Non ditemi piĂą nulla di Lui
Non ditemi più nulla di Lui, smettete di scrivere quello che disse, smettete di scrivere quello che fece, non raccontatemi più come morì, neppure che si è sacrificato per noi, non lo voglio più sentire.
Non affannatevi a spiegarmi l’amore, smettete di mettere in scena la sua passione, asciugate fino all’osso le vostre liturgie, annientatele, togliete tutto, riducetele a Silenzio, ammutolitele, solo i vostri occhi voglio guardare, se ne avete coraggio.
Solo i vostri occhi, in loro ho bisogno di perdermi, li devo interrogare. Solo così saprò se anche voi avete camminato al buio dei vostri cimiteri, solo così saprò se avete avuto il coraggio di nominare i vostri fallimenti uno per uno, senza dimenticare nulla, senza morirci, solo così saprò se, come Maria Maddalena, siete addirittura riusciti a sopravvivere al dolore.
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Non ditemi più nulla di Lui, guardatemi negli occhi, vi prego, solo così saprò se avete visto davvero che le tombe sono aperte, questo è il cuore di tutto, capite? Ditemi se avete visto che le tombe sono aperte, tutte, per sempre. E che non c’è più male, e non più il peccato, e niente che non sia già eterno e liberato. Che non c’è pietra troppo pesante da toglierci il fiato, che scoperchiato è il dolore. l’errore, il rimorso. Che non abbiamo più bisogno di fare e dimostrare, che ci basta finalmente farci amare. Che risorti sono i morti, che ad annunciarlo vivo sono proprio loro, ditemi che voi li avete ascoltati, che vi siete fidati.
Non parlatemi più di Lui, apritemi le porte di casa vostra piuttosto, come fece Pietro quel giorno, quando vide gli occhi dell’amica infuocati, quando lei non riusciva nemmeno a spiegare, quando disse l’unica cosa saggia che si può dire in campo di fede “non sappiamo dove l’abbiano messo”, non lo sappiamo proprio, ci è sfuggito di mano, non è nostro ostaggio, non lo sarà mai.
Non parlatemi più di Lui ma aprite la porta e guardatemi negli occhi, senza dire nulla fatemi capire che anche voi avete creduto e ceduto all’inverosimile grido di quella donna posseduta da sacro furore. Apritemi la porta e giuratemi che vi siete fidati di quell’annuncio incarnato in un corpo stravolto di donna innamorata. Ditemi che avete creduto all’urlo dell’amore disperato.
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Non parlatemi più di Lui, correte piuttosto, come corse il discepolo amato, entrate nella morte, sprofonderò con voi nella fossa, portatemi con voi, non ho più paura, fatemi capire che davvero ci credete, che io e voi siamo nient’altro che tombe spalancate, e che Lui è vivo, e che ogni cosa è già risorta.
Mostratevi, vi prego, non parlatemi piĂą di Lui, parlatemi di voi.
Non parlatemi più di Lui, abbiate cura di mantenere il silenzio che si è scelto, lasciate vuoto il sepolcro, lasciate i teli piegati, guardatemi negli occhi, senza dire nulla, guardatemi negli occhi…
AUTORE: don Alessandro Dehò – pagina Facebook
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