Domenica scorsa, lungo il cammino che da Cafarnao porta a Gerusalemme, Gesรน aveva portato a galla quanto aleggiava nei cuori dei discepoli: ยซAvevano parlato su chi fosse il piรน grandeโฆยป, dimostrando sรฌ che Lo seguivano, ma nello steso tempo non โstavano dietro a Luiโ con tutto il cuore, la mente, lโanima e le forze (cfr Dt 6,4); continuavano invece a coltivare dinamiche umane, soprattutto la tentazione del potere. Oggi il vangelo ci presenta unโaltra tentazione, quella dellโesclusivitร , del ritenerci unici/esclusivi/insostituibili.
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Eโ una mentalitร che imprigiona in una pura logica terrena e porta a inevitabili disguidi, come emerge daiย testi odierni, a cominciare dalla I lettura tratta dal libro dei Numeri, che offre la chiave della lettura tematica del vangelo. Mosรจ sentiva che la responsabilitร che il Signore gli aveva affidato era troppo gravosa per lui solo, cosรฌ cominciรฒ a implorarlo per avere un aiuto. Dio allora gli disse: ยซRadunami settanta uomini tra gliย anzianiโฆ Io scenderรฒ e parlerรฒ loro; toglierรฒ dello spirito che รจ su di te e lo porrรฒ su di loro, e porteranno insiemeย a te il carico del popolo e tu non lo porterai piรน da soloยป (Nm 11,16-17).
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ยซErano rimasti due uominiย nellโaccampamentoโฆ E lo spirito si posรฒ su di loro; erano fra gli iscritti, ma non erano usciti per andare allaย tenda. Si misero a profetizzareโฆ Giosuรจ, figlio di Nun, servitore di Mosรจ disse: โMosรจ, mio signore, impediscili!โ.ย Ma Mosรจ gli disse: โSei tu geloso per me? Fossero tutti profeti nel popolo del Signore…โยป. Giosuรจ รจ ancoraย giovane e in questo frangente dimostra ancora immaturitร , ancor piรน di fronte alla risposta di Mosรจ, il qualeย si augura che tutti possano divenire profeti! Una immaturitร dovuta al fatto che la legge di Dio ancora nonย abitava in pienezza nel suo cuore, tanto che la liturgia ci farร rispondere a questo testo con il canto delย salmo 19: ยซLa legge del Signore รจ perfettaโฆ dallโorgoglio salva il tuo servo perchรฉ su di me non abbia potereยป.ย Con questa chiave di lettura, legata allโimmaturitร , allโaccecamento dovuto allโorgoglio di sentirsi miglioriย degli altri o appartenenti a una รฉlite privilegiata, entriamo nel testo del vangelo.ย
vv. 38-41: ยซGiovanni gli disse: โMaestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perchรฉ non ci seguivaโ. Ma Gesรน disse: โNon glielo impedite, perchรฉ non cโรจ nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non รจ contro di noi รจ per noiยป. Interessante notare che Giovanni (cf. Mc 1,16-20, sarร presente anche alla Trasfigurazione, Mc 9,2), non dice โTi seguivaโ, ma usa la particella โCiโ seguiva, a rimarcare la differenza tra โnoiโ e โloroโ. Giovanni, probabilmente a nome degli altri, manifesta cosรฌ una certa intolleranza verso coloro che non facevano parte del โgruppoโ. Gesรน risponde con un detto abbastanza diffuso in quel tempo nel mondo rabbinico: โA chi si รจ fatto del bene, non si fa subito dopo del maleโ.
vv. 42-50: ยซChi scandalizzerร uno solo di questi piccoli che credono in me, รจ molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti รจ motivo di scandalo, tagliala: รจ meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anzichรฉ con le due mani andare nella Geennaโฆ Se il tuo piede ti รจ motivo di scandalo, taglialoโฆ E se il tuo occhio ti รจ motivo di scandalo, gettalo viaโฆยป.
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Il verbo โscandalizzareโ ritma i singoli versetti e li lega uno con lโaltro. I โpiccoliโ non sono solo i bambini, ma ogni โesclusoโ, il quale non deve essere ingannato a tal punto da rischiare di essere condotto a rinnegare la fede. Le immagini cosรฌ scioccanti โ tagliare la mano, cavare lโocchioโฆ-, fanno parte del comune linguaggio di quel tempo e di quellโarea, dove erano soliti esprimersi per paradossi. Non vanno cioรจ prese alla lettera, ma รจ una modalitร di linguaggio iperbolico attraverso la quale si mira a scuotere gli spensierati. Gesรน, di fronte alla reazione dei discepoli, reagisce con un discorso duro, โparadossaleโ appunto, cercando ancora una volta di far capire a loro che lo โstare dietro a Luiโ chiede di aderire al suo messaggio, al suo modo di pensare, amare, agire.
Gesรน sta continuando il cammino verso Gerusalemme insieme ai suoi discepoli, ma il clima comunitario non รจ pacifico. Egli fa annunci della sua passione e i discepoli non capiscono, o si ribellano, come Pietro (cf. Mc 8,31-33). Quando, in assenza di Gesรน, viene chiesto ai discepoli di guarire un ragazzo epilettico, forse giudicato posseduto da uno spirito impuro, essi si mostrano incapaci di liberarlo dalla malattia (cf. Mc 9,14- 29); infine, i Dodici si mettono a discutere su โchi tra loro fosse piรน grandeโ (Mc 9,34, domenica scorsa).
Come dicevamo domenica scorsa, lungo il cammino da Cafarnao a Gerusalemme (200 km) Gesรน educa i suoi: questo percorso รจ simbolo del cammino della vita di ciascuno di noi, ed รจ molto piรน lungo di 200 km, perchรฉ si tratta di passare dal โpensare secondo gli uominiโ al โpensare secondo Dioโ (Mc 8,27-33; Is 55,8, I miei pensieri non sono i vostri pensieri). In fondo Giovanni, nel chiedere di impedire a una persona di fare del bene scacciando demoni, manifesta โ a nome del gruppo โ lโardore/lโamore/lโattaccamento per il suo Maestro, ma nello stesso tempo svela la sua e loro gelosia. Come a dire, โnon รจ dei nostriโ. Gelosia che in fondo dice che il โgruppoโ si ritiene โesclusivoโ (cfr intervento di papa Francesco alla Diocesi di Roma ad apertura dellโanno pastorale dedicato al cammino sinodale, 2021-22).
Ciรฒ che infastidisce i discepoli non รจ tanto il fatto che quella persona scacci demoni, ma il fatto che โnon seguiva loroโ, non era dei loro! Come se per vivere il vangelo servisse il loro permesso! Dinamiche che colgo anche in me, in ciascuno di noiโฆ e anche nella Chiesa stessa. Dinamiche che avvelenano il clima creando divisioni e opposizioni, oggi ancor piรน amplificate e distorte dai mezzi di comunicazione. Come non pensare ai momenti in cui giudico gli altri o la realtร con la granitica certezza di avere la veritร in tasca, permettendomi di stabilire chi appartiene e chi non appartiene alla vera Chiesa! Dimenticando anchโio, come i discepoli, che solo Gesรน รจ il Signore di tutta la Chiesa e solo lui conosce i suoi (cf. 2Tm 2,19).
E se un tempo cโerano i Dodici, oggi ci sono i โcristiani/praticanti non credentiโ che con il loro atteggiamento ricordano da vicino il rimprovero che Gesรน fa ai farisei: โGuai a voi, scrivi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perchรฉ cosรฌ voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarciโ (Mt 23,13). Accade, a volte, che chi dovrebbe fare da guida, favorire il cammino per entrare nel Regno, รจ invece proprio colui che lo impedisce, perchรฉ accecato da orgoglio e gelosia, spirito di esclusivitร .
Gesรน, cosรฌ come Mosรจ nella prima lettura, insegna invece a lasciare operare lo Spirito, il quale โSoffia dove vuoleโ (Gv 3,8): non possiamo lasciarci guidare da una sorta di โesclusivismoโ, come se noi fossimo tutti perfetti, anche perchรฉ arriverร il giorno in cui ci presenteremo davanti al Signore e ci saranno tante sorprese: โAbbiamo mangiato e bevuto in tua presenzaโฆ Non vi conosco!โ (Lc 13,26-27). Gesรน educa dunque i suoi discepoli, e in loro educa me e ciascuno di noi. Non si tratta tanto di domandarci se uno รจ o non รจ dei nostri, ma si tratta di restare ancorati alla Parola e allora la domanda giusta sarร : โSono io, siamo noi di Cristo?โ (cfr 1Cor 3,22-23). E questo chiede di pensare come Lui, di avere i suoi modiโฆ per evitare di essere sale insipido (cfr Mc 9,50). Identificarsi con Gesรน significa riconoscere che basta dare un bicchiere dโacqua nel suo nome รจ giร si fa parte con Lui!
Essere motivo โdi scandaloโ con i nostri peccati, le nostre fragilitร , la nostra arroganza, la nostra ambizione di scalare posizioni magari sulla pelle degli altriโฆ di questi scandali ciascuno โ io, noi tutti โ dovremmo un giorno rispondere, perchรฉ โNessuno viene a me se il Padre non lo attiraโ (Gv 6,41-59). Non possiamo dimenticare che dietro a ogni persona che desidera incontrare in qualsiasi modo Gesรน, cโรจ sempre la forza attrattiva del Padre, e chi sono io, tuโฆ noi per porre ostacoli?! Sono o siamo forse migliori?! Se uno ha fatto esperienza di amore, di misericordiaโฆ chi sono io per fermarlo nel narrare con la vita e la parola le grandi cose che Dio ha fatto in lui e per lui? Forse il mio appartenere al Signore รจ motivo di merito personale o non รจ frutto della grazia di Dio?
Dentro a quelle immagini cosรฌ paradossali, Gesรน vuole farmi e farci capire che talvolta estirpare ciรฒ che siย oppone al suo messaggio in noi, รจ doloroso, ma sempre meno di quello che potrebbe capitarci al termineย del cammino della nostra vita. Gesรน educa al suo pensare, a tener conto che โDio ci ha amati per primoโ (cfrย 1Gv4,19). Allora โmani, piedi, occhiโฆโ hanno senso se sono a servizio di Gesรน, se indicano lui come unicoย Maestro da amare e servire. Altrimenti non hanno ragione di esistere, meglio che non ci siano. Ciรฒ che vieneย prima di tutto non siamo noi, ma รจ Lui. Questo chiede di tornare sempre al โnostro postoโ, โdietro a Luiโ:ย la tentazione per la quale Pietro รจ stato rimproverato da Gesรน (Mc 8,33) ritorna continuamenteโฆ e chiedeย vigilanza. E nellโindicare โmani, piedi, occhiโฆโ Gesรน ci suggerisce anche che i mali non sono sempre fuoriย di noi, non sono sempre causati degli altriโฆ ma sono anche miei, io ne sono la causa. Cosรฌ concreti e viciniย che sono โla mia mano, i miei piedi, i miei occhiโฆโ. Sono chiamato a riconoscerlo e a gettare tutto nel cuoreย misericordioso di Gesรน. Se la tua mano ti รจ di scandalo, tagliala! Cioรจ cambia: offri un bicchiere dโacqua aย uno dei piรน piccoli! Gesรน non chiede cose straordinarie, ma punta a semplificarmi la vita, a renderla piรนย facile: โAvevo fame, seteโฆโ (Mt 25). Piccoli gesti che dicono la mia/tua conversione, lโaver accolto lโinvitoย paradossale di Gesรน!ย
Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.