A pochi giorni dal Natale, rileggiamo lโincontro tra un misterioso e garbato angelo (uno dei principi degli angeli) e una ragazzina acerba di Nazareth. ร un incontro che ha scatenato nei secoli lโarte di pittori e poeti e che rischiamo di leggere come una pia favola. E, invece, รจ accaduto.
Nel garbato dialogo fra lโarcangelo e Maria, riportato da Luca, scopriamo la grandezza del pensiero di Dio. In quella minuscola casa di quel minuscolo paese addossato a un declivio roccioso, da cui la gente aveva ricavato nelle grotte naturali delle abitazioni fresche ed asciutte, avviene lโassurdo di Dio: lโinizio di una storia diversa, una storia di salvezza.
La pur lunga storia di amicizia e di affetto col popolo di Israele non รจ stata sufficiente per spiegarsi, e Dio sceglie di farsi uomo: parole, lacrime, sorriso, emozione, sentimento, tono di voce, sudore. Dio necessita di un corpo, abbisogna di una madre.
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Non la moglie dellโimperatore, o il premio Nobel per la medicina, non una donna manager dinamica dei nostri giorni sceglie Dio, ma la piccola adolescente Mariam (la bella). A lei chiede di diventare la porta dโingresso per Dio nel mondo.
Maria ci sta, ci crede, e tutti noi non sappiamo se ridere o scuotere la testa davanti a tanta splendida incoscienza. Tutti restiamo basiti (noi, razionali figli di Piero Angela) davanti alla sconcertante semplicitร di questo dialogo, davanti allโardire di una figlia di Sion che parla alla pari con lโAssoluto, che gli chiede spiegazioni e chiarimenti.
FONTE: Diario di Avvento (Alumera)
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