PRESENTAZIONE DEGLI AUGURI NATALIZI DELLA CURIA ROMANA
DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Sala Clementina
Lunedรฌ, 22 dicembre 2014
La Curia Romana e il Corpo di Cristo
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โTu sei sopra i cherubini, tu che hai cambiato la miserabile condizione del mondo quando ti sei fatto come noiโ (SantโAtanasio)
Cari fratelli,
Al termine dellโAvvento ci incontriamo per i tradizionali saluti. Tra qualche giorno avremo la gioia di celebrare il Natale del Signore; lโevento di Dio che si fa uomo per salvare gli uomini; la manifestazione dellโamore di Dio che non si limita a darci qualcosa o a inviarci qualche messaggio o taluni messaggeri, ma dona a noi sรฉ stesso; il mistero di Dio che prende su di sรฉ la nostra condizione umana e i nostri peccati per rivelarci la sua vita divina, la sua grazia immensa e il suo perdono gratuito. Eโ lโappuntamento con Dio che nasce nella povertร della grotta di Betlemme per insegnarci la potenza dellโumiltร . Infatti, il Natale รจ anche la festa della luce che non viene accolta dalla gente โelettaโ ma dalla gente povera e semplice che aspettava la salvezza del Signore.
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Innanzitutto, vorrei augurare a tutti voi โ Collaboratori, fratelli e sorelle, Rappresentanti pontifici sparsi per il mondo โ e a tutti i vostri cari un santo Natale e un felice Anno Nuovo. Desidero ringraziarvi cordialmente per il vostro impegno quotidiano al servizio della Santa Sede, della Chiesa Cattolica, delle Chiese particolari e del Successore di Pietro.
Essendo noi persone, e non numeri o soltanto denominazioni, ricordo in maniera particolare coloro che, durante questo anno, hanno terminato il loro servizio per raggiunti limiti di etร o per aver assunto altri ruoli oppure perchรฉ sono stati chiamati alla Casa del Padre. Anche a tutti loro e ai loro famigliari vanno il mio pensiero e la mia gratitudine.
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Desidero insieme a voi elevare al Signore un vivo e sentito ringraziamento per lโanno che ci sta lasciando, per gli eventi vissuti e per tutto il bene che Egli ha voluto generosamente compiere attraverso il servizio della Santa Sede, chiedendogli umilmente perdono per le mancanze commesse โin pensieri, parole, opere e omissioniโ.
E partendo proprio da questa richiesta di perdono, vorrei che questo nostro incontro e le riflessioni che condividerรฒ con voi diventassero, per tutti noi, un sostegno e uno stimolo a un vero esame di coscienza per preparare il nostro cuore al Santo Natale.
Pensando a questo nostro incontro mi รจ venuta in mente lโimmagine della Chiesa come il Corpo mistico di Gesรน Cristo. ร unโespressione che, come ebbe a spiegare il Papa Pio XII, ยซscaturisce e quasi germoglia da ciรฒ che viene frequentemente esposto nella Sacra Scrittura e nei Santi Padriยป[1]. Al riguardo san Paolo scrisse: ยซCome infatti il corpo รจ uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, cosรฌ anche il Cristoยป (1 Cor 12,12)[2].
In questo senso il Concilio Vaticano II ci ricorda che ยซnella struttura del corpo mistico di Cristo vige una diversitร di membri e di uffici. Uno รจ lo Spirito, il quale per lโutilitร della Chiesa distribuisce la varietร dei suoi doni con magnificenza proporzionata alla sua ricchezza e alle necessitร dei ministeri (cfr 1 Cor 12,1-11)ยป[3]. Perciรฒ ยซCristo e la Chiesa formano il โCristo totaleโ โ Christus totus โ. La Chiesa รจ una con Cristoยป[4].
Eโ bello pensare alla Curia Romana come a un piccolo modello della Chiesa, cioรจ come a un โcorpoโ che cerca seriamente e quotidianamente di essere piรน vivo, piรน sano, piรน armonioso e piรน unito in sรฉ stesso e con Cristo.
In realtร , la Curia Romana รจ un corpo complesso, composto da tanti Dicasteri, Consigli, Uffici, Tribunali, Commissioni e da numerosi elementi che non hanno tutti il medesimo compito, ma sono coordinati per un funzionamento efficace, edificante, disciplinato ed esemplare, nonostante le diversitร culturali, linguistiche e nazionali dei suoi membri[5].
Comunque, essendo la Curia un corpo dinamico, essa non puรฒ vivere senza nutrirsi e senza curarsi. Difatti, la Curia โ come la Chiesa โ non puรฒ vivere senza avere un rapporto vitale, personale, autentico e saldo con Cristo[6]. Un membro della Curia che non si alimenta quotidianamente con quel Cibo diventerร un burocrate (un formalista, un funzionalista, un mero impiegato): un tralcio che si secca e pian piano muore e viene gettato via. La preghiera quotidiana, la partecipazione assidua ai Sacramenti, in modo particolare allโEucaristia e alla Riconciliazione, il contatto quotidiano con la Parola di Dio e la spiritualitร tradotta in caritร vissuta sono lโalimento vitale per ciascuno di noi. Che sia chiaro a tutti noi che senza di Lui non possiamo fare nulla (cfr Gv 15,5).
Di conseguenza, il rapporto vivo con Dio alimenta e rafforza anche la comunione con gli altri, cioรจ tanto piรน siamo intimamente congiunti a Dio tanto piรน siamo uniti tra di noi, perchรฉ lo Spirito di Dio unisce e lo spirito del maligno divide.
La Curia รจ chiamata a migliorarsi, a migliorarsi sempre e a crescere in comunione, santitร e sapienza per realizzare pienamente la sua missione[7]. Eppure essa, come ogni corpo umano, รจ esposta anche alle malattie, al malfunzionamento, allโinfermitร . E qui vorrei menzionare alcune di queste probabili malattie, โmalattie curialiโ. Sono malattie piรน abituali nella nostra vita di Curia. Sono malattie e tentazioni che indeboliscono il nostro servizio al Signore. Credo che ci aiuterร il โcatalogoโ delle malattie โ sullโesempio dei Padri del deserto, che facevano questi cataloghi โ di cui parliamo oggi: ci aiuterร a prepararci al Sacramento della Riconciliazione, che sarร un bel passo di tutti noi per prepararci al Natale.
1. La malattia del sentirsi โimmortaleโ, โimmuneโ o addirittura โindispensabileโ, trascurando i necessari e abituali controlli. Una Curia che non si autocritica, che non si aggiorna, che non cerca di migliorarsi รจ un corpo infermo. Unโordinaria visita ai cimiteri ci potrebbe aiutare a vedere i nomi di tante persone, delle quale alcuni forse pensavano di essere immortali, immuni e indispensabili! ร la malattia del ricco stolto del Vangelo che pensava di vivere eternamente (cfrLc 12,13-21), e anche di coloro che si trasformano in padroni e si sentono superiori a tutti e non al servizio di tutti. Essa deriva spesso dalla patologia del potere, dal โcomplesso degli Elettiโ, dal narcisismo che guarda appassionatamente la propria immagine e non vede lโimmagine di Dio impressa sul volto degli altri, specialmente dei piรน deboli e bisognosi[8]. Lโantidoto a questa epidemia รจ la grazia di sentirci peccatori e di dire con tutto il cuore: ยซSiamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fareยป (Lc 17,10).
2. La malattia del โmartalismoโ (che viene da Marta), dellโeccessiva operositร : ossia di coloro che si immergono nel lavoro, trascurando, inevitabilmente, โla parte miglioreโ: il sedersi ai piedi di Gesรน (cfr Lc 10,38-42). Per questo Gesรน ha chiamato i suoi discepoli a โriposarsi un poโโ (cfr Mc 6,31), perchรฉ trascurare il necessario riposo porta allo stress e allโagitazione. Il tempo del riposo, per chi ha portato a termine la propria missione, รจ necessario, doveroso e va vissuto seriamente: nel trascorrere un poโ di tempo con i famigliari e nel rispettare le ferie come momenti di ricarica spirituale e fisica; occorre imparare ciรฒ che insegna il Qoรจlet: che โcโรจ un tempo per ogni cosaโ (cfr 3,1).
3. Cโรจ anche la malattia dellโโimpietrimentoโ mentale e spirituale: ossia di coloro che posseggono un cuore di pietra e la โtesta duraโ (cfr At 7,51); di coloro che, strada facendo, perdono la serenitร interiore, la vivacitร e lโaudacia e si nascondono sotto le carte diventando โmacchine di praticheโ e non โuomini di Dioโ (cfr Eb 3,12). ร pericoloso perdere la sensibilitร umana necessaria per piangere con coloro che piangono e gioire con coloro che gioiscono! ร la malattia di coloro che perdono โi sentimenti di Gesรนโ (cfr Fil 2,5) perchรฉ il loro cuore, con il passare del tempo, si indurisce e diventa incapace di amare incondizionatamente il Padre e il prossimo (cfr Mt 22,34-40). Essere cristiano, infatti, significa โavere gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesรนโ (Fil 2,5), sentimenti di umiltร e di donazione, di distacco e di generositร [9].
4. La malattia dellโeccessiva pianificazione e del funzionalismo: quando lโapostolo pianifica tutto minuziosamente e crede che facendo una perfetta pianificazione le cose effettivamente progrediscano, diventando cosรฌ un contabile o un commercialista. Preparare tutto bene รจ necessario, ma senza mai cadere nella tentazione di voler rinchiudere e pilotare la libertร dello Spirito Santo, che rimane sempre piรน grande, piรน generosa di ogni umana pianificazione (cfr Gv 3,8). Si cade in questa malattia perchรฉ ยซรจ sempre piรน facile e comodo adagiarsi nelle proprie posizioni statiche e immutate. In realtร , la Chiesa si mostra fedele allo Spirito Santo nella misura in cui non ha la pretesa di regolarlo e di addomesticarlo โ addomesticare lo Spirito Santo! โ โฆ Egli รจ freschezza, fantasia, novitร ยป[10].
5. La malattia del cattivo coordinamento: quando le membra perdono la comunione tra di loro e il corpo smarrisce la sua armoniosa funzionalitร e la sua temperanza, diventando unโorchestra che produce chiasso, perchรฉ le sue membra non collaborano e non vivono lo spirito di comunione e di squadra. Quando il piede dice al braccio: โnon ho bisogno di teโ, o la mano alla testa: โcomando ioโ, causando cosรฌ disagio e scandalo.
6. Cโรจ anche la malattia dellโโalzheimer spiritualeโ: ossia la dimenticanza della propria storia di salvezza, della storia personale con il Signore, del ยซprimo amoreยป (Ap 2,4). Si tratta di un declino progressivo delle facoltร spirituali che in un piรน o meno lungo intervallo di tempo causa gravi handicap alla persona facendola diventare incapace di svolgere alcuna attivitร autonoma, vivendo uno stato di assoluta dipendenza dalle sue vedute spesso immaginarie. Lo vediamo in coloro che hanno perso la memoria del loro incontro con il Signore; in coloro che non hanno il senso โdeuteronomicoโ della vita; in coloro che dipendono completamente dal loro presente, dalle loro passioni, capricci e manie; in coloro che costruiscono intorno a sรฉ muri e abitudini diventando, sempre di piรน, schiavi degli idoli che hanno scolpito con le loro stesse mani.
7. La malattia della rivalitร e della vanagloria[11]: quando lโapparenza, i colori delle vesti e le insegne di onorificenza diventano lโobiettivo primario della vita, dimenticando le parole di san Paolo: ยซNon fate nulla per rivalitร o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltร , consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi lโinteresse proprio, ma anche quello degli altriยป (Fil 2,3-4). ร la malattia che ci porta ad essere uomini e donne falsi e a vivere un falso misticismo e un falso โquietismoโ. Lo stesso San Paolo li definisce ยซnemici della Croce di Cristoยป perchรฉ ยซsi vantano di ciรฒ di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terraยป (Fil 3,18.19).
8. La malattia della schizofrenia esistenziale. Eโ la malattia di coloro che vivono una doppia vita, frutto dellโipocrisia tipica del mediocre e del progressivo vuoto spirituale che lauree o titoli accademici non possono colmare. Una malattia che colpisce spesso coloro che, abbandonando il sevizio pastorale, si limitano alle faccende burocratiche, perdendo cosรฌ il contatto con la realtร , con le persone concrete. Creano cosรฌ un loro mondo parallelo, dove mettono da parte tutto ciรฒ che insegnano severamente agli altri e iniziano a vivere una vita nascosta e sovente dissoluta. La conversione รจ alquanto urgente e indispensabile per questa gravissima malattia (cfr Lc 15,11-32).
9. La malattia delle chiacchiere, delle mormorazioni e dei pettegolezzi. Di questa malattia ho giร parlato tante volte, ma mai abbastanza. Eโ una malattia grave, che inizia semplicemente, magari solo per fare due chiacchiere, e si impadronisce della persona facendola diventare โseminatrice di zizzaniaโ (come satana), e in tanti casi โomicida a sangue freddoโ della fama dei propri colleghi e confratelli. ร la malattia delle persone vigliacche, che non avendo il coraggio di parlare direttamente parlano dietro le spalle. San Paolo ci ammonisce: ยซFate tutto senza mormorare e senza esitare, per essere irreprensibili e puriยป (Fil 2,14-15). Fratelli, guardiamoci dal terrorismo delle chiacchiere!
10. La malattia di divinizzare i capi. Eโ la malattia di coloro che corteggiano i Superiori, sperando di ottenere la loro benevolenza. Sono vittime del carrierismo e dellโopportunismo, onorano le persone e non Dio (cfr Mt 23,8-12). Sono persone che vivono il servizio pensando unicamente a ciรฒ che devono ottenere e non a quello che devono dare. Persone meschine, infelici e ispirate solo dal proprio fatale egoismo (cfr Gal 5,16-25). Questa malattia potrebbe colpire anche i Superiori quando corteggiano alcuni loro collaboratori per ottenere la loro sottomissione, lealtร e dipendenza psicologica, ma il risultato finale รจ una vera complicitร .
11. La malattia dellโindifferenza verso gli altri. Quando ognuno pensa solo a sรฉ stesso e perde la sinceritร e il calore dei rapporti umani. Quando il piรน esperto non mette la sua conoscenza al servizio dei colleghi meno esperti. Quando si viene a conoscenza di qualcosa e la si tiene per sรฉ invece di condividerla positivamente con gli altri. Quando, per gelosia o per scaltrezza, si prova gioia nel vedere lโaltro cadere invece di rialzarlo e incoraggiarlo.
12. La malattia della faccia funerea, ossia delle persone burbere e arcigne, le quali ritengono che per essere seri occorra dipingere il volto di malinconia, di severitร e trattare gli altri โ soprattutto quelli ritenuti inferiori โ con rigiditร , durezza e arroganza. In realtร , la severitร teatrale e il pessimismo sterile[12] sono spesso sintomi di paura e di insicurezza di sรฉ. Lโapostolo deve sforzarsi di essere una persona cortese, serena, entusiasta e allegra che trasmette gioia ovunque si trova. Un cuore pieno di Dio รจ un cuore felice che irradia e contagia con la gioia tutti coloro che sono intorno a sรฉ: lo si vede subito! Non perdiamo dunque quello spirito gioioso, pieno di humor, e persino autoironico, che ci rende persone amabili, anche nelle situazioni difficili[13]. Quanto bene ci fa una buona dose di sano umorismo! Ci farร molto bene recitare spesso la preghiera di san Thomas More[14]: io la prego tutti i giorni, mi fa bene.
13. La malattia dellโaccumulare: quando lโapostolo cerca di colmare un vuoto esistenziale nel suo cuore accumulando beni materiali, non per necessitร , ma solo per sentirsi al sicuro. In realtร , nulla di materiale potremo portare con noi, perchรฉ โil sudario non ha tascheโ e tutti i nostri tesori terreni โ anche se sono regali โ non potranno mai riempire quel vuoto, anzi lo renderanno sempre piรน esigente e piรน profondo. A queste persone il Signore ripete: ยซTu dici: Sono ricco, mi sono arricchito, non ho bisogno di nulla. Ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo โฆ Sii dunque zelante e convertitiยป (Ap 3,17.19). Lโaccumulo appesantisce solamente e rallenta il cammino inesorabilmente! E penso a un aneddoto: un tempo, i gesuiti spagnoli descrivevano la Compagnia di Gesรน come la โcavalleria leggera della Chiesaโ. Ricordo il trasloco di un giovane gesuita che, mentre caricava su di un camion i suoi tanti averi: bagagli, libri, oggetti e regali, si sentรฌ dire, con un saggio sorriso, da un vecchio gesuita che lo stava ad osservare: โQuesta sarebbe la โcavalleria leggera della Chiesaโ?โ. I nostri traslochi sono un segno di questa malattia.
14. La malattia dei circoli chiusi, dove lโappartenenza al gruppetto diventa piรน forte di quella al Corpo e, in alcune situazioni, a Cristo stesso. Anche questa malattia inizia sempre da buone intenzioni ma con il passare del tempo schiavizza i membri diventando un cancro che minaccia lโarmonia del Corpo e causa tanto male โ scandali โ specialmente ai nostri fratelli piรน piccoli. Lโautodistruzione o il โfuoco amicoโ dei commilitoni รจ il pericolo piรน subdolo[15]. ร il male che colpisce dal di dentro[16]; e, come dice Cristo, ยซogni regno diviso in se stesso va in rovinaยป (Lc 11,17).
15. E lโultima: la malattia del profitto mondano, degli esibizionismi[17], quando lโapostolo trasforma il suo servizio in potere, e il suo potere in merce per ottenere profitti mondani o piรน poteri. รจ la malattia delle persone che cercano insaziabilmente di moltiplicare poteri e per tale scopo sono capaci di calunniare, di diffamare e di screditare gli altri, perfino sui giornali e sulle riviste. Naturalmente per esibirsi e dimostrarsi piรน capaci degli altri. Anche questa malattia fa molto male al Corpo, perchรฉ porta le persone a giustificare lโuso di qualsiasi mezzo pur di raggiungere tale scopo, spesso in nome della giustizia e della trasparenza! E qui mi viene in mente il ricordo di un sacerdote che chiamava i giornalisti per raccontare loro โ e inventare โ delle cose private e riservate dei suoi confratelli e parrocchiani. Per lui contava solo vedersi sulle prime pagine, perchรฉ cosรฌ si sentiva potente e avvincente, causando tanto male agli altri e alla Chiesa. Poverino!
Fratelli, tali malattie e tali tentazioni sono naturalmente un pericolo per ogni cristiano e per ogni curia, comunitร , congregazione, parrocchia, movimento ecclesiale, e possono colpire sia a livello individuale sia comunitario.
Occorre chiarire che รจ solo lo Spirito Santo โ lโanima del Corpo Mistico di Cristo, come afferma il Credo Niceno-Costantinopolitano: ยซCredoโฆ nello Spirito Santo, Signore e vivificatoreยป โ a guarire ogni infermitร . ร lo Spirito Santo che sostiene ogni sincero sforzo di purificazione e ogni buona volontร di conversione. ร Lui a farci capire che ogni membro partecipa alla santificazione del corpo e al suo indebolimento. ร Lui il promotore dellโarmonia[18]: ยซIpse harmonia estยป, dice san Basilio. SantโAgostino ci dice: ยซFinchรฉ una parte aderisce al corpo, la sua guarigione non รจ disperata; ciรฒ che invece fu reciso, non puรฒ nรฉ curarsi nรฉ guarirsiยป[19].
La guarigione รจ anche frutto della consapevolezza della malattia e della decisione personale e comunitaria di curarsi sopportando pazientemente e con perseveranza la cura[20].
Dunque, siamo chiamati โ in questo tempo di Natale e per tutto il tempo del nostro servizio e della nostra esistenza โ a vivere ยซsecondo la veritร nella caritร , [cercando] di crescere in ogni cosa verso di lui, che รจ il capo, Cristo, dal quale tutto il corpo, ben compaginato e connesso, mediante la collaborazione di ogni giuntura, secondo lโenergia propria di ogni membro, riceve forza per crescere in modo da edificare se stesso nella caritร ยป (Ef 4,15-16).
Cari fratelli!
Una volta ho letto che i sacerdoti sono come gli aerei: fanno notizia solo quando cadono, ma ce ne sono tanti che volano. Molti criticano e pochi pregano per loro. ร una frase molto simpatica ma anche molto vera, perchรฉ delinea lโimportanza e la delicatezza del nostro servizio sacerdotale e quanto male potrebbe causare un solo sacerdote che โcadeโ a tutto il corpo della Chiesa.
Dunque, per non cadere in questi giorni in cui ci prepariamo alla Confessione, chiediamo alla Vergine Maria, Madre di Dio e Madre della Chiesa, di sanare le ferite del peccato che ognuno di noi porta nel suo cuore e di sostenere la Chiesa e la Curia affinchรฉ siano sane e risanatrici, sante e santificatrici, a gloria del suo Figlio e per la salvezza nostra e del mondo intero. Chiediamo a Lei di farci amare la Chiesa come lโha amata Cristo, suo Figlio e nostro Signore, e di avere il coraggio di riconoscerci peccatori e bisognosi della sua Misericordia e di non aver paura di abbandonare la nostra mano tra le sue mani materne.
Tanti auguri di un santo Natale a tutti voi, alle vostre famiglie e ai vostri collaboratori. E, per favore, non dimenticate di pregare per me! Grazie di cuore!
[1] Egli afferma che la Chiesa, essendo mysticum Corpus Christi, ยซrichiede anche una moltitudine di membri, i quali siano talmente tra loro connessi da aiutarsi a vicenda. E come nel nostro mortale organismo, quando un membro soffre, gli altri risentono del suo dolore e vengono in suo aiuto, cosรฌ nella Chiesa i singoli membri non vivono ciascuno per sรฉ, ma porgono anche aiuto agli altri, offrendosi scambievolmente collaborazione, sia per mutuo conforto sia per un sempre maggiore sviluppo di tutto il Corpo โฆ un Corpo costituito non da una qualsiasi congerie di membra, ma deve essere fornito di organi, ossia di membra che non abbiano tutte il medesimo compito, ma siano debitamente coordinate; cosรฌ la Chiesa, per questo specialmente deve chiamarsi corpo, perchรฉ risulta da una retta disposizione e coerente unione di membra fra loro diverseยป (Enc. Mystici Corporis, Parte Prima: AAS 35 [1943], 200).
[2] Cfr Rm 12,5: ยซCosรฌ anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altriยป.
[3] Cost. dogm. Lumen gentium, 7.
[4] Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 795. Da ricordare che ยซil paragone della Chiesa con il corpo illumina lโintimo legame tra la Chiesa e Cristo. Essa non รจ soltanto radunata attorno a Lui; รจ unificata in Lui, nel suo Corpo. Tre aspetti della Chiesa-Corpo di Cristo vanno sottolineati in modo particolare: lโunitร di tutte le membra tra di loro in forza della loro unione a Cristo; Cristo Capo del corpo; la Chiesa, Sposa di Cristoยป (ibid. n. 789).
[5] Cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 130-131.
[6] Gesรน piรน volte ha fatto conoscere lโunione che i fedeli debbono avere con Lui: ยซCome il tralcio non puรฒ portare frutto da sรฉ stesso se non rimane nella vite, cosรฌ neanche voi se non rimarrete in me. Io sono la vite, voi i tralciยป (Gv 15, 4-5).
[7] Cfr Cost. ap. Pastor Bounus, art. 1; CIC, can. 360.
[8] Cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 197-201.
[10] Omelia nella S. Messa, Istanbul, Cattedrale dello Spirito Santo, 29 novembre 2014.
[11] Cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 95-96.
[12] Cfr ibid, 84-86.
[13] Cfr ibid, 2.
[14] ยซSignore, donami una buona digestione e anche qualcosa da digerire. Donami la salute del corpo e il buon umore necessario per mantenerla. Donami, Signore, unโanima semplice che sappia far tesoro di tutto ciรฒ che รจ buono e non si spaventi alla vista del male, ma piuttosto trovi sempre il modo di rimetter le cose a posto. Dammi unโanima che non conosca la noia, i brontolamenti, i sospiri, i lamenti, e non permettere che mi crucci eccessivamente per quella cosa troppo ingombrante che si chiama โioโ. Dammi, Signore, il senso del buon umore. Concedimi la grazia di comprendere uno scherzo per scoprire nella vita un poโ di gioia e farne parte anche agli altri. Amenยป.
[15] Cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 88.
[16] Il beato Paolo VI, riferendosi alla situazione della Chiesa, affermรฒ di avere la sensazione che ยซda qualche fessura sia entrato il fumo di Satana nel tempio di Dioยป (Omelia nella Solennitร dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, 29 giugno 1972); cfr. Esort. ap. Evangelii Gaudium, 98-101.
[17] Cfr Esort. ap. Evangelii Gaudium, 93-97 (ยซNo alla mondanitร spiritualeยป).
[18] ยซLo Spirito Santo รจ lโanima della Chiesa. Egli dร la vita, suscita i differenti carismi che arricchiscono il Popolo di Dio e, soprattutto, crea lโunitร tra i credenti: di molti fa un corpo solo, il Corpo di Cristo โฆ Lo Spirito Santo fa lโunitร della Chiesa: unitร nella fede, unitร nella caritร , unitร nella coesione interioreยป (Omelia nella Santa Messa, Istanbul, Cattedrale dello Spirito Santo, 29 novembre 2014).
[19] Serm., CXXXVII, 1: PL, XXXVIII, 754.
[20] Cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 25-33 (ยซPastorale in conversioneยป).
ยฉ Copyright โ Libreria Editrice Vaticana