don Andrea Vena โ€“ Commento al Vangelo di domenica 19 Novembre 2023

โœ๏ธ Commento al brano del Vangelo di: โœ Mt 25,1-13

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Siamo quasi giunti al traguardo di questo anno liturgico; domenica prossima, infatti, celebreremo la solennitร  di Cristo,  Re dellโ€™Universo. In queste ultime domeniche siamo stati educati, direi quasi forgiati dal fuoco della Parola (cfr Sir 2, 1Pt  1).

don Andrea Vena - Commento al Vangelo di domenica 19 Novembre 2023

Allenati a fissare lo sguardo su ciรฒ che รจ ยซgiusto, nobile, puro amabile, onorato, quello che รจ virtรน e merita lodeโ€ฆยป  (Fil 4,4ss). E questo ha chiesto di rinunciare a quanto ostacola il risultato: รจ la battaglia della fede (cfr 1Tm 6,12). Il combattimento che chiede di coltivare sogni grandi e, piano piano, raggiungerli, nonostante ci siano forze interiori ed esteriori che ostacolano; nonostante si veda il bene da compiere ma poi si agisce al contrario! (cfr Rm 6,12ss). Questo รจ  lโ€™Anno Liturgico, palestra di veritร  e di vita. Ed ora, giunti quasi al termine, siamo invitati a vigilare, a raccogliere quanto  seminato durante lโ€™anno (un giorno sarร  al termine della vita), per offrire tutto al Signore: possono essere anche poche  ยซbricioleยป, lโ€™importante che siano ยซbriciole dโ€™amoreยป.  

Domenica scorsa siamo stati invitati ad attendere lo ยซSposoยป con atteggiamento vigilante (Mt 25,1-13), e oggi questo  atteggiamento di vigilanza si specifica in un essere anche responsabili di quanto ricevuto. Cโ€™รจ un legame tra la saggezza  e la capacitร  di attendere: non si resta con le mani in mano, ma si attende in modo vigile, creativo, attentoโ€ฆ Si attende  facendo spazio nel cuore, cercando il senso vero a quanto accade in noi e attorno a noi. Eโ€™ giร  tutto nelle nostre mani,  basta accorgersene. A tale riguardo, la prima lettura segnala che la fortezza di una donna โ€“ questo poi vale per tutti โ€“ non sta nel cercare chissร  cosa, ma nel ยซtrafficareยป quanto ha: ยซIn lei confida il cuore del maritoโ€ฆ si procura lana e lino e  li lavora volentieri con le sue maniโ€ฆ Apre le sue palme al miseroโ€ฆ frutto delle sue mani e le sue opere la lodino alle porte  della cittร ยป. La donna forte, dunque, รจ colei che non resta con le mani in mano, ma sa agire con saggezza per la conduzione della famiglia, senza dimenticare chi รจ nel bisogno. Come si coglie, trafficare i talenti ricevuti da Dio non chiede  chissร  quali doti straordinarie, ma domanda di saper agire bene lรฌ dove si รจ chiamati a vivere. Una veritร  che si fa preghiera nel canto del salmo: ยซBeato chi teme il Signoreโ€ฆ della fatica delle tue mani ti nutrirai, sarai felice e avrai ogni  beneโ€ฆยป. Nulla perde chi ยซtrafficaยป per il Signore. Nulla.  

vv. 14-18: ยซIn quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli questa parabola: ยซAvverrร  come a un uomo che, partendo per  un viaggio, chiamรฒ i suoi servi e consegnรฒ loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno,  secondo le capacitร  di ciascuno; poi partรฌยป. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andรฒ a impiegarli, e ne  guadagnรฒ altri cinque. Cosรฌ anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnรฒ altri due. Colui invece che aveva  ricevuto un solo talento, andรฒ a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padroneยป. 

Un uomo, dice il testo, parte per un viaggio, consegnando a ciascun servo dei talenti/monete. Possiamo ripensare al  testo della Genesi laddove Dio crea ogni cosa e ยซaffidaยป allโ€™uomo il compito di ยซcoltivare e custodireยป (cfr Gn 2,15).  Interessante รจ il fatto che prima viene il ยซcoltivareยป, poi il ยซcustodireยป, cioรจ a metterci del suo perchรฉ questo giardino  faccia risaltare tutta la sua bellezza e potenzialitร . รˆ quanto dovrebbe avvenire per i talenti ricevuti, ma un servo decide  di ยซcustodireยป anzichรฉ ยซcoltivare/far fruttareยป. Decide di invertire lโ€™ordine ricevuto da Dio. Certo, a una prima  impressione sembra che non faccia nulla di male: semplicemente lo nasconde!  

vv. 19-30: Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornรฒ e volle regolare i conti con loro. Si presentรฒ colui che aveva  ricevuto cinque talenti e ne portรฒ altri cinque, dicendo: โ€œSignore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho  guadagnati altri cinqueโ€. โ€œBene, servo buono e fedele โ€“ gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darรฒ  potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padroneโ€. Si presentรฒ poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse:  โ€œSignore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri dueโ€. โ€œBene, servo buono e fedele โ€“ gli disse il  suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darรฒ potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padroneโ€. Si presentรฒ  infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: โ€œSignore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non  hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra:  ecco ciรฒ che รจ tuoโ€. Il padrone gli rispose: โ€œServo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e  raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e cosรฌ, ritornando, avrei ritirato il mio con lโ€™interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perchรฉ a chiunque ha, verrร  dato e sarร   nellโ€™abbondanza; ma a chi non ha, verrร  tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; lร   sarร  pianto e stridore di dentiโ€ยป.  

Al rientro del padrone, i servi presentano i loro talenti. I primi due dicono: ยซMi hai consegnatoโ€ฆ ne ho guadagnatiโ€ฆยป (versetti 20 e 22). Il terzo servo, invece, dice: ยซSo che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminatoโ€ฆยป (versetto  24): da queste parole emerge il perchรฉ ha nascosto il talento, cioรจ per paura. Anzichรฉ gioire e sentirsi onorato della  fiducia riposta in lui dal padrone, si lascia prendere dalla paura. Dinamica che rispecchia il testo della Genesi che ho  segnalato allโ€™inizio: Adamo ed Eva anzichรฉ attendere nel giardino obbedienti al Padre, si lasciano ingannare dal  serpente che instilla in loro il fatto che Dio ยซtoglie la vitaยป, anzichรฉ ยซdonarlaยป; che Dio รจ ยซgelosoยป della sua gloriaโ€ฆ sarร   questo che porterร  Adamo ed Eva a cercare di salvarsi da soli! E alla fine, si nasconderanno per paura, proprio come  questo terzo servo. Eโ€™ unโ€™esperienza che ritornerร  spesso: pensiamo al figliol prodigo che va via di casa perchรฉ cerca  ยซlibertร ยป (cfr Lc 15) e cosรฌ altri esempi. Quanto il Signore oggi ci ricorda รจ che lโ€™attesa del suo ritorno va vissuto  certamente con vigilanza, come ci รจ stato ricordato domenica scorsa, purchรฉ questa sia vissuta con impegno e  responsabilitร . Unโ€™attesa che chiede di generare qualcosa di nuovo. Non si tratta di lasciarsi prendere dalla paura o dallo  sconforto, ma di gioire perchรฉ ritenuti degni di partecipare alla missione di Dio, perchรฉ la gioia piรน grande, il talento piรน  grande รจ la vita, รจ lโ€™essere figlio amato, sempre e comunque. Amato. Questo amore non puรฒ mai essere messo in  dubbio, perchรฉ anche se il nostro cuore ci condanna, Dio รจ piรน grande del nostro cuore! (cfr 1Gv 3,20).  

A partire da questo, si comprende che la ยซcreativitร ยป che ci viene richiesta non รจ il moltiplicare riunioni o il fare chissร   quali ennesimi e spesso sterili progetti pastorali, dove magari non si nomina neppure Gesรน Cristo! โ€“ non me ne vogliano  i vescovi o i confratelli โ€“ ma lo stare nel Signore, lasciarsi avvolgere dallโ€™abbraccio benedicente di Dio e narrare agli altri  questa esperienza con la gioia della vita. Ripensiamo solo agli affanni di Marta e al dolce ascolto di Maria: ยซMarta, Marta,  tu ti affanni e ti agiti per molte coseโ€ฆ Maria ha scelto la parte miglioreยป (Lc 10,38-42). E a riprova di questo, riprendo  Giovanni quando scrive: ยซQuello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che  contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita, noi lโ€™abbiamo veduto e di ciรฒ diamo testimonianzaโ€ฆยป  (1Gv 1,1). Questo รจ il ยซfareยป creativo che ci รจ stato affidato: ยซโ€Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?โ€. Gesรน  rispose: โ€œQuesta รจ lโ€™opera di Dio: credere in colui che egli ha mandatoโ€ยป (Gv 6,28).  

Se molti progetti di vita personale o progetti pastorali non dicono nulla รจ forse perchรฉ siamo troppo impegnati a  costruire qualcosa lontano dal sogno di Dio; forse, come Adamo ed Eva, vogliamo salvarci da soli con le nostre opere,  dimenticando che la cosa piรน importante ed entusiasmante รจ rispondere al desiderio piรน profondo del cuore: ยซVogliamo  vedere Gesรนยป (Gv 12,21). E il fatto che questo testo giunga alla vigilia della conclusione dellโ€™Anno Liturgico ci offre una  chiave precisa: la vita chiede di essere protesa tutta verso il Signore Gesรน che viene (cfr Mt 24,48; 25,5). Abbiamo  ricevuto un talento prezioso, dicevamo, che รจ la vita: questa ora va vissuta, trafficata con cuore e passione. Non  possiamo permetterci di seppellire i doni ricevuti da Dio. Ma accanto al ยซdono-talentoยป della vita, pensiamo al ยซtalentoยป  di quanti condividono con noi il cammino della vita; al talento della Parola di Dio depositata nel nostro cuore; ai  Sacramenti ricevutiโ€ฆ sono tutti un tesoro che chiede di essere accolto con gratitudine e testimoniato con gioiosa  fierezza, perchรฉ segni tangibili dellโ€™Amore di Dio per noi. Ecco perchรฉ non possiamo lasciarci immobilizzare dalle nostre  paure o pigrizie; dalle gelosie o dalla malignitร . I doni di Dio si moltiplicano donandoli, non nascondendoli! Lโ€™importante  รจ far sรฌ che ogni nostra azione sgorghi dallโ€™abbraccio benedicente di Dio, perchรฉ solo cosรฌ porteremo Dio agli altri.  Diversamente, porteremo solo noi stessiโ€ฆ ma allora si raccoglierร  poco. E le opere di misericordia sono la via maestra,  perchรฉ su queste saremo alla fine giudicati (Mt 25).

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Mt 25, 14-30 | don Andrea Vena 65 kb 28 downloads

XXXIII domenica del tempo ordinario, anno A (19 novembre 2023) Pr 31,10-13.19-20.30-31โ€ฆ

Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.

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