SOLO CHI MENDICA DAL PADRE LโAMORE CHE NON HA PREGA CON SINCERITAโ PER DONARSI AL FRATELLO
La parabola di oggi รจ un midrash di Gesรน sul Padre Nostro, spiega come la preghiera sia questione di vita o di morte; cosรฌ come per vivere e non andare alla deriva senza unโidentitร che mi dia origine e destino, passato, presente e futuro, รจ fondamentale essere figli di un Padre, e conoscerlo sino in fondo. Se non sappiamo dire a Dio Abbร โ Papร , vivremo come orfani, sempre in cerca di unโorigine e di un senso, vuoti e frustrati. Per questo Gesรน ci spiega la sua preghiera partendo dallโesperienza fondamentale di ogni uomo, il bisogno nel quale nasciamo tutti: โAmico, prestami tre pani, perchรฉ รจ giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davantiโ. Un โamicoโ รจ giunto sulla soglia della nostra casa, nel mezzo del suo cammino, e ha chiesto ospitalitร . In oriente essa รจ sacra, e per un ebreo costituisce uno degli appelli piรน pressanti della Torah. Il nome stesso โโibriโ, โebreoโ, che i popoli confinanti davano a Israele e da lui accolto come suo, significa โabitante al di lร della frontieraโ, cioรจ straniero.
Ogni ebreo ha il dovere sacro dellโospitalitร โโฆ perchรฉ voi siete stati stranieri in terra dโEgittoโ (Es 22,20; 23,9). Per un ebreo, lโEgitto รจ il โluogo dellโangosciaโ dal quale il Signore lo ha tratto in salvo, senza alcun merito. E quante volte, nella notte del deserto, il Popolo senza pane ha โbussatoโ alle porte del Cielo e sempre Dio lo ha esaudito. Ma ha โchiestoโ mormorando, e โcercatoโ dubitando. Proprio nella misericordia di Dio cosรฌ sproporzionata rispetto al suo cuore duro ed esigente, Israele ha conosciuto se stesso. E Dio, attraverso il suo amore infinito, la magnanimitร e la pazienza con la quale ha sempre risposto; nel cammino di quaranta anni Israele ha cosรฌ imparato che cโรจ qualcosa di piรน importante del pane materiale: la Parola di Dio, lโunica che infonde vita dove essa non cโรจ. E che solo lo Spirito Santo Creatore che esce dalla bocca del Padre, quello con cui ha creato lโuniverso, dร senso e consistenza allo spirito dellโuomo. Eโ solo esso che imprime lโimmagine e la somiglianza con Dio a chi lo riceve. Per questo, in ogni viandante riconoscerร se stesso, i suoi peccati e la misericordia di Dio; e, facendo memoria della sua storia, farร nei suoi riguardi quanto ha Dio ha fatto con lui. Ma lโuomo della parabola non puรฒ! Non ha il pane necessario ogni giorno, lโalimento sostanziale per accogliere il suo amico โ quello che Gesรน invita a chiedere nel Padre Nostro. Forse ha dimenticato di prepararlo, o ne ha consumato la provvista. Che amicizia puรฒ offrire? Forse anche noi dovremmo chiederci se davvero ci sta a cuore la sorte dellโamico che bussa alla nostra porta; o, addirittura, se รจ davvero nostro amicoโฆ Allora, vediamo, mio marito รจ mio amico? E mio figlio? Eโ mia amica mia madre o mia sorella? Sono โamiciโ nel senso illuminato dalla Scrittura?
Sono โaltri me stessoโ come lo fu Gionata per Davide, al punto di legare indissolubilmente la sua vita a quella del suo amico, e di morire per lui? E dovremo ammettere che probabilmente non ci siamo mai svegliati di notte per pregare in favore del matrimonio, dei figli o di un collega. Forse abbiamo pensato di risolvere le questioni mondanamente, e ci siamo ritrovati senza โpaneโ. Lโamore autentico, invece, squarcia la notte e insanguina le ginocchia, bussando, cercando e chiedendo il โpaneโ per lโamico; chi ama si fa amico di Dio per diventarlo degli uomini: โRicordate come fu tentato il nostro padre Abramo e come proprio attraverso la prova di molte tribolazioni egli divenne lโamico di Dioโ. Sa che ha bisogno di essere amato egli per primo, istante dopo istante, come il Popolo aveva bisogno della manna giorno dopo giorno. Cosรฌ ha fatto Gesรน per ciascuno di noi. Ci ha โcercatiโ e โtrovatiโ scendendo tra i dirupi dove ci siamo perduti, affamati, schiacciati dal peso dei peccati, senza forze per andare avanti. Lui, come lo Sposo del Cantico dei Cantici, ha โbussatoโ alle nostre porte, e si รจ fatto โaprireโ con la sua voce piena di misericordia. Ci ha โchiestoโ i nostri peccati, i fallimenti, le divisioni, e, crocifiggendolo, glieli abbiamo โdatiโ. Gesรน ha pregato, ogni notte, sino allโalba, anticipando nellโorazione il Mistero Pasquale con cui ci avrebbe salvati. Sempre rivolto al Padre, parlandogli di noi, sino a Gerusalemme, quando รจ corso a โbussareโ alle porte del Cielo, e ha โchiestoโ a suo Padre il โpaneโ di cui avevamo bisogno. Ha โcercatoโ una via di salvezza per i peccatori e ha disteso le braccia sulla Croce. Inchiodato a quel Legno ha visto โaprirsiโ il cammino al Paradiso, lo ha โtrovatoโ in mezzo alla morte, e gli โรจ stata dataโ la salvezza per ciascuno di noi. La sua preghiera crocifissa ci ha ottenuto lo Spirito Santo, il suo stesso respiro di vita che ha vinto il peccato e la morte. E ora รจ pronto ad aprire le porte del Cielo per donarci la rugiada dello Spirito Santo, la manna senza la quale non possiamo vivere.
Non a caso, infatti, Gesรน ambienta la parabola nel cuore della notte; essa รจ immagine di quella in cui Dio ha โliberato i figli di Israele, nostri padri, dalla schiavitรน dellโEgittoโ (Exultet di Pasqua). Eโ notte anche oggi, per questo il Signore ci chiama a farci pellegrini per andare a โbussareโ, umilmente, alla porta dellโAmico: dobbiamo chiedere quello che non abbiamo per essere quello che dovremmo essere. Non abbiamo il โpaneโ per sfamare lโamico che bussa alla nostra porta; siamo senza amore per la moglie, il marito, i figli, i colleghi. Non possiamo accogliere quanti, stanchi e affaticati, cercano in noi ospitalitร : รจ sacra, ci definisce come figli del Padre che ci ha accolto sempre con misericordia, ma non possiamo. Non abbiamo lo Spirito Santo per farci โpaneโ e offrire il riposo del perdono, la consolazione di una parola, la tenerezza dellโascolto. Non possiamo farci carico dei peccati degli โamiciโ e lavare loro i piedi. Non possiamo aprire ai tanti Lazzaro che โbussanoโ alla porta del nostro cuore. Abbiamo dimenticato di esserlo stati noi, tante volte. Forse siamo giร presi nelle fiamme che avvolgevano il ricco epulone, e non sappiamo come accogliere Cristo che โbussaโ alla porta celato nel bisogno del fratello. Pur essendo padri cattivi โ โschiaviโ, secondo lโetimologia del termine โcattiviโ โ sino ad ora abbiamo dato โcose buoneโ ai nostri figli; non li abbiamo ingannati dandogli una cosa per unโaltra. In Palestina, infatti, lo scorpione puรฒ essere anche biancastro.
Quando questo tipo di scorpione si arrotola su se stesso per nascondersi e camuffarsi, assume una forma molto simile a un piccolo uovo. Lโanguilla, poi, assomiglia molto a una biscia, mentre certe focacce erano simili a delle pietre. Ebbene, proprio partendo dal nostro cuore paterno possiamo intuire quello dellโAmico celeste, che non ci ingannerร mai.Se noi, dunque, padri schiavi della carne, abbiamo saputo dare il pane che sazia la carne, forse che il Padre celeste non potrร darci lo Spirito Santo per nutrire la natura divina che รจ in noi? Eโ il frutto compiuto della Pasqua, lโalito della vita eterna che ha risuscitato il Figlio e che il Padre vuole donarci. Eโ il sigillo che Egli ha messo sul Pane che discende dal Cielo, sulla carne benedetta del Signore, con la quale ha vinto il peccato e la morte. Ricevendolo potremo donarci anche noi come โpaneโ capace di dare la vita anche a chi ci dร la morte; come โpesciโ pescati nelle profonditร del peccato, come Adamo ed Eva sedotti dal demonio โ il primo matrimonioโฆ โ e presi per mano da Cristo disceso negli inferi; e cosรฌ riemersi alla luce, saremo trasformati in alimento che annuncia e testimonia il perdono di ogni peccato.โPani e pesciโ moltiplicati da Gesรน quando si fa buio, per sfamare i suoi amici affamati.
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In ogni notte che ci avvolge impedendoci di vedere lโamico che abbiamo vicino possiamo โimportunareโ lโAmico perchรฉ โLโamico ama in ogni circostanza; รจ nato per essere un fratello nella avversitร โ (Pr 17,17): tuo figlio sta divorziando? Non sopporti piรน tua suocera o tua moglie? Hai perso il lavoro e non ce la fai ad avere rapporti aperti alla vita? Hai paura della vecchiaia? Lโartrosi ti ha rubato speranza e pace? Alzati durante la notte, ed entra nellโangoscia; e lรฌ dentro gettati in ginocchio, e โbussaโ alle porte del Cielo e prega dicendo al tuo Amico, il Padre che ti ama, che proprio โQuesta รจ la notte in cui, nel Figlio, hai vinto le tenebre del peccatoโ. Per questo il Vangelo ci spinge a โcercare, chiedere e bussareโ per โottenereโ quello che ci manca. A camminare nella Chiesa per rivestire lโuomo nuovo. Gesรน ci invita a fare memoria della Pasqua, e ricordare la nostra storia per entrare cosรฌ nella veritร che รจ il bisogno estremo di chi non ha nulla, il nostro. Ci chiama a convertirci e incamminarci verso la fonte della Grazia, insieme al suo Popolo Santo per scendere i gradini dellโumiltร che conducono al battesimo, imparare a confidare nel Padre, e ricevere lo Spirito Santo, lโunico che plasma in noi lโamico di Dio e di ogni uomo. In fondo, รจ la stessa vocazione della Chiesa, che il Signore risorto viene a destare in questo tempo di Sinodo sulla famiglia. Eโ notte, รจ vero, ma Cristo รจ risorto! Cristo รจ vivo nella Chiesa, il Popolo salvato nella notte di Pasqua dalla schiavitรน dellโEgitto.
La Chiesa, la comunitร cristiana, hanno ricevuto il potere su ogni peccato! Nellโiniziazione cristiana, il catecumenato che il Concilio Vaticano II ha rimesso al centro della pastorale, i cristiani possono imparare a cercare e bussare, a chiedere lo Spirito Santo, lโunica medicina per il proprio matrimonio. Qualunque altra cosa, sarebbero pani e pesci che non saziano, succedanei che anche il mondo, โcattivoโ, ovvero โschiavoโ della carne, โsa dareโ. Con i fratelli, invece, con il sostegno della comunitร cristiana e dei pastori, si puรฒ entrare nella notte delle difficoltร , delle crisi e dei tradimenti, senza scappare: โMezzanotteโ, il cuore delle nostre tenebre vuote, รจ lโora in cui alzarsi e pregare, per sperimentare che il nostro Amico ci dona il suo Spirito che vince ogni divisione, lega indissolubilmente nellโamore crocifisso gli sposi, conduce alla Terra Promessa dove stillano il latte e il miele della misericordia e della comunione.
Commento a cura di don Antonello Iapicca
Busshozan shi ko 31-1
Takamatsu, Kagawa 761-8078
Japan
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Chiedete e vi sarร dato.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11, 5-13
In quel tempo, Gesรน disse ai discepoli:
ยซSe uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: โAmico, prestami tre pani, perchรฉ รจ giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgliโ; e se quello dallโinterno gli risponde: โNon mโimportunare, la porta รจ giร chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i paniโ, vi dico che, anche se non si alzerร a darglieli perchรฉ รจ suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerร a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarร dato, cercate e troverete, bussate e vi sarร aperto. Perchรฉ chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarร aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darร una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darร uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto piรน il Padre vostro del cielo darร lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!ยป.
Parola del Signore