Siamo giunti alla 33^ domenica del tempo ordinario, alla soglia della Solennitร di Cristo Re dellโUniverso, conclusione dellโanno liturgico (domenica prossima). Oggi il tema delle letture cโinvita a guardare a โsorella morteโ con lo sguardo giร rivolto a domenica prossima quando celebreremo Cristo Re dellโUniverso, ossia Colui che cโintrodurrร nel regno del Padre, dopo averlo tanto invocato: โPadre nostroโฆ Venga il tuo regnoโ.
Ma a cosa รจ servito questo cammino che si รจ snodato durante questo anno liturgico? Perchรฉ tutte queste premure, attenzioni, richiami di Gesรน? A quale pro? La prima cosa che mi viene in mente รจ il mondo del calcio: a cosa serve lโallenamento se non per cercare di giocare bene la partita? Nellโambito musicale: a cosa serve il solfeggio se non per educarsi a suonare correttamente? Nellโambito scolastico: a cosa serve lo studio se non per formarsi, prepararsi agli esami e soprattutto alla vita?
Insomma, per ogni disciplina cโรจ sempre un prima che precede โla partitaโ. Ed รจ quanto ha fatto Gesรน con noi durante questo anno liturgico. A cosa sono servite e servono tutte le sue attenzioni e i suoi consigli se non per darci gli strumenti e indicarci gli โatteggiamentiโ per aiutarci a vivere bene e con gioia la partita della vita? Per saperci allenare nel cogliere tra le pieghe dellโesistenza la presenza amica e discreta di Dio, e cosรฌ aderire a Lui con tutto noi stessi.
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Un rispondere che non riguarda solo le โgrandi chiamateโ (sacerdozio, matrimonio, vita consacrataโฆ), o โlโultima chiamataโ (sorella morte), ma un rispondere in ogni attimo, lรฌ dove Lui ci chiama a testimoniare il suo vangelo, a rendere ragione della speranza che muove la vita e le scelte per essere trovati un giorno pronti allโincontro con il Signore Gesรน, Re dellโUniverso.
Ma veniamo al tema di oggi. La liturgia introduce il vangelo con la I lettura tratta dal libro del profeta Daniele, proprio nel momento in cui lโarcangelo Michele sorgerร e โMolti di quelli che dormonoโฆ si sveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per lโinfamia eterna. I saggi splenderanno come lo splendore del firmamentoโฆ come le stelle per sempreโ. ร il tempo del giudizio. Il solo pensare a questo prossimo โIncontroโ porta il salmista – e confidiamo ciascuno di noi โ a rispondere a questa Parola con il rinnovo della professione di fede, e a cantare: โIl Signore รจ mia parte di ereditร โฆ Sta alla mia destra, non potrรฒ vacillare. Per questo gioisce il mio cuore ed esulta la mia anima; anche il mio corpo riposa al sicuro, perchรฉ non abbandonerai la mia vita negli inferiโฆ Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenzaโ. Illuminati da questi testi, entriamo ora nel brano del vangelo.
vv. 24-25: ยซIn quel tempo Gesรน disse ai suoi discepoli: โIn quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerร , la luna non darร piรน la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolteโยป. Il linguaggio apocalittico, ripreso dal profeta Isaia, ha la funzione di illustrare il giudizio ultimo: โLe stelle e le costellazioni nel cielo non daranno piรน la loro luce. Il sole รจ oscuro giร quando sorgeโฆโ (Is 13,10); โTutte le stelle cadono come foglie dalla vite e come fogliame dal ficoโ (Is 34,4). Gli elementi indicati – sole, luna, stelle – li ritroviamo nel testo della Genesi, quando Dio li fissรฒ in cielo (cfr Gn 1,14). Il profeta Daniele vuole far cogliere ai suoi uditori โ e oggi a noi โ che quanto ha orientato intere generazioni (pensiamo ai nomadi nel deserto, guidati dagli astri), si โspegnerร โ. Verrร il momento, quindi, in cui nessuno avrร un elemento che gli permetta di orientarsi, ritrovandosi in balรฌa del disorientamento e dellโincertezza.
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vv. 26-27: โAllora vedranno il Figlio dellโuomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderร gli angeli e radunerร i suoi eletti dai quattro venti, dallโestremitร della terra fino allโestremitร del cieloโ. Alla fine, dice il testo, apparirร il Figlio dellโUomo (giร citato in Dn 2,13), che per la comunitร cristiana รจ ormai identificato con Gesรน. La sua venuta โsulle nubi del cieloโ indica il suo essere celeste e richiama lโautoritร per il giudizio ultimo (cfr immagine che richiama la partenza di Elia e nello stesso tempo ne annuncia il ritorno, โUn carro di fuoco e cavalli di fuoco si interposero fra loro due. Elia salรฌ nel turbine verso il cieloโ 2Re 2,11). E col suo ritorno glorioso, Gesรน sarร lโunico punto di riferimento al quale volgere lo sguardo.
vv. 28.29: โDalla pianta imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che lโestate รจ vicina. Cosรฌ anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli รจ vicino, รจ alle porteโ. Attraverso la parabola Gesรน svela quando avverrร questa โfineโ. Gesรน ha giร usato lโimmagine del โficoโ per dire il suo pensiero (vedi Marco 11,12ss: il fico sterile). La pianta del fico รจ la prima ed ultima a fare frutti, inoltre le sue foglie annunciano che lโestate รจ vicina, e quindi lo sono anche i cambiamenti della natura. A partire da questa esperienza, che i contadini conoscono bene, Gesรน invita a saper scrutare con attenzione i segni dei tempi.
vv. 30-32: โIn veritร io vi dico: non passerร questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passerannoโ. Dopo la parabola, lโannuncio. โCielo e terraโ indicano la totalitร : tutto passa (cfr 1Cor 7,31: โQuelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo!โ). Tutto passa, ma nulla viene distrutto (cfr Rm 8,19-23: โL’ardente aspettativa della creazione, infatti, รจ protesa verso la rivelazione dei figli di Dioโฆ anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo). Ciรฒ che rimane in eterno รจ la sua Parola, la sua fedeltร , il suo amore (cfr Sal 148,6; 117,2).
v. 32 โQuanto perรฒ a quel giorno o a quellโora, nessuno lo sa, nรฉ gli angeli nel cielo nรฉ il Figlio, eccetto il Padreโ. Gesรน dichiara che tutto questo avverrร , ma conoscere i tempi non Gli รจ dato sapere, solo il Padre li sa. Ritorna qui il concetto giร espresso nel dialogo con Giacomo e Giovanni riguardo ai primi posti: โSedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; รจ per coloro per i quali รจ stato preparatoโ (cfr Mc 11,40). Lโatteggiamento da assumere รจ avere fiducia che Dio resta il Signore della storia, e che tutto รจ sotto la sua provvidenziale regia.
II. Cosa dice la Parola/Gesรน
La Parola ascoltata in questa penultima domenica dellโanno liturgico รจ certamente enigmatica. Forse ci aiuta a riguardare per un istante il percorso compiuto. Due domeniche fa segnalai che i vangeli di queste ultime domeniche ci fanno incontrare una serie di โpassi in avantiโ verso Gesรน (vedi scheda XXXI domenica). Oggi vorrei guardare a queste ultime domeniche attraverso la categoria dello โsguardoโ: quello col giovane ricco (โFissatolo lo amรฒโ, Mc 10,17ss), quello con Bartimeo (Mc 10,46-52) e quello con la vedova al tempio (domenica scorsa, Mc 12,38ss).
โPassi avantiโ e โsguardiโ che non parlano di un Gesรน indifferente e lontano rispetto alla storia di ognuno di noi, ma che cammina accanto, ci ascolta, ci guarda, e cosรฌ ci chiama a guardarci dentro per verificare se la nostra vita รจ stata impostata secondo i suoi criteri e se abbiamo โcombattuto la buona battagliaโ (cfr san Paolo). Solo allora, e il vangelo di oggi lo ripete, ci sarร chiesto di alzare lo sguardo da noi stessi e da quello che ci circonda, e fissarlo sullโorizzonte che attende lโarrivo del Signore.
III. Cosa mi fa dire la Parola/Gesรน
Cosa ci chiedono allora le letture di oggi? Come interpretare queste parole di Gesรน? Sono certamente enigmatica, difficile, come del resto lo รจ il linguaggio apocalittico, non sempre semplice e chiaro. Oggi Gesรน ci chiede di andare oltre i dettagli, per guardare allโessenziale, per cogliere lโidea portante. Certamente non ci sta prospettando scenari catastrofici, ma piuttosto vuole che ci soffermiamo a riflettere sul nostro essere creature che camminano sulla terra, e che tutto finirร .
E noi non conosciamo il tempo, ma possiamo camminare sicuri della sua presenza fedele, sicuri che Lui non verrร meno. Anche se non sappiamo โil giorno e lโoraโ, sappiamo perรฒ che un giorno saremo con Lui. Ecco, allora, che la sua Parola viene a scuoterci dalla routine, a rimetterci in piedi, a riaccendere le nostre motivazioni, e ad alimentare la speranza: Egli non ci lascia soli. Il Signore Gesรน, Re dellโUniverso, non ci abbandona, mai.
Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.