Cosa dice la Parola/Gesรน
Con la solennitร di Pentecoste, che abbiamo celebrato domenica scorsa, si รจ concluso il tempo pasquale, e abbiamo ripreso il Tempo Ordinario, ossia il โtempoโ nel quale siamo invitati a testimoniare, โfino ai confini della terraโ (At 1,8) quanto il Signore ci vuole bene, fino a morire per noi! Una testimonianza che non ha confini, perchรฉ โ dicevamo durante il tempo di Natale โ come Gesรน รจ uscito dalla โsacrestia del Cieloโ per condividere con noi tutto, eccetto il peccato, cosรฌ anche noi siamo oggi invitati a uscire dalle โsacrestieโ delle nostre chiese simbolo di ogni โsacrestia esistenzialeโ o di ogni โpoltroniteโ e andare in tutto il mondo illuminati dalla Parola, nutriti dai Sacramenti per narrare con la vita โcomโรจ bello e gioioso che i fratelli vivano insiemeโ (cfr Sal 134), amandosi gli uni gli altri come Gesรน ci ha insegnato (cfr Gv 15,9). Non possiamo dunque restare chiusi per comoditร , paura, timore o vergogna: il Signore ci ha donato lo Spirito per divenire testimoni del suo amore misericordioso, non per restare fermi.
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Possiamo vedere la solennitร odierna a sintesi del cammino fin qui compiuto: il Padre, affacciandosi dal balcone del cielo, ha visto quanto disorientata era lโumanitร , incapace di accogliere la voce dei suoi profeti, cosรฌ alla fine ha inviato il suo Figlio Gesรน a condividere con noi lโavventura umana e riaprirci la Via verso il Cielo (Natale). Lungo la sua vita terrena Gesรน ha annunciato la lieta notizia, la vita Buona del Vangelo, ha compiuto prodigi quali โsegnoโ della sua gloria e ci ha amati fino alla fine, morendo in croce per noi e risorgendo dopo tre giorni perchรฉ la morte non puรฒ avere lโultima parola su di Lui (Quaresima-Pasqua). Salito in cielo, il Padre, nel nome del Figlio, ha donato lo Spirito Santo (Pentecoste), primo dono ai credenti. Dalla narrazione spirituale di questo tempo, emerge cosรฌ la Santissima Trinitร , Padre, Figlio e Spirito Santo.
Le tre letture che la liturgia ci presenta oggi ci svelano lโazione delle tre Persone della santissima Trinitร . Nella prima lettura, tratta dal libro dei Proverbi, attraverso lโimmagine della โsapienzaโ fatta persona, viene presentata lโazione creatrice di Dio, del Padre: โQuando egli fissava i cieli, io ero lร โ (Pr 8,27). โQuando condensava le nubiโฆquando stabiliva i mariโฆquando disponeva le fondamenta della terraโฆio ero con lui: โฆgiocavo davanti a lui in ogni istante, giocavo sul globo terrestreโฆโ. La prima cosa che vorrei evidenziare รจ il gioco: quanto bisogno abbiamo anche noi di recuperare la giocositร di Dio, sapendola fare nostra: giocare con Lui e davanti a Lui, proprio come dei bambini: โSe non vi convertirete e non diventerete come bambini non entrerete nel regno dei cieliโ (cfr Mt, 18,5). Il gioco, nella sua accezione piรน autentica, porta in sรฉ i caratteri della libertร , gratuitร , spontaneitร , disinteresse, ed รจ accompagnato da sentimenti di letizia e serenitร . Di fronte a questi atteggiamenti, ci viene il dubbio di considerare troppo โseriamenteโ la fede, non perchรฉ non sia importante, ma rischiamo forse di ridurla a qualcosa di โseriosoโ, di โtristeโ e non di giocoso: Dio gioca con noi e si attende che noi giochiamo con Lui!
In secondo luogo, i vangeli ci dicono che lโaccezione di โsapienzaโ รจ fatta propria da Gesรน, Sapienza fatta โcarneโ: โIl Figlio dellโuomo, che mangia e beve, e dicono: โEcco, รจ un mangione e un beoneโฆMa la sapienza รจ stata riconosciuta giusta per le opere che essa compieโ (Mt 11,19); โLa sapienza di Dio ha detto: โManderรฒ loro profeti e apostoliโฆโ (Lc 11,49); โE il Verbo si รจ fatto carneโ (Gv 1,1ss). Ecco perchรฉ la II lettura, tratta dalla lettera ai Romani, scrive: โFratelliโฆsiamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesรน Cristo. Per mezzo di lui abbiamo, mediante la fede, lโaccesso a questa graziaโฆโ. E nel vangelo troviamo la sintesi dellโazione delle tre Persone della Santissima Trinitร . Siamo al capitolo 16 di Giovanni, che contiene il grande discorso di addio di Gesรน ai suoi. Ha giร promesso che non ci avrebbe lasciati soli (cfr Gv 14,18) e che avrebbe mandato lo Spirito Santo, il Paraclito (cfr Gv 14,15-17โฆ).
E a un certo punto confessa: โMolte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il pesoโ (cfr 16,12). Ha giร detto tutto, ma non tutto siamo in grado di comprendere subito: ci sarร svelato man mano, in base alle nostre forze, in un graduale cammino di crescita interiore. A ricordarci le cose del Padre e del Figlio sarร lo Spirito santo, dono promesso.
โTutto quello il Padre possiede รจ mioโ โ dice Gesรน nel vangelo. Ce lo aveva giร detto, rispondendo a una richiesta di Filippo: ยซโSignore, mostraci il Padre e ci bastaโ. Gli rispose Gesรน: โDa tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padreโฆโยป (Gv 14,8). โIo e il Padre siamo una cosa solaโ (Gv 10,30). Ma รจ lo Spirito che ci renderร capaci di comprendere, sarร Lui a guidarci alla veritร tutta intera. E questa veritร non sono idee da imparare a memoria, non รจ una dottrinaโฆma รจ relazione, quella inaugurata dal โcomandamento nuovoโฆโ.
Soffermiamoci per un istante a contemplare la dinamica di relazione che cโรจ tra Padre, Figlio e Spirito Santo: nessuno parla di sรฉ, nรฉ parla da sรฉ o dice ciรฒ che pensa o vuole. Ciascuno condivide ciรฒ che a sua volta ha ricevuto! โLo Spirito santo non parlerร da se stesso, ma dirร tutto ciรฒ che avrร udito..:โ. Gesรน ci dice che ciรฒ che รจ del Padre รจ anche del Figlio; e ciรฒ che รจ del Figlio รจ โpresoโ dallo Spirito perchรฉ diventi di tutti, dei discepoli di ieri e di oggi: โLo Spirito mi darร gloria: riprenderร le mie parole e le dirร alla Chiesaโ (Antifona magnificat mercoledรฌ VI settimana di Pasqua)
In queste parole possiamo cogliere il segreto di una relazione vera, bella, dove nessuno si impone sullโaltro, perchรฉ lโaltro รจ per me, a custodire e garantire la mia esistenza. Perchรฉ ciรฒ che sta a cuore al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo รจ la salvezza dellโuomo. La nostra salvezza. Nientโaltro. Segno che nella santissima Trinitร cโรจ pura relazione dโamore. Bellissimo! Ma questa relazione dโamore chiede ora di farsi in noi relazione dโamore, a Loro somiglianza, dove unica cosa che dovrebbe muoverci รจ lโamore per gli altri: non cโรจ un โmioโ o un โtuoโ, ma cโรจ solo un โnostroโ, come ci ha insegnato Gesรน nella preghiera del Padre nostro. Lโerrore di Adamo ed Eva, il loro peccato, รจ stato volersi โimpossessareโ del frutto dellโalbero, illusi che fosse loro: โAllora la donna prese del suo fruttoโ (Gn 3,6). E di conseguenza la gelosia di Caino riguardo al fratello Abele (cfr Gn 4,5). E potremmo andare avanti: โSei forse tu geloso perchรฉ sono buono?โ (cfr Mt 20,15; cfr Lc 15, il figlio maggiore che non vuole partecipare alla gioia del Padreโฆ). Esempi che suggeriscono che impossessandosi delle cose o peggio ancora degli altri, non ci si realizza e non si diviene felici. Gesรน ci ha insegnato che รจ nel dono reciproco la nostra realizzazione, la nostra pienezza umana e cristiana perchรฉ โcโรจ piรน gioia nel dare che nel ricevereโ (At 20,35), perchรฉ โDio รจ amore; chi sta nellโamore dimora in Dio e Dio dimora in luiโฆnellโamore non cโรจ timore, al contrario lโamore scaccia il timoreโ (cfr 1Gv 4,12ss).
Come tra Padre, Figlio e Spirito Santo cโรจ una relazione perfetta dโamore, cosรฌ da Loro, in Loro, con Loro noi impareremo a conoscere Dio, a far esperienza vera con Dio, con gli altri, con noi stessi e con il creato. Ed รจ vita. ร cammino. Come ogni relazione si approfondisce nel tempo, cosรฌ si cresce e si comprende col tempo. Basterebbe ricordare i due discepoli di Emmaus: sapevano tante cose, ma non ne comprendevano il senso, tanto che si allontanavano da Gerusalemme. Sarร Gesรน, nel dire la Parola, a far ardere il loro cuore (cfr Lc 24). Nella relazione non รจ importante solo il sapere, ma il custodire, il gustareโฆCome dicevano gli antichi, โnon multa sed multumโ: non molte cose, ma molto bene il poco o, in altri termini, fai bene il bene che devi compiere. Ripensiamo e impariamo dalla Vergine Maria che โCustodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuoreโ (Lc 2,19). Cosรฌ noi siamo invitati a custodire la Parola della Scrittura, ma anche la parola della vita, lรฌ dove Dio agisce in noi e attraverso noi, certi che nulla avviene per caso, ma tutto fa parte di un progetto di Dio. Ecco cosa fa lo Spirito: ci guida dentro il labirinto della nostra storia, dei nostri pensieri, dei nostri affetti e ci aiuta a dare un senso logico a tutto. Esperienza che sarร resa possibile nella misura in cui resteremo radicati e fedeli in Gesรน e nello stesso tempo proiettati verso la Meta del Cielo, guidati dallo Spirito: โAdesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerรฒ in perfettamenteโ (cfr 1Cor 13,12).
La fede in Dio, Padre Figlio e Spirito Santo รจ relazione, esperienza che cresce con noi, in noi. In fondo il Vangelo รจ quello di sempre, eppure crescendo lo comprendiamo sempre meglio. Noi come singoli, ma anche come Chiesa. E a guidarci in questa avventura รจ lo Spirito santo, nostro Maestro interiore: โQuando verrร lui, lo Spirito della veritร , vi guiderร alla tutta la veritร โ, dice Gesรน nel vangelo. Possiamo veramente dire di essere mendicanti della veritร , ricercatori appassionati del senso piรน vero e bello della vita, che solo il Signore Gesรน sa indicarci e svelarci: โIo sono la Veritร โ (Gv 14,6). In questa dinamica dโamore, lโevangelista Giovanni ci aiuta a vedere, o meglio, intravvedere Dio come Padre, Figlio e Spirito santo: un Dio che รจ comunione, relazione, amicizia, mutua appartenenza. Cosรฌ, se pensavamo che Dio fosse confinato lontano e solitario in cielo, in realtร รจ un Dio-compagnia, Padre-Figlio e Spirito Santo, che ci rende partecipi del gioco divino della vita.
E se puรฒ apparire un discorso difficile, astrattoโฆripensiamo solo a un gesto che quotidianamente facciamo, quello del segno della croce. Mentre tracciamo sul nostro corpo il segno della croce, diciamo che Dio รจ Padre, Figlio e Spirito santo. Gesto e parole che dicono che Dio รจ abbraccio, รจ misericordia, รจ amore infinito, รจ braccia spalancateโฆIn quel segno esprimiamo il nostro desiderio e impegno di permettere a Dio di mettere ordine nei nostri pensieri e affetti, e di riportare tutto in Lui; diciamo il nostro desiderio e impegno di credere con tutta la mente (ci tocchiamo la fronte), con tutte le forze (ci tocchiamo le spalle) e con tutto il cuore (ci tocchiamo il petto). Vorrei concludere riprendendo il concetto di gioco che abbiamo incontrato allโinizio nel testo dei Proverbi. Come il gioco chiede rispetto delle regole ma nello stesso tempo lascia spazio alla creativitร di ciascuno, cosรฌ Dio suggerisce che il modo migliore per contagiare gli altri della gioia del vangelo รจ mostrare comโรจ bello giocare con Dio, radicati nella โregolaโ del Vangelo โ che รจ amore โ ma creativi nel saperlo proporre. Cosรฌ i santi hanno attratto gli altri: giocando con Dio, fino a rendere chi era con loro partecipi del gioco di Dio (cfr Ef 1,4-13).
Cosa rispondo io oggi alla Parola/Gesรน
Colletta anno C
Padre santo e misericordioso che nel tuo Figlio ci hai redenti e nello Spirito ci hai santificati, donaci di crescere nella speranza che non delude, perchรฉ abiti in noi la tua sapienza.
Giocare con Dio Padre buono
tutti pensano che la fede
sia una questione talmente seria da averla ridotta
a unโesperienza seriosa e triste. Tu, invece,
ci hai donato il tuo Figlio Gesรน
per insegnarci che la fede
รจ giocare con Te. Donami il tuo Santo Spirito perchรฉ,
fedele alle regole del Vangelo, sappia giocare
con entusiasmo e passione la partita della vita.
E tutto sarร gioia.
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Il commento al Vangelo di domenica 12 giugno 2022 curato da don Andrea Vena. Canale YouTube.