Cosa dice la Parola/Gesรน
Domenica scorsa abbiamo celebrato la solennitร della santissima Trinitร : abbiamo colto che quel Dio che pareva lontano e solitario in cielo, in realtร รจ un Dio-compagnia, Padre-Figlio e Spirito Santo, che ci rende partecipi del gioco divino della vita. Un Dio talmente vicino da farsi Eucaristia, vita spezzata e donata per noi. Il vangelo di Luca ci presenta la moltiplicazione dei pani e dei pesci o, se vogliamo dire meglio, la โcondivisioneโ di quanto cโera a disposizione. Dice il testo che Gesรน โPrese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cureโ. Giunta la sera, i Dodici gli si avvicinarono dicendo: โCongeda la folla perchรฉ vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona desertaโ.
I discepoli si dimostrano saggi, realistici, premurosi nei riguardi della folla, ma lo fanno nellโunico modo che sono capaci: calcolando quanta gente cโรจ, e valutando di non poter dare loro da mangiare. Gesรน invece invita a lasciare il puro orizzonte di saggezza e ad agire nellโottica della fede: โVoi stessi date loro da mangiareโ. Sprona i discepoli ad aprire a Colui che sta bussando alla porta dei loro cuori: โSto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrรฒ da lui, cenerรฒ con lui ed egli con meโ (Ap 3,20). Ciรฒ che serve, fa capire Gesรน, non รจ tanto il mero calcolo, ma รจ la fantasia dellโamore. Ma anche il dare tutto, pani e pesci!
Un invito che porta i discepoli a riconoscere la loro povertร : โNon abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo a comprare viveri per tutta questa genteโ. Un dato che possiamo cogliere รจ lโestrema situazione di fragilitร presente nel testo che rispecchia la fragilitร , la precarietร della realtร della vita umana: tanta gente, tanta fame, poco cibo. Tutto รจ portato al limite. Sembra che non ci siano vie dโuscita, non ci sono soluzioni. Ciรฒ che emerge รจ la sproporzione tra il bisogno della folla e le reali possibilitร dei discepoli. E per i discepoli lโunica soluzione รจ congedare la folla.
Di fronte allo smarrimento dei discepoli, al loro sentirsi frustrati di fronte alle loro โreti vuoteโ, ancora una volta Gesรน prende lโiniziativa, come un tempo la prese in riva al lago invitandoli a prendere il largo (cfr Lc 5,1-11). Dice loro di far sedere tutta la gente e poi โEgli prese i cinque pani e i due pesci, alzรฒ gli occhi al cielo, recitรฒ su di essi la benedizione, li spezzรฒ e li dava ai discepoli perchรฉ li distribuissero alla follaโ (v 16). Parole che riecheggiano lโeucaristia: prese, benedรฌ, spezzรฒ, distribuรฌ. Unโazione che possiamo collegare a tre fatti biblici.
A Eliseo, quando sfamรฒ folla in tempo di carestia (cfr 2Re 4,42-44); allโultima Cena di Gesรน, quando al termine dirร โFate questo in memoria di meโ (cfr Lc 22,19: di questa Cena san Paolo ne parla nella II lettura); allโofferta a Dio di Mechisedek narrata nella prima lettura, e il dono di Abramo a lui. Poi cโรจ anche Emmaus, quando alla fine i due discepoli riconobbero Gesรน nello spezzare il pane (cfr Lc 24,29). In tutti e tre questi eventi cโรจ un dato in comune: la gente ha fame di Dio, e a questa fame oggi Gesรน risponde con la sua vita spezzata e donata per tutti. Gesรน si fa pane, si fa cibo per tutti. E si fa abbondanza: โTutti mangiarono a sazietร e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici cesteโ (v. 17). Il poco diventa sufficiente per tutti, come un tempo con la vedova di Zarepta di Sidone (cfr 1Re 17), ma pensiamo anche a Gesรน stesso, il quale, ricorda Paolo โDa ricco che era, si รจ fatto povero per voi, perchรฉ voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertร โ (2 Cor 8,9).
LโEucaristia, perรฒ, non puรฒ essere ridotta al rito, alla Messa domenicale. Ma รจ paradigma, ispirazione, modello. Lโeucaristia chiede di farsi vita nella nostra vita, fino a divenire vita eucaristica. Quando nelle lectio divine dico che ci troviamo alla โCattedra dellโEucaristiaโ รจ proprio perchรฉ lโEucaristia deve diventare stile di condivisione nella vita quotidiana: se non cโรจ amore, se non cโรจ fraternitร , se non cโรจ accoglienza, se non cโรจ condivisioneโฆnon cโรจ Eucaristia, รจ un rito vuoto: โSento dire che, quando vi radunate in assemblea, vi sono divisioni tra voi, e in parte lo credoโฆ.quando dunque vi radunate insieme, il vostro non รจ piรน un mangiare la cena del Signore. Ciascuno infatti, quando siete a tavola, comincia a prendere il proprio pasto e cosรฌ uno ha fame, lโaltro รจ ubriacoโฆVolete gettare il disprezzo sulla Chiesa di Dio e umiliare chi non ha niente?…In questo non vi lodo!โ (cfr 1Cor 11,18-22: il brano che precede il testo della II lettura odierna: infatti Paolo prima critica il loro modo di fare, e poi ricorda quanto Gesรน ha fatto, indicando la Cena del Signore).
Gesรน abbatte ogni steccato, apre a tutti le porte, rende tutti partecipi del banchetto nuovo. Non puรฒ piรน sussistere la logica del โricco epuloneโ che mangia senza condividere con il povero Lazzaro (cfr Lc 16,19-31)! La logica dellโEucaristia, la chiave dโinterpretazione della Cena del Signore รจ data da quanto riporta lโevangelista Giovanni: โSi alzรฒ da tavola, depose le vesti, lavรฒ i piediโ. Se non cโรจ accoglienza e non ne segue il servizio ai fratelli, la nostra, ci dice Gesรน, non รจ la Cena del Signore, ma รจ il nostro banchettare lautamente come il ricco epulone! NellโUltima Cena Gesรน ha inaugurato un nuovo modo di ritrovarsi, di offrire, di donare: non possiamo vivere col lievito vecchio! Macol/nel pane e il vino che diventeranno Corpo e Sangue di Gesรน, siamo chiamati noi stessi a divenire, per misericordia di Dio, quindi per sua grazia, dono: โOffrite i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio: รจ questo il vostro culto spirituale.โ (Rm 12,1-2). E Paolo, sapendo le resistenze e le scuse, aggiunge: โNon conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontร di Dio, ciรฒ che รจ buono, a lui gradito e perfettoโ (Rm 12,3ss). Il discernimento, la valutazione โ ricorda Paolo โ non vanno compiute seguendo logiche di saggezza e calcolo umano, ma chiedono di essere un atto di fede, un mettersi davanti al Signore per capire che cosa per Lui รจ buono, gradito e perfetto. La povertร con la quale si รจ aperto il testo, alla conclusione diventa sovrabbondanza, perchรฉ tutto รจ possibile in chi crede (cfr Mc 9,23).
Il comando โfate questo in memoria di meโ non puรฒ essere ridotto a una filastrocca da recitare, ma deve diventare criterio di vita. Il โfareโ Eucarestia chiede le nostre mani, il nostro impegno, il nostro lavoro, come ci ricorda la preghiera offertoriale: โFrutto della terra e del nostro lavoroโ, come Gesรน aveva giร detto: โVoi stessi date loro da mangiareโ. Offrire il nostro poco nelle mani di Dio per poi โspezzareโ e โdistribuireโ per tutti. Come Gesรน si โspezzaโ per noi, noi siamo chiamati a โspezzarciโ per gli altri. โSpezzarsiโ nella vita quotidiana, sapendo che ogni gesto quotidiano per gli altri รจ โdonoโ-โoffertaโ gradita a Dio. In casa, al lavoro, nel tempo liberoโฆtutto diventa โoffertaโ se entra nella logica eucaristia. Quanti โspezzanoโ il tempo per gli altri, a cominciare dai genitori; quanti โspezzanoโ il tempo per educareโ; quanti โspezzanoโ il pane con gli affamati, quanti โspezzanoโ il loro impegno a favore dei piรน deboli, dei piรน bisognosi; quanti โspezzanoโ lโimpegno per cercare giustizia, pace, veritร . Quando si parte dallโEucaristia non si puรฒ che vivere secondo la logica eucaristica, che รจ fatta di accoglienza, di fraternitร , di condivisione e non di esclusione: โNon mescolate a favoritismi personali la vostra fede nel SignoreโฆSupponiamo che entri in una vostra adunanza qualcuno con un anello dโoro al dito, vestito splendidamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. Se voi guardate a colui che รจ vestito splendidamente e gli dite: โTu siediti qui comodamenteโ, e al povero dite: โTu mettiti lรฌ in piediโโฆnon fate in voi stessi preferenze e non siede giudici dai giudizi perversi?โ (Gc 2,1ss).
Prendendo spunto da questo testo possiamo chiederci: quando celebriamo lโEucaristia celebriamo la โCena del Signoreโ o lโappuntamento รจ occasione per pavoneggiarci nella nostra vanagloria, abbuffandoci del nostro sentirci migliori degli altri? La Cena del Signore รจ ben altro: รจ offerta, รจ spezzarsi, รจ donarsi per tutti, a cominciare dagli ultimi, dagli esclusi, da coloro che di fronte alla legge non sono in regola (storpi, ciechi, zoppiโฆ), ma lo sono nella logica di Dio, nella logica dellโamore, nella logica eucaristica. Senza Eucaristia non possiamo vivere, dicevano i martiri di Abilene. Ma senza Eucaristia non possiamo neppure comprendere cosa significhi vivere con la logica eucaristica. Se ci pensiamo bene, cโรจ stato un divorzio tra rito eucaristico e poveri/peccatori; abbiamo ridotto lโEucaristia a premio dei perfetti โ e poi chi รจ perfetto? โ anzichรฉ pane/sostegno dei peccatori โ e lo siamo tutti. Ricordiamoci una cosa: Chi dice nellโUltima Cena โQuesto รจ il mio Corpoโ รจ lo stesso Gesรน che dice โOgni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi fratelli piรน piccoli, lโavete fatto a meโ (Mt 25,40).
Allora sรฌ che potremmo dire che lโEucaristia fa la Chiesa. Perchรฉ, come ricordava don Tonino Bello, โSe la fede ci fa essere credenti e la speranza ci fa essere credibili, รจ solo la caritร che fa essere credutiโ.
Cosa rispondo io oggi alla Parola/Gesรน
Colletta anno C
Signore del cielo e della terra, che ci raduni in festosa assemblea per celebrare il sacramento pasquale del Corpo e Sangue del tuo Figlio, faโ che nella partecipazione
allโunico pane e allโunico calice impariamo a condividere con i fratelli i beni della terra e quelli del cielo. Per il nostro Signore Gesรน Cristo.
Signore Gesรน,
sei realmente presente nellโEucaristia:
adoro Te, Signore.
Signore Gesรน,
sei realmente presente nellโEucaristia:
nutrimi di Te.
Signore Gesรน,
sei realmente presente nei poveri:
servo Te, Signore.
Signore Gesรน
aiutami a tenere sempre in considerazione quanto sia importante
adorare Te, nutrirmi di Te, servire Te.
Perchรฉ la fede ci fa essere credenti, la speranza ci fa essere credibili, ma solo la caritร ci fa essere creduti
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Il commento al Vangelo di domenica 19 giugno 2022 curato da don Andrea Vena. Canale YouTube.