NESSUNO CI HA MAI PARLATO COME GESU’
AUTORE: don Antonello Iapicca FONTE: Newsletter SITO WEB CANALE YOUTUBE
Quando il demonio riesce ad ingannarci, preda della superbia, ce ne “torniamo ciascuno a casa sua”, al nostro ego imprigionato nella solitudine. Il confinamento a casa che vviamo è anche segno di questa incapacità di apririci e donarci, per paura di infettarci del peccato dell’altro. Per abbattere il muro della divisione tra noi e chi è fuori, occorre che ci sia annunciata la stessa Parola che ha tratto l’ordine della creazione dal caos primordiale: la Parola di Gesù.
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“Mai un uomo ha parlato come parla quest’uomo!”: nessun filosofo o politico, nessun virologo, nessuna madre e nessun padre, nessun fidanzato, nessun prete. Le parole di cui abbiamo bisogno in questo tempo di coronavirus non possono cadere da un Cielo troppo lontano, ma nemmeno possono essere così umane come quelle di cui saremmo capaci anche noi. Devono essere le parole di Gesù, la cui divinità era celata nella debolezza di una carne come la nostra.
Lui è la “Parola fatta carne” che “è venuta ad abitare in mezzo a noi”. Le parole di Gesù, proprio perché rivestite della nostra debolezza, potevano far giungere il loro potere sino al fondo del cuore dell’uomo peccatore e trasformarlo. Per questo, solo coloro che erano considerati “maledetti”, “il popolo” ignorante, potevano ascoltarle ed essere salvati.
“Maledetti” non perché non conoscevano la Legge, ma perché non avevano la forza per osservare tutti i precetti della tradizione; per gli impuri, i pubblicani, le prostitute, i ladri, i pastori, i peccatori, era già troppo il peso di ogni giorno. La storia li aveva umiliati, e questo, agli occhi dei capi e degli intelligenti, dei religiosi e dei moralisti, era il segno inequivocabile della maledizione divina. Ma proprio per loro Dio si è fatto maledizione. Come per noi, che mai come in questo tempo, sentiamo il peso di qualcosa che ci opprime, i peccati, il passato, qualcosa che ci incatena alla paura, perché nel fondo il demonio ci sta convincendo, interpretando questa epidemia, di essere maledetti, senza speranza.
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Ma coraggio, Cristo ha pagato per tutti, espulso e ucciso fuori della città. Gesù, il Figlio di Dio che si è fatto uomo per te, che ha preso la tua carne perché la maledizione ricadesse sulla sua. Lui ti è accanto, ora, nella tua vita che sperimenti maledetta non per questo virus, ma perché incostante nel bene, incapace di amare, ipocrita e impaurita. Lui l’ha già presa per farne un prodigio. Ma solo la semplicità di chi accetta la propria realtà di bisogno di amore e misericordia, può accogliere il figlio di Giuseppe, il falegname “venuto da Nazaret”; solo chi è schiacciato e non ha forza può abbandonarsi all’unico che si è fatto scandalosamente peccato. Gesù “viene da Nazaret” per te, e ciò significa dal luogo e nelle situazioni e momenti in cui meno te lo aspetti.
Oggi, ora, perché è adesso che hai bisogno del suo perdono. Basta disprezzarti e disprezzare. Lui è nato nella tua mediocrità, nell’irrilevanza del tuo lavoro, nel grigio della tua debolezza, nella tua malattia. Lui è vissuto nella tua Nazaret, nella Galilea lontana da Gerusalemme, per dirti che ti è stato accanto nei tuoi compromessi pagani, nella tua vita spesa ben distante dal Tempio e dalla sua santità. Lui è venuto per te; si è fatto come te; Lui ama te, così come sei, per farti come Lui.
Sì, il Messia viene dalla povertà e dalla maledizione per fare di ogni vita una benedizione. Accogliamolo allora, perché ci doni la sapienza crocifissa che sa discernere le sembianze di Gesù nella storia e nelle persone, per accostarci a loro senza esigere nulla, con pazienza e misericordia, annunciando le stesse “parole” con cui Cristo ha salvato noi, così divine e perciò così pienamente umane.