don Antonello Iapicca โ€“ Commento al Vangelo del 10 Ottobre 2019

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SOLO CHI MENDICA DAL PADRE Lโ€™AMORE CHE NON HA PREGA CON SINCERITAโ€™ PER DONARSI AL FRATELLO

Giovediฬ€ della XXVII settimana del Tempo Ordinario
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La parabola di oggi รจ un midrash di Gesรน sul Padre Nostro, spiega come la preghiera sia questione di vita o di morte; cosรฌ come per vivere e non andare alla deriva senza unโ€™identitร  che mi dia origine e destino, passato, presente e futuro, รจ fondamentale essere figli di un Padre, e conoscerlo sino in fondo. Se non sappiamo dire a Dio Abbร  โ€“ Papร , vivremo come orfani, sempre in cerca di unโ€™origine e di un senso, vuoti e frustrati. Per questo Gesรน ci spiega la sua preghiera partendo dallโ€™esperienza fondamentale di ogni uomo, il bisogno nel quale nasciamo tutti: โ€œAmico, prestami tre pani, perchรฉ รจ giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davantiโ€. Un โ€œamicoโ€ รจ giunto sulla soglia della nostra casa, nel mezzo del suo cammino, e ha chiesto ospitalitร . In oriente essa รจ sacra, e per un ebreo costituisce uno degli appelli piรน pressanti della Torah. Il nome stesso โ€œโ€˜ibriโ€, โ€œebreoโ€, che i popoli confinanti davano a Israele e da lui accolto come suo, significa โ€œabitante al di lร  della frontieraโ€, cioรจ straniero.

Ogni ebreo ha il dovere sacro dellโ€™ospitalitร  โ€œโ€ฆ perchรฉ voi siete stati stranieri in terra dโ€™Egittoโ€ (Es 22,20; 23,9). Per un ebreo, lโ€™Egitto รจ il โ€œluogo dellโ€™angosciaโ€ dal quale il Signore lo ha tratto in salvo, senza alcun merito. E quante volte, nella notte del deserto, il Popolo senza pane ha โ€œbussatoโ€ alle porte del Cielo e sempre Dio lo ha esaudito. Ma ha โ€œchiestoโ€ mormorando, e โ€œcercatoโ€ dubitando. Proprio nella misericordia di Dio cosรฌ sproporzionata rispetto al suo cuore duro ed esigente, Israele ha conosciuto se stesso. E Dio, attraverso il suo amore infinito, la magnanimitร  e la pazienza con la quale ha sempre risposto; nel cammino di quaranta anni Israele ha cosรฌ imparato che cโ€™รจ qualcosa di piรน importante del pane materiale: la Parola di Dio, lโ€™unica che infonde vita dove essa non cโ€™รจ. E che solo lo Spirito Santo Creatore che esce dalla bocca del Padre, quello con cui ha creato lโ€™universo, dร  senso e consistenza allo spirito dellโ€™uomo. Eโ€™ solo esso che imprime lโ€™immagine e la somiglianza con Dio a chi lo riceve. Per questo, in ogni viandante riconoscerร  se stesso, i suoi peccati e la misericordia di Dio; e, facendo memoria della sua storia, farร  nei suoi riguardi quanto ha Dio ha fatto con lui. Ma lโ€™uomo della parabola non puรฒ! Non ha il pane necessario ogni giorno, lโ€™alimento sostanziale per accogliere il suo amico โ€“ quello che Gesรน invita a chiedere nel Padre Nostro. Forse ha dimenticato di prepararlo, o ne ha consumato la provvista. Che amicizia puรฒ offrire? Forse anche noi dovremmo chiederci se davvero ci sta a cuore la sorte dellโ€™amico che bussa alla nostra porta; o, addirittura, se รจ davvero nostro amicoโ€ฆ Allora, vediamo, mio marito รจ mio amico? E mio figlio? Eโ€™ mia amica mia madre o mia sorella? Sono โ€œamiciโ€ nel senso illuminato dalla Scrittura?

Sono โ€œaltri me stessoโ€ come lo fu Gionata per Davide, al punto di legare indissolubilmente la sua vita a quella del suo amico, e di morire per lui? E dovremo ammettere che probabilmente non ci siamo mai svegliati di notte per pregare in favore del matrimonio, dei figli o di un collega. Forse abbiamo pensato di risolvere le questioni mondanamente, e ci siamo ritrovati senza โ€œpaneโ€. Lโ€™amore autentico, invece, squarcia la notte e insanguina le ginocchia, bussando, cercando e chiedendo il โ€œpaneโ€ per lโ€™amico; chi ama si fa amico di Dio per diventarlo degli uomini: โ€œRicordate come fu tentato il nostro padre Abramo e come proprio attraverso la prova di molte tribolazioni egli divenne lโ€™amico di Dioโ€. Sa che ha bisogno di essere amato egli per primo, istante dopo istante, come il Popolo aveva bisogno della manna giorno dopo giorno. Cosรฌ ha fatto Gesรน per ciascuno di noi. Ci ha โ€œcercatiโ€ e โ€œtrovatiโ€ scendendo tra i dirupi dove ci siamo perduti, affamati, schiacciati dal peso dei peccati, senza forze per andare avanti. Lui, come lo Sposo del Cantico dei Cantici, ha โ€œbussatoโ€ alle nostre porte, e si รจ fatto โ€œaprireโ€ con la sua voce piena di misericordia. Ci ha โ€œchiestoโ€ i nostri peccati, i fallimenti, le divisioni, e, crocifiggendolo, glieli abbiamo โ€œdatiโ€. Gesรน ha pregato, ogni notte, sino allโ€™alba, anticipando nellโ€™orazione il Mistero Pasquale con cui ci avrebbe salvati. Sempre rivolto al Padre, parlandogli di noi, sino a Gerusalemme, quando รจ corso a โ€œbussareโ€ alle porte del Cielo, e ha โ€œchiestoโ€ a suo Padre il โ€œpaneโ€ di cui avevamo bisogno. Ha โ€œcercatoโ€ una via di salvezza per i peccatori e ha disteso le braccia sulla Croce. Inchiodato a quel Legno ha visto โ€œaprirsiโ€ il cammino al Paradiso, lo ha โ€œtrovatoโ€ in mezzo alla morte, e gli โ€œรจ stata dataโ€ la salvezza per ciascuno di noi. La sua preghiera crocifissa ci ha ottenuto lo Spirito Santo, il suo stesso respiro di vita che ha vinto il peccato e la morte. E ora รจ pronto ad aprire le porte del Cielo per donarci la rugiada dello Spirito Santo, la manna senza la quale non possiamo vivere. 

Non a caso, infatti, Gesรน ambienta la parabola nel cuore della notte; essa รจ immagine di quella in cui Dio ha โ€œliberato i figli di Israele, nostri padri, dalla schiavitรน dellโ€™Egittoโ€ (Exultet di Pasqua). Eโ€™ notte anche oggi, per questo il Signore ci chiama a farci pellegrini per andare a โ€œbussareโ€, umilmente, alla porta dellโ€™Amico: dobbiamo chiedere quello che non abbiamo per essere quello che dovremmo essere. Non abbiamo il โ€œpaneโ€ per sfamare lโ€™amico che bussa alla nostra porta; siamo senza amore per la moglie, il marito, i figli, i colleghi. Non possiamo accogliere quanti, stanchi e affaticati, cercano in noi ospitalitร : รจ sacra, ci definisce come figli del Padre che ci ha accolto sempre con misericordia, ma non possiamo. Non abbiamo lo Spirito Santo per farci โ€œpaneโ€ e offrire il riposo del perdono, la consolazione di una parola, la tenerezza dellโ€™ascolto. Non possiamo farci carico dei peccati degli โ€œamiciโ€ e lavare loro i piedi. Non possiamo aprire ai tanti Lazzaro che โ€œbussanoโ€ alla porta del nostro cuore. Abbiamo dimenticato di esserlo stati noi, tante volte. Forse siamo giร  presi nelle fiamme che avvolgevano il ricco epulone, e non sappiamo come accogliere Cristo che โ€œbussaโ€ alla porta celato nel bisogno del fratello. Pur essendo padri cattivi โ€“ โ€œschiaviโ€, secondo lโ€™etimologia del termine โ€œcattiviโ€ โ€“ sino ad ora abbiamo dato โ€œcose buoneโ€ ai nostri figli; non li abbiamo ingannati dandogli una cosa per unโ€™altra. In Palestina, infatti, lo scorpione puรฒ essere anche biancastro.

Quando questo tipo di scorpione si arrotola su se stesso per nascondersi e camuffarsi, assume una forma molto simile a un piccolo uovo. Lโ€™anguilla, poi, assomiglia molto a una biscia, mentre certe focacce erano simili a delle pietre. Ebbene, proprio partendo dal nostro cuore paterno possiamo intuire quello dellโ€™Amico celeste, che non ci ingannerร  mai.Se noi, dunque, padri schiavi della carne, abbiamo saputo dare il pane che sazia la carne, forse che il Padre celeste non potrร  darci lo Spirito Santo per nutrire la natura divina che รจ in noi? Eโ€™ il frutto compiuto della Pasqua, lโ€™alito della vita eterna che ha risuscitato il Figlio e che il Padre vuole donarci. Eโ€™ il sigillo che Egli ha messo sul Pane che discende dal Cielo, sulla carne benedetta del Signore, con la quale ha vinto il peccato e la morte. Ricevendolo potremo donarci anche noi come โ€œpaneโ€ capace di dare la vita anche a chi ci dร  la morte; come โ€œpesciโ€ pescati nelle profonditร  del peccato, come Adamo ed Eva sedotti dal demonio โ€“ il primo matrimonioโ€ฆ โ€“ e presi per mano da Cristo disceso negli inferi; e cosรฌ riemersi alla luce, saremo trasformati in alimento che annuncia e testimonia il perdono di ogni peccato.โ€Pani e pesciโ€ moltiplicati da Gesรน quando si fa buio, per sfamare i suoi amici affamati. 

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In ogni notte che ci avvolge impedendoci di vedere lโ€™amico che abbiamo vicino possiamo โ€œimportunareโ€ lโ€™Amico perchรฉ โ€œLโ€™amico ama in ogni circostanza; รจ nato per essere un fratello nella avversitร โ€ (Pr 17,17): tuo figlio sta divorziando? Non sopporti piรน tua suocera o tua moglie? Hai perso il lavoro e non ce la fai ad avere rapporti aperti alla vita? Hai paura della vecchiaia? Lโ€™artrosi ti ha rubato speranza e pace? Alzati durante la notte, ed entra nellโ€™angoscia; e lรฌ dentro gettati in ginocchio, e โ€œbussaโ€ alle porte del Cielo e prega dicendo al tuo Amico, il Padre che ti ama, che proprio โ€œQuesta รจ la notte in cui, nel Figlio, hai vinto le tenebre del peccatoโ€. Per questo il Vangelo ci spinge a โ€œcercare, chiedere e bussareโ€ per โ€œottenereโ€ quello che ci manca. A camminare nella Chiesa per rivestire lโ€™uomo nuovo. Gesรน ci invita a fare memoria della Pasqua, e ricordare la nostra storia per entrare cosรฌ nella veritร  che รจ il bisogno estremo di chi non ha nulla, il nostro. Ci chiama a convertirci e incamminarci verso la fonte della Grazia, insieme al suo Popolo Santo per scendere i gradini dellโ€™umiltร  che conducono al battesimo, imparare a confidare nel Padre, e ricevere lo Spirito Santo, lโ€™unico che plasma in noi lโ€™amico di Dio e di ogni uomo. In fondo, รจ la stessa vocazione della Chiesa, che il Signore risorto viene a destare in questo tempo di Sinodo sulla famiglia. Eโ€™ notte, รจ vero, ma Cristo รจ risorto! Cristo รจ vivo nella Chiesa, il Popolo salvato nella notte di Pasqua dalla schiavitรน dellโ€™Egitto.

La Chiesa, la comunitร  cristiana, hanno ricevuto il potere su ogni peccato! Nellโ€™iniziazione cristiana, il catecumenato che il Concilio Vaticano II ha rimesso al centro della pastorale, i cristiani possono imparare a cercare e bussare, a chiedere lo Spirito Santo, lโ€™unica medicina per il proprio matrimonio. Qualunque altra cosa, sarebbero pani e pesci che non saziano, succedanei che anche il mondo, โ€œcattivoโ€, ovvero โ€œschiavoโ€ della carne, โ€œsa dareโ€. Con i fratelli, invece, con il sostegno della comunitร  cristiana e dei pastori, si puรฒ entrare nella notte delle difficoltร , delle crisi e dei tradimenti, senza scappare: โ€œMezzanotteโ€, il cuore delle nostre tenebre vuote, รจ lโ€™ora in cui alzarsi e pregare, per sperimentare che il nostro Amico ci dona il suo Spirito che vince ogni divisione, lega indissolubilmente nellโ€™amore crocifisso gli sposi, conduce alla Terra Promessa dove stillano il latte e il miele della misericordia e della comunione. 

Commento a  cura di don Antonello Iapicca

Busshozan shi ko 31-1
Takamatsu, Kagawa 761-8078
Japan

Qui puoi continuare a leggere altri commenti al Vangelo del giorno.

Chiedete e vi sarร  dato.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11, 5-13

In quel tempo, Gesรน disse ai discepoli:

ยซSe uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: โ€œAmico, prestami tre pani, perchรฉ รจ giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgliโ€; e se quello dallโ€™interno gli risponde: โ€œNon mโ€™importunare, la porta รจ giร  chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i paniโ€, vi dico che, anche se non si alzerร  a darglieli perchรฉ รจ suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerร  a dargliene quanti gliene occorrono.

Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarร  dato, cercate e troverete, bussate e vi sarร  aperto. Perchรฉ chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarร  aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darร  una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darร  uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto piรน il Padre vostro del cielo darร  lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!ยป.

Parola del Signore

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