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don Andrea Vena – Commento al Vangelo di domenica 23 Marzo 2025

Domenica 23 Marzo 2025 - III DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 13,1-9

Continuiamo il nostro cammino alla Scuola della Liturgia in questo tempo di Quaresima. Dopo Abramo (domenica scorsa), oggi nella Prima Lettura ci viene affiancato un altro testimone, Mosรจ. Egli โ€“ dice il testo โ€“ vedendo il roveto non bruciare, decide di avvicinarsi: โ€œVoglio avvicinarmi ad osservare questo grande spettacoloโ€ (v. 3).

Continua dopo il video.

Ma la vita non รจ un โ€œgrande fratelloโ€, tanto che Dio dal roveto gridรฒ/sgridรฒ a Mosรจ: โ€œTogliti i sandaliโ€! Come a dire: non avvicinarti con la superbia di sapere tutto, come se la vita si potesse ridurre a pura curiositร . In quel โ€œtoglierti i sandaliโ€ non cโ€™รจ solo la richiesta di rispetto di fronte a Dio, ma anche lโ€™invito a non montarsi la testa, a rimettere i piedi per terra.

Di fronte alla vita รจ importante porsi in ascolto, perchรฉ ogni avvenimento ha qualcosa da suggerire al di lร  di quello che vediamo o comprendiamo. E nellโ€™obbedire, Mosรจ comprende che Dio gli sta affidando una missione: dare una risposta alla sofferenza del popolo. Comprende di essere lui stesso la risposta alla sofferenza del suo popolo!

Gesรน ci invita alla conversione

Con questa prospettiva possiamo accostarci al Vangelo, dove Gesรน agisce ed educa allo stesso modo: di fronte agli eventi terribili, ingiusti o tragici della vita, non possiamo limitarci a giudicare da spettatori, ma dobbiamo domandarci sempre: โ€œCosa vuoi dirmi, Signore, attraverso questo evento?โ€

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La vita non si analizza, ma si accoglie come una domanda che interpella, di fronte alla quale siamo chiamati a convertirci, agendo con e come farebbe Dio. Come canteremo nel Salmo: โ€œPerdona tutte le tue colpeโ€ฆ salva dalla fossa la tua vitaโ€ฆ compie cose giusteโ€ฆ misericordioso e pietoso รจ il Signoreโ€. Come Lui, io, noi.

Il Vangelo di oggi: una chiamata alla conversione

“In quel tempo si presentarono alcuni a riferirgli il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesรน disse loro: ยซCredete che quei Galilei fossero piรน peccatori di tutti i Galilei per aver subรฌto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollรฒ la torre di Sรฌloe e le uccise, credete che fossero piรน colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modoยป.”

Gesรน fa riferimento a un massacro storico avvenuto per ordine di Pilato, che aveva particolarmente scosso il popolo. Si trattava di un assalto nel cortile del tempio mentre venivano offerti sacrifici, e il sangue dei Galilei si era mischiato con quello degli agnelli sacrificati.

Gli uditori pongono i fatti sul piano storico, ma Gesรน invita a guardarli con gli occhi della fede. Lo avevamo giร  accennato domenica scorsa: gli eventi devono essere abbracciati con amore e fiducia in Dio, non solo con i nostri criteri umani!

Quando arriva una malattia o un dolore, la prima domanda che sorge รจ: โ€œCosa ho fatto di male per meritarmi questo?โ€ Gesรน invece vuole farci capire che questi eventi non sono punizioni personali, ma opportunitร  per ricordare che la vita รจ fragile e ogni momento รจ unโ€™occasione di conversione.

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Ogni evento รจ unโ€™opportunitร  di grazia

Ogni evento, quindi, รจ sempre un evento di grazia, un dono di salvezza, un’opportunitร  per cambiare. La realtร  รจ intrisa di male (cfr. il grano e la zizzania, Mt 13,24-53), e ciascuno di noi รจ responsabile del mondo in cui vive. Il male รจ dentro di noi, e in un modo o nellโ€™altro, vi contribuiamo.

Ecco perchรฉ รจ importante cambiare sguardo sulla vita: ogni esistenza รจ precaria, segnata dal male e dalla morte. Di fronte alla tentazione di vedere tutto con occhi umani, Gesรน ci invita ad abbracciare la sua logica: quella della misericordia e della speranza.

La parabola del fico: la pazienza di Dio

La seconda parabola parla del fico che non porta frutti. Da una parte, il padrone dice: โ€œEcco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perchรฉ deve sfruttare il terreno?โ€

Dallโ€™altra, la reazione dellโ€™operaio รจ diversa: โ€œPadrone, lascialo ancora quest’anno, finchรฉ gli avrรฒ zappato attorno e avrรฒ messo il concime. Vedremo se porterร  frutti per l’avvenire; se no, lo taglieraiโ€.

Questa parabola si puรฒ sintetizzare con due verbi: โ€œTaglialo!โ€ (Lc 13,7) e โ€œLascialoโ€ (Lc 13,8). Il primo riflette la logica umana: chi non porta frutto viene escluso. Ma il secondo รจ lo stile di Dio: dare sempre una nuova possibilitร , offrire ancora il suo amore e la sua grazia.

Sembra quasi un gioco di complicitร  tra il Padre e il Figlio. Gesรน stesso รจ venuto per inaugurare questo Anno di Grazia: โ€œLo Spirito del Signore รจ sopra di meโ€ฆ mi ha mandatoโ€ฆ a proclamare lโ€™anno di grazia del Signoreโ€ (Lc 4,18).

Conclusione: vivere la Quaresima con consapevolezza

Da questi primi passi del cammino quaresimale, simbolo della nostra vita, possiamo cogliere alcune coordinate fondamentali. Il cammino di conversione ci invita a passare da persone non pensanti a persone pensanti, da individui superficiali a persone di spessore, capaci di andare in profonditร .

Chiediamo al Signore di aiutarci a vivere questa Quaresima con consapevolezza, ricordando che la pazienza di Dio non รจ infinita, ma ci รจ donata per darci il tempo di convertirci. Questo โ€“ dicevamo il Mercoledรฌ delle Ceneri โ€“ รจ il tempo favorevole per convertirci!

Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.