Il Beato Giovanni Paolo II aveva inaugurato il suo Pontificato sotto il segno del Redentore dellโuomo. Il Papa emerito Benedetto XVI sotto il segno di Dio come Amore (Deus caritas est). Papa Francesco ci invita a porci sotto il segno del Dio misericordia. Una sorprendente continuitร si evidenzia in questi tre Pontefici. Ma, come notava il Cardinale Joseph Ratzinger tredici anni fa in occasione del Giubileo dei teologi, fondandosi sulla diagnosi del teologo tedesco J.B. Metz, la crisi dellaย teologiaย oggiย haย laย suaย origineย nellโ ยซoblio di Dioยป. La teologia sembrava vergognarsi un poโ della sua sorgente e si รจ trasformata, senza accorgersene, in scienza umana, se non addirittura in scienza sociale.
Esiste, dunque, una tensione tra i teologi, presi nel loro insieme, e i pastori della Chiesa. Col ritornare di Dio Misericordia al centro della teologia e allโantropologia dellโuomo come essere di speranza si puรฒ dire che siamo sulla giusta via della pastorale oggi, della nuova evangelizzazione.
Leggendo alcuni segni dei tempi, dobbiamo dire che gli ultimi papi hanno messo la Chiesa in atteggiamento spirituale favorevole a una proclamazione credibile di Dio come Misericordia:
- Giovanni Paolo II, che ha insegnato che contro lโondata del male nel mondo, Dio ha edificato la diga della Misericordia (cf. Identitร e memoria), e poi ha creato la domenica della Divina Misericordia, alla cui vigilia รจ ritornato al Padre;
- Benedetto XVI ha accolto con forza dโanimo e coraggio tutte le accuse del nostro tempo contro la Chiesa, confessando addirittura la colpa della Chiesa peccatrice in materia di pedofilia e mettendo faccia a faccia Cristo crocifisso e le vittime, come supremo atto di
Papa Francesco ha avuto la grazia di venire sulla Sede di Pietro come il Papa giusto, al momentoย provvidenzialmente giusto, per la giusta azione pastorale. Lโannuncio della canonizzazione di Papa Giovanni XXIII e di Papa Giovanni Paolo II per la prossima domenica della Misericordia รจ, a mio parere, una strizzatina dโocchio della Divina Provvidenza per indicarci quale dovrebbe essere il contenuto giusto della nuova evangelizzazione, cinquantโanni dopo il Concilio Vaticano II.
Il Papa teologo ha inaugurato la sua pastorale universale sotto il segno di Dio come Amore. ร a partire da una tale identitร divina rivelata in Gesรน Cristo che la ragione stessa, non meno che la volontร , lโimmaginazione e il cuore, ricevono la loro identitร . Il Suo straordinario impegno intellettuale, nellโarco di cinquantโanni, ha dato il bel frutto dei tre volumi Gesรน di Nazaret, opera tanto universalmente apprezzata. In questa pubblicazione, la figura di Dio che si รจ rivelato come Amore, ottenuta con le risorse razionali piรน moderne, appare credibile.
Per un teologo africano che si sforza di sentire e di pensare con la Chiesa nella sua specificitร africana, la comprensione di essa (Chiesa) come Famiglia di Dio permette di accedere allโidentitร di Dio come Misericordia attraverso un cammino che potremmo puntualizzare in tre tappe:
- la creazione dellโuomo a immagine e somiglianza di Dio che sfocia allโorigine nella caduta, ma immediatamente illuminato dalla ยซgrande speranzaยป (Cf. Spe Salvi) del proto- Vangelo (Gn 3, 15);
- la rivelazione di Dio come Misericordia nellโAntico Testamento;
- la rivelazione di Dio come Misericordia in Gesรน Cristo.
I. Lโuomo a immagine di Dio e la sua condizione di peccato: Dio Misericordia nella Preistoria della Storia della Salvezza
A partire dallโelezione di Abramo e dallโalleanza che Dio fece con lui, si apre la storia della salvezza. Ma guardando da Abramo verso le origini, possiamo parlare di preistoria della storia della salvezza. Due momenti forti possono essere sottolineati in questa preistoria:
- la creazione dellโuomo a immagine di Dio e la caduta;
- il diluvio, lโalleanza con Noรจ e la fedeltร di Dio promessa alle famiglie delle nazioni lasciate in questa economia salvifica di Noรจ.
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Se nella tradizione occidentale dellโinterpretazione della creazione dellโuomo a immagine di Dio, lโaccento viene posto successivamente sullโidentitร dellโimmagine come Logos (Ragione), sulla volontร e sulla creativitร che si esplica attraverso il lavoro, lโuomo africano legge volentieri questa creazione nellโorizzonte di Gn 1, 27 ยซDio creรฒ lโuomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creรฒ; maschio e femmina li creรฒยป. Questa tensione amorosa tra lโuomo e la donna รจ normalmente feconda e fa apparire il Creatore come famiglia, e di conseguenza lโuomo stesso come famiglia. Dallโimago Dei, la sensibilitร culturale africana sposta lโaccento verso lโimago Trinitatis. Dal momento in cui avvenne la caduta, si รจ introdotta una divisione mortale in questa famiglia primordiale, facendo della divisione lโespressione piรน rappresentativa del peccato originale. Ma Dio, che รจ stato per cosรฌ dire provocato nel vivo della sua identitร dal sospetto di essere il contrario di Se stesso, ha avuto una reazione spontanea, potremmo dire, di inventare la speranza: Adamo e Eva non escono dal giardino se non con la promessa di un Redentore: Dio infatti dice al serpente: ยซmetterรฒ inimicizia tra te e la donna, tra la tua discendenza e la sua discendenza. Ella ti schiaccerร la testa e tu le insidierai il calcagnoยป Gn 3, 15. Una grande speranza viene dunque immediatamente offerta e tutta la storia si dispiegherร come un cammino verso la propria realizzazione.
Quando il peccato si manifestรฒ immediatamente dopo al cuore della fraternitร , tra Caino e Abele (Gn 4), Dio aprirร nuovamente una prospettiva di salvezza per Caino stesso, il fratricida.
Il dramma del diluvio ha termine sotto il segno dellโarcobaleno, simbolo di una alleanza di vita garantita dalla promessa di Dio di non distruggere piรน lโumanitร .ย Le famiglie delle nazioni (Gn 9-11) vivranno dunque nellโeconomia di questa alleanza, in attesa che Dio porti a compimento storicamente la promessa che Egli fece ad Abramo (Gn 22), donando in lui come discendenza il proprio Figlio, permettendo cosรฌ alle nazioni di entrare a loro volta nella nuova alleanza, espressione suprema della benedizione promessa. Lโannuncio missionario, e la susseguente inculturazione della fede nelle culture dei popoli, sono dunque i segni della fede costitutivi del tempo delle nazioni (Lc 21, 24) chiamato a trovare il proprio fine nellโannuncio di Cristo morto e risorto, nel cui nome ยซsaranno predicati โฆ la conversione e il perdono dei peccati a tutte le genti โฆยป (Lc 24, 47).
Gn 11 ci fa toccare con mano una delle espressioni culturali piรน grandi della colpa, la costruzione della torre di Babele, attraverso la quale la famiglia delle nazioni voleva orgogliosamente sfidare Dio, costruendo una torre alta fino a raggiungere il cielo, e che invece รจ crollata nella confusione delle lingue. Questa fu la causa di una delle piรน gravi divisioni, aggressivitร e violenza allโinterno della famiglia delle nazioni.
II. La rivelazione di Dio come Misericordia nellโAntico Testamento
Lโalleanza con Abramo di cui parla Gn. 22 viene conclusa secondo una modalitร che testimonia la fedeltร di Dio alla propria natura di Amore e Misericordia. Lโasimmetria di questโalleanza tra Dio e la sua creatura รจ giunta anchโessa, per cosรฌ dire, fino allโestremo quando, prevedendo le debolezze e i peccati/tradimenti della discendenza del suo amico Abramo e volendogli risparmiare la morte che avrebbe dovuto seguirne, allโoccorrenza, Dio ha voluto passare Solo tra i quarti di animali immolati per la conclusione dellโalleanza, sotto forma di una fiamma ardente. Sembra dire con questo che avvenga di Lui, Dio, come per questi animali se Egli non manterrร la parola. Dio concederร ad Abramo di avere tra la sua discendenza il proprio Figlio, il suo Unico Figlio, per concludere la nuova alleanza con la quale egli assicurerร il perdono dei peccati e entrerร definitivamente in comunione di vita con lโumanitร . Dio cosรฌ si rivelerร veramente come Misericordia.
Uno dei testi veterotestamentarii in cui si evidenzia piรน chiaramente la preparazione della rivelazione di Dio come Amore/Misericordia, si trova nel libro di Osea, dove possiamo leggere: โCome potrei abbandonarti, Efraim, come consegnarti ad altri, Israele? Come potrei trattarti al pari di Admร , ridurti allo stato di Zeboรฌm? Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione. Non darรฒ sfogo all’ardore della mia ira, non tornerรฒ a distruggere Efraim, perchรฉ sono Dio e non uomo; sono il Santo in mezzo a te e non verrรฒ nella mia ira.โ (Os, 11, 8-9). Dio che si pone tutte queste pietose domande, in realtร soffoca la sua collera al punto che il suo cuore ne implode. Lโevento storico della Passione e della morte in croce di Gesรน Cristo รจ, secondo la grande esegesi che ne ha fatto Benedetto XVI, lโAmore di Dio che si rivolta contro se stesso, per compiere la giustizia, senza la quale la Misericordia non sarebbe che una riduzione sentimentale e storicamente insensata dellโAmore (Cf. Deus Caritas est).
III. La rivelazione di Dio come Misericordia in Gesรน Cristo
Tutto il Nuovo testamento si presenta come la rivelazione del Dio Misericordia. Cristo non smette di proclamare che รจ venuto per i peccatori e non per i giusti. Tutta la sua vita pubblica si dispiega nellโavvicinarsi in modo preferenziale ai poveri, ai piccoli, agli esclusi, agli emarginati, a coloro che erano schiavi di una immagine negativa. Egli ha scelto come โluogoโ di comprensione del Messia che egli รจ ยซil Servo sofferenteยป del Deutero-Isaia (Is 53). Egli ha voluto essere il riscatto/sostituzione per i peccatori condannati a morte che siamo noi.ย In Lui, Goel,ย Dioย siย รจย fattoย Membroย dellaย famigliaย umanaย peccatrice, ย per riscattarla poichรฉ Egli รจ Misericordia. Egli muore per amore nostro, portando a compimento la nuova e definitiva alleanza. Con la Sua risurrezione, che รจ un evento che coinvolge tutto il suo essere, – corpo, anima e spirito โ egli fa dei suoi discepoli, che a causa della sua morte si erano dispersi, il suo Corpo di Fraternitร , germe della Chiesa, manifestazione e testimonianza storica dellโAmore Misericordia divina che egli stesso รจ. La Chiesa รจ lo spazio e lโannuncio performativo della Misericordia di Dio.
Papa Francesco, annunciando il Dio Misericordia, come ha fatto dal primo istante del suo pontificato, non poteva che condurre la Chiesa a quello che egli definisce periferia, cioรจ verso gli esclusi, verso i piรน lontani. Egli ha acceso un grande fervore in tutti i cuori, allโinterno come allโesterno della Chiesa. Portare la Chiesa alle periferie โ antropologiche, morali, spirituali โ รจ inaugurare una nuova era dellโevangelizzazione dei poveri, dei peccatori che si autoescludono come indegni, ritenuti tali ancor piรน dalla ยซgente beneยป. Durante i cinquantโanni dal Concilio Vaticano II che si รจ voluto Concilio pastorale si sono create tutte le condizioni dottrinali per la Nuova Evangelizzazione che non essere nientโaltro che un kerygma che grida Dio come Misericordia. La pastorale della Chiesa conosce e conoscerร sempre piรน una vera primavera, perchรฉ, se noi siamo tutti creati a immagine di Dio in vista del divenire sua somiglianza, noi non esiteremo a condividere con il mondo il mistero della misericordia che crea la giustizia. E allora il mondo crederร e sarร salvo.
Roma 30 settembre 2013
+ B. ADOUKONOU
Segretario del Pontificio Consiglio della Cultura