HomeVangelo della Domenicadon Alessandro Dehò - Commento al Vangelo del 18 Febbraio 2024

don Alessandro Dehò – Commento al Vangelo del 18 Febbraio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mc 1,12-15

(Quello che chiamavo deserto non era deserto).
Non vero deserto la solitudine,
o l’emarginazione.
Non deserto nello scegliere di andarsene,
o imponendosi di restare.
Negli abbandoni non c’è mai deserto.
Deserto non è resistere. Stare con sé stessi
non è deserto.

Ma,
sprofondare in Te,
lasciarsi sedurre sino a sbriciolare ogni resistenza,
incolpare la tua amorosa violenza,
opporre resistenza,
inutilmente
perdere
ogni tratto, sfigurato
e irriconoscibile anche a me stesso
finalmente, chiamarti, infine:
Deserto.
(Non è altro che un tuo nome).

Avere in cuore bestie selvatiche,
sentirsi arca infestata dopo
un diluvio di buoni propositi,
legioni indomabili tra gli interstizi della coscienza.
Incagliarsi in Te con tutto di me.
A darmi nome saranno le belve,
abbattere i recinti dell’Eden,
sbranare arcobaleni,
contemplare gli istinti
libero dalla tentazione
di addomesticare il selvatico
istinto alla vita.
Sentire
invece, Sentire
il Tuo sguardo segreto
deposto nell’intimo.
Scoprirsi nido
(nemmeno alle belve è risparmiata la tua misericordia).

- PubblicitĂ  -

Avevo ragione. Gli angeli proteggono
e volano
sfiorando ogni passo.
Avevo ragione
gli angeli sono solo simbolo biblico,
messaggeri viventi di Te,
amici.
Ma,
ora finalmente sragiono,
immerso
nelle moltitudini celesti,
trafitto da frecce infuocate che
delirano senza sosta
la tua irruzione
(crocifiggersi al reale stigmatizzati dall’Eterno).

Per gentile concessione dell’autore don Alessandro Dehòpagina Facebook

- PubblicitĂ  -

Articoli Correlati