don Andrea Vena โ€“ Commento al Vangelo di domenica 22 Ottobre 2023

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Domenica scorsa abbiamo ascoltato la terza e ultima parabola dedicata al Regno di Dio: nella XXVI domenica (1ยฐ ottobre) la Liturgia ci ha proposto la parabola dei due figli, dei quali uno si rifiuta ma poi fa quanto richiesto, lโ€™altro accetta  ma non fa; nella XXVII domenica (8 ottobre), la parabola della vigna, dove i vignaioli non rispondono del loro lavoro al  padrone; domenica scorsa, il banchetto di nozze, dove alla fine uno si presenta senza lโ€™abito nuziale. Tre parabole per  far riflettere i farisei di ieri โ€“ e oggi noi! โ€“ sulla chiusura o le storture che custodiamo di fronte alle cose del Regno di Dio.  Con il brano di oggi, invece, inizia una serie di dialoghi e discussioni tra Gesรน e i suoi avversari, gli stessi che troveremo  al processo di Gesรน come si puรฒ ben cogliere nellโ€™incipit del vangelo odierno: ยซI farisei se ne andarono (il riferimento รจ  alla festa di nozze narrata domenica scorsa) e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesรน nei suoi di scorsiยป.

don Andrea Vena - Commento al Vangelo di domenica 22 Ottobre 2023

Questa sarร  la prima delle tre argomentazioni che incontreremo in queste domeniche: oggi la discussione sullโ€™obbligo del tributo a Cesare; domenica prossima quella sul piรน grande dei comandamenti (Mt 22,34-40); tra due  domeniche, la critica verso coloro che caricano di inutili fardelli il popolo (Mt 23,1-12). Attraverso queste discussioni  Gesรน vuole far emergere quanto cโ€™รจ nel cuore dei suoi interlocutori, incapaci di cogliere i segni di Dio dentro la loro vita, solo perchรฉ prigionieri dei loro calcoli e interessi. Le ultime due domeniche, infine, torneremo a proiettarci verso la  Meta, quando nella XXXII domenica saremo invitati a essere come vergine sagge (Mt 25,1-13) e servi capaci di trafficare  con sapienza e fiducia i talenti ricevuti nellโ€™attesa del ritorno del Re, il Signore (Mt 25,14-30). Per giungere cosรฌ allโ€™ultima  domenica, solennitร  di Cristo Re dellโ€™Universo, quando ci confronteremo con il giudizio universale: ยซAvevo fame, e mi  avete dato da mangiareโ€ฆยป (Mt 25,31-46).

Lโ€™impegno del cammino e lโ€™assunzione di responsabilitร , dunque, non sono fine a se stessi, ma รจ finalizzati a farci trovare pronti, vigilanti e responsabili per entrare nel banchetto del Regno di Dio.  Tornando ai tre testi sui quali mediteremo in queste domeniche, i farisei sottovalutano un dato fondamentale, che  bene รจ inquadrato dalla prima lettura scelta per questa celebrazione. Come il Re Ciro โ€“ pur pagano โ€“ รจ stato scelto da  Dio per liberare il suo popolo cosรฌ Gesรน, il Figlio di Dio, guiderร  il suo popolo verso la libertร : ยซSceltoโ€ฆ per abbattere  davanti a lui le nazioniโ€ฆ per aprire davanti a lui i battenti delle porte e nessun portone resterร  chiusoโ€ฆ Dio lo ha  eletto, chiamato per nomeโ€ฆ Non cโ€™รจ altro Signore, altro dioโ€ฆยป. Esperienza che si fa canto di lode nelle parole del  salmo: ยซCantate al Signore un canto nuovoโ€ฆ grande รจ il Signore e degno di ogni lodeโ€ฆ date al Signore la gloriaโ€ฆ il  Signore regna! Egli giudica i popoli con giustiziaยป.  

vv. 15: ยซI farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come coglierlo in fallo nei suoi discorsiยป.  Il versetto si collega direttamente alla scena meditata domenica scorsa, quando Gesรน raccontรฒ la parabola della festa  di nozze organizzata dal Re. Comprendendo che Gesรน si stava riferendo a loro, ยซse ne andarono e tennero consiglioโ€ฆ per  trovare come coglierlo in fallo nei suoi discorsiยป: รจ interessante questo dettaglio perchรฉ รจ sempre tra le pieghe di un discorso che una sola parola puรฒ smontare tutto. Basti ricordare Genesi 3, dove il serpente ingannรฒ Eva proprio distorcendo una parola!  

vv. 16-17: Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: โ€œMaestro, sappiamo che sei veritiero  e insegni la via di Dio secondo veritร . Tu non hai soggezione di alcuno, perchรฉ non guardi in faccia a nessuno. Dunque,  diโ€™ a noi il tuo parere: รจ lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?โ€. 

La domanda รจ un trabocchetto: ยซEโ€™ lecito o noโ€ฆยป. Vocabolo che abbiamo giร  trovato in Mt 14,4, quando il Battista dice  a Erode che non gli รจ lecito tenere con sรฉ la moglie di suo fratelloยป. Dobbiamo subito dire che al tempo di Gesรน la Palestina  era sotto la dominazione dellโ€™impero romano e questo non era ben visto dagli ebrei che lรฌ abitavano, sia per motivi  politici โ€“ erano governati da una forza straniera -, sia per motivi religiosi โ€“ Cesare si riteneva dio!-. Nella domanda trabocchetto, quindi, si tenta di far in modo che Gesรน esca allo scoperto, anche se Gesรน aveva giร  chiarito la questione  quando di fronte alla critica che lui non pagava le tasse, aveva mandato Pietro a pescare un pesce trovando nella sua  bocca la moneta da consegnare (Mt 17,24-27). Ora se Gesรน risponde di ยซsiยป, sarebbe stato accusato di sostenere lโ€™occupazione dei romani; se dice ยซnoยป, allora si metterebbe contro i romani!

vv. 18-22: ยซMa Gesรน, conoscendo la loro malizia, rispose: โ€œIpocriti, perchรฉ volete mettermi alla prova? Mostratemi  la moneta del tributoโ€. Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandรฒ loro: โ€œQuesta immagine e lโ€™iscrizione, di chi  sono?โ€. Gli risposero: โ€œDi Cesareโ€. Allora disse loro: โ€œRendete dunque a Cesare quello che รจ di Cesare e a Dio quello  che รจ di Dioโ€. A queste parole rimasero meravigliati, lo lasciarono e se ne andaronoยป

Gesรน, ben conoscendo la loro malizia, non risponde direttamente alla domanda, ma spiazza i suoi interlocutori chiedendo loro perchรฉ vogliono metterlo alla prova e, in secondo luogo, avviando un dialogo a partire dalla moneta stessa:  ยซQuesta immagine e iscrizione, di chi sono?ยป. La risposta รจ ovvia, di Cesare, e da qui Gesรน risponde: ยซRestituite a Cesare  quello che รจ di Cesare, e a Dio quello che รจ di Dioยป: con questa espressione Gesรน si tiene ben lontano dal rendere onori  fuori luogo a Cesare, e cosรฌ non entra nella sfera politica; nello stesso tempo non sconfessa la fede nellโ€™unico Dio, non  offrendo alcun appiglio a chi sta tentando di coglierlo in fallo nella sfera religiosa. Questo perรฒ non toglierร  il fatto che  Gesรน sarร  condannato perchรฉ ยซsobilla il popolo e impedisce di pagare i tributi a Cesareยป (cfr Lc 23,2)!  

A questo punto possiamo domandarci quale messaggio possiamo cogliere da questa disputa per il nostro oggi.  Se la moneta porta impressa lโ€™effige di Cesare, a lui va dato quanto gli si deve: la moneta. Ma proprio a partire da questa  logica, dato che lโ€™uomo porta in sรฉ lโ€™immagine di Dio (Gen 1,27), allora a Dio si deve restituire la propria vita attraverso  una lodevole condotta di vita. Coltiveremo unโ€™autentica libertร  interiore nella misura in cui sappiamo che la vita viene  da Dio ed รจ custodita nelle sue mani. รˆ in forza di questa libertร  interiore che Paolo domanderร  ai cristiani โ€“ a quel  tempo perseguitati โ€“ di sottomettersi alle autoritร  civili (cfr Rm 13,1-17) e cosรฌ farร  lโ€™apostolo Pietro: ยซAgite da uomini  liberi,โ€ฆ quali servi di Dio. Onorate tutti, amati i vostri fratelli, temete Dio, rispettate il reโ€ (1Pt 2,16-17).

Ciรฒ che emerge,  dunque, รจ divenire cittadini leali verso lo Stato, anche pagando le tasse, che รจ il primo atto di giustizia e di caritร  che  dobbiamo fare, perchรฉ attraverso le tasse noi ci assicuriamo il servizio nella scuola, nella sanitร  per tutti. Eccโ€ฆCerto,  che poi spetta allo Stato far sรฌ che il carico fiscale sia equilibrato, ma questo non deve spingere a sotterfugi. Pensare di  fare i furbi a discapito dei piรน deboli รจ un peccato! Quindi leali, ma non servi, nei confronti dello Stato e di chi lo rappresenta, e adoratori-servi di Dio solo, perchรฉ di Lui  abbiamo impresso nel cuore lโ€™immagine.

Detto in altre parole, vivere ben saldi dentro la storia, ma animati da un cuore  ben saldo nelle cose di Dio. Sarร  questo rispettoso equilibrio che permetterร  di portare con libertร  e gioia il nostro contributo nella costruzione della civiltร  dellโ€™amore, animandola con il Vangelo della giustizia, della fraternitร , della misericordia. Non si tratta di fuggire dalla storia o di estraniarsi attraverso un vago spiritualismo, ma di vivere nel mondo ben  sapendo di non essere del mondo (cfr Gv 17,14).

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Mt 22, 15-21 | don Andrea Vena 73 kb 26 downloads

XXIX domenica del tempo ordinario, anno A (22 ottobre 2023) Is 45,1.4-6 Sal 96 1Tsโ€ฆ

Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.