CRISTO RISORTO RAGGIUNGE OGNI NOSTRO PASSO INCREDULO PER CONVERTIRLO CON IL SUO AMORE
Gesù non è lontano, proprio quando non lo riconosciamo e la fede fa acqua, il suo amore infinito lo spinge al bordo della nostra vita, e Lui sì che ci riconosce. Gesù sa quello che gli è successo, e sa che, pur da sempre nella Chiesa, non abbiamo ancora compreso il senso profondo delle Scritture: che cioè gli eventi occorsi a Gerusalemme nei giorni più santi della storia, quelli che hanno infranto la speranza dei due di Emmaus, riguardavano Lui perché riguardavano loro e ogni uomo!
AUTORE: don Antonello Iapicca FONTE: Newsletter SITO WEB CANALE YOUTUBE
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Tutto era accaduto per noi! Gesù non era così forestiero in Gerusalemme da non sapere, anzi; era Lui che, proprio nella morte e nella discesa nel sepolcro, si era fatto il più prossimo a loro, al punto di dilatare la realtà della sua Pasqua sin dentro la loro realtà di stolta e dura incredulità. Al punto di trasformare ogni nostro giorno di delusione, tristezza e sofferenza nello stesso primo giorno della settimana.
Ogni giorno può essere Pasqua, anche oggi, perché dove la Grazia che arde il cuore ci schiude gli occhi per riconoscere Gesù, tutto è trasfigurato ai nostri occhi, come accadde a Maria Maddalena, agli apostoli, ai discepoli di Emmaus. Coraggio allora, perché proprio quando emerge l’incredulità, al culmine della frustrazione e della disperazione, cominciando da Mosè e da tutti i profeti Gesù ci parla spiegandoci in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando la storia, umiliando il nostro io orgoglioso e capriccioso, ci apre un pochino l’orecchio, Gesù comincia ad annunciarci il Vangelo attraverso la predicazione della Chiesa. Lui ci aspetta, perché solo quando scopriremo il nostro cuore indurito dalla menzogna Egli potrà aprirlo alle Scritture, svelando in esse il suo amore infinito: “doveva” soffrire, “doveva” morire per risorgere e riscattarci! Così anche la nostra storia doveva essere e deve essere così come è, perché ogni suo istante si riferisce a Cristo, come una preparazione al compimento della sua Pasqua.
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Perché, scoprendoti un povero mendicante di misericordia, tu possa implorare il Signore di “restare con te”, con la tua famiglia, nella notte che sta per prendersi la tua vita. Non importa se ancora non lo hai riconosciuto. Ascolta oggi la predicazione e lascia aperta ad essa una fessura del tuo cuore: è il tuo modo di dire a Gesù di entrare con te nel “villaggio” dove ti sei rifugiato per scappare dalla Croce e poter piangere la tua delusione. E’ proprio lì che Gesù vuole farsi una carne con te, dove tu sei oggi.
Ma attento, perché se non lo fai arriva la notte… La vita è seria, e Gesù passa, non è mai fermo come gli idoli. Anche oggi sta facendo come per andare più lontano… Fai come la sposa del cantico dei Cantici: chiamalo, imploralo di non andare via, di non passare senza prenderti con Lui. Chiedigli di restare in te per insegnarti a restare in Lui.