FIGLI DI DIO NEL CUORE DELLA MADRE CROCIFISSA DEL DIO CROCIFISSO
Apoftegma
Con la beata Maria dobbiamo sorridere e godere della nascita del Figlio suo;
ma dobbiamo partecipare anche al suo dolore:
nella passione del Figlio la sua anima fu trapassata da una spada,
e quello fu il secondo parto, doloroso e ricolmo di ogni amarezza.
E questo non deve far meraviglia, perchรฉ quel Figlio di Dio che lei,
per opera dello Spirito Santo, vergine aveva concepito e vergine aveva dato alla luce,
lo vedeva appeso alla croce con i chiodi, sospeso tra due ladroni.
Cโรจ forse da meravigliarsi, se una spada le trapassรฒ lโanima?
ยซConsiderate e vedete se cโรจ un dolore simile al suo dolore!ยป (Lam 1,12).
Prima dunque di partorirlo nella passione, lo partorรฌ nel giorno della nativitร .
prima di partorirlo nel dolore, lo partorรฌ nella gioia.
Santโ Antonio da Padova

Non esiste maternitร senza dolore. Anche se in questa epoca, che rifugge il dolore come nessunโaltra, tra il moltiplicarsi di parti cesarei e anestetizzati, la sofferenza legata alla maternitร sembra un tabรน da cancellare. Ma il dolore del parto ha radice antica, nel peccato dei progenitori, al fondo dellโesistenza dellโuomo. Diceva San Giovanni Paolo II: โDopo il peccatoโฆ Dio dice alla donna: โMoltiplicherรฒ i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figliโ. Lโorizzonte della morte si apre dinanzi allโuomo. Queste parole hanno un carattere prospettico. Lโincisiva formulazione sembra riguardare il complesso dei fatti, che in certo modo sono emersi giร nellโoriginaria esperienza della vergogna, e che successivamente si manifesteranno in tutta lโesperienza interiore dellโuomo ยซstoricoยป. La storia delle coscienze e dei cuori umani avrร in sรฉ la continua conferma delle parole contenute in questo versettoโฆ Quelle parole, pronunciate quasi alla soglia della storia umana dopo il peccato originale, ci svelano non soltanto la situazione esteriore dellโuomo e della donna, ma ci consentono anche di penetrare allโinterno dei profondi misteri del loro cuoreโ.
Il dolore che accompagna il parto รจ un segno tangibile della condizione umana. Eโ il castigo, ma anche la cruda conseguenza della libertร tradita dalla superbia, il salario che ci consegna il peccato. Eโ un fatto, รจ lรฌ, come lo sono la morte, la malattia, il sudore sulla fronte affaticata dal lavoro, le difficoltร e le tensioni nelle relazioni umane, specie in quelle delle coppie.
Eppure il dolore del parto segna anche quel legame carnale e profondo che lega il figlio a sua madre, il segno della ferita trasmessa che li unisce nella mendicanza di amore e redenzione. Una madre impara a conoscere intimamente le sofferenze del figlio custodendolo in grembo e partorendolo a prezzo di dolori lancinanti. Eโ lโamore crocifisso, che si purifica tra grida, lacrime e angosce, che impara la gratuitร sulle orme della debolezza.
Quel grido รจ il dolore unito alla paura che definisce la grandezza e la debolezza di una donna come madre; racchiude lโessenza stessa della maternitร , quellโunicum che la pone sulla soglia che separa carne e spirito, terra e Cielo. Come la Donna dellโApocalisse che grida per i dolori del parto, stretta dal drago teso a rapirle il frutto del grembo, ed il Cielo dove รจ rapito il figlio appena partorito. Ogni donna grida dal versante della carne e del peccato, impaurita dalla morte, ma รจ un grido che รจ profezia dโun parto di speranza, di misericordia e vita eterna. Il parto รจ giร segno del combattimento escatologico tra la vita e la morte, tra la menzogna e la veritร , a cui, ogni madre, misteriosamente, รจ associata. Il grido di dolore che accompagna il parto รจ la porta sulla vita, la memoria dโuna realtร che spera un di piรน.
E Maria era lรฌ, su quella porta. Maria guardava, fissava quel suo Figlio crocifisso, sulla soglia di quella morte che dischiudeva la vita. Era lรฌ, e la spada a trapassarle lโanima: โDel resto non avrebbe raggiunto la carne del Figlio se non passando per lโanima della Madreโ (San Bernardo). Il dolore nella carne da cui era stata preservata durante il parto nella notte di Betlemme si destava in quellโora, lโora del suo Figlio, la sua stessa ora, perchรฉ โColei che fu crocifissa concepรฌ il crocifissoโ (San Bonaventura).
Ogni dolore, di ogni uomo, di ogni tempo, sโera addensato nel corpo e nellโanima del suo Figlio. Non poteva non raggiungere Lei, la Madre. Era coinvolta nello stesso travaglio, e cosรฌ diventava, lรฌ presso la Croce, Madre della Chiesa nascente. La riceveva dal suo Figlio in quel figlio impaurito che le stava accanto; Madre di nuovo nello sguardo di Gesรน, fecondata dalle sue parole e dal suo fianco, che di lรฌ a poco sarebbe stato ferito per dare alla luce, nel sangue e nellโacqua, la Sposa senza macchia e senza ruga.
La Chiesa nasce cosรฌ, nel dolore per poter lenire ogni dolore. Ogni volta che si annuncia il Vangelo e i piccoli lo accolgono per dare vita a una comunitร , gli apostoli non possono che sperimentare lo stesso dolore; lโevangelizzazione รจ un parto che getta la Chiesa nel combattimento escatologico; lo scriveva San Paolo, raccontando come la sua missione si fosse svolta tra โfatiche, prigionie, percosse, spesso in pericolo di morte. Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i trentanove colpi; tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balรฌa delle onde. Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella cittร , pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli; fatica e travaglio, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nuditร . E oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese. Chi รจ debole, che anchโio non lo sia?โ.
Maria sentiva dentro il dolore del Figlio, le trapassava lโanima. Cosรฌ รจ di ogni apostolo, pastore o catechista, missionario agli estremi confini della terra o madre di otto figli, cappellano dellโospedale o padre alle prese con un figlio difficile, parroco o impiegato in banca: come Maria ai piedi della Croce anche per noi รจ preparato un parto, e in esso una โspadaโ. In ogni dolore, problema, avversitร che sperimentiamo la lama che ha trafitto lโanima di Maria penetra anche nella nostra facendoci partecipi dei suoi โsette doloriโ, perchรฉ accanto a noi โstanno presso la Croce di Cristoโ i โdiscepoli che Gesรน amaโ. Forse non lo sono ancora, probabilmente si sono allontanati da Dio e lo stanno addirittura bestemmiando. Ma Gesรน guarda a ciascun uomo come a un suo โdiscepolo amatoโ. Lo vede cosรฌ oggi, come ha guardato ciascuno di noi โquando eravamo peccatoriโ e ha dato sua vita quando avremmo meritato la morte. Cosรฌ, siamo chiamati a vivere come Maria che โabbraccia con amore questo Figlio in tutte le sue membra e non arrossisce di essere chiamata la madre di tutti coloro in cui vede Cristo giร formato o in divenireโ (Beato Guerrico dโIgny).
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Il Signore ci porta al Calvario della nostra storia per donarci gli stessi occhi materni di Maria. Sperimentandoli nella nostra vita, attraverso la maternitร misericordiosa della Chiesa, li avremo per guardare chiunque ci รจ vicino, i fratelli โgiร formatiโ e coloro che lo sono โin divenireโ. Nessuno escluso, nรฉ il coniuge o i figli, e neanche il nemico che ci sta crocifiggendo. Sรฌ, il Signore ci alimenta e ci gesta nellโamore per avere lo sguardo di Maria, addolorato del dolore stesso del Figlio che si รจ posato sul discepolo amato. Lo sguardo di compassione del Figlio, che da Lei aveva preso le sembianze terrene, si รจ trasfigurato nel suo volto di Madre, ed era lo sguardo compassionevole di Dio che varcava, con dolore, la soglia della morte di ogni uomo, per dischiudere al mondo la Vita che non muore.
E in quello sguardo il discepolo diviene figlio nel suo Figlio, partorito, accolto e amato nellโamore del Figlio. Madre e Figlio, la Chiesa e lo Sposo, tu ed io uniti a Cristo in un unico parto dโamore, per dare Vita che non muore a un popolo innumerevole. In quello sguardo fecondo sโimmerge cosรฌ lo sguardo del discepolo, generato nel dolore di Gesรน e di Maria.
La Madre conosce quel discepolo come conosce suo Figlio, e conoscendolo nel dolore lo puรฒ amare e accompagnare come una madre. Colei che non aveva conosciuto il peccato originale ne provava il dolore che ne deriva per poter compatire, e aver misericordia e accogliere, istante dopo istante ogni suo figlio. Eโ lโamore di Maria, lโamore celeste che costituisce la Chiesa e la fa un segno vivo ed autentico dellโamore di Dio.
Coraggio allora, perchรฉ siamo scelti come una primizia per accogliere Maria nella nostra vita, come giร ci รจ accaduto tante volte. Anche oggi, infatti, siamo deboli e impauriti, forse non capiamo quello che ci sta accadendo e stentiamo ad accettare la storia e le sofferenza che ci reca. Forse vorremmo scappare dalla missione che Dio ci ha affidato, e avremmo preferito non essere stati mai scelti. Forseโฆ Ma proprio per questo siamo โil discepolo che Gesรน amaโ.
Non dobbiamo far altro che accogliere Maria nella nostra casa, nella nostra intimitร , laddove siamo, cosรฌ come siamo. Lei ci ha partoriti, e continua ogni giorno ad amarci come per partorirci di nuovo alla Vita nuova. Lei conosce tutto di noi, ci รจ Madre nel dolore, in quello dei peccati e che ci impediscono la pienezza e la felicitร . Ma ci รจ madre anche nelle ferite della vita, nella solitudine, nellโamarezza, nelle angosce che vorremmo evitare, perchรฉ di nessuna รจ indifferente, tutte la riguardano, ciascuna ha ferito il suo stesso cuore.
Essa ci accoglie nella Chiesa di nuovo ogni istante, perchรฉ anche noi di nuovo a ogni caduta, presso ogni croce, possiamo incontrare lo sguardo misericordioso di Dio impresso in quello di nostra Madre; ad ogni Golgota il suo sguardo ci cerca con amore, per poterla accogliere, e farne la nostra intimitร , come ciascuno di noi รจ giร , nel suo cuore di Madre, la sua intimitร piรน preziosa, dove ci consegna a suo Figlio, nel quale siamo suoi figli.
Cosรฌ, in questa esperienza fatta dagli apostoli di ogni generazione, รจ gestata la missione della Chiesa e dei cristiani.
Sul Golgota del perdono nasce un matrimonio, in ogni suo aspetto. Qui sorgono anche i rapporti sessuali che uniscono gli sposi, come il ministero di un presbitero o la clausura di una sposa di Cristo. Qui scaturisce la feconditร della vecchiaia, della malattia, dei rovesci economici. Qui ci conduce il Signore per dare al mondo il frutto che Cristo ha fatto germogliare sulla Croce: โรจ lโamore che crea la sofferenza; solo chi ama ha la capacitร di soffrire, e di partecipare alla sofferenza degli altriโ (P. Claudel). Sotto la Croce, con Maria, sapremo piangere il dolore di chi ci รจ accanto, sfiorarlo con gesti e parole ispirate da Dio, perchรฉ esso possa toccare il dolore di Cristo crocifisso. Questo significa conoscere il โdiscepolo amato da Gesรนโ come un figlio, e farsi accogliere nella sua casa, ovvero nella sua vita, per diventarne sua madre nella fede.
Questo รจ il cuore dellโevangelizzazione, dove ardono lo zelo e la gelosia del Padre, che si fanno viscere di misericordia nel seno di Maria, della Chiesa, nel tuo e nel mio intimo. E dal cuore rinnovato nel crogiolo, usciremo verso le โperiferieโ, prendendo il dolore che suppone lโamore, accettando la storia cosรฌ come ci รจ data; in Cristo risorto sapremo accettare di soffrire con pazienza perchรฉ sia plasmato in noi lo stesso dolore di chi non conosce o ha dimenticato lโamore che riempie la casa, cioรจ la comunitร cristiana, ma che, proprio per aver peccato, giace inconsapevole sotto la Croce.
Era ai suoi piedi anche il figlio prodigo, e da lassรน il Signore lo ha attirato a sรฉ per ridestargli la memoria della casa paterna. E noi siamo inviati a cibarci dello stesso nulla, in mezzo ai porci, per piantare accanto a tutti la Croce di Gesรน fatta carne in noi; le nostre sofferenze, le nostre lacrime sono la tenerezza con la quale Cristo bussa al cuore di ogni peccatore, per indurlo ad aprire e accogliere sua Madre nella propria casa.