don Antonello Iapicca – Commento al Vangelo del 18 Maggio 2021

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DARE GLORIA A CRISTO CON LA NOSTRA VITA


AUTORE: don Antonello Iapicca FONTE: Newsletter SITO WEB CANALE YOUTUBE

Soffriamo perché non possiamo rendere gloria a Dio con la nostra vita che, per questo, si trasforma in un caos che anticipa l’inferno. Ma proprio qui Gesù ha “compiuto l’opera che il Padre gli aveva dato da fare” manifestando nell’ultimo posto del mondo la Gloria di Dio. Anche nel peggior pezzo della nostra storia, nell’anfratto più oscuro del nostro cuore Gesù è sceso per deporvi la “Gloria del Padre”, che significa la sua presenza misericordiosa. Essa, infatti, si è manifestata nel suo Figlio crocifisso, umiliato, disprezzato, rifiutato per raccogliere dalla discarica della storia la carne di ogni peccatore e riscattarla, facendone di nuovo una dimora per lo Spirito Santo. Così Gesù stesso è stato “glorificato dal Padre con la stessa Gloria che”, nella sua intimità, “aveva prima che il mondo fosse”: proprio per essere entrato nella morte, infatti, Gesù è stato risuscitato e accolto nel Cielo dove si è presentato “davanti” al Padre insieme a coloro che hanno accolto il suo sacrificio. Per questo il Padre gli ha “dato potere sopra ogni carne, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli ha dato”.

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E oggi ancora una volta quel “potere” di dare la vita giunge sino a noi per “farci conoscere l’unico vero Dio, e colui che il Padre ha mandato, Gesù Cristo”. Coraggio fratelli, perché possiamo ricevere di nuovo la “vita eterna” perduta con il peccato “conoscendo l’unico Dio” nel “potere” del suo Figlio sui nostri peccati. Apriti a Lui, lascia che prenda su di sé l’invidia e la gelosia che ti corrodono il cuore; consegnagli senza timore ogni giudizio sui fratelli, anche quelli più radicati; permetti al suo “potere” di strapparti alla schiavitù al denaro che ti fa così avaro da non riuscire più a dialogare con il tuo coniuge e i tuoi figli; non vergognarti di confessare la tua concupiscenza, vedrai che Lui saprà come tirarti fuori dalla dipendenza alla pornografia, all’alcool, al gioco, alla droga.

Guarda che sei un’opera del Padre e Lui ti ha già “dato” al Figlio. Non devi far altro che “osservare”, custodire cioè le Parole che la Chiesa oggi ti annuncia, perché esse sono proprio quelle che il Padre ha dato al Figlio e che Egli vuol dare a te nella comunità cristiana. Ascoltale e “accoglile” per “sapere veramente”, sperimentando cioè nella tua vita, che Gesù è “uscito dal Padre” e “credere che Egli lo ha mandato” a te per salvarti. Allora giungerà anche per te, come per ogni cristiano, l’ “ora” in cui saprai che “tutte le cose che” il Padre “ha dato” al Figlio vengono da Lui”; queste “cose” che sono gli istanti, le relazioni e gli eventi della tua vita. Non c’è nulla che ti riguardi che non “venga” dal Padre e non sia “dato” a Cristo. Perché allora continuare ad aver paura?

Il tuo matrimonio, la tua famiglia di origine, la scuola e il lavoro, gli amici e il fidanzato, il tuo fisico e il tuo carattere, la tua debolezza, tutto è un dono del Padre che, “dato” a Cristo, diviene l’occasione per “conoscere l’unico e vero Dio e Colui che ha inviato”, e sperimentare così la “vita eterna”. Coraggio allora, non temere, perché è Gesù stesso che “si glorifica in te”, nella vita nuova e santa che ricevi nel grembo materno della Chiesa. Non solo, Lui “prega il Padre” perché “custodisca nel suo nome (nella sua stessa persona) coloro che gli ha dato dal mondo”, tu ed io “perché siamo una cosa sola” con i fratelli, come il Padre e il Figlio. Certo, “siamo nel mondo”, e per questo non sarà una passeggiata, neanche oggi, ma, “custoditi” dalla Gloria del Padre che ci avvolge passo dopo passo, e uniti a Cristo nella comunità potremo entrare anche noi con il suo “potere” nella storia che ci attende, cogliendo ogni occasione per amare.

Non c’è infatti altro modo per dare gloria a Dio che offrire se stessi per amore. Lo può fare solo chi ha la vita eterna dentro, perché come fu in Gesù, lo Spirito del Padre muove ogni sua fibra, non è schiavo di nessuno e di nulla, non difende se stesso ma può donarsi senza riserve.