Continua il nostro cammino alla scuola della Liturgia. Gesรน sta andando verso Gerusalemme, una meta che non indica solo il traguardo di un cammino, ma รจ simbolo/cifra/parametro di una vita. Strada facendo educa i suoi discepoli, cerca di aiutarli a sintonizzarsi con il suo cuore e la volontร del Padre, tenta di far capire loro che โGerusalemmeโ รจ stile di vita, รจ criterio per una vita riuscita. Per capire anche noi, sostiamo un istante e guardiamoci indietro.
Continua dopo il video.
24^ domenica, dopo aver chiesto ai discepoli chi fosse Lui per la folla e per loro stessi, Gesรน aggiunge โIl Figlio dellโuomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi e venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgereโ (Mc 8,31). Come a dire: non si sceglie Gesรน per โeducazione ricevutaโ, ma โper un incontro a tu per tuโ.
- Pubblicitร -
25^ domenica, mentre Gesรน insegna ai discepoli che lui dovrร soffrire e morire, per poi risorgere, i suoi discutono su chi sia il piรน grande tra di loro, dimostrando che lo seguivano coltivando ancora i loro progetti di ambizione e carriera (cfr Mc 9,30-37).
26^ domenica, mentre Gesรน continua a insegnare che darร la vita per la salvezza di tutti, i discepoli sono preoccupati che qualcuno fuori dalla loro โcerchiaโ compia azioni buone. Gesรน non reagisce, ma indica un โbimboโ come metro di misura (il bambino puรฒ solo ricevere e confidare nellโaiuto dellโaltro: vive di dono/di Provvidenza) e invita i discepoli a โtagliareโ, a โdare un taglioโ a quanto puรฒ ostacolare, deviare o scandalizzare, ben sapendo che ogni potatura รจ finalizzata a portare piรน frutto (cfr Gv 15,1-8), ogni โcorrezioneโ allโinizio puรฒ anche far male, ma poi arreca pace (cfr Eb 12,11).
27^ domenica, Gesรน viene messo alla prova/tentato dai farisei. Questi, fedeli/fiscali alla โleggeโ, Gesรน fedele al progetto originario di Dio. Loro attenti alla โvirgolaโ, Gesรน fisso al sogno del Padre che sta โIn Principioโ. Loro arguti nel difendere le loro posizioni, Gesรน attento al Bene degli uomini perchรฉ questa รจ la volontร del Padre (cfr Mc 10,2-16).
- Pubblicitร -
Come si puรฒ cogliere, cโรจ una coerenza in queste tappe del cammino. Quanto avverrร a Gerusalemme รจ giร presente lungo tutto il cammino di Gesรน: amore, fiducia, sacrificio, servizio, misericordia. Cโรจ giร tutto.
Oggi, 28^ domenica, lโinvito รจ ancora quello di sintonizzarci con il โpensareโ del Signore Gesรน. E se si vuole puntare in alto, รจ necessario lasciarsi guidare dalla Sapienza che viene dallโalto (cfr 1Re 3,9, preghiera di Salomone: โDonami o Dio un cuore saggio e intelligenteโ). Eโ il tema di questa domenica, che la liturgia introduce nella I lettura con un brano tratto dal libro della Sapienza; essa va preferita ad altre logiche, perchรฉ nulla รจ paragonabile alla Sapienza di Dio, tanto che nel salmo risponderemo: โSaziaci Signore con il tuo amoreโฆInsegnaci a contare i nostri giorniโฆโ. Con questa chiave tematica, entriamo nel testo del vangelo, che prosegue lรฌ dove lo abbiamo interrotto domenica scorsa.
vv. 17-19: ยซMentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandรฒ: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in ereditร la vita eterna?”. 18Gesรน gli disse: “Perchรฉ mi chiami buono? Nessuno รจ buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”ยป.
Ancora una volta โla via/la stradaโ diventa luogo/esperienza di incontro e di insegnamento. Un โtale gli corse incontroโ. Il vangelo non dice il nome, ma dagli altri evangelisti sappiamo che รจ un giovane (Mt 19,20) e ricco (Lc 18,18). Certamente ammira Gesรน, tanto da presentarsi a lui e, inginocchiandosi (cfr 1,40 il lebbroso si inginocchia), chiede la โvita eternaโ. Questo tale si appella alla โbontร โ, ma Gesรน precisa che solo Dio รจ buono, perchรฉ Lui solo รจ la Bontร , รจ lโAmore, รจ la Grazia (cfr Es 34,6-7). A questo tale, Gesรน presenta i Comandamenti, e tra tutti, indica solo quelli rivolti al prossimo (cfr Es 20,10-16; Dt 5,1-20). Cโรจ perรฒ un dettaglio che merita evidenziare. Il โnon frodareโ non fa parte dei comandamenti, รจ un precetto: โNon defrauderai il salariato povero e bisognoso e gli darai il suo salarioโฆโ (Dt 24,14). Ma riguarda sempre il rispetto dellโaltro.
vv. 20-23: ยซ20Egli allora gli disse: “Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza”. 21Allora Gesรน fissรฒ lo sguardo su di lui, lo amรฒ e gli disse: “Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!”. 22Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andรฒ rattristato; possedeva infatti molti beni. 23Gesรน, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: “Quanto รจ difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!”ยป.
Di fronte al richiamo dei Comandamenti, questo โtaleโ dichiara di osservarli giร fin dalla giovinezza. Risposta che porta Gesรน a fissare lo sguardo su di lui, manifestandogli pieno compiacimento, ma altresรฌ invitandolo a fare un passo in piรน: โUna cosa sola ti manca: vaโ, vendi quello che haiโฆโ. Uno sguardo, quello di Gesรน, che non rinnega nรฉ tradisce. Eโ fedele lo sguardo di Gesรน, sempre pronto a farti ripartire (cfr Lc 22,61: โGesรน si voltรฒ e fissรฒ lo sguardo su Pietroโ).
Tre verbi che possono cambiare la vita: va, vendi e dai. โVaโโ, รจ il verbo della missione, e quindi dellโessere stato scelto; โvendiโ, รจ il verbo della scelta, della responsabilitร ; โdaiโ, รจ il verbo dellโadesione a Lui, del dono, della logica dโamore. Verbi che invitano a puntare lโattenzione sul tesoro che veramente conta: โNon accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumanoโฆโ (cfr Mt 6,19ss), โPerchรฉ, dovโรจ il tuo tesoro, lร sarร anche il tuo cuoreโ (Mt 6,21). In fondo si tratta di diventare โpoveriโ come Colui che spogliรฒ se stesso/divenne povero per noi (cfr Fil 2,7)
โA queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andรฒ rattristato; possedeva infatti molti beniโ (cfr Sal 49: โQuesta รจ la sorte di chi confida in se stessoโฆcome pecore sono avviati agli inferiโฆNella sua vita si diceva fortunatoโฆlโuomo nella prosperitร con comprendeโ). Il rifiuto non viene espresso a parole, ma con un โse ne andรฒโ, e manifestando i sentimenti: scuro in volto e triste. Quel vuoto, quel santo desiderio che porta il ragazzo a correre, a stare dietro a Gesรน ha una forza nel โsapereโ i comandamenti, ma trova come ostacolo la โlogica dei comandamentiโ: lโamore per il prossimo, il donarsi per lโaltro, che รจ quanto Gesรน farร morendo in croce. In Marco il verbo โrattristarsiโ si ritrova solo due volte: qui e poi al capitolo 14 (14,19), riferito ai discepoli che si rattristano quando vengono a sapere che uno di loro avrebbe tradito. La tristezza fa dunque parte del cammino, svela quanto sia difficile stare โdietro a Gesรนโ.
vv. 24-27: ยซ24I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesรน riprese e disse loro: “Figli, quanto รจ difficile entrare nel regno di Dio! 25ร piรน facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”. 26Essi, ancora piรน stupiti, dicevano tra loro: “E chi puรฒ essere salvato?”. 27Ma Gesรน, guardandoli in faccia, disse: “Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perchรฉ tutto รจ possibile a Dio”ยป.
I discepoli restano sconcertati, anche perchรฉ ricchezza e prosperitร erano ritenuti segni di benedizione divina. Ancora una volta quindi Gesรน scuote le loro certezze e porta a galla quanto custodiscono nei loro cuori. Una reazione che suggerisce quanto il demonio sia astuto nel non farsi riconoscere, a tal punto da rendere i discepoli fedeli nel seguire Gesรน, ma non altrettanto ad aderire alla sua logica. Gesรน perรฒ indica la soluzione: Dio. Quel Principio a cui ha fatto cenno nel brano di domenica scorsa: in Dio tutto รจ possibile.
vv. 28-30: ยซ28Pietro allora prese a dirgli: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito”. 29Gesรน gli rispose: “In veritร io vi dico: non c’รจ nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, 30che non riceva giร ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrร ยป.
Ancora una volta รจ Pietro a prendere la parola a nome del gruppo: โNoi abbiamo lasciato tutto…:โ. E di fronte a questa espressione, Gesรน non rimprovera, ma rassicura, indicando non solo il centuplo in questa terra, ma anche la vita eterna. Ossia ciรฒ che quel โtaleโ cercava.
Dicevamo allโinizio che il cammino che conduce Gesรน a Gerusalemme รจ simbolo del cammino della nostra vita, e la meta riassume in sรฉ lo spirito con il quale percorrere il cammino. La strada, cosรฌ come il nostro cuore, รจ il luogo della semina dove una parte dei semi cade lungo la strada, una tra i sassi, una nel terreno buono (cfr Lc 8,4-15). Gesรน si lascia arrestare e processare per restare fedele al Padre e a noi; si lascia inchiodare mostrando fino a che punto Dio รจ disposto ad arrivare per dimostrarci il suo amore; perdona chi lo crocifigge e accoglie in Paradiso chi gli sta accantoโฆ(cfr Lc 23, 33ss).
Tutto questo lo ritroviamo nella sua vita. Ecco perchรฉ in queste domeniche Gesรน sta educando i suoi discepoli e oggi noi. Ci educa a questo stile di vita, e ci mette in guardia da ciรฒ che potrebbe distoglierci: la tentazione della gloria (24^ domenica, Lungi da me Satana, tu non pensi secondo Dio ma secondo gli uomini); la tentazione del potere (25^ domenica, Chi รจ il piรน grande tra noi?); la tentazione dellโesclusivitร (26^ domenica, โPredica amore, ma non รจ dei nostriโ); la tentazione del legalismo, (27^ domenica โLa legge dice, In Principio Dioโฆ); oggi, la tentazione del vano sapere. Se il โsapere Dioโ non si fa โcarneโ, non si fa vita quotidiana, non serve a nulla. Oggi, come un tempo, i comandamenti non sono un elenco da imparare a memoria (anche, ma non solo). Sono un chiaro modo di comportarsi, di intendere la vita.
Quel vuoto del โtaleโ che corre incontro a Gesรน manifesta che qualcosa gli manca. Possiede tanto, ma non possiede ancora tutto, e ne sente nostalgia. Perchรฉ gli manca la โrelazioneโ, gli manca quel โtuโ con cui vivere (cfr Gn 2,18: โNon รจ bene che lโuomo sia soloโ), con cui condividere il cammino della vita. Come lui, anche noi talvolta o spesso siamo pieni di tante cose, di affanni quotidianiโฆ ma basta ascoltare un poโ il cuore, per accorgersi che ci manca ancora qualcosa. Non sono i beni a mancare; a mancare รจ il Bene sommo, รจ Lui: โTardi ti ho amato, bellezza antica, Tu eri dentro di me ed io ti cercavo fuoriโ (SantโAgostino). La proposta di Gesรน di โrinunciareโ รจ per fare spazio a Lui: ma non รจ rinuncia fine a se stessa, รจ conquista, รจ tesoro che nessun ladro puรฒ portare via. Quel tale รจ andato da Gesรน per avere di piรน, mentre Gesรน gli ha proposto di dare di piรน: ed รจ entrato in crisi. In questo modo Gesรน dimostra che quando si possiedono troppi beni e su di essi si fa basare la propria vita, alla fine rischia di esserne posseduto. E non sei piรน libero (Lโuomo nella prosperitร non comprendeโฆSalmo 49).
Gesรน chiede di sintonizzarsi con la sua sapienza: allโAmore che chiama, che attraeโฆnon si puรฒ che rispondere con un amore โ pur fragile e debole – che si dona. Per accogliere questo Amore, occorre quindi non avere altri amori, non avere un cuore diviso. Chi si affida alla sicurezza del possedere, rischia di non essere in grado di discernere ciรฒ che veramente conta, perchรฉ si reputa autosufficiente. Lasciare tutto, significa imparare a fidarsi โ come un bimbo – della Provvidenza di Dio, la quale riveste i gigli del campo senza che essi muovano un dito (Mt 6,25ss). I comandamenti richiamati da Gesรน, riguardano tutti โil prossimoโ, perchรฉ in fondo lโamore al prossimo รจ il banco di prova dellโamore a Dio: โChi infatti non ama il proprio fratello che vede, non puรฒ amare Dio che non vedeโ (1Gv 4,20). Come a dire: sarai felice se rendi felice gli altri.
Lโimportante รจ non chiudersi a Dio e agli altri. Da qui, non resta che chiedere al Signore il dono della Sapienza, unica soluzione per una vita vera e bella.
Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.