HomeSolennitàdon Andrea Vena - Commento al Vangelo di mercoledì 1 Gennaio 2025

don Andrea Vena – Commento al Vangelo di mercoledì 1 Gennaio 2025

L’Ottava di Natale coincide con il nuovo anno. Dato che i pagani celebravano questo giorno nella dissolutezza e con superstizione, la Chiesa antica aiutò i credenti a iniziare l’anno con “spirito nuovo”: da qui, giorni di penitenza e digiuni. Nel 431, durante il Concilio di Efeso, conclusosi il 22 giugno, venne definita la verità di fede della “divina maternità di Maria”. Così, nel 1931, ricorrendo il XV centenario del Concilio, Papa Pio XI ne istituì la festa liturgica, che già comunque troviamo nel VII secolo.

È un giorno carico di significato e di messaggi. L’Ottava di Natale, la circoncisione e l’imposizione del Santissimo Nome di Gesù, e la solennità di Maria, Madre di Dio, si uniscono alla celebrazione della Giornata mondiale della pace (istituita nel 1968 da Paolo VI). Siamo invitati a imparare dalla Vergine Madre a “custodire” la Parola e a riflettere su cosa il Signore Gesù vorrà dirci lungo lo scorrere dei giorni, sotto il “segno” della benedizione di Dio, come ricorda la prima lettura tratta dai Numeri.

In quel tempo, i pastori andarono senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il Bambino, adagiato nella mangiatoia. Dopo averlo visto, riferirono ciò che del Bambino era stato detto loro. Tutti si stupirono delle cose dette dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori tornarono glorificando e lodando Dio per tutto ciò che avevano udito e visto, come era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito (Lc 2,16-21).

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La nascita del Bimbo di Betlemme

Il testo di Luca non racconta fatti eclatanti. L’unico e centrale evento è già avvenuto: la nascita del Bambino che gli angeli annunciano come Salvatore e Cristo Signore (Lc 2,11), come ascoltato nel vangelo della Messa dell’aurora del giorno di Natale.

I pastori e le periferie del mondo

Le prime persone ad avere ricevuto l’annuncio degli angeli sono i pastori. Essi, “senza indugio” (Lc 2,16), corsero alla grotta per “vedere questo avvenimento” (Lc 2,15). Poiché Gesù è nato fuori da Gerusalemme, era inevitabile che i primi ad accorrere fossero i pastori. Essi rappresentano gli esclusi, i peccatori, i lontani, verso i quali Gesù dimostrerà particolare attenzione.

Giunti alla grotta, videro il Bambino e “riferirono quanto era stato detto loro” (Lc 2,17). Questo sottolinea il ruolo dei pastori come annunciatori della Buona Novella.

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Una corsa e una lode

Nella corsa dei pastori verso la Grotta possiamo vedere un parallelo con la corsa di Maria verso Elisabetta (Lc 1,39). I pastori, stupiti, tornarono glorificando e lodando Dio per tutto ciò che avevano visto e udito (Lc 2,20). Possiamo dire che i pastori si fanno “angeli”, portando l’annuncio ricevuto. Questo messaggio è giunto fino a noi attraverso generazioni di testimoni che non hanno potuto tenere per sé l’annuncio di gioia.

Maria, la Theotoko

Maria è Madre di Dio perché è Madre di Gesù, vero Dio e vero uomo. Nessuno come Lei sa chi è Gesù e come relazionarsi con Lui. Maria, che lo ha portato in grembo, ora deve riceverlo ogni giorno ascoltando coloro che il Signore le farà incontrare: i pastori, i magi, Simeone e Anna. Ciascuno di essi svela qualcosa sull’identità di Gesù e sulla sua missione.

Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.

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