Concludiamo oggi il capitolo XIII di Matteo, dedicato alle parabole: il seminatore che getta il seme su vari terreni (13,1- 23, XV domenica); il grano e la zizzania (24-43, XVI domenica) e oggi il tesoro nel campo. Linguaggio e modalità che come abbiamo già avuto modo di spiegare, Gesù utilizza per aiutarci, attraverso l’uso delle immagini, a cogliere messaggi nascosti e profondi dentro gli ordinari momenti della vita.
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Il testo del vangelo viene oggi introdotto da un bellissimo passo tratto dal I Libro dei Re, dove Salomone chiede a Dio il dono della Sapienza: «Signore Dio… io sono solo un ragazzo… Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia… A Dio piacque la richiesta e rispose: Ti concedo un cuore saggio e intelligente». È proprio questa sapienza interiore che aiuta a cogliere i veri «tesori», le vere «perle» che danno valore alla vita. A volte, infatti, c’è il rischio di lasciarsi incantare e abbagliare dall’apparenza, dimenticando che Dio «guarda al cuore» (cfr 1Sam 16,6-11). L’arte del discernimento, che Salomone domanda a Dio, è proprio quella capacità di scorgere nel terreno della vita (cfr domeniche precedenti) il bene che Dio semina per saperlo coltivare con pazienza e fiducia, animati dalla certezza – come canteremo nel Salmo – che «La mia parte è il Signore… più di mille pezzi d’oro e d’argento… Perciò amo i tuoi comandamenti, più dell’oro e dell’oro fino».
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vv. 44-45: Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».
C’è un tesoro nascosto e quindi ignorato perché sta sotto terra. Un contadino, forse per caso, lo trova e, compreso il valore, lo nasconde per acquistare il campo. Stessa dinamica avviene per il mercante che trova la perla preziosa, per la quale vende tutti i suoi averi, e l’acquista. In quel tesoro e in quella perla Gesù c’invita a cogliere il «regno di Dio» per il quale merita perdere tutto per conquistare tutto, così come propose al giovane ricco: «Va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo. Poi vieni, seguimi!» (Mt 19,21). Il regno di Dio, la persona stessa di Gesù è quel tesoro per il quale merita giocarsi tutta la vita, consapevoli che ad un certo punto bisogna scegliere da quale parte stare, perché «Non potete servire Dio e la ricchezza!» (cfr Mt 6,24), o, come insegnatoci sul Monte, “Non accumulate tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là è anche il tuo cuore» (Mt 6,19-21).
Scegliere Gesù e la causa del Regno è questione di gioia, evidenziano le due parabole: sia il contadino che il mercante, infatti, «pieni di gioia» vendono e acquistano. Scegliere Gesù è questione di gioia! Ecco perché, come Salomone, siamo chiamati a chiedere a Dio il dono del discernimento, della sapienza, per scegliere fino in fondo da quale parte stare, scegliere il vero tesoro, la vera gioia: «Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Gv 15,11). Non semplice emozione, dunque, ma gioia del cuore, gioia che da stabilità, infonde fiducia e speranza.
Tesoro/perla sono già nel terreno del nostro cuore: chiedono di essere cercati, scoperti, accolti. Una ricerca che chiede il tempo per ascoltare il Signore nella sua Parola, bussola per orientarsi; pazienza e attenzione, per cogliere i segni di Dio nella vita quotidiana; discernimento, per saper distinguere il vero tesoro. È l’arte del vivere. Una cosa è certa: chi incontra il Signore, vero tesoro della vita, cambia tutto. Chi lo incontra sul serio, lascia tutto per prendere il Tutto. E la gioia che deriva da questa scoperta, si tramuta in forza per cambiare radicalmente le nostre priorità di vita. Ripensiamo solo a san Paolo, il quale scrive «A causa di Cristo…ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui» (Fil 3,7-9). Lo sguardo va dato non a ciò che si lascia, ma a ciò che si è trovato, al tesoro! Causa della vera gioia!
vv. 47-51: Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?”. Gli risposero: “Sì”. Ed egli disse loro: “Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche”.
«Una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci…». Questa terza parabola ci trasporta alla fine del mondo quando Gesù esprimerà il suo giudizio. C’è dunque un tempo per pescare e un tempo per valutare, così come c’è stato il tempo della semina e ci sarà il tempo del raccolto (cfr parabola del «grano e zizzania», domenica scorsa). Come accennavamo domenica scorsa, la zizzania non va mai estirpata per evitare che danneggi il grano, ma si deve attendere che tutto giunga a maturazione. È il tempo del giudizio.
La vita è l’occasione che Dio ci dona per maturare e portare frutti buoni. Il vangelo è la bussola che bene può orientare i nostri passi lungo questo bel e sano vivere, sapendo portare frutti d’amore, di giustizia, di misericordia, di pace. Gesù fa la sua proposta, poi spetta a noi accoglierla, consapevoli che il terreno della nostra vita è impastato di grano e di zizzania, di bene e di male… Ma restiamo comunque un terreno buono dove è sepolto un tesoro che chiede di essere cercato e scoperto.
Il tesoro, la perla… non sono presenti in terreni perfetti, perché questi non esistono. Gesù ci ha aiutati in queste domeniche a prendere coscienza che il terreno della nostra vita è quello che è: in parte buono, in parte pieno di rovi, in parte col seme buono e altro con zizzania… ma qui in mezzo il tesoro c’è. Dio ha profonda fiducia in noi, a tal punto da essersi messo nelle nostre mani, nel nostro cuore… Chiede solo di camminare con noi, di essere riconosciuto quale Bene sommo, tesoro di vera sapienza (cfr San 8,17). Riconoscere la sua centralità nella vita non annulla la nostra vita, come spiega il vangelo alla fine: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Chi trova il tesoro cambia le sue priorità, ma non cancella la sua esperienza di vita. In Cristo, ricorda san Paolo, «Sono nascosti tutti i tesori della sapienza di Dio» (Col 2,3).
Salomone, nella prima lettura, non si accontenta dei tesori ma punta al Tesoro dei tesori, a quel Tesoro che racchiude ogni tesoro. Credere in questo, fidarsi della Parola del Signore, accettare il suo invito è sempre un rischio, è vero, ma è l’unica proposta che darà la gioia che il cuore attende. Gesù ha promesso di essere sempre con noi e sempre ci invita a rischiare sulla sua Parola: «Prendi il largo…» (cfr Lc 5,4), perché io sarò sempre con te. In te (cfr Mt 28,20).
Il commento al Vangelo di domenica 30 luglio 2023 curato da don Andrea Vena. Canale YouTube.