Nel cuore dell’estate la Liturgia c’invita a volgere lo sguardo verso l’alto, a ricordarci che se siete «risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra» (Col 3,1-2). E con Gesù, quale primizia, segno di consolazione e di sicura speranza, troviamo la Vergine Maria, Assunta in cielo, in corpo ed anima. Non solo anima, ma anche il corpo: tutto di noi stessi sarà assunto/portato in cielo e trasfigurato.
Il nostro corpo è fatto «a immagine di Dio» (Gn 1-2) ed è «tempio dello Spirito santo» (1Cor 6,19): qui sta la grandezza, la preziosità , la bellezza della nostra vita, corpo e spirito. Maria, creatura come noi, già partecipa alla gloria del cielo e da lassù, intercede per noi affinché procediamo sicuri lungo il cammino tracciato dal suo Figlio e nostro Signore Gesù. Vediamo di seguirne le sue orme per capire come giungere anche noi dove sono loro. Â
a) Innanzitutto, ci ricorda il vangelo, Maria ha creduto alle parole dell’Angelo: «Nulla è impossibile a Dio» (Lc 1,37). E di esperienze umanamente impossibili, Maria ne ha passate: diventare Madre senza aver conosciuto uomo (Lc 1,34); sua cugina Elisabetta, anziana e sterile, che concepisce ed è già al sesto mese (Lc 1,36).
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A dimostrazione che Dio continua ad operare nella storia, a compiere meraviglie, a far sbocciare la vita dove sembra che non ci sia vita. In un tempo come il nostro in cui l’uomo crede di salvarsi da solo con le sue forze – e l’intelligenza artificiale! -, la solennità della Vergine Maria c’invita a rimettere i piedi per terra, a non crederci invincibili perché basta un virus, una grandinata, un terremoto, un crac finanziario, una malattia… per farci prendere dalla paura e ritrovarci immobilizzati, fino a perdere fiducia e speranza. La Vergine Maria, in questa solennità , c’invita ad alzare lo sguardo, a guardare alla Meta, a fidarci di Dio, perché solo Dio rende possibile l’impossibile.
Credere è proprio riconoscere che Dio opera in modo invisibile ma reale dentro la nostra vita e arriva lì dove noi mai ci aspetteremo di arrivare. Fede significa credere che Gesù ha vinto sul drago che è la morte, e su tutti quei «draghi» che sono sempre pronti a divorare la nostra speranza (cfr 1^ lettura). Maria ha creduto, si è fidata, si è lasciata guidare perché nulla potesse rubarle la Gioia di cui era stata destinataria. Â
b) Maria ci dona anche un secondo insegnamento: accettare i tempi di Dio, saper attendere e pazientare. Noi viviamo in un tempo in cui vogliamo tutto e subito, in cui basta un click per ottenere ogni cosa. Possiamo quasi dire che ormai non viviamo più il tempo, lo divoriamo. Maria è chiamata a rispettare i tempi, a saper attendere, pazientare, riflettere. Anche quando non capisce, Lei sa custodire: lo fece di fronte alle parole dei pastori – «Custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19) -; e di fronte al figlio Gesù ritrovato nel Tempio – «Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore» (Lc 2,51). Maria insegna la virtù della pazienza, dell’attesa, aiutandoci a recuperare l’arte del contadino: «Egli aspetta con pazienza che la terra produca i suoi frutti…» (Gc 5,7).
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In un tempo in cui si è sempre on-line, in diretta… dove si dice e decide senza ponderare, la Vergine Maria c’invita a ricordare, a lasciar decantare le cose che si vivono, affinché il tempo faccia crescere e maturare una riflessione più pacata e matura, non influenzata dalla forza emotiva del momento. Â
L’esperienza di Maria si fa canto, si trasforma in Magnificat, perché «Grandi cose ha fatto l’Onnipotente…» (Lc 1,49). La solennità odierna ci riporta coi piedi per terra per poter rilanciare il cuore verso il cielo, la nostra Meta. Così, una festa che appare tutta «spirituale» si rivela quel codice necessario per comprendere il vero senso della vita e ricordarci che lo stordimento dell’estate – e ormai non solo dell’estate – rischia di farci dimenticare a cosa siamo chiamati, dove siamo incamminati, Chi ci attende alla Meta. Non resta che affidarci alla Vergine Maria, Assunta in cielo, affinché ci educhi alla sapienza della vita per poter riconoscere le grandi cose che Dio compie anche in noi e attorno a noi e cantare con lei il nostro Magnificat per le cose impossibili che Dio ha reso possibili.
Lc 1, 39-56 | don Andrea Vena 70 kb 39 downloads
Solennità dell’Assunzione della beata Vergine Maria, anno A (15 agosto 2023) Ap…Il commento al Vangelo di martedì 15 agosto 2023 curato da don Andrea Vena. Canale YouTube.