SULLA BARCA DELLA CHIESA PER COMPRENDERE L’AMORE DI DIO E ABBANDONARE L’IPOCRISIA
“Comprendiamo” quello che sta accadendo?ย Il sangue dei nostri fratelli cristiani รจ una testimonianza che grida” (Papa Francesco). Il mare solcato dalla barca di Gesรน si tinge dunque di rosso, e noi? Ci giunge oggi il grido dei fratelli che hanno offerto la vita per amore a Lui? Riesce a scartavetrare le pareti del cuore levigate come il marmo di una tomba? La loro testimonianza ci interroga oppure siamo indifferenti, sedotti dal mondo e dai crampi della fame? Forse cominciamo a sentire un po’ di paura per il pericolo cosรฌ vicino, ma รจ cosa molto superficiale, vero? Ti infilerai in macchina o sulla metro e via, dentro un’altra giornata nella quale, come i discepoli saliti sulla barca con Gesรน,ย “discuteremo perchรฉ non abbiamo pane”. Mettiamola come vogliamo, dipingiamola con i colori piรน romantici che abbiamo, ma l’unico problema che ci assilla davvero รจ “il pane”. Sono anni che non si parla d’altro: crescita, consumi, stipendi, pensioni.
E’ una vita cheย noiย non parliamo d’altro. Per questo ci infiliamo nell’indifferenza come in un’armatura, illudendoci di poterci difendere dal grido dei martiri che si impone dinanzi a noi come un segno di contraddizione della nostra vita. Il loro sangue, infatti, disinfetta la realtร strappando la coltre d’ipocrisia con cui l’abbiamo avvolta. E’ inutile, non potremo fuggire in eterno dalla veritร che si cela negli eventi che ci attendono ogni giorno. Anche oggi, che in virtรน della testimonianza dei nostri fratelli puรฒ essere finalmente diverso dai troppi ieri incartati nell’inautenticitร . E’ vero, anche noi come i discepoli “abbiamo dimenticato” di prendere i pani che Gesรน ha moltiplicato; abbiamo cioรจ “trascurato” (secondo l’originale greco) i segni del suo amore nella nostra vita. Quando siamo stati amati, perdonati, curati e rigenerati “quante ceste colme di pezzi abbiamo portato via?”. Tante, e nella sua sovrabbondanza siamo diventatiย sacerdoti, suore, mariti, mogli, e padri e madri. Quante volte il Signore ha moltiplicato il nostro piccolissimo desiderio di perdonare marito o moglie spingendoci ad umiliarci, e ha cosรฌ risuscitato un matrimonio ormai spacciato…
“Non vi ricordate quando” vi ho salvati da adulteri, furti, divisioni, peccati spesso gravi, traendo dalle situazioni piรน difficili e di peccato un’abbondanza di vita impensabile? Sรฌ, lo ricordiamo, eppure il nostro cuore รจ ancora preoccupato per il pane, perchรฉ รจ una massa “indurita” infettato dal “lievito dei farisei e da quello di Erode”. Siamo fermentati dallo stesso lievito che cortocircuitaย purezza religiosa e aviditร della carne, preghiere e potere, sacrifici e prestigio, digiuni e successo. Siamo schiaviย del sogno di una vita diversa che si nutre dell’idolatria perchรฉย abbiamo creduto al demonio che ci ha travestiti da dio. E cosรฌ ci siamo allontanati dalla realtร che nega il carnevale nel quale riduciamo la nostra vita. Per questo,ย nonostante le esperienze dellโamore di Dio, siamo “ciechi” e “sordi”, e “ancora non comprendiamo” chi Egli sia e come agisca nella storia.ย
Ma coraggio,ย sulla barca che รจ immagine della Chiesa, basta “un solo pane”, Cristo, lโunico necessario!ย Possiamo salirvi cosรฌ come siamo, con il lievito ancora nel cuore, perchรฉ in essa vi รจ Lui, che ha il potere di farci โazzimiโ per compiere nella Pasqua la nostra vita. Nella Chiesa, infatti, il Signore ci accoglie nel suo perdono che ci โpurificaโ sino in fondo, per affrontare con Lui la traversata che รจ immagine del cammino verso una fede adulta capace di “stare attenta e guardarsi” dal lievito del demonio. Solo essa ci dona il discernimento con cui “comprendere” gli eventi della nostra storia per riconoscere nel sangue dei nostri fratelli la chiamata del Signore ad offrire, in ogni circostanza, la nostra vita per testimoniare il suo amore. Nella certezza che il messaggio insanguinato dei fondamentalisti รจ l’ennesimo segno con cui Dio chiama i suoi figli a salire sulla Croce uniti a suo Figlio e amare. Anche loro.
Commento a cura di don Antonello Iapicca
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Qui l’intervista Rai a don Antonello
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