HomeVangelo della Domenicadon Andrea Vena - Commento al Vangelo di domenica 22 Settembre 2024

don Andrea Vena – Commento al Vangelo di domenica 22 Settembre 2024

Domenica 22 Settembre 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mc 9,30-37

Continuiamo il nostro cammino alla Cattedra dellโ€™Eucaristia domenicale, giorno in cui la Comunitร  cristianaย  si raduna per stare insieme, per ascoltare la Parola, per nutrirsi del Pane del Cielo. Ricchi di questa esperienzaย  di fraternitร  e di fede, lungo la settimana siamo invitati a narrare con la vita quanto ascoltato e vissuto. Unย  cammino certamente non lineare, come abbiamo visto domenica scorsa anche nellโ€™esperienza di Pietro:ย  riconosce Gesรน come โ€œil Cristoโ€ e subito dopo lo rimprovera perchรฉ prospetta una vita umanamente ingloriosa, ma vincente agli occhi di Dio. E come Pietro, quante volte anche noi!ย 

Il testo del vangelo viene preceduto dalla I lettura con un brano tratto dal libro della Sapienza: โ€œTendiamo  insidie al giusto che per noi รจ dโ€™incomodo e si oppone alle nostre azioniโ€ฆ Vediamo se le sue parole sono vereโ€ฆ se infatti il giusto รจ figlio di Dio, egli verrร  in suo aiuto e lo libererร โ€ฆโ€. Sarร  proprio Dio a liberare il giusto,  perchรฉ โ€œil Signore รจ vicino a chi ha il cuore ferito, egli salva gli spiriti affrantiโ€ฆ ascolta il grido del poveroโ€  (Sal 34,19). Gesรน โ€œridร โ€ dignitร  a coloro che lโ€™hanno perduta, tanto che il salmo canterร : โ€œIl Signore sostiene  la mia vitaโ€ฆ Dio รจ il mio aiuto, il Signore sostiene la mia vitaโ€ฆ perchรฉ รจ buonoโ€. In Gesรน lโ€™attesa รจ finita: Lui si  prende cura dei piccoli e dei deboli, capovolgendo la logica umana: โ€œGli ultimi saranno primi e i primi ultimiโ€  (Mt 20,16).  

vv. 30-32: ยซโ€œIn quel tempo, Gesรน e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: โ€œIl Figlio dellโ€™uomo viene consegnato  nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerร โ€. Essi perรฒ non  capivano queste parole e avevano timore di interrogarloยป.  

- Pubblicitร  -

Gesรน prosegue il โ€œviaggioโ€ che lo condurrร  verso Gerusalemme. E lungo la via, ai soli suoi discepoli, ribadisce quanto aveva appena confidato, ossia la sua sorte di sofferenza, morte e risurrezione (cfr Mc 8,31).  Questo ribadire mira a โ€œpurificareโ€ la loro errata idea sulla missione che Lui รจ venuto a portare e che loro  comprenderanno fino in fondo solo dopo la risurrezione, come si puรฒ anche cogliere dal dialogo con i due  discepoli di Emmaus: โ€œNoi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciรฒ, son passati tre giorni da  quando queste cose sono accaduteโ€ฆโ€ (cfr Lc 24,21). Infatti, il testo conclude: โ€œEssi perรฒ non capivano queste parole e avevano timore  di interrogarloโ€. (cfr Mc 10,35ss: โ€œConcedici di sedere alla tua destraโ€ฆ e gli altri si indignaronoโ€: anche in questo caso, seguono Gesรน,  ma continuano a usare i loro criteri). 

vv. 33-34: ยซGiunsero a Cafarnao. Quando fu in casa, chiese loro: โ€œDi che cosa stavate discutendo per laย  strada?โ€. Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse il piรน grandeยป.ย 

Cafarnao รจ la cittร  di Pietro, dove Gesรน aveva predicato in Sinagoga e guarito la suocera di Pietro (1,29ss).ย  Gesรน sa cosa รจ presente nei loro cuori, ma non li umilia, e ancora una volta educa domandando, coinvolgendo.ย 

- Pubblicitร  -

vv. 35-37: ยซSedutosi, chiamรฒ i Dodici e disse loro: โ€œSe uno vuole essere il primo, sia lโ€™ultimo di tutti e il  servitore di tuttiโ€. E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: โ€œChi accoglie  uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi  ha mandatoโ€ยป. 

Come un maestro, Gesรน si siede e chiama attorno a sรฉ i discepoli. Al capitolo 3, 13 Gesรน aveva chiamato iย  discepoli per farne i Dodici apostoli; al capitolo 6,7 li chiama per inviarli; ora li chiama per spiegare qualeย  identitร  sono chiamati ad assumere: โ€œSe uno vuol essere primo, sia ultimo di tutti e servo di tuttiโ€. Prese poiย  un bambino e lo pose in mezzo. Al tempo di Gesรน il bambino non era considerato significativo, in quantoย  โ€œimproduttivoโ€; il contesto greco poi, lo riteneva ancora โ€œincompiutoโ€, in quanto non formato fisicamente,ย  dipendente dagli adulti, โ€œvive di donoโ€. Andando contro la convinzione comune, Gesรน esprime il suo pensiero: โ€œChi accoglieโ€ฆ nel mio nomeโ€, significa: accogliere i piccoli per la loro appartenenza a Gesรน (cfr Mcย  10,14ss: โ€œLasciate che i bambini vengano a meโ€ฆ a chi รจ come loro infatti appartiene il regno di Dioโ€ฆ Chi nonย accoglie il regno… come lo accoglie un bambino, non entrerร  in essoโ€. Con i suoi gesti, Gesรน obbliga i suoiย  discepoli a cambiare prospettiva, a porre la โ€œperiferiaโ€ al centro dellโ€™attenzione: ora con il bambino, al capitolo 3,3 con lโ€™uomo dalla mano paralizzata.ย ย 

Come con i discepoli, cosรฌ Gesรน accompagna i miei e nostri passi verso la โ€œGerusalemme celesteโ€. Lungo laย  via ci educa alla logica del suo vangelo e ci ricorda il cuore della nostra identitร , della nostra fede: Lui haย  sofferto, รจ morto ed รจ risorto per amore. Per me. Per tutti noi. Questo รจ il cuore di tutto! E il Signore cโ€™invitaย  ad entrare in questa logica, a imitare quanto Lui stesso ha fatto nella/della sua vita: un dono per gli altri,ย  senza riserve, fino allโ€™ultimo. Se da una parte questo mi entusiasma, dallโ€™altra mโ€™accorgo di essere come iย  discepoli e, pur in cammino verso il Cielo, continuo a coltivare pensieri e ambizioni umane. Cosรฌ anchโ€™io,ย anche noi, alla domanda di Gesรน: โ€œDi cosa stavate discutendo lungo la strada?…โ€ non rispondiamo. Nonย  tanto perchรฉ non abbiamo capito lโ€™insegnamento di Gesรน, anzi! Lo abbiamo capito fin troppo bene, questoย  รจ il punto! Ma non lo sentiamo nostro. Mโ€™accorgo di preferire una vita cristiana di โ€œfacciataโ€, โ€œsuperficialeโ€โ€ฆ Mi accontento di capire giusto il minimo indispensabile, ma non vado oltre. Preferisco non approfondire laย  Parola, la proposta di Gesรน. Evito di diventare adulto nella fede, restando a una bella e ordinata vita di devozione, ma niente di piรน. Dimenticando che solo in Gesรน troverรฒ e troveremo il mio e nostro posto nellaย  vita.ย ย 

E dal momento che non mi confronto seriamente con Gesรน e la sua proposta, mi limito a โ€œparlare con gliย  altriโ€, proprio come hanno fatto i discepoli: โ€œPer la strada avevano discusso tra loro su chi fosse il piรน grandeโ€,ย  come i figli di Zebedeo che desideravano sedersi alla destra del Padre e gli altri a indignarsi, dimostrandoย  che la pensavano allo stesso modo! Ecco, nel momento che distolgo/distogliamo lโ€™attenzione dalle cose delย  Cielo, ci adeguiamo alla logica della terra: carriera, successo, banalitร โ€ฆ per poi cadere nella gelosia, nellโ€™invidia, come denuncia oggi san Giacomo nella II lettura: โ€œDove cโ€™รจ gelosia e spirito di contesa, cโ€™รจ disordine eย  ogni sorta di cattive azioniโ€ฆ Le guerre e le litiโ€ฆ vengono dalle vostre passioni che fanno guerra in voiโ€ฆโ€.โ€œComeย  potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri e non cercate la gloria che viene da Dio?โ€ (Gv 5,44).

Quel โ€œparlarsiโ€ tra loro su chi fosse il piรน grande, esprime la volontร  di far leva sulle proprie capacitร . รˆ unaย  visione orizzontale priva di orizzonte di โ€œCieloโ€. Parlarsi addosso, senza sguardo verso il cielo, รจ riduttivo.ย  A tal proposito scrive don Fabio Rosini: โ€œTante energie nella pastorale giovanile seguono le creativitร  del mondo, sono un parlarsiย  addosso, dove i progetti e gli eventi non cโ€™entrano niente con la fede, ma sono un susseguirsi di tecniche banali che balbettano la logicaย  del mondo, dove oltretutto fanno anche meglio! La chiave della vita nuova รจ lโ€™accoglienza, รจ essere nelle braccia aperte che accolgonoย  la realtร . Vivere la realtร  รจ molto piรน creativo che non inventarsi chissร  quale stramberia pastoraleโ€. La catechesi esperienziale, adย  esempio, non รจ fare tante esperienze fantasiose e irreali, che comunque non ripeterai mai fuori da determinati luoghi. Ma รจ accogliere la vita concreta e reale e da essa trarne una catechesi, in essa impegnarsi con il cuore e gli occhi di Gesรน. Questo รจ molto piรนย  difficile perchรฉ chiede di lasciare la soglia, di lasciare un certo approccio superficiale, di interrogarsi: โ€œCosa mi vuoi dire Signore attraverso questo evento?โ€. E questo chiede ascolto. Allora scopriremo che tutto parla e canta di Dio: โ€œTutto รจ segno per chi credeโ€,ย  diceva beata Benedetta Bianchi Porro.ย 

La realtร  ci chiede di accettare di rispondere sul serio alla domanda di Gesรน: โ€œDi cosa stavate discutendo  lungo la via?โ€. Coltivare sentimenti di ambizione, di gelosia, di successoโ€ฆ รจ non aver compreso la Parola, รจ  un essersi lasciati โ€œrubareโ€ la Parola seminata (cfr Mc 4,1ss, parabola del seminatore).  Non basta allora โ€œaccompagnareโ€ Gesรน, ma รจ necessario accettare di โ€œseguirloโ€: โ€œChi vuole venire dietro a  me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce, e mi seguaโ€ (Mc 8,34 โ€“ domenica scorsa). โ€œSeguireโ€ chiede di  accettare di โ€œstare dietro a Luiโ€, di lasciare al Signore tracciare la Via. Stare dietro significa accettare che la  logica di Gesรน รจ ben diversa dalla nostra: โ€œChi vuole essere il primo, sia lโ€™ultimoโ€ฆโ€ (v. 36). Mettere il bambino  al centro significa togliere me/te dal centro dellโ€™attenzione, dal sentirci noi importanti. Significa imparare a  vedere cosa/chi รจ importante. 

Di fronte allโ€™imbarazzato silenzio dei discepoli โ€“ e oggi mio e nostro โ€“ Gesรน non rimprovera, ma educa, mettendo al centro un bambino. Indifeso, senza diritti, deboleโ€ฆ amato. Se non diventerete come bambiniโ€ฆ Gesรน cโ€™invita a recuperare il bambino che cโ€™รจ in noi, a lasciare ragionamenti calcolatori e complicati, e imparare a vivere di quanto si riceve da Lui. In fondo il bambino รจ tenerezza, รจ abbraccio, รจ emozioneโ€ฆ non sa nulla di ragionamenti complicati, ma conosce come nessuno la fiducia e si affida. Accogliere i โ€œpiccoliโ€ indica  che non si agisce per avere un contraccambio, ma in gratuitร , cosรฌ come รจ โ€œsenza scopo di lucroโ€ invitare poveri e storpi (cfr Lc 14,12), o fare elemosina senza suonare le trombe (Mt 6,2), o pregare in camera chiudendo la porta (Mt 6,6). A โ€œcapoโ€ della Comunitร , quindi, Gesรน non chiama i migliori, i piรน intelligentiโ€ฆ ma  chiama chi ha fatto propria questa logica di accoglienza, di servizio, di donoโ€ฆ che รจ portare la Croce. รˆ accettare di divenire pastori capaci di donare la vita (cfr Gv 10,11). Ma lโ€™esperienza dei Discepoli ci suggerisce  che questo cammino รจ piรน lungo di quello che si pensa. Non sono solo i 200 km che separano Cafarnao da  Gerusalemme, รจ molto piรน lungo, perchรฉ si tratta di passare dal pensare/progettare/decidere con la mia sola  testa alla logica di Gesรน, mio Signore e mio Dio, mio Maestro e Modello di vita. Perchรฉ se qualcosa devo  fare, devo farlo con Lui, per Lui, come Lui.  

Un ultimo pensiero. Se Gesรน, il Maestro, si รจ ritrovato con discepoli che pensavano e parlavano dโ€™altroโ€ฆ figuriamoci noi educatori (genitori, catechisti, sacerdotiโ€ฆ)! A noi perรฒ imparare da Gesรน: evitiamo ulteriori  parole, predicheโ€ฆ ma โ€œmettiamo il bambino al centroโ€, cioรจ mostriamo con la vita il messaggio che desideriamo comunicare. Con la vita, non con le parole, nรฉ tanto meno con le predicheโ€ฆ parole al vento!

Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.

Articoli Correlati