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don Andrea Vena – Commento al Vangelo di domenica 2 Febbraio 2025

Domenica 2 Febbraio 2025 - PRESENTAZIONE DEL SIGNORE - FESTA - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 2,22-40

La quarta domenica del tempo ordinario coincide con il 2 febbraio, festa della Presentazione di Gesù al Tempio, che prevale sulla domenica. Meditiamo quindi oggi il testo di Luca.

Il commento continua dopo il video.

Quaranta giorni dopo il Natale, la Chiesa celebra la festa della Presentazione del Signore, evento di cui parla l’evangelista Luca al capitolo 2. In Oriente la celebrazione di questa festa risale al IV secolo e dal 450 viene chiamata “Festa dell’Incontro”, perché Gesù “incontra” il tempio e i suoi sacerdoti, ma anche Simeone e Anna, figure del popolo di Dio. Intorno alla metà del V secolo, la festa la troviamo anche a Roma. Nel tempo, si aggiungerà a questa festa la benedizione delle candele, a richiamare Gesù “Luce delle genti”.

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Quaranta giorni dopo il Natale la Chiesa celebra la festa della Presentazione di Gesù al Tempio. Si tratta di un’appendice al Natale: sono trascorsi infatti i 40 giorni dalla nascita del Signore e, secondo la legge, il bambino viene portato al tempio, come ricorda l’evangelista Luca: “Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore”.

In questo contesto liturgico incontriamo alcune figure. Innanzitutto, Simeone, il quale, “mosso dallo Spirito, si recò al tempio”. Simeone, dice il testo, si muove sotto l’impulso dello Spirito Santo e, da Egli guidato, riconosce in quel bimbo l’Atteso delle genti. La voce dello Spirito, Maestro interiore, continua ancora oggi a sussurrare al nostro cuore parole e proposte di libertà, a donarci capacità di osservazione e di stupore, ma spesso è una voce sommersa dalle tante voci del mondo, del tornaconto personale, dell’opportunismo e così facciamo fatica a riconoscere la presenza del Signore negli angoli e nelle cose piccole della nostra storia.

Come primo dono chiediamo al Signore d’imparare a coltivare il cuore e lo sguardo del profeta Simeone, imparando a puntare alle cose alte, vere, preziose.

Ma c’è un secondo dettaglio che vorrei segnalare in Simeone: dopo aver preso in braccio il bambino, canta: “Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola, perché i miei occhi han veduto la tua salvezza…”. È il Cantico che la Chiesa innalza al Signore ogni sera durante la preghiera della Compieta. Simeone ha innanzi un Bambino di 40 giorni e intuisce in questo segno, in questo germoglio di vita, che la promessa di Dio si è realizzata.

Non ha bisogno di vedere il disegno complessivo, gli basta questo “segno”. Se ci pensiamo bene, noi siamo spesso spinti dal voler vedere tutto il progetto, dal desiderio d’aver chiaro l’inizio ma anche la fine: ma a chi ha il cuore abitato da Dio – pensiamo solo ad Abramo che lascia la sua terra forte solo di una promessa! – basta il “segno” iniziale. Questa testimonianza ci aiuti a imparare a scorgere i segni che Dio a piene mani semina nel terreno della vita e ci aiuti anche a non pretendere di voler vedere tutto il proseguo, perché questa tentazione è un modo per impossessarci e manipolare quanto abbiamo davanti. Simeone invece è un uomo libero: vede il segno e si accontenta, lasciando che Dio prosegua come meglio Lui crede.

Un secondo incontro è con la profetessa Anna. Anche lei – dice il testo del Vangelo – “Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino…”.

La sua familiarità con Dio le permette di scorgere quanto gli altri faticano a vedere: la presenza di Dio. Lei sa andare oltre l’apparenza e vede nel Bimbo l’Atteso delle genti. Chiediamo al Signore di aiutarci a coltivare il cuore giovane di Anna: un cuore che, nonostante l’età avanzata, non si è abituato, non si è lasciato schiacciare dalla routine, dal vivere con superficialità le cose della vita.

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Sia Simeone che Anna prendono posizione di fronte al Bambino, Luce delle genti. Lo fanno perché appartengono a Dio con tutto loro stessi. Anche noi siamo chiamati a prendere posizione di fronte al Signore e di fronte alla gente: solo un cuore colmo di Dio, offerto a Dio, saprà prendere posizione per il Signore divenendo “luce” per gli altri.

In questa celebrazione chiediamo al Signore, per intercessione di Simeone ed Anna, di aiutarci a coltivare un cuore libero e accogliente, uno sguardo limpido e puro per riconoscerLo e accoglierLo quale “luce delle genti”, “luce della mia e nostra vita” e divenire a nostra volta luce per gli altri. E quanto il mondo ha bisogno oggi della luce di Cristo!

Nel concludere, rendiamo lode a Dio per la vita consacrata: oggi infatti celebriamo anche la Giornata mondiale della vita consacrata. Uomini e donne che con la loro vita donata a Dio sono tante lampade che ardono d’amore nel mondo attraverso la loro preghiera e la loro carità nei più svariati ambiti del mondo e della Chiesa. 

Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.

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