gesรน con amore e misericordia; la stessa di un chirurgo che taglia per curare; non certo la divisione insinuata dal diavolo, il padre di ogni discomunione, frutto amaro della superbia e dellโ€™orgoglio che si fanno invidia, come negli scismi e nei divorzi ad esempio: โ€œun cuore geloso รจ un cuore acido, un cuore che invece del sangue sembra avere lโ€™aceto; รจ un cuore che non รจ mai felice, รจ un cuore che smembra la comunitร โ€ (Papa Francesco).  Il fuoco di Cristo, invece, divide per evitare di ricorrere alle toppe e annuncia il vino nuovo riversato in otri nuovi! Famiglie nuove, amicizie nuove, fidanzamenti nuovi. Tutto santo e libero perchรฉ tutto vissuto in Cristo, nella vera pace, la sua pace, che ci attende anche oggi, quella di un amore libero capace di donarsi gratuitamente.

Lโ€™amore al quale Dio ci torna a chiamare nel mezzo del nostro cuore ormai raffreddatosi, preoccupato piรน dellโ€™apologia che dellโ€™annuncio. Apologia di se stessi, delle proprie posizioni, anche del Magistero della Chiesa, tutto usato come una clava contro chi non la pensa come noi; tutto, anche le cose sante usate per soddisfare il proprio uomo vecchio, mentre degli altri, del peccatore, che sono per i quali esiste la Chiesa, non ci importa nulla. A casa come in Chiesa, con i familiari come tra sacerdoti, รจ sempre una continua lotta tra, da una parte l'โ€irrigidimento ostile, cioรจ il voler chiudersi dentro lo scritto (la lettera) e non lasciarsi sorprendere da Dio, dal Dio delle sorprese (lo spirito); dentro la legge, dentro la certezza di ciรฒ che conosciamo e non di ciรฒ che dobbiamo ancora imparare e raggiungereโ€; e dallโ€™altra il โ€œbuonismo distruttivoche a nome di una misericordia ingannatrice fascia le ferite senza prima curarle e medicarle; che tratta i sintomi e non le cause e le radiciโ€ (Papa Francesco).

La novitร  del Concilio Vaticano II, come di ogni altro, e i suoi frutti fecondati dallo Spirito Santo, sconvolgono come fuoco la Chiesa, cosรฌ come ogni figlio provoca un terremoto impensato nella famiglia. Ma, nella Chiesa gerarchica come nelle nostre parrocchie, e anche nelle nostre famiglie, sono forti le tentazioni ricordate dal papa a conclusione dellโ€™Assemblea speciale del Sinodo sulla famiglia: โ€ La tentazione di trasformare la pietra in pane per rompere un digiuno lungo, pesante e dolente e anche di trasformare il pane in pietra e scagliarla contro i peccatori, i deboli e i malati  cioรจ di trasformarlo in โ€œfardelli insopportabiliโ€. La tentazione di scendere dalla croce, per accontentare la gente, e non rimanerci, per compiere la volontร  del Padre; di piegarsi allo spirito mondano invece di purificarlo e piegarlo allo Spirito di Dio. La tentazione di trascurare il โ€œdepositum fideiโ€, considerandosi non custodi ma proprietari e padroni o, dallโ€™altra parte, la tentazione di trascurare la realtร  utilizzando una lingua minuziosa e un linguaggio di levigatura per dire tante cose e non dire niente! Li chiamavano โ€œbizantinismiโ€, credo, queste coseโ€.

Il โ€œfuocoโ€ acceso da Gesรน sulla Croce riduce in cenere i legami morbosi che si nascondono nei desideri della carne e ; il โ€œfuocoโ€ che la Chiesa sempre riaccende sino agli estremi confini della terra, ci fa liberi di osare, per amore, la fedeltร  alla Veritร . Occorre osare di fronte al capoufficio rischiando il posto di lavoro, pur di testimoniare la veritร  universale e ultima che abbiamo sperimentato. Osare la notte quando, unendosi al coniuge, siamo chiamati ad offrire i nostri corpi alla volontร  di Dio, ad aprirci alla feconditร  e alla vita, accogliendo il terzo, quinto o decimo figlio, per riaffermare il significato assoluto e universale che Dio ha nella nostra storia come in quella del mondo.

Occorre osare la castitร  ed il rispetto nel fidanzamento per annunciare la veritร  dellโ€™amore crocifisso, lโ€™unico autentico che, nel sacrificio, rivela il dono piรน grande, puro, disinteressato, quello di Cristo, gioia del loro cuoreosare nellโ€™educazione, lottando con i compromessi affettivi, non temendo il rifiuto e la ribellione, perchรฉ i figli o gli studenti o i cristiani affidati siano ogni giorno piรน conformati e uniti a Cristo, pienezza delle loro aspirazioni.

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Osare la stolta arrendevolezza della Croce, il non resistere al male che non รจ in contraddizione con lโ€™affermazione senza smagliature della veritร . Perchรฉ la Veritร  รจ sempre crocifissa, o non sarร  Veritร , anche se fosse la professione senza se e senza ma dei principi non negoziabili, anche se trovasse il rifiuto violento e la morte eroica. Resterebbe, appunto, una morte eroica, ma non un martirio; la testimonianza, infatti, รจ sempre lโ€™offerta gratuita e gioiosa della propria vita per amore dellโ€™altro divenuto nemico. Il dogma che abbraccia e infonde vita ad ogni altro dogma รจ la Croce, lโ€™unico luogo che afferma, senza tema dโ€™essere smentito, la gratuitร  e lโ€™universalitร  dellโ€™amore di Dio.

Solo Lui, e coloro che a Lui sono uniti, possono osare il dono totale di sรฉ, senza sperare nulla se non la salvezza del mondo. Solo questo amore รจ credibile, nel senso che solo chi ama il nemico sino a dare la vita per lui conferisce anche al dogma, ai valori e ai principi morali irrinunciabili e non negoziabili, lโ€™autorevolezza dellโ€™autenticitร . Lโ€™amore, infatti, li rivela โ€œin presa direttaโ€ mentre si realizzano nei cristiani, come connaturali allโ€™uomo, come gli unici che si addicono alla persona, di qualunque razza e cultura. Solo lโ€™amore riesce a far decodificare il grido nascosto nelle mille grida di dolore dellโ€™umanitร , riconoscendo in esso il bisogno di unโ€™accoglienza e di un perdono che superi anche le regole della convivenza civile e finanche la legge naturale.

Eโ€™ vero, essa รจ inscritta nel cuore di ogni uomo, non vi รจ condizionamento capace di cancellarla sino in fondo, ed รจ altrettanto vero che, usando della libertร , gli uomini lโ€™abbiano infranta. Tu ed io, non meno di un pagano o di un politeista, di un ateo o di un agnostico. Sottolineare allโ€™infinito questa realtร  non serve a nulla, neanche battersi perchรฉ venga accettata. Essa sarร  rivelata solo in carni e vite capaci di superare i limiti della natura e delle leggi che Dio stesso le ha imposto, andando a ripescare chi, liberamente e orgogliosamente, le ha infrante. La legge naturale risplenderร  solo in coloro che compiranno leggi soprannaturali, quelle dellโ€™amore che ha sconfitto la morte, il limite estremo e invalicabile della natura.

I cristiani lo possono superare, entrano nel regno dei morti, si aggirano negli inferi e toccano, destano e si caricano dei relitti umani che vi si trovano. Amano senza condizioni chi ha abortito, ucciso, rubato, adulterato; si consegnano ai pedofili, ai terroristi, ai torturatori, agli evasori fiscali, ai corrotti, alla loro moglie e ai loro mariti, gratuitamente, nello stesso modo i cui sono stati amati. In quegli inferi depongono un raggio di speranza, un lampo della luce di Pasqua, la testimonianza credibile della vittoria di Cristo sulla morte e del conseguente perdono di ogni peccato. Non solo, proprio nel buio disperato di chi si disprezza al punto di non saper piรน vivere secondo natura, la Chiesa osa offrire la possibilitร  di una vita nuova, la stessa vita di Cristo, quella che scorre nelle sue vene: la vita soprannaturale che include, compie e sublima la legge naturale; il rispetto gioioso di ogni principio non negoziabile, lโ€™affermazione perentoria e incontestabile della vita incastonata nella vita di chi la sta perdendo per puro amore.

Quale migliore e piรน credibile e autentica affermazione โ€œpro-lifeโ€ che quella di chi, per difendere la vita che non muore nella carne destinata a morire, offre la propria di vita, nella certezza di conservarla per lโ€™eternitร  grazie alla resurrezione di Cristo? Quale maggiore difesa della vita nascente nel seno di una madre che quella di chi accoglie nel suo seno di misericordia madre e figlio, educando e accompagnando con il latte della misericordia e il bastone della Croce? E cosรฌ per la vita di un anziano, di un malato, per il matrimonio, per le persone gay e per lโ€™educazione, per ogni ambito della vita, soprattutto quelli piรน insidiati. Soprattutto per le donne, vergini, spose e madri, oggetto dellโ€™attacco piรน proditorio del demonio: sono le donne a dover essere accolte oggi sotto il manto della misericordia, dove possano gridare, piangere, reclamare, per incontrare la gioia del loro compimento in quanto donne che il mondo le ha sottratto. A tutto questo รจ chiamata la Chiesa; a questo la chiama Papa Francesco, ad osare lโ€™amore che esce verso le periferie dellโ€™esistenza, quelle di chi รจ indifferente ma soffre indicibilmente, e ai quelli non si puรฒ restare indifferenti; a osare lโ€™amore che non si difende, soprattutto quando รจ percepito, paradossalmente, come odio.

Occorre osare anche di vedersi rifiutati da chi ci ha dato la vita; come Edith Stein, che, pur soffrendo nella carne, non ha esitato ad abbandonare la propria religione e sua madre per seguire il Signore. E sarร  proprio nella camera a gas del suo โ€œdoppioโ€ martirio, come ebrea e come cristiana, che tutto si illuminerร  e compirร : nellโ€™amore che la consumava attirava e salvava anche ciรฒ che aveva dovuto abbandonare. La divisione che porta Cristo รจ il distacco dalla carne che prelude alla comunione eterna: โ€œCara madre superiora, mi permetta di offrirmi in sacrificio di espiazione per la vera pace: perchรฉ il regno dellโ€™anticristo sprofondi, se possibile senza un nuovo conflitto mondiale, e che un nuovo ordine sโ€™impiantiโ€. Chi vive in Cristo in Lui sarร  perseguitato; dal suo uomo vecchio per cominciare e dal mondo perchรฉ un cristiano sarร  sempre un segno di contraddizione. La sua vita sarร  una profezia che, ovunque giungerร , provocherร  la divisione. Gesรน Cristo infatti non รจ un Segretario Onu, nรฉ tanto meno un gestore di fitness club o di uno di quei centri di pseudo-spiritualitร  dove ritrovare se stessi. Con Lui si รจ catapultati dritti dritti dentro le arene di ogni giorno, e leoni e tigri sono lรฌ ad aspettarci.

Ma รจ proprio questa la vita piรน piena, buona e vera che fa scaturire il canto di ogni cristiano divorato dai suoi carnefici, il canto nuovo dei martiri di ogni parte del mondo. Il Signore ci chiama ad essere crocifissi con Lui perchรฉ il mondo riceva la vita; santi, separati, consacrati, cioรจ etimologicamente divisi, โ€œpionieri del Cieloโ€ โ€“ secondo un altro significato della parola che compare nel Vangelo odierno. Il Cielo offerto anche e proprio a coloro dai quali pareva ci fossimo separati, genitori, figli, sposi, amici, fidanzati. Essere discepolo di Cristo significa essere suo, non ci apparteniamo piรน. Eโ€™ questo il senso piรน profondo delle parole dure e difficili del Vangelo di oggi. Siamo suoi per discendere liberi con Lui nel โ€œbattesimoโ€ che ci immerge nel dolore del prossimo perchรฉ incontri in noi il suo amore.

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