don Andrea Vena โ€“ Commento al Vangelo di domenica 17 Novembre 2024

Domenica 17 Novembre 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mc 13, 24-32

Data:

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Siamo giunti alla 33^ domenica del tempo ordinario, alla soglia della Solennitร  di Cristo Re dellโ€™Universo, conclusione dellโ€™anno liturgico (domenica prossima). Oggi il tema delle letture cโ€™invita a guardare a โ€œsorella morteโ€ con lo sguardo giร  rivolto a domenica prossima quando celebreremo Cristo Re dellโ€™Universo, ossia Colui che cโ€™introdurrร  nel regno del Padre, dopo averlo tanto invocato: โ€œPadre nostroโ€ฆ Venga il tuo regnoโ€.

don Andrea Vena - Commento al Vangelo di domenica 17 Novembre 2024

Ma a cosa รจ servito questo cammino che si รจ snodato durante questo anno liturgico? Perchรฉ tutte queste premure, attenzioni, richiami di Gesรน? A quale pro? La prima cosa che mi viene in mente รจ il mondo del calcio: a cosa serve lโ€™allenamento se non per cercare di giocare bene la partita? Nellโ€™ambito musicale: a cosa serve il solfeggio se non per educarsi a suonare correttamente? Nellโ€™ambito scolastico: a cosa serve lo studio se non per formarsi, prepararsi agli esami e soprattutto alla vita?

Insomma, per ogni disciplina cโ€™รจ sempre un prima che precede โ€œla partitaโ€. Ed รจ quanto ha fatto Gesรน con noi durante questo anno liturgico. A cosa sono servite e servono tutte le sue attenzioni e i suoi consigli se non per darci gli strumenti e indicarci gli โ€œatteggiamentiโ€ per aiutarci a vivere bene e con gioia la partita della vita? Per saperci allenare nel cogliere tra le pieghe dellโ€™esistenza la presenza amica e discreta di Dio, e cosรฌ aderire a Lui con tutto noi stessi.

Un rispondere che non riguarda solo le โ€œgrandi chiamateโ€ (sacerdozio, matrimonio, vita consacrataโ€ฆ), o โ€œlโ€™ultima chiamataโ€ (sorella morte), ma un rispondere in ogni attimo, lรฌ dove Lui ci chiama a testimoniare il suo vangelo, a rendere ragione della speranza che muove la vita e le scelte per essere trovati un giorno pronti allโ€™incontro con il Signore Gesรน, Re dellโ€™Universo.

Ma veniamo al tema di oggi. La liturgia introduce il vangelo con la I lettura tratta dal libro del profeta Daniele, proprio nel momento in cui lโ€™arcangelo Michele sorgerร  e โ€œMolti di quelli che dormonoโ€ฆ si sveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per lโ€™infamia eterna. I saggi splenderanno come lo splendore del firmamentoโ€ฆ come le stelle per sempreโ€. รˆ il tempo del giudizio. Il solo pensare a questo prossimo โ€œIncontroโ€ porta il salmista โ€“ e confidiamo ciascuno di noi โ€“ a rispondere a questa Parola con il rinnovo della professione di fede, e a cantare: โ€œIl Signore รจ mia parte di ereditร โ€ฆ Sta alla mia destra, non potrรฒ vacillare. Per questo gioisce il mio cuore ed esulta la mia anima; anche il mio corpo riposa al sicuro, perchรฉ non abbandonerai la mia vita negli inferiโ€ฆ Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenzaโ€. Illuminati da questi testi, entriamo ora nel brano del vangelo.

vv. 24-25: ยซIn quel tempo Gesรน disse ai suoi discepoli: โ€œIn quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerร , la luna non darร  piรน la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolteโ€ยป. Il linguaggio apocalittico, ripreso dal profeta Isaia, ha la funzione di illustrare il giudizio ultimo: โ€œLe stelle e le costellazioni nel cielo non daranno piรน la loro luce. Il sole รจ oscuro giร  quando sorgeโ€ฆโ€ (Is 13,10); โ€œTutte le stelle cadono come foglie dalla vite e come fogliame dal ficoโ€ (Is 34,4). Gli elementi indicati โ€“ sole, luna, stelle โ€“ li ritroviamo nel testo della Genesi, quando Dio li fissรฒ in cielo (cfr Gn 1,14). Il profeta Daniele vuole far cogliere ai suoi uditori โ€“ e oggi a noi โ€“ che quanto ha orientato intere generazioni (pensiamo ai nomadi nel deserto, guidati dagli astri), si โ€œspegnerร โ€. Verrร  il momento, quindi, in cui nessuno avrร  un elemento che gli permetta di orientarsi, ritrovandosi in balรฌa del disorientamento e dellโ€™incertezza.

vv. 26-27: โ€œAllora vedranno il Figlio dellโ€™uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderร  gli angeli e radunerร  i suoi eletti dai quattro venti, dallโ€™estremitร  della terra fino allโ€™estremitร  del cieloโ€. Alla fine, dice il testo, apparirร  il Figlio dellโ€™Uomo (giร  citato in Dn 2,13), che per la comunitร  cristiana รจ ormai identificato con Gesรน. La sua venuta โ€œsulle nubi del cieloโ€ indica il suo essere celeste e richiama lโ€™autoritร  per il giudizio ultimo (cfr immagine che richiama la partenza di Elia e nello stesso tempo ne annuncia il ritorno, โ€œUn carro di fuoco e cavalli di fuoco si interposero fra loro due. Elia salรฌ nel turbine verso il cieloโ€ 2Re 2,11). E col suo ritorno glorioso, Gesรน sarร  lโ€™unico punto di riferimento al quale volgere lo sguardo.

vv. 28.29: โ€œDalla pianta imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che lโ€™estate รจ vicina. Cosรฌ anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli รจ vicino, รจ alle porteโ€. Attraverso la parabola Gesรน svela quando avverrร  questa โ€œfineโ€. Gesรน ha giร  usato lโ€™immagine del โ€œficoโ€ per dire il suo pensiero (vedi Marco 11,12ss: il fico sterile). La pianta del fico รจ la prima ed ultima a fare frutti, inoltre le sue foglie annunciano che lโ€™estate รจ vicina, e quindi lo sono anche i cambiamenti della natura. A partire da questa esperienza, che i contadini conoscono bene, Gesรน invita a saper scrutare con attenzione i segni dei tempi.

vv. 30-32: โ€œIn veritร  io vi dico: non passerร  questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passerannoโ€. Dopo la parabola, lโ€™annuncio. โ€œCielo e terraโ€ indicano la totalitร : tutto passa (cfr 1Cor 7,31: โ€œQuelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo!โ€). Tutto passa, ma nulla viene distrutto (cfr Rm 8,19-23: โ€œLโ€™ardente aspettativa della creazione, infatti, รจ protesa verso la rivelazione dei figli di Dioโ€ฆ anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando lโ€™adozione a figli, la redenzione del nostro corpo). Ciรฒ che rimane in eterno รจ la sua Parola, la sua fedeltร , il suo amore (cfr Sal 148,6; 117,2).

v. 32 โ€œQuanto perรฒ a quel giorno o a quellโ€™ora, nessuno lo sa, nรฉ gli angeli nel cielo nรฉ il Figlio, eccetto il Padreโ€. Gesรน dichiara che tutto questo avverrร , ma conoscere i tempi non Gli รจ dato sapere, solo il Padre li sa. Ritorna qui il concetto giร  espresso nel dialogo con Giacomo e Giovanni riguardo ai primi posti: โ€œSedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; รจ per coloro per i quali รจ stato preparatoโ€ (cfr Mc 11,40). Lโ€™atteggiamento da assumere รจ avere fiducia che Dio resta il Signore della storia, e che tutto รจ sotto la sua provvidenziale regia.

II. Cosa dice la Parola/Gesรน

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La Parola ascoltata in questa penultima domenica dellโ€™anno liturgico รจ certamente enigmatica. Forse ci aiuta a riguardare per un istante il percorso compiuto. Due domeniche fa segnalai che i vangeli di queste ultime domeniche ci fanno incontrare una serie di โ€œpassi in avantiโ€ verso Gesรน (vedi scheda XXXI domenica). Oggi vorrei guardare a queste ultime domeniche attraverso la categoria dello โ€œsguardoโ€: quello col giovane ricco (โ€œFissatolo lo amรฒโ€, Mc 10,17ss), quello con Bartimeo (Mc 10,46-52) e quello con la vedova al tempio (domenica scorsa, Mc 12,38ss).

โ€œPassi avantiโ€ e โ€œsguardiโ€ che non parlano di un Gesรน indifferente e lontano rispetto alla storia di ognuno di noi, ma che cammina accanto, ci ascolta, ci guarda, e cosรฌ ci chiama a guardarci dentro per verificare se la nostra vita รจ stata impostata secondo i suoi criteri e se abbiamo โ€œcombattuto la buona battagliaโ€ (cfr san Paolo). Solo allora, e il vangelo di oggi lo ripete, ci sarร  chiesto di alzare lo sguardo da noi stessi e da quello che ci circonda, e fissarlo sullโ€™orizzonte che attende lโ€™arrivo del Signore.

III. Cosa mi fa dire la Parola/Gesรน

Cosa ci chiedono allora le letture di oggi? Come interpretare queste parole di Gesรน? Sono certamente enigmatica, difficile, come del resto lo รจ il linguaggio apocalittico, non sempre semplice e chiaro. Oggi Gesรน ci chiede di andare oltre i dettagli, per guardare allโ€™essenziale, per cogliere lโ€™idea portante. Certamente non ci sta prospettando scenari catastrofici, ma piuttosto vuole che ci soffermiamo a riflettere sul nostro essere creature che camminano sulla terra, e che tutto finirร .

E noi non conosciamo il tempo, ma possiamo camminare sicuri della sua presenza fedele, sicuri che Lui non verrร  meno. Anche se non sappiamo โ€œil giorno e lโ€™oraโ€, sappiamo perรฒ che un giorno saremo con Lui. Ecco, allora, che la sua Parola viene a scuoterci dalla routine, a rimetterci in piedi, a riaccendere le nostre motivazioni, e ad alimentare la speranza: Egli non ci lascia soli. Il Signore Gesรน, Re dellโ€™Universo, non ci abbandona, mai.

Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.

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