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don Alessandro Dehò – Commento al Vangelo del 14 Luglio 2024

Domenica 14 Luglio 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mc 6, 7-13

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. (Marco)
Ti prego mio Signore
non smettere mai di sillabare il mio nome.
Se tu ammutolisci
tutto muore,
se tu taci,
io non sono.

Appeso al suono delle tue labbra è il Creato
che tieni vivo ad ogni respiro,
e porti vicino al cuore,
come fosse un figlio continuamente ritrovato.

Se tu non mi preghi
io mi spengo.

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Ti prego mio Signore
liberami dalla paura di essere da solo,
sono Dodici,
tribale costellazione di nomadi.

A due a due
si compie il cammino
raddoppiato ad ogni passo dalla tua presenza.

Saprò ancora tenere tra le mani
l’ingenua irresistibile
forza della purezza?

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Riuscirò a pagare nella carne la convinzione
che tutto sia giĂ  salvato in Te?

Sarò più forte dell’impuro
pensiero che mi spinge
a credere che tu ti sia stancato dell’uomo,
e che siamo indegni del tuo amore?

E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
Solo un bastone,
nient’altro che un ramo a cui appoggiarsi,
saremo come alberi in cammino,
sradicheremo ad ogni passo la terra
trasformandola in zolla.

Non avremo pane perché lo diventeremo,
non avremo sacca perché nulla avremo da dare e,
finalmente,
nulla avremo da predare,
nemmeno l’affetto.

Non avremo sacca perché non ci colga mai la tentazione di essere bastanti a noi stessi.

Non avremo denaro per essere liberi dalla paura di essere derubati,
per ridere della nostra miseria,
per misurare nel niente il nostro evidente fallimento,
per attirare le ironie di chi crede in ciò che si può comprare.

Non avremo denaro
perché solo i poveri sono credibili.

Avremo sandali ai piedi
e non cambieremo tunica, non cambieremo pelle come fanno i serpenti
saremo così liberi da essere sempre miseramente
e splendidamente uguali a noi stessi.

«Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro
Tenteremo di essere tuoi testimoni anche quando la gente ci accoglierĂ ,
tenteremo di reggere il peso del loro amore,
cercheremo di credere in te anche quando i fratelli ascolteranno noi,
saremo pazienti vedrai,
resteremo fedeli fino a quando potremmo finalmente riconoscerti
nel loro rifiuto.

E noi saremo quella polvere, a cadere come neve, dai tuoi piedi.

Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Grideremo al vento la bellezza del cambiamento,
la conversione è un cuore che nelle tue mani
batte all’unisono con il Creato.

Ci guarderanno come si guardano i matti,
ci scanseranno come appestati,
noi gli chiederemo di benedirci.

Le nostre mani profumeranno
d’olio
e ungeremo le ferite
dell’anima,
e scivolerĂ  via il male incagliato
e giureremo che non c’è piaga che non possa essere curata.

Per gentile concessione dell’autore don Alessandro Dehòpagina Facebook

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