don Andrea Vena – Commento al Vangelo di domenica 15 Gennaio 2022

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Dopo aver celebrato la nascita del Signore Gesù nella grotta di Betlemme, la liturgia ci ha fatto contemplare la Sua  manifestazione a tutte le genti (Epifania) e quindi il suo Battesimo, ricevuto sulle rive del Giordano da Giovanni Battista (festa che sostituisce la I domenica del tempo ordinario). Il vangelo di Giovanni che ascoltiamo oggi, non riporta la scena del Battesimo di Gesù, ma riporta la sua “memoria” nelle parole che ascoltiamo oggi dalla bocca di Giovanni Battista.

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In questa II domenica ritroviamo infatti ancora la figura di Giovanni Battista, il quale indica Gesù come colui che “Toglie  il peccato del mondo”. Lui che è senza peccato si è messo in fila con i peccatori per ricevere il battesimo di penitenza  (domenica scorsa). Giovanni ricorda così quel momento: “Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal  cielo e rimanere su di lui”. L’immagine rimanda alla “colomba” di Genesi: “Noè fece uscire una colomba, per vedere se le  acque si fossero ritirate dal suolo; ma la colomba, non trovando dove posare la pianta del piede, tornò a lui nell’arca,  perché c’era ancora l’acqua… Attese altri sette giorni, e di nuovo fece uscire la colomba dell’arca e la colomba tornò a lui sul  far della sera; ecco, essa aveva nel becco una tenera foglia di ulivo…” (Gen 8,8-10).

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Come dunque al tempo di Noè, così  anche ora lo Spirito santo – la colomba – non trovava dove posarsi, finché – come testimonia Giovanni Battista – trovò  in Gesù quella terra dove non solo posarsi, ma anche “rimanere su di lui”. Gesù è dunque l’uomo nuovo, colui sul quale  si posa lo Spirito santo, colui che vivrà di amore fino alla fine, fino a dare la vita, scegliendo la via dell’umiltà – come a Betlemme – facendosi “cibo” per noi, fino a donarsi in Croce. E’ l’Agnello mite che viene sgozzato (cfr Ger 11,19).  Se il peccato rende ciechi, è oscurità nell’uomo, Gesù – come testimonia il profeta Isaia nella lettura odierna – è “luce  delle genti”, è colui che togliendo il peccato rende liberi, rende nuovamente capaci di vedere la vita con lo stesso  sguardo di Dio. 

Una seconda sottolineatura che cogliamo dalle parole di Giovanni Battista, è che Gesù è colui che “Toglie il peccato del  mondo”. Colui, cioè, che “ci solleva” da questo peso ingombrante che è il peccato: noi siamo abili nel nasconderlo, nel  sottovalutarlo… ma alla fine ingombra e ostacola lo slancio libero e gioioso del cuore, dei pensieri, del nostro agire.  Gesù è dunque “l’Agnello di Dio” che si offre per noi per “toglierci il peccato”. Come la notte della liberazione Dio ordinò  a Mosè di far preparare un agnello per ogni famiglia (cfr Es 12,7-13) per prepararsi alla liberazione dalla schiavitù  dell’Egitto, così ora Gesù viene indicato come l’Agnello che ci libera, ci solleva dalla schiavitù del peccato.

Interessante  notare che l’evangelista Giovanni fa coincidere l’ora della morte di Gesù con la stessa ora in cui venivano sacrificati gli  agnelli per la cena pasquale. Un dettaglio che l’evangelista Marco ci aiuta a cogliere ancor più in profondità: “Chi può  rimettere i peccati se non Dio solo?” (Mc 2,7). Gesù è venuto a sollevarci dal peccato, e può farlo perché è Dio: “In nessun  altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo  salvati” (At 4,12). Nessuno può “toglierci” il peccato, può “sollevarci” questo peso se non Gesù: non c’è colloquio psico logico o psicoterapeuta che tenga, che può salvarci. Aiuta, certo, ma non salva. Solo in Gesù c’è salvezza. Solo Lui è il  Salvatore. 

Nell’iniziare il Tempo Ordinario siamo chiamati a interiorizzare e fare nostra questa certezza, orientati da questa unica  Verità: solo in Gesù c’è salvezza, solo Lui ha tolto il peccato del mondo. Lui solo ci ha resi liberi. Ma questa verità va  capita, assunta personalmente, se no restiamo convinti di essere ancora schiavi! Gesù è venuto per salvarci e sappiamo  che ci ha salvati morendo in Croce: questa è la lieta notizia che siamo chiamati a portare agli altri.  

Come Giovanni Battista ha indicato ai suoi discepoli chi è veramente l’Agnello/Salvatore, così siamo chiamati anche noi  oggi a indicare Gesù come l’unico Salvatore: dobbiamo anche noi “diminuire” per “far crescere Gesù” (cfr Gv 3,30) nei  cuori di quanti incontriamo. Così ha fatto Giovanni Battista, indicando ai suoi discepoli chi dover seguire: e comincia rono a seguire Gesù: Simone, detto Pietro, suo fratello Andrea, Giacomo e suo fratello Giovanni… tutti pescatori (cfr  Gv 1,37ss).  

Ascoltiamo le stesse parole pronunciate da Giovanni Battista ogni domenica durante la Messa, prima della comunione,  quando il sacerdote presenta il pane e il vino diventato Corpo e Sangue di Cristo. L’Eucaristia è Gesù, è l’Agnello di Dio che si fa carico delle nostre fatiche, delle nostre fragilità, dei nostri dubbi. È l’Agnello di Dio che si carica sulle sue spalle  la nostra fragilità, il nostro peccato.  

Non possiamo liberarci da soli dal peso del peccato: Gesù è l’unico Salvatore del mondo. L’unico. Ogni tentativo di  pensare di far da soli è solo delirio di onnipotenza, conseguenza del peccato originale (Gn 3). Cavarsela con le sole forze  umane, non è possibile. Liberarci dalla solitudine, dalla paura, dalla vergogna non è possibile se non con Gesù e tramite  Lui. Il peccato ormai è entrato nel mondo con la disobbedienza di Adamo ed Eva: è come un veleno che tenta di inquinare la nostra Vita Nuova. Gesù – l’Agnello di Dio – è l’antidoto a questo male. Egli è il Figlio di Dio (Gv 1,34) che solo  può liberarci dal male, perché ricolmo dello Spirito santo. Quello Spirito che Gesù, dopo la risurrezione, donerà ai suoi  discepoli come primo dono ai credenti (cfr Gv 20,22). Lo Spirito è il suo stesso amore, che lo porterà a donare la vita per  noi tutti, fino a renderci come Lui: “A quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio” (Gv 1,12). Animati  da questa gioiosa certezza, all’inizio del cammino del tempo ordinario, partendo anche noi dalla grotta di Betlemme,  non possiamo che rispondere con le stesse parole del salmo: “La tua legge è nell’intimo del mio cuore”: Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.

Leggi qui la preghiera per domenica prossima.

Il commento al Vangelo di domenica 15 gennaio 2023 curato da don Andrea Vena. Canale YouTube.