Movimento Apostolico Ciechi
Riflessioni dell’assistente spirituale don Alfonso Giorgio per il Vangelo di lunedì 6 Gennaio 2025.
Trascrizione, non rivista, del video.
C’è un detto popolare che ricordo dall’infanzia, che dice così: Con la solennità dell’Epifania, tutte le feste vanno via.
In effetti, si conclude il ciclo delle celebrazioni liturgiche, poiché veniamo in questo giorno chiamati a contemplare e ad adorare Gesù, che è nato. Come i Magi, che dopo un lungo cammino giungono a Betlemme, siamo invitati a riconoscere la manifestazione del Signore.
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Epifania è una parola greca che, come sappiamo molto bene, vuol dire “manifestazione”. Abbiamo quindi il manifestarsi di Dio in questo bambino: si rivela, si manifesta nella sua umanità e nella sua divinità.
Tuttavia, una certa logica consumista è riuscita a trasformare questa parola, Epifania, in Befana. Ecco, sicuramente questo termine è più popolare e più conosciuto rispetto a quello originale. Però è certo che il Signore, nel voler rivelarsi, ha compiuto un fatto pubblico, universale.
I Magi sono coloro che, nella loro saggezza, hanno deciso di non rimanere fermi nella loro professionalità, ma di mettersi in cammino. Mettendosi in cammino, hanno dimostrato di cercare la verità, di cercare colui che è la fonte di ogni verità, la fonte di ogni cosa. Per fare questo, certamente hanno dovuto fare delle rinunce.
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Questo ci fa comprendere come, anche per noi, il principio sia lo stesso: se vogliamo incontrare il Signore, se vogliamo vivere della sua presenza, dobbiamo rinunciare a qualcosa di noi stessi e, soprattutto, metterci in cammino. Non è certo rimanendo fermi che troveremo l’amore di Dio nella nostra vita, ma mettendoci in cammino alla ricerca della verità.
La ricerca della verità presuppone anche l’umiltà, perché l’umiltà ci permette di riconoscere i nostri limiti e di assecondare il nostro desiderio più profondo, che è quello di Dio. La sete di Dio è in ciascuno di noi.
Certamente, l’Epifania è una festa che ci fa capire che il Signore è venuto per dare la sua luce, è venuto per illuminare le menti. In questo senso, cogliamo nella solennità dell’Epifania anche i presupposti per vivere bene la Pasqua.
Infatti, ricordo quando ero bambino: mi risultava difficile capire il collegamento tra l’Epifania e la Pasqua. In realtà, è proprio vero. Nell’Epifania si manifesta colui che poi vincerà la morte, la luce che vincerà le tenebre.
Questa luce sfolgorante, che oggi illumina i nostri volti, ci invita ad essere, a nostra volta, luce per gli altri. E allora, come diceva don Tonino Bello, abbiamo bisogno di umiltà, abbiamo bisogno di adorare, abbiamo bisogno di prostrarci come i Magi per riconoscere il Signore in quel bambino, come hanno fatto loro.
Che il Signore ci dia questa fede profonda e ci permetta di essere luce per il nostro prossimo.
Buona solennità dell’Epifania a tutti voi!