don Alessandro Dehò – Commento al Vangelo del 9 Maggio 2021

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Solo questo è amore

Come il padre ha amato me

L’amore del Padre è un punto di resistenza, è un ancoraggio, è un bivacco in una notte di tempesta, è qualcosa di apparentemente piccolo eppure vitale, è ciò che rimane dopo che il tempo ha spazzato via senza pietà quelli che si credevano amori. No, non basta dire che l’Amore divino abita nei volti delle persone che ci amano, non basta dire che sono gli uomini e le donne che ci camminano accanto a testimoniare l’amore del padre, occorre andare alla fonte, questo dice Gesù, e non lo fa perché è Cristo, ma per indicarci un legame di sicurezza: quello con il Padre.

Quando la vita spazzerà via l’illusione di essere stati amati da tantissime persone, quando smetteremo di voler credere ai sorrisi di circostanza, quando il tempo svelerà la mediocrità di certi legami, la tossicità di certe relazioni, quando con dolore scopriremo che certi incontri che si definivano provvidenziali non sono altro che il ripetersi di ricatti emotivi, quando quello che chiamavamo amore si rivelerà nient’altro che una violenza, quando ci scopriremo abusati dall’esercizio di potere da parte di persone a cui avevamo affidato tutta la nostra vita, in quel preciso istante avremo solo due strade: o la morte o la scoperta che il Padre ha resistito, nonostante tutto, nonostante tutti. O la morte o la scoperta di un piccolo appiglio che non ci ha fatto naufragare, un quasi niente, un punto di resistenza che ha impedito di essere spazzati via, un cuore pulsante in mezzo a un cumulo di macerie, si chiama fede ed è l’amore del padre. Ed è fedele, lui.

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La Passione di Gesù è chiara, non sono i discepoli ad aver testimoniato l’amore divino, non sono loro ad aver dato senso alla storia di Gesù, loro dormivano, loro tradivano, loro erano impauriti e mediocri, loro avevano usato il loro maestro, loro non potevano fare di più: Gesù resiste perché sceglie dolorosamente un legame di sangue e di lacrime. Si lascia spremere nell’orto degli Ulivi e in quel momento ciò che rimane è solo il legame con il Padre, il resto sarà salvato da questo.

Se osserverete i miei comandamenti rimarrete nel mio amore

La corda legata al Cielo, lo spazio di sicurezza passa attraverso i comandamenti, declinazioni pratiche di un legame più grande di noi. Esercizio quotidiano di ricerca. Perché la fraternità non basta. Perché i legami tra uomini sono spesso segnati da dolori e da ereditarie fatiche, perché il male esiste, e ci abita. Perché siamo fragili e non possiamo fare di più. Il comandamento non siamo noi che rimaniamo in Lui ma è la Sua promessa divina che rimane in noi, nonostante noi, oltre noi. A rimanere è Lui in noi, altrimenti sarebbe impossibile parlare di gioia. L’Amore è suo. A noi di riconoscerlo.

Nessuno ha un amore più grande: dare la sua vita per i propri amici.

Basta contare, basta sinceramente chiederci quante sono le persone che amiamo così tanto da sperare che siano più felici di noi. Quante sono le persone per cui siamo disposti a perdere tutto, ma davvero tutto, pur di vedere la loro felicità? Quante sono le persone che siamo sicuri essere disposte a perdere tutto pur di vederci felici? Solo questo è amore. È spietato il Vangelo di oggi, lucido, diretto e quello che dice è che solo questo è amore, il resto è riempimento.

Per fortuna basta poco, un frammento per dar senso al Tutto, basta aver sperimentato anche solo per un istante la sicurezza di essere amati con un amore così limpido e totale da farci dire: la gioia esiste. Per farci credere in una gioia piena.

A salvarci è solo questo, l’aver sperimentato che nonostante tutto, nonostante la vita ci abbia illuso e poi tradito, nonostante qualcuno continui a ricattarci e a volerci dire cosa è bene per noi e a volerci usare magari spacciano tutto questo per obbedienza a dio e alla chiesa (esiste bestemmia più grande?) nonostante tutto se avremo il coraggio di tornare a quei frammenti d’amore, magari amori segreti, magari purezze clandestine, magari pieghe di vita così preziose da non poter essere esposte al sole, se avremo umiltà e coraggio saremo gioiosamente salvati, perché il volto di Dio era e sarà solamente lì. E sapremo sopportare anche il resto. Perché l’Amore avrà depositato in cuore una gioia senza fine e una speranza, che quello che ci salva nel vortice complesso del tempo sarà ciò che rimarrà alla fine.

Chissà che sorprese, alla fine intendo, quando tutto sarà capovolto, quando verranno alla luce le intenzioni dei cuori, quando si salverà solo quel poco di amore puro che abbiamo incrociato, speriamo incarnato, quell’amore totale che magari non abbiamo capito, che ci ha fatto paura, ma che ci ha salvato. Che belli saremo, stupiti e liberi, finalmente.

Chissà che sorprese alla fine quando invece dell’elenco delle fedeltà esteriori a comandamenti umani, troppo umani, il nostro cuore sarà libero di mostrare l’amore vero, quello che non poteva far altro che mettere la felicità dell’altro prima della sua. E nessuno avrà più niente da dire, finalmente.


AUTORE: don Alessandro DehòSITO WEB Leggi altri commenti al Vangelo della domenica