Lungo la strada verso Gerusalemme, Gesรน รจ impegnato ad educare i suoi discepoli. Giunto ormai nella cittร , Egli allarga il dialogo con vari interlocutori. Domenica scorsa si confrontava con uno scriba riconoscendo che non era โlontano dal regno di Dioโ; oggi, critica altri scribi per la loro incoerenza e, quasi per contrasto, loda una vedova per la sua testimonianza.
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Il vangelo viene introdotto come sempre dalla I lettura tratta dal primo libro dei Re, dove viene descritta la richiesta del profeta Elia a una vedova per avere del cibo che, nonostante ci sia carestia, e in assoluta fede, gli viene preparato.
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Due donne, come avremo modo di vedere, che vivono della Provvidenza di Dio, che si lasciano da essa ispirare e guidare nelle loro scelte, e proprio per questo non si chiudono di fronte alle necessitร di quanti bussano alla porta del loro cuore. Atteggiamento sostenuto dalla certezza che โIl Signore rende giustizia agli oppressi, dร il pane agli affamati, libera i prigionieri, ridona la vista ai ciechi, protegge i forestieri, sostiene lโorfano e la vedovaโ (salmo).
vv. 38-40: ยซIn quel tempo Gesรน (nel tempio) diceva alla folla nel suo insegnamento: โGuardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna piรน severaโยป.
Lโespressione โguardateviโ indica che Gesรน sta mettendo in guardia, sta esprimendo un giudizio. Al v. 35 Gesรน โInsegnando nel tempio, diceva: โCome mai gli scribi dicono che il Cristo รจ figlio di Davide?โ. Cโรจ dunque una disputa aperta. La prima critica riguarda lโambizione degli scribi che esibiscono la loro dignitร /autoritร /posizione mostrandosi in lunghe vesti, occupando posti dโonore e pretendendo i saluti nelle piazze.
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Interessante notare che domenica scorsa si parlava dellโAmare Dio con tutto se stessi, e oggi la denuncia di Gesรน punta su un amore disordinato, quello dello sfoggio di se stessi, che mira da una parte ad esibirsi e dallโaltra ad umiliare quanti non possono accedere a determinati gradi o posti dโonore (cfr Lc 14,7-10, anche qui lโinvito di Gesรน a non scegliere i primi posti, col rischio di essere messo poi allโultimo posto).
Ancora piรน pungente della critica allo sfoggio dei vestiti e alla ricerca dei posti dโonore, รจ il riferimento alle vedove. Nel giudaismo le vedove e gli orfani godevano particolare protezione giuridica: โNon maltratterai la vedova e lโorfano. Se tu li maltratti, quando invocheranno da me lโaiuto, io ascolterรฒ il loro gridoโ (cfr Es 22,21; Is 1,7.23; 10,2).
Con questa critica quindi, Gesรน va a toccare uno dei pilastri dellโinsegnamento della Legge, portando in evidenza che chi insegna non vive quanto predica, tanto che Gesรน dirร : โPraticate e osservate ciรฒ che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perchรฉ essi dicono e non fannoโ (cfr Mt 23,3).
vv. 41-42: โSeduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettรฒ due monetine, che fanno un soldoโ.
La stanza del tesoro si trovava nella parte interna del tempio, accessibile solo ai giudei. Nellโatrio posto di fronte, invece, vi erano sistemate le cassette per le offerte che servivano per le liturgie. La vedova, proprio a causa della sua indigenza, avrebbe potuto dare โuna monetaโ, invece il fatto che dia entrambe โle due moneteโ fa capire la totalitร dellโofferta, dร tutto quello che ha.
Non solo โconosceDioโ, ma lo ama con tutta se stessa, a differenza del giovane ricco che bene โconoscevaโ ma male โamavaโ (cfr Mc 10,21ss).
vv. 43-45: โAllora, chiamati a sรฉ i suoi discepoli disse loro: โIn veritร io vi dico: questa vedova, cosรฌ povera, ha gettato nel tesoro piรน di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivereโ.
Preso spunto da quanto ha appena osservato, Gesรน chiama a sรฉ i discepoli per offrire loro una istruzione. Egli, in forma solenne โ โIn veritร io vi dicoโฆโ โ dichiara quanto la vedova sia stata molto piรน generosa di tanti ricchi, in quanto lei ha offerto tutto quanto aveva per vivere, a differenza dei ricchi che hanno dato solo parte del loro superfluo, e per giunta dando sfoggio della loro โapparenteโ benevolenza e generositร .
Domenica scorsa il vangelo ci aveva presentato lโincontro tra uno scriba e Gesรน, con al centro il comandamento dellโamore. Un incontro attraverso il quale emergeva la bontร dโanimo di quello scriba, tanto da venire lodato da Gesรน stesso: โNon sei lontano dal regno dei cieliโฆ..โ.
Oggi, invece, ci troviamo al tempio, dove Gesรน critica scribi e farisei per il loro esteriore atteggiamento. Sembra quasi che Gesรน metta a confronto due insegnamenti: quello degli scribi, avvolti da sontuosi mantelli e da plateali gesti di generositร (autentici โsepolcri imbiancatiโ Mt 23,27-28), e quello di una vedova povera e sola che, senza che nessuno lo sappia, si fa autentica maestra di vita.
Questo conferma che Dio non guarda allโapparenza, ma al cuore (cfr 1Sam 16,7). In questo caso non รจ la quantitร che conta, ma lโinvestimento di vita. La fede della vedova รจ viva e la fa vivere. Non avrร ricchezze da esibire o privilegi ai quali ambire, ma ha un cuore grande perchรฉ custodisce in sรฉ lโamore di Dio. Sa cosa sia vivere di Provvidenza, come la vedova descritta nella prima lettura: entrambe queste donne sono fiduciose, vivono come gli uccelli del cielo o i gigli del campo (cfr Mt 6,26-28).
Attraverso lโesperienza di queste due persone, Gesรน mi e ci sta offrendo un prezioso insegnamento sulla fede, intesa come atteggiamento interiore di chi fonda la propria vita su Dio, sulla Parola, e confida in Lui. Le due vedove โmostranoโ la loro fede compiendo un atto di caritร , e in questo modo sembra quasi che il dialogo di domenica scorsa sul โpiรน grande dei comandamentiโ trovi oggi una concreta traduzione; lโamore a Dio, il fidarsi di Lui si traduce in caritร verso il prossimo: una verso il profeta (I lettura), lโaltra facendo elemosina (vangelo).
E nessuno รจ mai cosรฌ povero da non potere dare qualcosa. Scriveva papa San Leone Magno: โSulla bilancia della giustizia divina non si pesa la quantitร dei doni, bensรฌ il peso dei cuoriโ.
Non si tratta di ridurre la parabola alla semplice e โinnocuaโ offerta di โfarinaโ o di โdenaroโ. La cosa piรน importante, insegna Gesรน, รจ ciรฒ che motiva questi due movimenti: รจ una vita intessuta dโamore che si fida e si affida. Devo e dobbiamo domandarci se siamo capaci di โoffrireโ la nostra vita al Signore con altrettanta generositร .
Non possiamo cioรจ limitarci a dare โlโavanzoโ del nostro tempo alla preghiera, ad esempio: โPrego se ho tempoโ, โVado a messa se sono liberoโโฆ ma dovrebbe essere il contrario! โSto con il Signore, vado a messa, e poi faccio tutto il restoโ. O ridurre la caritร allo svuotare le tasche dai centesimi, giusto per liberarci da pesi inutili!
Penso anche al dono del tempo, quando ormai รจ tutto โpesatoโ sul costo orario o sulla pretesa di veder riconosciute le competenze acquisite โ cosa giusta, non voglio dire il contrario! โ; รจ bello sapere che, in nome della Provvidenza, cโรจ chi offre, ad esempio, un poโ di tempo per stare con gli anziani, portare una parola di conforto, accudire chi รจ nel bisogno, semplicemente vivendo della Provvidenza e nella Provvidenza.
Mi viene anche da pensare allโofferta della propria vita consacrata, di chi cioรจ si dona senza riserve, chiudendo ogni porta ai calcoli, alle possibilitร alternative, per โinvestireโ tutto su Gesรน Cristo, come ha fatto Madre Teresa, San Giovanni Bosco o tanti santi dei giorni nostri.
Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.