Continuiamo il nostro cammino โdietro a Gesรนโ, il quale non ha fatto in tempo a spiegare quanto sia forte il rischio di lasciarsi โdominareโ dalla ricchezza (domenica scorsa), che i discepoli dimostrano quanto ancora siano lontani dal vivere non solo โdietro a Luiโ, ma anche e soprattutto โcome Luiโ.
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Per loro, infatti, la โgrandezzaโ รจ occupare i primi posti (vangelo di oggi), mentre per Gesรน la grandezza รจ โil servizioโ, รจ lโoffrirsi in sacrificio per gli altri. Tema che spiega la scelta della I lettura, tratta dal libro del profeta Isaia: โAl Signore รจ piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirร in sacrificio di riparazioneโฆ dopo il suo intimo tormento vedrร la luceโฆ il giusto mio servo giustificherร moltiโ.
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Dolore e sacrificio, che agli occhi umani paiono sconfitte, si rivelano vie privilegiate attraverso le quali Dio salva i suoi amici. Una via che Gesรน ha percorso fino in fondo e che culminerร a Gerusalemme.
Una via possibile nella misura in cui si riconosce, come recita il salmo scelto dalla liturgia in risposta alla I lettura, che โRetta รจ la parola del Signore e fedele ogni sua operaโฆ lโocchio del Signore รจ su chi lo teme, su chi spera nel suo amoreโฆโ tanto che โlโanima nostra attende il Signore: egli รจ nostro aiuto e nostro scudoโ.
vv. 35-37: ยซGli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: โMaestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemoโ. Egli disse loro: โChe cosa volete che io faccia per voi?โ. Gli risposero: โConcedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistraโยป.
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Giacomo e Giovanni erano pescatori, chiamati dopo Simone e Andrea (Mc 1,19), a far parte del gruppo dei Dodici (Mc 3,17). Ancora una volta, piรน Gesรน si avvicina a Gerusalemme, piรน i discepoli dimostrano di non essere sintonizzati con Lui: Hanno orecchi, ma non odono, hanno occhi ma non vedono (cfr Sal 113,13; Is 44,9).
Dettaglio che ritroveremo domenica prossima con la guarigione del cieco nato. Mentre Lui va a Gerusalemme per โdonareโ la vita in sacrificio per tutti, i discepoli si lasciano ancora una volta prendere dalla tentazione della gloria, dallโambizione di โsedereโ nei posti di โcomandoโ, โsulle nubiโโฆ (cfr Mc 8,38 e 13,26: quando verrร il Figlio dellโuomo sulle nubi con grande potenza e gloriaโฆ e giudicherร ).
ร la terza volta che Gesรน parla della sua passione e morte, e ci troviamo di fronte alla terza reazione da parte dei discepoli. Prima: Pietro che pensa secondo gli uomini e non secondo Dio (8,32); seconda: discussione su chi sia il piรน grande (9,32); e oggi lโambizione di puntare a determinati privilegi.
vv. 38-40: ยซGesรน disse loro: โVoi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?โ. Gli risposero: โLo possiamoโ. E Gesรน disse loro: โIl calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; รจ per coloro per i quali รจ stato preparatoโยป.
Nella risposta, Gesรน rimprovera gli ambiziosi fratelli facendo comprendere la portata della loro richiesta. โBere il caliceโ รจ immagine del destino, in senso buono o cattivo: il calice della sua rabbia (Is 51,17), ripieno di vino dโira (Is 25,15).
Espressioni che indicano sventura e infelicitร : โNella mano del Signore รจ un calice; esso porge vino aspro che fermenta. Tutti i malfattori della terra lo devono bereโ (Sal 75,9; Ger 51,7โฆ). Tanto che alla fine lโimmagine verrร usata per indicare non solo la passione e la morte del Signore Gesรน, ma anche il fatto che Gesรน โberrร il caliceโ per tutti i malfattori.
โCaliceโ talmente duro che anche Gesรน chiederร che gli sia evitato: โAbbร , Padreโฆ allontana da me questo calice! Perรฒ non ciรฒ che voglio io, ma ciรฒ che vuoi tuโ (14,36).
Come โbere il caliceโ, cosรฌ โricevere il suo battesimoโ va inteso in senso metaforico, riferito al โmaleโ che travolge la vita: โMi circondavano flutti di morte, mi travolgevano torrenti infernaliโ (2 Sam 22,5). Bere il calice e partecipare al suo battesimo รจ dunque accettare di partecipare alla missione di Gesรน, che รจ venuto per โbere il caliceโ e โimmergersiโ nel male del mondo per la salvezza di tutti.
Il desiderio disordinato dei due discepoli, una volta purificato, verrร esaudito a tempo debito, conclude Gesรน. Nellโanno 44 Giacomo verrร martirizzato da Erode a Gerusalemme (cfr At 12,2) e Giovanni vivrร nellโisola di Patmos una lunga passione di prigioniero esiliato.
vv. 41-44: ยซGli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesรน li chiamรฒ a sรฉ e disse loro: โVoi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi perรฒ non รจ cosรฌ; ma chi vuole essere il primo tra voi sarร schiavo di tutti. Anche il Figlio dellโuomo infatti non รจ venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per moltiโยป.
La reazione degli altri discepoli svela che in realtร tutti coltivavano ambizioni simili! Segno di quanto difficile sia il โcambiare dentroโ, il seguire Gesรน non solo con i piedi ma con tutto se stessi.
Gesรน coglie questo attrito come occasione per educare ancora una volta i Dodici, e lo fa a partire dallโatteggiamento che i sovrani del mondo assumono. Gesรน indica che altra รจ la logica e la legge che deve invece ispirare i discepoli. Non รจ tanto lโambizione a occupare posti di privilegio che li deve contraddistinguere, quanto servire lโaltro.
Ma cโรจ un ulteriore dettaglio da considerare. I discepoli, provengano dai ceti nobili o dalla categoria degli schiavi, se scelgono di stare dietro a Gesรน sono tutti alla pari, una cosa sola (cfr Gv 17,21).
Fa da sfondo a tutto questo non tanto unโidea, ma la persona stessa di Gesรน, il quale incarna la profezia di Isaia che la liturgia ci fa ascoltare come I lettura: โIl giusto mio servo giustificherร moltiโ. Gesรน si offre in โriscatto per moltiโ.
Termine che designa il riscatto della persona divenuta schiava per debiti o prigioniero di guerra. Gesรน, il Figlio dellโuomo, โpagaโ il riscatto al posto nostro. Lo paga โper moltiโ, cioรจ per una moltitudine. Per tutti. E ci salva.
Giacomo e Giovanni โ ma in loro tutti i Dodici โ dimostrano quanto sia duro e difficile sintonizzarsi con il pensiero di Gesรน. Nonostante il cammino di discepolato proceda e Gerusalemme si avvicini, non sono ancora capaci โ loro e tutti noi โ di capire ciรฒ che attende Gesรน.
Coltivano aspirazioni e desideri personali, puntano โ e forse non puntiamo anche noi? โ a far sรฌ che Gesรน faccia la โnostraโ volontร e non la sua, quasi a illuderci di poter addomesticare Dio.
Gesรน comunque non rimprovera, ma ancora una volta educa i suoi, e lo fa formando i loro desideri, aiutandoli a purificarli affinchรฉ imparino a coltivare i suoi stessi sentimenti. Perchรฉ in fondo Gesรน sa cogliere che alla radice di quel desiderio disordinato, cโรจ comunque una radice di bene, di bello, di buono (Rm 8,28: โTutto concorre al bene per coloro che amano Dioโ).
Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.