Dehoniane – Commento al Vangelo del 28 Gennaio 2019

Il commento alle letture del 28 gennaio 2019 a cura del sito Dehoniane.


III settimana del tempo ordinario – III settimana del salterio

S. Tommaso d’Aquino, sac. e dottore della Chiesa (memoria)

Contro lo Spirito Santo

Vedere Gesù e i suoi discepoli assediati dalla folla, «tanto che non potevano neppure mangiare» (Mc 3,20), sembra creare alcune perplessità in chi pensa di conoscere questo rabbi così originale, fuori dagli schemi. E anzitutto questo disagio e preoccupazione di fronte a Gesù si manifesta nei parenti.

Non riescono a comprendere il suo comportamento fuori dai modelli comuni, e forse hanno paura che questo comprometta il buon nome del clan familiare. Per questo decidono di intervenire per prenderne il controllo, cercando di neutralizzare l’azione di Gesù in nome della normalità e dell’equilibrio: «Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: “È fuori di sé”» (3,21). Anche gli scribi, onnipresenti e sempre pronti a formulare giudizi duri di accusa, offrono una loro interpretazione del comportamento di Gesù.

Qui non si tratta di semplice squilibrio mentale: «Dicevano: “Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni”» (3,22). Più raffinati, gli scribi si rendono invulnerabili trincerandosi dietro il loro sistema ortodosso: Gesù è posseduto da satana ed è suo complice. La risposta di Gesù mette anzitutto questi uomini a confronto con l’assurdità del loro giudizio. E Gesù parte da una semplice constatazione: «Come può Satana scacciare Satana?

Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi» (3,23-25). Non è possibile essere complici di satana e poi combatterlo. Il tentatore si accomoda volentieri nel cuore dell’uomo     e non si lascia cacciare facilmente; sicuramente non si allontana di sua propria volontà e non combatte contro se stesso. Però è anche vero che il risultato della presenza del maligno è proprio la divisione: il diavolo è il divisore per eccellenza e procura divisione, lacerazioni e rotture dentro e fuori l’uomo.

La parola e i gesti che Gesù compie mettono allo scoperto questa divisione che c’è nel cuore dell’uomo, ma soprattutto ridanno all’uomo piena libertà: sono la vittoria e la liberazione da ogni potere del maligno. Gesù fa comprendere il significato del suo agire nei confronti del male che si annida nel cuore dell’uomo e di colui che lo tiene schiavo, con una piccola parabola: «Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa» (3,27).

Cristo è colui che ha il potere di legare quell’«uomo forte» e renderlo innocuo, colpendo alla radice il male che devasta il cuore dell’uomo e ridando a esso la piena dignità di figlio di Dio. In Cristo, nella    sua morte e risurrezione, si opera la piena vittoria sul male; egli    è «mediatore di un’alleanza nuova» (Eb 9,15), definitiva, ed «è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso» (9,26). È il dono che Cristo fa della sua vita a neutralizzare il veleno del peccato e della morte, rivelando così che la vita è più forte della morte.

Nel sacrificio della croce e nel perdono che esso comunica, ogni peccato viene annullato. Tuttavia agli scribi Gesù dice: «Tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna» (Mc 3,28-29). C’è un peccato che non può essere perdonato, ed è proprio quello che manifestano gli scribi rifiutando l’azione di Dio in Gesù e attribuendone l’origine a satana. È un insulto alla potenza di Dio, un peccato contro lo Spirito.

E questo peccato è la chiusura radicale alla salvezza, l’arroganza di chi tenta di coprire i segni di Dio con il sospetto dell’irrazionalità, della pazzia, delle forze malvagie. Questo peccato non può essere perdonato perché è un rifiuto del perdono di Dio, della sua misericordia, in quanto esclude l’atteggiamento di conversione di fede. Questa parola di Gesù è certamente dura e ci chiama alla vigilanza, ma ci assicura anche che ogni peccato può essere perdonato, se si ha il coraggio di riconoscere e accogliere la potenza dell’amore di Dio in Gesù.

O Signore, allontana da noi quella durezza di cuore che ci impedisce di riconoscere i prodigi che anche oggi compi. Non ci sia in noi incredulità e ostinazione e anche se cadiamo nel peccato, poni sempre nel nostro cuore l’umiltà di chi sa chiederti perdono, di chi spera solo nella tua salvezza, di chi riconosce il suo peccato, ma ancor di più riconosce la grandezza del tuo amore.

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Mc 3, 22-30
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni».
Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito.
Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa.
In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna».
Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Fonte: LaSacraBibbia.net

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