CON LA SUA PAROLA GESUโ APRE LE NOSTRE ORECCHIE PERCHEโ, ACCOLTA NELLA FEDE, FACCIA BELLA TUTTA LA NOSTRA VITA

La bellezza รจ ascoltare e parlare, la bellezza รจ comunicare, comunione, accogliere e dare, amare. Gesรน ha fatto bene ogni cosa, ma la traduzione piรน fedele del greco originale rimanda alla bellezza per cui sarebbe meglio tradurre con โHa fatto bella ogni cosaโฆโ. La bellezza appare cosรฌ legata al miracolo che oggi contempliamo nel Vangelo. Un uomo guarito, capace di ascoltare e parlare. Erano soli, in disparte lontano dalla folla, Gesรน e il sordomuto. La prima voce che questi ha potuto ascoltare รจ stata quella di Gesรน.
โEffatร โ, โApritiโ, la prima parola udita. Una parola creatrice, la Parola di Dio. Una parola subito incarnata nellโesperienza della sua autenticitร . Contenuto, parola ed effetto indissolubilmente legati. Dio parla cosรฌ, creando. Che รจ come dire perdonando. โAttraverso le dita di carne il sordomuto ha sentito che gli si toccavano la lingua. Attraverso le dita palpabili, ha percepito la divinitร intoccabile quando il nodo della sua lingua venne sciolto. Infatti lโarchitetto e lโartigiano del corpo รจ venuto fino a lui e, con una parola dolce, ha creato senza dolore, delle aperture nei suoi orecchi sordi; allora, anche questa bocca chiusa, finora incapace di dare alla luce la parola, ha messo al mondo la lode di colui che ha fatto portare frutto alla sua sterilitร โ (SantโEfrem Siro, Discorso ยซSul Signoreยป, 10-11).
La Parola di Dio รจ la sua stessa misericordia, le sue stesse viscere capaci di generare la vita laddove non ve nโรจ traccia. La stessa parola di Gesรน โapriti!โ evoca il seno di una donna dinanzi allโultimo dolore del parto. La Parola di Dio partorisce quel che annunzia. E ciรฒ che il dito di Dio disegna รจ tutto bello, perchรจ tutto gli assomiglia. Le dita di Gesรน si avvicinano agli orecchi e alla lingua del sordomuto e fanno di organi inservibili un prodigio capace di ascoltare e comunicare. Non basta avere orecchie e lingua, occorre che il dito di Dio, vi tracci il segno โbelloโ del Suo amore. โUna funzione essenziale della vera bellezza, infatti, giร evidenziata da Platone, consiste nel comunicare allโuomo una salutare โscossaโ, che lo fa uscire da se stesso, lo strappa alla rassegnazione, allโaccomodamento del quotidiano, lo fa anche soffrire, come un dardo che lo ferisce, ma proprio in questo modo lo โrisvegliaโ aprendogli nuovamente gli occhi del cuore e della mente, mettendogli le ali, sospingendolo verso lโalto.
Lโespressione di Dostoevskij รจ senzโaltro ardita e paradossale, ma invita a riflettere: โLโumanitร puรฒ vivere senza la scienza, puรฒ vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe piรน vivere, perchรฉ non ci sarebbe piรน nulla da fare al mondo. Tutto il segreto รจ qui, tutta la storia รจ quiโ. La bellezza colpisce, ma proprio cosรฌ richiama lโuomo al suo destino ultimo, lo rimette in marcia, lo riempie di nuova speranza, gli dona il coraggio di vivere fino in fondo il dono unico dellโesistenzaโ (Benedetto XVI agli artisti, 21 novembre 2009). Senza la bellezza di Cristo, il piรน bello tra i figli di Adamo, senza questa sua bellezza che ferisce per sanare, non si puรฒ vivere, non vi รจ parola, non vi รจ relazione, non vi รจ amore, lโunica cosa da fare al mondo.
Lโamore del Signore infatti rompe il muro di menzogna che ci impedisce di ascoltare, lo stesso dito che ha scritto sulla sabbia il cumulo di peccati della peccatrice perchรจ il vento se li portasse via, con un tocco di misericordia cancella inganni e peccati dalle nostre orecchie. La sua carne trafitta trafigge la corazza dโorgoglio che ci fa sordi al suo amore. E la Sua saliva, che reca impresse le parole della Sua stessa bocca, scioglie la nostra lingua come rugiada del mattino. Quasi come in un bacio il Signore ci trasmette se stesso, e depone con tenerezza sulla nostra lingua le sue parole, la sua stessa Vita, e scioglie quel nodo che ci ha legati ad un mutismo fatto di mormorazioni, insulti, improperi, giudizi e lamenti. Gesรน anche oggi scioglie Il nodo che il demonio ha stretto sui sentieri delle nostre esistenze, inchiodandoci alla tristezza diluita in parole vuote, scomposte, ovvie. Il mutismo figlio di orecchie sorde alla Veritร , allโamore infinito di Dio.
S. Agostino scriveva: โCiascuno รจ ciรฒ che ama. Ami la terra? Sarai terra. Ami Dio? Che cosa devo dire? Che tu sarai Dio? Io non oso dirlo per conto mio. Ascoltiamo piuttosto le Scritture: Io ho detto: โvoi siete dรจi, e figli tutti dellโAltissimoโ. Se, dunque, volete essere dรจi e figli dellโAltissimo, non amate il mondo, nรฉ le cose che sono nel mondoโ. La bellezza perduta, la Grazia del Paradiso, lโascolto docile e obbediente e il parlare correttamente, la comunione innocente, nuda e indifesa di Adamo ed Eva, lโintimitร con Dio nella quale conoscevano solo il bene, tutto fu strappato per una parola di menzogna, per aver ascoltato e accolto una menzogna. Adamo ed Eva avevano amato la terra, e terra sono ritornati ad essere, sordi e muti, nudi e impauriti, isolati e soli. Avevano ascoltato la menzogna, vi avevano creduto e hanno conosciuto il male nel loro intimo, erano diventati come Dio senza essere Dio.
E il male li ha schiacciati, e le orecchie si sono chiuse, e la lingua รจ stata stretta in un nodo di paura. La bellezza del Paradiso era ormai perduta, rimaneva solo la tragica realtร di un mondo ostile, della concupiscenza accovacciata accanto a loro, e quellโincapacitร di comunicare, di ascoltarsi e parlarsi, di amare, che faceva brutta la loro vita. Brutta come appare la nostra quando I fatti divengono occasioni di mormorazioni, nervosismi, depressioni. Fatti brutti ai nostri occhi perchรจ avvelenati dalla menzogna. Brutti per unโesistenza brutta, cioรจ sorda e muta. La nostra vita perduta nella Decapoli, territorio pagano come le nostre giornate scivolate senza senso, graffiate dal destino sempre avverso, anche una fila di troppo sulla strada che ci conduce ogni mattina al lavoroโฆ. Come Adamo ed Eva, come il sordomuto del Vangelo, anche ciascuno di noi ha bisogno di ascoltare unโaltra parola, perchรจ solo lโascolto della Veritร puรฒ salvare. E passa il Signore, anche oggi, come sempre, mosso dal suo invincibile amore per ciascuno di noi. La Chiesa, la nostra Madre ci conduce anche oggi, misteriosamente, a Lui.
Forse attraverso un fratello, una parola, la preghiera nascosta di qualche vedova, di qualche suora sepolta in un monastero, i dolori lancinanti di qualche malato che, solo in un letto dโospedale, li offre quotidianamente per noi. La preghiera feconda dei nostri cari che ci hanno preceduto, dei Santi che intercedono senza sosta. E Maria, mediatrice dโogni Grazia, sollecita per ogni Suo figlio. E ci troviamo, inaspettatamente, gratuitamente, dinanzi al Signore. Eโ il suo amore chino su di noi a farci belli, a fare bella la nostra vita. Non ne cambia una virgola, solo ci apre orecchi e lingua, per ascoltare e parlare. Le Sue parole, la Sua vita, Lui stesso Parola del Padre incarnata per noi, Parola dโamore di Dio preparata per noi. E Lui fa tutto perchรจ possiamo ascoltarne la voce. Lโascolto di Lui ci fa come Lui. โCiรฒ fa lโamore, rende lโamante simile allโamatoโ (SantโAlfonso Maria deโ Liguori, Pratica di amar Gesรน Cristo). Effatร , apriti! Ecco la Parola, ecco la bellezza: apriti, ama, vieni fuori Lazzaro, esci da te stesso, ascolta e parla, lasciati amare e donati nello stesso amore. Perchรจ, come accade nella natura, si parla ciรฒ che si รจ ascoltato. Se si ascolta amore si parlerร con amore, se si ascolta Cristo si parlerร come Cristo.
Scriveva uno psicologo che โPer far si chรฉ un bambino gitano diventi musicista, si รจ stabilito che durante le ultime sei settimane prima della nascita e le prime sei settimane di vita, ogni giorno, il miglior musicista di un determinato strumento vada a suonare per lui presso la madre incinta, mentre partorisce e durante lโallattamento: e sembra che il bambino, piรน tardi, manifesterร il desiderio di suonare proprio quello strumento, eccellendovi โ(Dolto, 1985). Per questo ascoltare Gesรน, dopo tanti frastuoni e menzogne, ci fa come Lui. Ascoltare le Sue Parole ci fa desiderare di โsuonareโ il suo stesso amore. Eccellendoviโฆ Che miracolo! A noi che balbettiamo suoni senza contenuti, parole vuote di senso come cembali che tintinnano, segno dellโipocrisia del dire e del non fare perchรจ non si รจ, Dio dona la sua Parola, il suo Figlio, consistenza e contenuto per le nostre vite, e per le nostre parole. Eโ per noi dunque questโopera โbellaโ di Gesรน; nellโintimitร dellโincontro con Lui sui passi di questo giorno, le sue mani ci cercano, per farci belli, uomini veri, dentro una vita bella, piena, dove tutto รจ Grazia. Perchรจ in tutto vโรจ la traccia del Suo dito pieno dโamore che ci fa belli. Ci salva, ci ridona parola e udito, e, contemplando la sua opera bella in noi, non puรฒ che esclamare con le parole dellโamato di fronte allโamata nel Cantico dei Cantici: ยซTutta bella sei, compagna mia, difetto non cโรจ in te!ยป (Ct. 4, 7).
Le sue dita hanno purificato ogni difetto, ai suoi occhi siamo belli come lui. โQuesto perรฒ รจ un processo che rimane continuamente in cammino: lโamore non รจ mai ยซconclusoยป e completato; si trasforma nel corso della vita, matura e proprio per questo rimane fedele a se stesso. Idem velle atque idem nolle โ volere la stessa cosa e rifiutare la stessa cosa, รจ quanto gli antichi hanno riconosciuto come autentico contenuto dellโamore: il diventare lโuno simile allโaltro, che conduce alla comunanza del volere e del pensare (โฆ) in base allโesperienza che, di fatto, Dio รจ piรน intimo a me di quanto lo sia io stessoโ (Benedetto XVI, Deus caritas est, n.17). Belli come Lui, pensieri, desideri e volontร , tutto bello come in Lui. Belli per ascoltarlo. Belli per annunciarlo. Belli per amarlo. In tutto. In tutti.