Natale, per molti, è diventato un giorno orribile, forse il peggiore dell’anno. Questo a causa delle tante, troppe attese con cui abbiamo caricato questo momento così bello e luminoso. Ormai questa festa è diventata la festa della famiglia (ideale, quella della pubblicità), dell’amore che deborda, delle luci soffuse, dei regali.
Ma i tanti, tantissimi che non hanno la possibilità di avere una famiglia, che passeranno il Natale da soli, che non sanno cosa fare se non andare a dormire o aggregarsi a qualche conoscente intenerito dalla situazione, vivono queste emozioni e sentimenti con un dolore straziante.
Gesù, in preparazione al Natale, in questo tempo di Avvento, ci incoraggia, ci rassicura, ci rasserena. Andiamo a lui, facciamo di questo Natale un incontro con lui.
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Resterà il dolore, non banalizziamolo, e la solitudine subita è un male terribile. Ma almeno non verremo travolti dalla melassa e dall’ipocrisia che rischia di snaturare completamente il Natale.
Andiamo a lui proprio perché affaticati ed oppressi, per trovare ristoro. Per questa ragione Dio si è fatto uomo: per diventare consolazione che non ne ha.
FONTE: Diario di Avvento (Alumera)
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